Ringrazio
anche solo
chi legge.
Partecipa alla challenge: Christmas Challenge.
Natale.
Prompt: Canzone:
E non serve che sia Natale, Pooh
Natale a Baker Street
Se
vivessimo e
lasciassimo campare.
Sarebbe tutti i giorni
un po' Natale.
"Fratello, il tuo esilio
su Midgard è al suo albore,
non puoi giá richiamarmi" si lamentó Thor.
Passò accanto a
una midgardiana, le sorrise e le fece
l'occhiolino. La donna arrossì, ridacchiò e corse
via. I passi di entrambi
risuonava sui sampietrini umidi insieme ai passi degli altri londinesi,
coprendo il brusio di Baker Street. Loki gli sfiorò la mano
con la propria,
avanzò di tre passi superando due uomini in giacca e
cravatta e indicò con il
mento un lampione appeso sopra una porta; sul vetro spiccava il numero
122 b.
"Ho da mostrarti qualcosa
di assai esilarante, non
potevo attendere che tu venissi a prendermi per il pranzo" disse.
Thor dimenò il
capo e i lunghi cappelli biondi gli
sbatterono contro il viso e il cappello scuro a falde larghe che
indossava gli
scese di lato sul capo.
"Mi
hai
incuriosito fratello, spero solo sia un degno interesse del mio
stratega e non
il diletto del dio degli inganni" ribatté con tono possente.
Loki salì gli
scalini, toccò la porta facendola aprire ed
entrò nell'appartamento. Salì due scalini, si
voltò socchiudendo gli occhi e
rizzò la schiena alzando il mento.
"Ti ho chiamato come mio
generale, non come compagno di
malefatte. Non è forse una risposta sufficiente?" chiese.
Si girò,
finì di salire le scale e si fermò davanti la
porta
socchiusa. Thor salí le scale dietro di lui, gli stivaloni
marrone scuro che
indossava si abbattevano con forza sui gradini facendo rimbombare i
suoi passi.
Raggiunse il fratello e si piazzò alle sue spalle. "Lei non
può passare il
Natale rinchiuso qui dentro!" urlò la voce di un uomo.
Si udirono una serie di
tonfi, dei fruscii e qualche
grugnito ovattato.
"Le avevo detto di non
prendere le foglie di coca senza
il mio permesso". Aggiunse.
"Watson, io avrei evitato
di prendere le foglie di coca
senza il suo permesso, se lei avesse evitato di lasciarle in bella
vista sul
nostro comodino andandosene prima di avvisarmi di non toccarle" disse
la
voce posata di un secondo uomo.
"Quello è il
mio comodino. E le ho detto di non
toccarle almeno quindici volte negli ultimi tre giorni!"
esclamò la voce
di Watson.
Si sentirono dei tonfi,
Loki afferrò Thor e lo tirò contro
il muro facendo sparire entrambi con la magia. La porta
dell'appartamento si
aprì.
"Ma non sta
mattina"
specificò la seconda voce.
Watson sporse il capo
fuori dalla porta, si calò il cappello
e si voltò.
"Si prepari. Mangeremo
fuori, per il pranzo di
Natale".
Dimenò il
bastone, fece due passi indietro.
"La passo a prendere dopo
aver avvisato Mary. Si faccia
trovare pronto!" esclamò.
Si girò,
superò Thor e Loki e prese a scendere le scale a
passo di marcia. Thor sporse il labbro inferiore e allontanò
il fratello. Loki
lo lasciò, avanzò entrando nell'appartamento e si
voltò. Indicò verso di sé con
l'indice, sogghignò socchiudendo gli occhi verdi.
"Fratello,
perché mai il figlio di Odino dovrebbe
celarsi agli occhi di semplici Midgardiani?" domandò Thor
con tono duro.
Si girò e lo
seguí. L'uomo all'interno della stanza si
voltò, guardò le due divinità e
socchiuse gli occhi castano scuro.
