.:Fiocchi
di Neve:.
Note: Ada =
padre
“Ada,
perché la neve scompare?”
“Scompare?”
“Sì! Parte dalle
nuvole, fa un lungo viaggio fin qui, però quando tocca terra
sparisce!” Disse il piccolo Legolas, allungando la manina
aperta
verso il padre.
Il Re guardò
incuriosito la mano del
bambino.
“Vedi?”
Chiese il bimbo.
“Non vedo
nulla” Rispose perplesso
Thranduil.
“Infatti! Fuori
ho aspettato che un
fiocco di neve si posasse sulla mia mano, sono corso in casa, ma
quando ho guardato di nuovo non c'era più!” gli
occhi del bambino
si abbassarono tristemente dove, probabilmente, si era posato il
fiocco, “e dire che io volevo mostrartelo! Avevo anche chiuso
la
mano per tenerlo al caldo, fuori fa così freddo”
Il Sovrano
sorrise gentile.
“Il tuo fiocco
non è sparito, si è
solamente sciolto, la neve non può vivere al
caldo” Spiegò
brevemente, continuando a guardare il figlioletto, che però,
non
sembrava soddisfatto. Sospirò piano e poi riprese:
“Sai, in verità
tutti i cristalli di neve sono diversi fra loro, ognuno è
perfetto e
davvero incantevole”.
Inaspettatamente Legolas
sgranò gli
occhi e delle lacrime vi fecero capolino.
“Allora io ho
fatto male al fiocco!
L'ho portato al caldo quando lui non voleva, come farà
adesso la
signora neve?” Domandò quasi singhiozzando.
“La signora
neve?”
“Sì,
io ho fatto male a uno dei suoi
fiocchi, lui non tornerà più, e lei si
sentirà sola!”
“Tesoro, la neve
non si sentirà sola
per aver perso uno solo dei suoi cristalli” Tentò
di consolarlo il
padre, ma ebbe l'effetto opposto: le lacrime cominciarono a scendere
veloci sulle guance del piccolo elfo, che corse a rintanarsi fra le
sue braccia.
“Cosa ti
prende?”
“L'avete
detto voi! Ogni cristallo è unico, quindi non importa quanti
altri
c'è ne siano, quello era speciale e non tornerà
più”.
Seguì un attimo
di pausa, nel quale il
Re prese ad accarezzare piano i capelli morbidi del bambino.
“Quel
fiocco era come la mamma” disse infine il piccolo, facendo
bloccare
la mano del padre.
“La mamma non era
fatta di neve, non
avrebbe potuto sciogliersi”
Legolas si alzò
con un cipiglio
arrabbiato e le mani appuntate ai fianchi.
“Non importa! Era
speciale come lo
era la mamma e adesso...”, un singhiozzo gli
sfuggì dalle labbra,
“adesso non ci sono più, e qualcuno è
triste per loro” Concluse
tornando a nascondere il viso nella tunica del Re.
Thranduil lo
guardò nuovamente. Era un
bambino di poco più di 4 anni, eppure riusciva a dire cose
in grado
di zittire un elfo millenario come lui.
Una vocina poco udibile
tornò a
parlare: “anche lei era bianca e fredda, ma tanto
bella”.
Il Re chiuse gli occhi di
scatto, come
se davanti gli si fosse presentato un incubo.
Da poco, sua moglie era
venuta a
mancare, afflitta da una grave malattia, si era spenta nel suo letto,
col piccolo Legolas che sfogliava un libro accanto a lei, tentando di
narrarle una storia guardando solo le illustrazioni colorate. Quando
Thranduil era entrato nella stanza, il bambino si era portato un dito
sulle labbra, e gli aveva fatto segno di non fare rumore.
“Sssh. La mamma
dorme” aveva detto,
ma sul viso, quel giorno come oggi, le lacrime scivolavano calde.
Ricordò
amaramente come gli avesse
permesso di darle un bacio, e poi l'avesse portato via, impedendogli
di rivederla ancora.
Eppure, pur avendo cercato
di tenere
lontana la verità e l'immagine della madre ormai senza vita,
il suo
bambino aveva un ricordo tanto terribile di lei.
Se la ricordava come bianca
e fredda,
perfetta ma immobile. Non serviva certo vedere le manine strette alla
veste, mentre il respiro breve, di chi cerca di non piangere,
riempiva la stanza per sapere che era un ricordo doloroso.
Ricordare sua madre per lui
era solo
dolore.
Thranduil lo
sollevò e se lo mise
seduto imbraccio, asciugandogli velocemente le lacrime.
“Hai ragione,
forse la mamma e il
cristallo di neve si somigliano, ma non perché sono bianchi
e
freddi” Disse sorridendo.
Gli occhi tristi di Legolas
si
puntarono immediatamente in quelli del padre.
“No?”
Chiese insicuro.
“No.”
Confermò il Re, “ Si
somigliano perché, anche quando tu pensi che loro non ci
sono più,
in realtà sono così vicini che non puoi
vederli”.
Il bambino si
guardò intorno, come se
potesse vedere la madre, ma il padre lo interruppe stringendolo al
petto.
