C'era una volta, il sole.

di Paradichlorobenzene_
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Giulia, che non è mai contenta, e che si sarebbe offesa se non le avessi trovato qualcosa da regalarle per di Natale.

C'era una volta, il sole.
Sonata n.14, in Do Diesis Minore, cioè Quasi una fantasia,
o Per Elisa, in La Minore?

 
Per Elisa risuonava metallica per la tua stanza tinta d'azzurro, il carillon che ogni tanto s'inceppa e manda il suono spezzato e ticchettante, come se la canzone fosse la melodia della camera di una bambina in una casa infestata. Non ti importa e continui a ballare, assente, incurante del mondo che continua a girare sotto i tuoi piedi. 
Come le bambine della pre-danza, conti i passi: Uno, due, tre, quattro - e di nuovo - uno, due, tre, quattro. Posizione.
Fuori il sole inizia a splendere più forte, frantumando il buio della notte in mille e mille pezzi di vetro nero. Si fa prepotentemente strada tra le vie della città e per i vicoli stretti del paese, infiltrandosi nelle fessure ed entrando attraverso i vetri delle finestre nelle stanze e nelle camere da letto, svegliando indistintamente impiegati e precari.
C'era una volta il sole, una splendida giornata, e tu chiusa nella tua stanza a ballare sulle note sconnesse di un carillon che suona Per Elisa. 
C'era una volta la prima giornata di primavera, con i mandorli in fiore e le margherite per giocare a "m'ama non m'ama" ai bordi delle strade, ma non a quelli delle tue scarpe da tennis che continuano a consumarsi sul tuo rovinatissimo parquet.
C'era una volta il mare, a cinquecento metri e anche meno da casa tua, che impetuoso si scaglia contro gli scogli producendo una musica anche più bella di quella del carillon, spandendo ovunque il suo profumo di salsedine.
C'era una volta il vento, la bora ghiacciata proveniente da nord, che viaggia velocissima per mari e per terre, intorno al mondo, tornando in città colma di nuove storie da raccontarti.
Ma a te no, non importa del sole che splende, del mare e del vento. Il mondo la fuori continua ad essere buio, il mondo è cattivo. Tu preferisci stare con te stessa, tenerti compagnia, navigare passo dopo passo tra le nuvole di un cielo immaginario come la ballerina sul tuo carillon. Uno, due, tre, quattro - e di nuovo - uno, due, tre, quattro ...
Continui a non accorgerti del sole che pian piano si leva ancora più in alto sorpassando la linea dell'orizzonte e, indossando la maschera di quel giorno, continui la tua danza. 
 
Forse è meglio cambiare melodia, pensi.
Sonata numero 26, in Mi Bemolle Maggiore. Op. 81.
"Gli Addii".

 




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