My Iceberg

di wings_of_dreams
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Un nuovo internamento forzato fra quelle mura polverose e decadenti, quel luogo di tortura l’attendeva ogni maledetto giorno, la sua abominevole fauna comprendeva strani esseri capaci solo di rigettare una lunga serie di nozioni, spesso e volentieri inutili, e quantitativi obbrobriosi di compiti in modo da rovinarle anche i pomeriggi, era convinta che a fine di ogni giornata quei mostri, comunemente detti professori, vivessero nei sotterranei della scuola.Ogni mattina prendeva l’autobus per recarsi in quel luogo, si alzava presto la mattina e, quando viaggiava, vedeva svegliarsi la città con lei, il lento cedere delle ombre alla luce la stupiva ogni giorno, era la luce così potente o l’oscurità la ingannava concedendole una falsa vittoria? I suoi occhi scuri cercavano sempre di scoprire questo mistero mentre la sua mente si beava della musica trasmessa dai suoi fedeli auricolari.Quel giorno pioveva, Holly aveva freddo, si strinse nel suo maglione verde scuro con le renne bianche, le era stato regalato per Natale l’anno prima e doveva ammettere che era davvero caldo. 

“Oh, I’m holding my breath, won’t lose you again, something’s made your eyes go cold!”

Amava quella canzone, raccontava tutta l’inquietudine che l’affliggeva, quella lotta che ogni giorno intraprendeva contro tutto e tutti e se stessa. 
Holly soffriva, si sentiva il nulla assoluto, prigioniera dei propri demoni, nessuno lottava con lei ed era fin troppo orgogliosa per chiedere aiuto, sotto sotto nascondeva una paura profonda di rivelarsi un peso per gli altri, quale persona sana di mente avrebbe accettato di affrontare i suoi problema oltre ai propri?
Arrivò a scuola svogliata, prese posto nell’aula salutando quelli che ancora le rivolgevano la parola, ogni tanto si stupiva che lo facessero ancora, e si, a loro sorrideva volentieri perchè a lei comunque piaceva scherzare, sapeva essere giocosa, era in grado di ridonare sorrisi ad una amica che stava vivendo una giornata no.
C’era Biologia alla prima ora, non male come inizio dato che era la sua materia preferita, la sua insegnante, Miss Olderich, riconosceva in lei del potenziale e la spronava per farlo fruttare, sicuramente era un’eccezione fra i vari esemplari di professore.
“Bene ragazzi, ho una proposta da farvi, scegliete un argomento trattato e preparate un approfondimento da esporre alla classe, il lavoro verrà valutato e influenzerà il voto del quadrimestre. Un’ultima cosa, la consegna va svolta a coppie”.
“Profe io vorrei stare con Jennifer!” squittì quell’oca di Maya. Holly la detestava, era la persona più falsa che avesse mai incontrato.
“Mi dispiace cara, le coppie le faccio io”.
La mora rise sotto i baffi nel vedere l’espressione infastidita della compagna quando finì con Colin Rent, entrambi insopportabili e scansafatiche provetti.
“Ora... uhm Tomlinson... tu lavorerai con... Bright!”.
Il cuore di Holly si fermò. Era con Tomlinson?! Avrebbe dovuto passare tanto tempo con Louis Tomlinson?! Quel Louis William Tomlinson?!
Aveva una cotta smisurata per il bel ripetente castano dagli occhi azzurro ghiaccio, era così spigliato, divertente, aveva un sorriso bellissimo a dir poco contagioso, faceva delle facce buffe spassose, gli conferivano un che di stupido e tenero. La sua voce era particolare, non era roca, non ne esisteva una simile, era di Tomlinson e basta. Il suo vero fascino però era questa sua innata capacità di divertire le persone anche solo con uno sguardo. La ragazza lo immaginava come un amico perfetto, casinista e leale, non sapeva se avesse ragione, avrebbe voluto scoprire i veri pregi del castano, ma non aveva mai avuto il coraggio di provare a parlargli.
Tuttavia era conscia dei difetti del ragazzo, era lunatico e quando era di cattivo umore nulla lo smuoveva, era dalla parolaccia facile e non si risparmiava mai, spesso era fin troppo infantile e la sua esuberanza probabilmente aveva contribuito alle due bocciature che pendevano sul suo capo.
Suonò la ricreazione, non aveva percepito lo scorrere del tempo, continuava a pensare a quella notizia sconvolgente.
“Hey Holly!”. Il suo cuore prese a ribattere.
Si voltò, studiò curiosa la chioma sbarazzina e indomabile, ma inconcepibilmente curata, gli accenni di barba che facevano risaltare i suoi lineamenti e infine si perse in quel blu meraviglioso.
“Con chi mi devo scambiare?” farfugliò.
Louis scoppiò a ridere. “Pensi davvero che io non voglia fare questo lavoro con te?”.
“Le persone dotate di buon senso tendono a stare con gli amici”.
“Preferisco affidare a te una valutazione che può salvarmi”.
“Classico”.
“Non sono così stronzo da usarti, hai tutto il diritto di cambiare compagno se non ti vado a genio, ma se accetti, potremmo anche diventare amici”.
“Sei davvero interessato a diventare mio amico?”
domandò stizzita alzando un sopracciglio, odiava quel tipo di falso interesse.
“LouLou, sei fin troppo educato con quella! Non starle troppo vicino la sua acidità potrebbe scioglierti, non è vero Iceberg?” gracchiò Maya accompagnata dallo sghignazzare isterico e vuoto di Jennifer.
“Non è divertente” ruggì il castano.
“Ma è vero” sentenziò Holly.
Louis prese un pezzo di carta e un matita dall’astuccio della ragazza. “Ti aspetto oggi alle 15:00”. Si avviò verso la porta, ma si girò verso lo sguardo confuso della ragazza e le regalò un occhiolino.
“Gli serve un buon voto, non illuderti, controlla che pH hai prima di andare da lui, non vorrei che gli danneggiassi la casa”.
“Se vuoi passo prima da te, non mi sentirei affatto in colpa a rovinare la tua”.