“Te l'ho detto,
non puoi vederli,
però puoi sentirli” spiegò ancora,
dopodiché gli appoggiò un
dito sulla mano e, delicatamente, seguì il percorso sul
braccio fino
a fermarsi sul cuore.
“Loro sono stati
con te, ma adesso si
trovano qui. Riesci a sentire il battito?”
“Lo sento nel tuo
petto” disse
meravigliato il piccolo.
“Sì,
ti assicuro che lo stesso c'è
in te, quella è la mamma, è la mamma che canta e
ti ricorda che lei
c'è sempre, anche il cristallo è li, e con loro
tutto ciò che fa,
o ha fatto parte della tua vita” Il sorriso sul suo volto
vacillò,
per un attimo oscurato dalla tristezza ma subito tornò
deciso: “Il
fiocco si è sciolto ed è entrato nella tua pelle,
fino ad arrivare
al cuore, la mamma invece l'hai fatta entrare tu, perché le
volevi
bene”.
Legolas parve indeciso su
ciò che
doveva fare: ridere o piangere? Alla fine, appoggiò di nuovo
l'orecchio sul cuore del padre.
“Anche tu le
volevi bene?”
“Certo.”
“Allora lei vive
anche in te?”.
“Sì”
Fu allora che decise di
sorridere.
“Allora va bene,
se possiamo stare
ancora tutti e tre insieme, io sono felice.”
Thranduil lo strinse ancora
di più ma,
subito dopo lo mise in piedi.
“Bene, allora
adesso mettiti questo”
disse aiutandolo ad indossare il mantello pesante, “e vieni
con
me”.
“Dove
andiamo?”
“Fuori. Andiamo a
salutare la neve,
dobbiamo insegnarti una cosa”.
“Chi?”
“Io, e la signora
neve!”
Dopo aver sentito questo,
Legolas prese
a tirarlo impaziente di scoprire cosa lo aspettasse.
Giunti fuori dalle mura del
castello,
Thranduil lo condusse in una piccola parte di bosco dove non c'era
nessun altro.
“Aiutami a fare
una palla” Disse.
Emozionato il bambino
cominciò a
raccogliere la neve, e a tentare di darle una forma più
sferica
possibile.
Poco dopo, quello che si
trovò davanti
furono due imprecise sfere bianche, una sopra l'altra.
“E
adesso?” Chiese il bambino.
“Adesso
guarda” Rispose il padre,
tirandosi fuori dalla tasca due ghiande, e due pezzi di nastro.
Non era il materiale
giusto, ma nella
fretta di uscire, aveva dimenticato di prenderli, non importava,
sarebbero andati bene comunque.
Si mise davanti alle palle
di neve e
cominciò ad armeggiare sistemando ghiande e nastri sulla
sfera
superiore.
Quando si scostò
rise nel vedere la
faccia del suo bambino così sorpresa ed estasiata.
“È una
persona! Una persona di
neve!” Esclamò cominciando a saltarle intorno.
“È
un pupazzo” Lo
corresse il Re, “Vedi, la neve è bianca e fredda
ed ogni cristallo
è perfetto nella sua unicità, eppure, non trovi
che così siano più
belli?”
“Sì sì, lo sono! Così sono
un pupazzo
bellissimo!... È bellissimo perché lo abbiamo
fatto insieme e ci
siamo divertiti, vero?”
“Esatto, sono i ricordi legati alle
cose importanti che le rendono tali, non può bastare una
lacrima per
rovinare un bel sorriso.”
Legolas
si fermò a
riflettere, senza mai distogliere lo sguardo dal pupazzo, poi dopo
essere tornato al fianco del padre e avergli preso la mano, disse
semplicemente: “allora anche la mamma è un bel
sorriso”.
Thranduil
ricambiò la
stretta alla manina del bambino, si chinò e gli diede un
bacio sul
naso freddo.
“Ada,
anche tu sei un bel
sorriso, sono felice di poterlo vedere” Disse il piccolo
passando
il dito sulle labbra del padre, prima di abbracciarlo.
Il Re
lo strinse nuovamente,
sfregandogli la schiena, per tentare di scaldarlo.
“Tranquillo,
io sarò
sempre qui, non ti lascerò da solo” disse mentre
la neve ancora
cadeva piano posandosi su di loro.
Non
importava quante lacrime
avrebbero tentato di allontanarli o quanta neve avrebbe nascosto loro
le orme della strada percorsa insieme, ci sarebbe stato sempre un
sorriso luminoso a segnalargli la strada giusta.
La
strada dove si sarebbero
incontrati di nuovo.
La
strada che avrebbero
potuto percorre nuovamente mano nella mano.
***FINE***
Salve
a tutti! Vi auguro un buon Natale (in ritardo)!
Spero
abbiate gradito la storia, è corta e un po' troppo triste
per il
clima natalizio, però dopo aver visto
“Frozen” volevo qualcosa
che c'entrasse con la neve e mi è venuto in mente
questo^^”
Come
al solito mi scuso per la punteggiatura che sicuramente non
andrà
bene, perdonatemi, sono un incapace in materia T^T
Ad ogni modo
colgo l'occasione per augurarvi anche buon anno (in anticipo)!
A
presto.
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