ONE SHOT
Sono tornata (?) so che
siete in attesa del nuovo capitolo di Finzione o realtà, mi
dispiace se vi sto facendo aspettare tanto, prometto che
aggiornerò quanto prima. Intanto, oggi mi è
balenata l'idea di una nuova storia su Myungjong, qualcosa di
assolutamente soft, dal tono ironico, dai
discorsi talvolta demenziali, che
spero vi faccia sorridere, che vi coinvolga per la trama e la stesura
assolutamente diverse da ciò a cui sono abituata a scrivere
e a cui voi siete abituate a leggere. E' un esperimento, avevo voglia
di farlo e di mettermi alla prova. Ho tentato, in questa storia, di
allontanarmi dal mio solito modo di scrivere, sperimentando qualcosa di
nuovo, per me: come noterete c'è un narratore esterno,
citerò una serie di episodi collegati tra loro ma divisi dal
segno "-" per indicare un salto temporale, seppure breve, un cambio di
scena. Non ci sarà assolutamente l'elemento angst.
Mi sono divertita tantissimo a scriverla, spero vi piaccia. Sono davvero curiosa di
sapere cosa ne pensate ^-^
Vi auguro buone
feste!!❤❤❤❤
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Sospirò, rumorosamente. Myungsoo l'osservava, seduto al capo
opposto del tavolo. "Che succede?" Chicchi di riso schizzarono fuori
dalla
sua bocca piena quando, sollevando la testa dalla scodella, pose la
sua attenzione sul suo migliore amico. I gomiti pigiati sul tavolo, i
palmi delle mani che premevano sul mento e le dita che sfioravano le
guance, Sungjong sospirò, ancora, con lo sguardo perso nel
vuoto. "Ji Young mi ha lasciato." Myungsoo batté gli occhi
un
paio di volte, stupito, prima di mandare giù il boccone e
affermare, con nonchalance: "Che
sarà mai. Non era di sicuro la donna della tua vita."
Sungjong
guardò improvvisamente verso di lui, accigliato: "Che
sarà mai? E' la ragazza con cui sono uscito per
quasi sei mesi!"
Bevendo un lungo sorso d'acqua, Myungsoo affermò, ancora:
"Ma se
non l'hai mai sfiorata, non sai neppure che forma ha il suo seno!
Ammettilo che non eri poi così tanto interessato a lei."
Sungjong lasciò che il suo piatto si raffreddasse,
tamburellando
irritabilmente il dito sul tavolo mentre Myungsoo, come se nulla fosse
successo, continuò a mangiare, ingurgitando grandi bocconi
alla
volta.
1:0 per Myungsoo.
-
"Qual è il motivo per cui ti ha lasciato?" Sungjong
sollevò lo sguardo dal libro, sorpreso dall'improvvisa
domanda. Si guardò intorno, e sussurrò, con tono
volutamente drammatico: "Crede che io non sia davvero interessato a
lei." "Solo questo?" Sungjong guardò verso Myungsoo per
qualche istante, poi riportò uno sguardo distratto sulle
pagine del manuale di storia contemporanea, mentre mormorò
un incerto e poco convincente uhm
di conferma.
-
"Non possiamo più stare insieme. E' evidente che non tieni a
me quanto io tengo a te!" Ji Young allontanò dalle spalle i
lunghi capelli castani con un gesto scenico della mano quando
pronunciò le fatidiche parole: "Non è me che
vuoi."
Sungjong ricordava perfettamente quanto successo. E il motivo per cui
era stato mollato.
-
Myungsoo entrò nella stanza di Sungjong, un irritante rumore
di pantofole pigramente trascinate sul pavimento, e si stese
scompostamente sul suo letto. Sungjong osservò per un attimo
l'amico con aria irritata, poi domandò, fissando nuovamente
il libro dal quale stava tentando, con non poche difficoltà,
di memorizzare quanto possibile per il test del giorno successivo:
"Quando sei rientrato? Non devi studiare?" "Lo farò
più tardi." Fu l'unica risposta di Myungsoo prima di
allungare il braccio e raggiungere il comodino accanto al letto e
afferrare il cellulare di Sungjong. Digitando la password di cui era, ovviamente, a
conoscenza - a Sungjong non era dato sapere come avesse fatto a
scoprirla - cominciò a curiosare tra le foto e i messaggi.
Pochi, lunghi secondi, e Sungjong spalancò gli occhi,
scaraventandosi sull'amico per sottrargli il cellulare dalle
mani. "Nascondi qualcosa? Credevo che non ci fossero segreti tra me e
te." Un calmo e perentorio Myungsoo incrociò le braccia
davanti al petto, ancora con la schiena e le gambe distese sul
materasso, Sungjong a pochi metri da lui, il cellulare finalmente tra
le sue mani. Tornò al suo posto, senza rispondere a quella
domanda, e cominciò a scorrere il dito sul display. Myungsoo
aveva aperto l'ultima conversazione intercorsa tra lui e Ji Young.
Aveva avuto il tempo di leggere quanto scritto o era giunto in tempo
prima che fosse successo l'irreparabile? Il dubbio persisteva mentre
Sungjong si apprestò a modificare la password con una meno
prevedibile della sua data di nascita.