Maya roteò gli occhi e si allontano sbuffando.
“L’hai lasciata senza parole!” esordì Sophie.
Sophie si era trasferita in quella scuola il 15 marzo scorso, all’inizio era dura, non sapeva esattamente come comportarsi, era certa di non riuscire ad inserirsi nelle dinamiche sociali prestabilite in quella classe.
Nei primi giorni aveva studiato minuziosamente tutti i compagni, Holly la colpì subito, palesemente aveva una marcia in più rispetto a tutti gli altri, i suoi occhi erano quelli di una guerriera affaticata e stanca, ma pur sempre vittoriosa. Le due ragazze si erano avvicinate lentamente, avevano imparato a conoscersi a piccoli passi, rispettando i limiti di entrambe, ma alla fine legarono tantissimi a tal punto da diventare inseparabili, Sophie riusciva a confidarsi liberamente con Holly e la ringraziava sempre per questo, dato che nella sua vecchia scuola spesso si era ritrovata sola.
“Che si faccia una vita”.
“Quindi oggi andrai da Louis”
sorrise maliziosa l’amica.
“Assolutamente no”.
“Andiamo Holly! Ti aspetta, non puoi dargli buca, sappiamo entrambe quanto ti piaccia”.
“A lui interessa solo uno stupido voto, non mi va di farmi usare”.
“Allora fatti rispettare, diglielo oggi quando sarai da lui”.

Holly scosse la testa. “Ho detto di no”.
“O ci vai sulle tue gambine o ti ci mando a calci, scegli”.
“Sappi che userò la stessa frase la prossima volta che incroceremo Styles per i corridoi e tu, come al solito, non lo saluterai perchè ti vergogni da morire”
la schernì.
Sophie divenne tutta bordeaux, fin dal primo giorno in cui era arrivata era rimasta affascinata, come diceva lei, dal bell’angelo riccioluto con due smeraldi al posto degli occhi, ma non gli aveva mai rivolto la parola, non si reputava abbastanza carina per farlo.
“È una questione diversa”.
“Si come no. Facciamo un patto, io oggi vado da Louis, tu domani saluti Harry”.
“Voglio le prove”.
“Le avrai!”.

