Listen to me

di formerly_known_as_A
(/viewuser.php?uid=6311)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


DUE

DUE

Tom ha cinque anni, gioca da solo. Ha trovato la tana di un ragno.

L’animale è diverso da quelli che ha osservato fino a quel momento. Avvicina la mano e quello, con le sue zampe sottili, si arrampica su di essa. Pensa che sia incredibile che un animaletto così piccolo e all’apparenza fragile possa essere letale. Lo osserva meglio. Non c’è nulla che possa suggerirne la pericolosità.

Gli fa il solletico.

Tom sorride e riavvicina il ragno alla sua casa. Sta bene, con gli animali. Più che con gli uomini.

Gli uomini sono inclini a giudicare troppo in fretta. Gli animali non lo feriscono con parole affilate come lame. Possono ucciderlo, ma con pietà.

Non sente gli altri avvicinarsi. Non li sente ridere e fare commenti maligni.

Non sente il mio avvertimento. Non ancora.

E’ un attimo. E del ragno non rimane molto, solo una poltiglia appiccicosa su una ringhiera.

Povero Tom.

Si volta verso l’assassino, pieno di rabbia. Si sta pulendo la mano sui pantaloni della salopette. E’ uno più grande, ha un’aria malvagia.

Suo padre beve molto, la madre si ammazza di lavoro per sopravvivere.

Orfano, lo chiama, sei sempre a giocare da solo, non sarai mica scemo?

Lo invidia. A volte vorrebbe disfarsi del proprio gruppo, vorrebbe sedersi in un angolo a leggere.

Ma non può, il branco è la regola. Tom l’eccezione.

E’ triste per il ragno ed una grossa lacrima gli cola su una guancia. Si avventa sull’altro, che però lo spinge a terra.

Tom è debole.

Tom non può sentirmi.

Quando lo farà, sarà molto divertente.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=235965