-
"Non rivolgermi la parola. E' tutta colpa tua!" Myungsoo osservava Ji
Young in piedi davanti a lui, particolarmente interessato alle sue
parole: "E perché mai? Cos'ho fatto?" Un sorrisino di sfida
comparve sul suo viso mentre fissava la sua eterna rivale dritta negli
occhi. "Sai bene di cosa parlo." Myungsoo sorrise, con fare
bonariamente derisorio: "Lasci il tuo fidanzato perché temi
il suo migliore amico? E' un po' strano, sai..." Ji Young
guardò verso Myungsoo, rabbia mista ad esasperazione
chiaramente leggibili sul suo viso: "Te l'ho già detto quel
giorno, e te lo sto ripetendo oggi, non parlarmi, non avvicinarti a me,
non voglio neppure vedere la tua faccia. Hai giocato sporco con noi,
avrei dovuto ascoltare le voci che giravano in tutta
l'università di te che osteggiavi qualsiasi persona si fosse
avvicinata a lui solo per averlo tutto per te." Myungsoo sollevò
le spalle in un gesto di totale indifferenza, sorridendo: "Immagino che
avresti dovuto." Il viso contorto di Ji Young fu l'ultima cosa che
Myungsoo notò di lei, prima che, strattonandolo, si
allontanò da lui accelerando il passo, come per scappare
quanto prima da quello squilibrato che era il migliore amico del suo
ex.
-
"Dunque qual è il motivo per cui vi siete lasciati?"
Sungjong osservava il cellulare, sospirando, come se la forza del suo
sguardo facesse improvvisamente materializzare sullo schermo un qualche
messaggio, una chiamata, un tentativo di riunione, da parte di Ji
Young. Il suo cervello processò in ritardo le parole di
Myungsoo. "Te l'ho già detto, non crede che io tenga a lei
quanto lei tiene a me. Tutto qui." Myungsoo si sporse verso Sungjong,
seduto al capo opposto del tavolo nella caffetteria che erano soliti
frequentare dopo un'intera giornata di corsi all'università:
"Nient'altro?" Sungjong allontanò l'amico spingendolo con
una mano sulla spalla a sedersi nuovamente al suo posto, borbottando,
prima di immergere il cucchiaino nel bicchiere trasparente strabordante
di panna e portarlo alla bocca: "Quante volte devo ripeterlo?
Non c'è altro." Myungsoo rimase in silenzio, guardando
distrattamente fuori alla grande vetrata contro cui il loro tavolo era
poggiato, domandosi quando, e se mai, Sungjong avrebbe finalmente
ammesso la verità.
-
"La smetti di fissarmi, idiota?" Sungjong guardò verso
Myungsoo, infastidito. Myungsoo sorrise, chiudendo il libro davanti a
sé e dichiarando: "Stavo pensando una cosa." Sungjong finse
di non provare alcuna curiosità per quella frase che
alludeva a qualcosa di sicuramente interessante, ma di cui si sarebbe
di sicuro pentito se avesse domandato a cosa si riferisse, e riprese a
sottolineare ordinatamente quelli che sembravano essere i passi
più importanti sul suo quaderno di appunti.
Myungsoo, noncurante dell'apparente non-reazione
dell'amico, domandò, fissandolo con un molesto sorrisino:
"Mi domandavo...quando ti tocchi, pensavi e pensi ancora ora a Ji
Young?" Sungjong spalancò gli occhi, guardando per qualche
breve istante nel vuoto, completamente sconvolto dalla domanda
dell'amico, affrettandosi poi a coprirgli la bocca con entrambe le mani
come per evitare che proferisse altre, ulteriori, sgradevoli domande, e
si guardò intorno, nella speranza che nessuno, in quella
silenziosa biblioteca, fosse stato reso, involontariamente, partecipe
di quella conversazione, ascoltando la sua voce. Myungsoo rise,
divertito, e si liberò dalle sue mani, proseguendo nel
suo intento di ottenere una risposta: "Avanti, ti sei sempre confidato
con me, non c'è motivo di essere imbarazzato. Sono o non
sono il tuo migliore amico?" Sungjong guardò verso di lui,
incredibilmente seccato dal tipo di domanda ricevuto e consapevole
dell'irritante insistenza che sarebbe seguita se non avesse messo a
tacere l'amico quanto prima con una risposta convincente: "O-ovviamente
sì, idiota! Chi altri se non lei?" Stringendo una mano a
pugno sul tavolo, Myungsoo abbozzò un sorriso forzato,
ripetendo, tra sé e sé: "Ovviamente..."
Afferrando lo zaino dal pavimento Sungjong vi ripose disordinatamente e
con fare irritabile e compulsivo i libri e le matite prima di
sollevarsi dalla sedia e domandare, con voce bassa ma decisa, il tono a
tratti isterico, esasperato: "E tu chi, le tue invisibili, innumerevoli
e inesistenti fidanzate?" Si allontanò, portando lo zaino
sulle spalle, con una plateale, teatrale, uscita e a Myungsoo,
impossibilitato a rispondere per ovvie ragioni, non rimase altro che
fissare i suoi fianchi sottili, le sue lunghe gambe strette in un jeans
skinny, e il suo fondoschiena, osservandolo mentre usciva dall'aula, e
sospirando, miseramente.
1:1 per Sungjong.
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