*****

Holly era immobile difronte a quella porta scura da più di cinque minuti, aveva scattato una foto da inviare all’amica, ora poteva tirarsi indietro liberamente. Il suo telefono squillò.

 

“Ti sei decisa a suonare o no? :P S.”

Non riuscì a trattenere un sorriso, quella ragazza la conosceva bene.
Prese un respiro e premette il campanello.
“Holly! Che piacere vederti, benvenuta!” le sorrise Tomlinson aprendo la porta.
Le fece strada verso il soggiorno, la casa era davvero accogliente, arredata con molto stile, aveva un che di genuino.
“Lou, io vado allora”. Dal divano si alzò una ragazzo piuttosto alto con un groviglio di ricci. “Ciao, tu sei l’amica di Sophie Coven”. 
“Holly” disse porgendogli la mano.
“Harry”.
“So chi sei”
disse cercando di trattenere una risata. “Conosci Sophie?”.
“Più o meno”
rispose vago.
“Ne è cotto”.
“Louis!”.
“Oh andiamo, è da quando si è trasferita che mi rompi le scatole su di lei, dal 23 febbraio”
“Non è vero, e comunque è qui dal 15 marzo!”.
“No, non ti piace”.
“No, non mi piace. Scusate, ma ora devo andare, è stato un piacere Holly, vai all’inferno Tomlinson”.

La ragazza rise, Sophie doveva assolutamente salutare Harry il giorno dopo!
“Uhm cominciamo?” suggerì il castano grattandosi la nuca.
“Chiariamo una cosa, il lavoro non lo faccio solo io, devi sudare, se solo provi ad approfittarne ti pianto in asso e ti arrangi a inventare un progetto”.
“Come siamo acide” scherzò.
Come lo sentì pronunciare queste parole si diresse a passi veloci verso l’entrata, Maya aveva ragione, gli faceva comodo e basta.
“No aspetta, non volevo, non sono quel tipo di persona, non sono come gli altri” si scusò afferrandola per un braccio.
“Lasciami subito”.
“Permettimi di dimostrarti che sono diverso”.
“Hai già bruciato la tua occasione”.
“Voglio conoscerti”.
“Vedo che ne sai già abbastanza”.
“Resta per favore”.

Per la prima volta in vita sua, Holly si arrese senza conoscere esattamente il motivo che la portò a farlo, certo il ragazzo le piaceva, ma non era in grado di controllarla.
“Hai un’ultima occasione”.
“Grazie!”
disse baciandole la guancia, inevitabilmente lei arrossì.
“Su, al lavoro!” disse superandolo per non fargli notare nulla.
Scelsero come argomento il sistema nervoso, volevano approfondire il cervello umano e come reagiva stimolato dalle varie emozioni.
Per tutto il pomeriggio cercarono informazioni e idearono, a grandi linee, la loro presentazione, gli aspettava una considerevole quantità di lavoro!
I due ragazzi, tuttavia, si divertirono un mondo, Louis sfoderò perfino le sue battute più squallide e Holly rideva per disperazione.
“Non capisco perchè in classe ti chiamino Iceberg, sei davvero simpatica, sembri la mia versione femminile”.
“Forse perchè mi chiudo troppo in me stessa, sono diversa, non ho nulla di interessante da offrire. Tutti si lamentano del mio carattere, dicono che sono fredda e arrogante, ma se lo faccio ho i miei motivi, a loro però questo non importa”.
“Si vede che sei stanca di tutto questo”.
“Ecco, quello che odio di più di me stessa è che sono completamente trasparente, per esempio tu oggi più volte hai capito quello penso, mi dà un incredibile fastidio, se solo potessi celare tutto questo!”.
“Tu definisci questa tua trasparenza come un difetto, invece è un pregio! Non c’è nulla di più squallido e pietoso di chi si nasconde dietro ad una serie di maschere per paura di mostrarsi per quello che è, ti dico che le persone così un giorno non riconosceranno più cosa è reale e cosa no, non potranno più separarsi dalle loro maschere perchè senza di esse non sono nulla. Mi fanno schifo! Tu hai un dono Holly, sei migliore di una qualsiasi Maya”.
“Ti sbagli Tomlinson, sono solo un iceberg, che in genere non piace a nessuno. Si è fatto tardi devo andare”.
“Ci vediamo domani?”.
“Non lo so”.