"Si manifestino le
presenze che spiavano me e il buon
dottore, sono armato" disse.
Loki piegò il
capo di lato, guardò verso la scrivania e
sogghignò
scoprendo i denti.
"Perché i
mortali temono le apparizioni improvvise, e
lui è di mio interesse".
L'uomo inarcò
un sopracciglio, si poggiò con la schiena allo
schienale della sedia e si tolse la pipa dalla bocca.
"Non so chi lei sia, ma
ricambio il suo interesse,
purché eviti di utilizzare l'arma che nasconde nella manica
sinistra".
Thor digrignò i
denti e strinse con forza il manico del
martello, le nocche gli divennero bianche. L'uomo strinse le labbra
piegando il
capo di lato, aspirò una boccata dalla pipa e la
poggiò sulla scrivania.
"E... che dica al suo
amante di non utilizzare la
propria arma, di grazia. Gli alloggi non sono unicamente miei".
Loki guardò
verso Thor con gli occhi socchiusi sogghignando,
piegò il capo di lato.
"Che ti avevo detto?".
"Dimmi Midgardiano, come
ti é nota una simile
novella?" ringhiò il biondo.
I muscoli del suo petto si
gonfiarono e fremettero, la
camicia che indossava si strappò e le treccine gli
sbatterono contro
l'impermeabile. L'uomo sorrise, infilò un braccio tra il suo
corpo e il
bracciolo della sedia e mosse la mano in aria muovendo l'indice a
destra e
sinistra.
"Dall'evidente, e
quantomeno sgradevole, condiscendenza
di sua signoria nei confronti dell'altro. Tale atteggiamento
è riservato
unicamente a persone con le quali si intrattiene una relazione stabile,
di tipo
permanente e duraturo, il che mi fa presupporre che la vostra sia una
relazione
atipica che prosegue da innumerevole tempo".
Loki accentuò
il sogghigno, incrociò le braccia facendo tre
ampi passi di lato. L'uomo voltò il capo verso di lui,
strinse le labbra
sogghignando.
"Ma
a qualcuno
non piace si sappia dell'interesse che lei nutre nei suoi confronti in
quanto
potrebbe portarle degrado e disonore. Questo mi spinge a pensare che
lei sia un
militare, signore, e di alto rango".
"Noi, Midgardiano, siamo i
future re di Asgard!"
ululó Thor.
Il martello fu avvolto da
un fulmine scricchiolante. Loki
poggiò una mano sulla spalliera della sedia, l'uomo
scattò in piedi facendo tre
passi indietro e Loki sogghignò.
"Non è errato,
solo inesatto; Mr Holmes".
Holmes sorrise, il
sopracciglio gli tremò in una serie di
tic e afferrò la propria pipa.
"Siamo a Natale" disse.
Portò la pipa
alla bocca, si voltò socchiudendo gli occhi
alla vista del martello avvolto dai fulmini. Fece tre passi indietro,
raggiunse
un tavolinetto e prese la scatola di fiammiferi. Ne accese uno, diede
fuoco al
tabacco e aspirò allontanando la pipa dalla bocca.
"Ho pensato fosse meglio
essere... discreti".
Thor alzò un
sopracciglio dorato sgranando un occhio e
socchiuse l'altro.
"Non intendo"
ruggí.
Holmes ondeggiò
la pipa, avanzò e sogghignò alzando il capo
sporgendosi sulle punte. Avvicinò il volto all'orecchio di
Thor, socchiuse gli
occhi.
"Io non
chiederò come mai aromi non simili a quelli del
suo compagno impregnano le tue vesti, né il
perché la proporzione dei suoi arti
e dei suoi lineamenti sia errata, né domanderò
cos'è l'odore di bruciato che la
circonda. In cambio, gradirei eguale discrezione" sussurrò.
Thor avvampò e
deglutì a vuoto.
"Non vi sará
mai volta in cui mio fratello abbia
torto" balbettó.
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