 

*****

“Una promessa è una promessa” ripeteva Holly trascinando Sophie in corridoio.
“Non puoi costringermi”.
“Guarda sta arrivando”.
“Addio”.

“O ci vai sulle tue gambine o ti ci mando a calci, scegli”.
“Non scimmiottarmi”.
“Un giorno mi ringrazierai... Hey Harry!”.
“Ciao Holly come stai?”
esordì il riccio.
“Bene tu?”.
“Bene grazie”.

Holly tirò una gomitata all’amica che per tutto il tempo aveva ispezionato con lo sguardo tutto il corridoio pur di evitare quei due smeraldi, ma per colpa di quel gesto fu costretta ad incontrarli.
“Ci...ciao”.
“Ci... ciao So..Sophie”
balbettò il ragazzo.
Rimasero in silenzio a fissarsi, l’imbarazzo era alle stelle, Holly scosse la testa, come potevano non notare che le guance di entrambi tendevano ad una tonalità accesa di rosso?
Harry era tanto stupido da non vedere come Sophie si stesse torturando il labbro inferiore con i denti?
Lei era così cieca da non vedere come la stesse divorando con gli occhi?
“Allora ci vediamo” esclamò il riccio.
“Se proprio devo” sbuffò la ragazza, non lo disse con cattiveria, ma in presenza di quel ragazzo andava in confusione, si sentiva debole e incapace, lei odiava mostrarsi fragile e così ricorreva ad un attacco verbale, feriva per proteggersi. Se ne andandò trascinando l’amica per il braccio sotto lo sguardo confuso di Styles. “Ti odio” soffiò una volta rimaste sole.
Arrivate in classe presero posto ai propri banchi, ma una sorpresa attendeva Holly. Sul suo troneggiava un bellissimo pinguino peluche.

I pinguini adorano gli iceberg X) L.
Ps Scusa

“Devi raccontarmi qualcosa?” domandò Sophie furbetta.
“Se proprio devo” le fece il verso.
“Questa me la paghi”.
Holly non badò a quelle parole, continuava a leggere quel biglietto e a rimirare il pinguino, perchè si era disturbato tanto?
Louis osservava attento e curioso la ragazza, sperava con tutto il cuore che capisse che quel regalo era sincero, si rallegrò contento quando notò un timido sorriso affiorare un quel volto.

*****

I giorni trascorsero velocemente, Holly andava a casa Tomlinson quasi ogni pomeriggio, ma evitò in tutti i modi conversazioni su di sè e la propria acidità, la infastidiva che uno come Louis avesse tanto interesse per i suoi problemi, nemmeno Sophie si era mai intestardita così tanto.
Mancava poco alla consegna dei progetti, dovevano concludere tutto il prima possibile, lei cominciava a temere di aver sbagliato progetto, forse era stupido e di scarso interesse.
Erano seduti sul tappeto del salotto, in tal modo erano comodi e avevano tanto spazio.
“Sembra un cervello?” domandò Louis mostrandole il modellino.
“Per l’ennesima volta, si lo sembra” sbuffò la ragazza. “A che punto sei con la relazione?”.
“Sono a buon punto”
rispose evasivo.
“Fammela vedere”.
“No, dopo me la copi”.
“La mia è già finita”.
“Magari la riscrivi”.
“Fammi vedere la tua relazione”
ribatté secca.
Louis puntò lo sguardo a terra e le passò svogliato il computer.
“Cervello” lesse Holly ad alta voce. “Tutto qui? Mi prendi in giro?!”.
“Tutte le volte che provo a scrivere qualcosa mi blocco”
tentò di giustificarsi.
“Non capisci che è il cuore della ricerca?”.
“È difficile”.
“Bene, ora tu non ti muovi finchè non scrivi almeno trecento parole, e no non vale usare le ripetizioni!”.
“Ma...”
“Niente ma”.
“Scrivo mille parole se mi dici perchè tenti di nasconderti dietro la tua acidità
” disse serio guardandola negli occhi.
“È il tuo voto di Biologia, non il mio”.
“Non mi importa di quel voto”.
“Si invece come hai detto tu, potrebbe salvarti”.
“Sono quasi due settimane che eviti l’argomento”.
“Non voglio parlarne”
disse alzandosi in piedi.
“I tuoi occhi dicono che sei stufa dell’aggettivo acida”.
“Non so affari tuoi!” urlò fuori di sè. “Siamo qui per uno stupido compito, non perchè vuoi improvvisarti psicologo, amico, salvatore del mondo? Stai solo perdendo tempo, se pensi che questo mi convinca a farti la relazione ti sbagli”.
Tomlinson si alzò, mentre lei gli urlava in faccia tutte quelle cose rimase in silenzio, lasciò che si sfogasse. Quando terminò, allungò una mano verso di lei, ma questa non voleva che la toccasse, lo spinse via, ma Louis perse l’equilibrio e si ritrovò steso sul divano, tuttavia era riuscito ad afferrare un polso della ragazza, che si ritrovò stesa sopra di lui.
Il suo castano si perse in quell’azzurro perfetto, la rabbia sparì, si sentì più piccola di quanto non fosse, chiuse gli occhi e voltò leggermente il viso, il suo cervello le urlava di andarsene, che era in pericolo, ma il suo cuore le sussurrava di rimanere e confidarsi con Louis. Non sapeva chi dei due avesse ragione.
Un contatto caldo, una mano appoggiata dolcemente alla sua guancia uccise entrambi, riaprì gli occhi e per la prima volta si accorse della dolcissima tenerezza con cui la guardava, rimasse disorientata a punto da dimenticarsi di respirare.
In attimo la strinse contro il proprio petto, il profumo del ragazzo arrivò fino alle sue ossa, non lo avrebbe mai dimenticato, la mano destra stava mandando a fuoco la sua schiene, mentre quella sinistra le accarezzava i capelli. Holly fece scorrere le dita sul petto del ragazzo, nessuno dei due proferiva parola, rimasero in quella posizione finchè non si addormentarono entrambi.
Fu lei a svegliarsi per prima, si sentiva rilassata e leggere come non mai, quando vide dove si era addormentata le sue guance si tinsero di bordeaux e un sorrisino ebete fece capolino. Louis era buffissimo, aveva la stessa espressione di un bambino addormentato dopo una lunga giornata di gioco, lui si stava avvicinando sempre di più a lei, era sempre più presente e... cercava di comprenderla.
Con cautela allontano le braccia del ragazzo, che emise un grugnito di disapprovazione, si alzò e, prima che lui potesse accorgersi del vuoto creatosi, gli mise un cuscino fra le braccia. Raccolse velocemente le sue cose e, senza fare il minimo rumore, uscì dalla casa.
Non poteva permettere a Louis di comprenderla, era tipico di Holly, quando una persona si avvicinava seriamente, lei lo respingeva.
“Mi dispiace” sussurò, in lacrime mentre correva verso casa sua.

*****

Non voleva entrare in classe, aveva paura solo all’idea di rivederlo, con che coraggio l’avrebbe guardato in faccia?! 
Varcò la soglia a testa bassa, non aveva voglia di parlare con nessuno, non tolse nemmeno gli auricolari, appoggiò distrattamente lo zaino sul suo banco e si mise ad osservare il cortile fuori dalla finestra, le vacanze di Natale erano sempre più vicine, mancava poco più di una settimana, e Holly sperava in una nevicata degna di questo nome.
Quando vide che tutti cominciavano a sedersi capì che era suonata la campanella, andò al suo posto, ma il profe di latino era in ritardo.
“Buon giorno Sophie”.
“Giorno”
biascicò atona.
Holly si preoccupò per la voce strana dell’amica, si voltò e notò gli occhi arrossati, aveva pianto. “Hey cos’è successo?”.
“Sono una stupida, ho rovinato tutto con le mie mani”.
“Ti va di raccontare?”.

Un violento sbattere di fogli fece sobbalzare le due ragazze, ad Holly bastò leggere poche righe per capire cosa fossero. Alzò gli occhi, un Tomlinson alquanto scazzato la guardava in modo glaciale, non lo aveva mai fatto e la cosa la intristì, ma la regina dei ghiacci poteva essere ancora più fredda.
“Coven, ti ritieni così superiore a tutti gli altri? Con quel tuo carattere di merda resterai sola” ruggì aspro. “Non capisco come Harry abbia potuto prendersi una sbandata per una come te! Bright queste sono 3.034 parole, non hai idea di quanto sia felice che sia terminato questo fottuto lavoro a coppie”.
“Ora che hai terminato la parte del grosso e cattivo, volatilizzati, mi bruci la retina stando nel mio campo visivo”
rispose Holly con tranquillità.
“Gente fate attenzione, la Bright è a pH 1 oggi”.
“Almeno io non verrò bocciata anche quest’anno, ti danno un premio alla terza volta?”.

Louis non ci vide più dalla rabbia la sua mano si scontrò con la guancia della ragazza, nello stesso punto in cui l’aveva accarezzata. Tutta la classe rimase a bocca aperta, non aveva mai alzato le mani su una donna!
La guancia di Holly bruciava, lei stessa si sentiva sbriciolata, era l’ultima persona da cui voleva essere ferita. Con estrema dignità spostò la sedia, si alzò e uscì dalla classe senza versare una lacrima. Anche Sophie si alzò. “Patetico” disse prima di restituire a Tomlinson lo schiaffo violento. “Prenditela quanto vuoi con me, ma guai a te se osi di nuovo ferire Holly!”.
Uscì dalla classe, doveva ritrovarla, doveva sapere come stava, doveva mettere da parte il proprio dolore per sostenere Holly come meritava.
La trovò nel bagno, si fissava con astio allo specchio, per un attimo Sophie ebbe paura, temeva potesse compiere qualche gesto avventato.
“Hey...”.
“Dovevo immaginarlo che mi avresti trovata”
disse senza distogliere lo sguardo dallo specchio.
“Louis sarà isterico e lunatico quanto vuoi, ma per scattare in quel modo dev’essere successo qualcosa, mi ha attaccata perchè ho ferito Harry e aveva ragione, è successo qualcosa fra di voi?”.
“Stai dicendo che lui ha ragione ad prendersela con me?". 
“No, dico sola che qualcosa dev’essere successo, non ti ha mai trattata così”.

Holly scosse la testa e le raccontò tutto quello che era successo quel pomeriggio a casa Tomlinson arrossendo completamente.
“Non fare il mio stesso errore, tu ci tieni a Louis e lui a te”.
“Non più”.

Calò il silenzio, Sophie sapeva di non poter dare buoni consigli, sarebbe stato da ipocrita, c’era solo una cosa possibile da fare...
“Harry mi ha chiesto di uscire, ero così stupita da credere che fosse una messa in scena, gli ho detto che non era possibile che ad uno come lui piacesse una come lei, che non doveva azzardarsi più a prendersi gioco di me solo perchè aveva fascino e che gli ho rivolto la parola solo perchè mi hai costretta tu. Sai cosa mi ha detto? Credeva fossi diversa, le persone spesso lo inquadravano solo per il suo aspetto e non per quello che è veramente, che gli piaceva il mio sorriso, il modo naturale con cui mi comportavo con te, ma ha detto di aver scoperto quanto io sia finta. Ha maledettamente ragione! L’ho osservato a lungo, ho colto tutte le sue sfumature, è il ragazzo più dolce di questo mondo, ricordo ancora quando l’ho visto per la prima volta, ero appena uscita dalla segreteria e cercavo il mio armadietto, lui stava camminando con un suo amico, rideva e per 3 secondi il suo sguardo si è posato su di me, ovviamente lui non se lo ricorderà. Ho rovinato tutto perchè non mi sento abbastanza per lui, sono una persona falsa, scontrosa, ho un carattere difficile, lui è così dolce e merita qualcuno che lo apprezzi veramente. Sto dicendo cose senza senso non trovi?”. Le parole di Sophie furono inevitabilmente accompagnate dalle sue lacrime. “Affronta Louis, chiarite, tu sei sincera e forte, a te spetta il meritato lieto fine”.
“Mi legge dentro, può spezzarmi come niente, ho cercato di allontanarlo fin dal primo giorno, lui però si è avvicinato sempre di più, se io alzavo un muro, lui lo sfondava. Sono fin troppo fredda per volergli bene nel modo giusto, sono fin troppo acida per dirgli con chiarezza cosa provo, ma la mia fottuta trasparenza gli fa capire cosa mi passa per la testa, potrei spaventarlo per quanto complicata sono, comincerebbe a preoccuparsi fin troppo di me, farebbe suoi i miei problemi, non posso permetterlo. Il suo sorriso svanirebbe.”
terminò Holly.
“Vuoi davvero affogare sola pure tu?”.
“Sophie puoi ancora sistemare tutto con Harry”.
“Non sono abbastanza sicu...”.
“Sei molto più che abbastanza”
la consolò Holly abbracciandola. “Dai credo sia il momento di tornare in classe, asciugati le lacrime e sorridi”.
“Non farò un solo passo se non mi prometti che parlerai con Louis”.
“Ma...”.
“Holly promettilo”.
“No”.
“Va bene gli parlerò io”.
“Non oseresti”.
“L’ho schiaffeggiato per quello che ti ha detto in classe, dovrò pur scusarmi”.

Holly scoppiò a ridere. “Tu hai fatto cosa?! A saperlo rimanevo in classe”.
“Quindi glielo chiedo se avete parlato”.
“Però non è valido tu con Harry non vuoi chiarire, ma io devo farlo per forza”.
“È così che deva andare”.

Uscirono ridendo dal bagno, felici perchè certe di poter contare sempre l’una sull’altra.
“Avevi i capelli sciolti e piastrati quel giorno, i secondi in cui i nostri occhi si sono incontrati erano ben 4, non 3”.
Le due ragazze si irrigidirono.
“Voltati e parlagli, è così che deve essere!”.
“Devo smetterla dire frasi pseudo profonde che poi usi contro di me”
sbuffò.
Holly le fece una linguaccia e si diresse verso la classe.
Sophie si voltò lentamente. Gli occhi verdi la scrutavano con freddezza, ma nonostante questo loro atteggiamento, si perse in essi come la prima volta, come ogni singola volta in cui li incontrava, perfino mentre avevano litigato.
“Hai sentito tutto?”.
“Stavo passando di qui per andare in segreteria, ti ho sentita fare il mio nome, aggiungi ficcanaso alla lista dei motivi per cui odiarmi, non so cosa vi siate dette prima, ma credo di aver sentito la parte più importante del discorso”
rispose calmo senza battere ciglio. “Ammetto anche di aver ridacchiato quando ho saputo che ti diverti a schiaffeggiare le persone, vuoi tirarne uno anche a me?”.
“No”.
“Ti diverti anche ad urlare, tanto rumore per nulla”.
“Shakespeare”
sorrise agitata. Come poteva cogliere la citazione al titolo della commedia in un momento come quello?!
“Il tuo drammaturgo preferito, sorpresa? Vuoi insultarmi per questo? Tu non giudichi all’apparenza le persone, solo te stessa e quella misura fin troppo pesante è un cappio che ti ostini a tenere. Non rispondi? Il mio sguardo freddo brucia? Sei psicotica Coven, hai reagito come una pazza furiosa, neanche nel peggiore dei casi avevo immaginato una reazione del genere, il cubo di Rubik è un gioco da quattro soldi in confronto alla tua mente! Ne valeva la pena? Ti sei ridotta a piangere in un bagno per la tua stupidità, ora sei qui davanti a me e non riesci a proferire parola, è questo quello che volevi? Coven volevo esserci io in quel bagno ad asciugarti le lacrime, per quanto sbagliato sia, le tue parole mi hanno emozionato il mio cuore, ma è sbagliato. Vorrei solo che tu ti aprissi con me come hai fatto prima, perchè in questo modo fai sentire me non abbastanza”.
“Volevo solo proteggerti, mi hanno sempre ripetuto fin da piccola che qualsiasi cosa io facessi non era abbastanza, c’era sempre un piccolissimo difetto che rovinava tutto. Il mio scopo era solo quello di impedire alle persone di rimanere deluse da me”.
“Quindi lo fai a priori, oh sì del tutto logico!” la schernì.
“Hai tutto il diritto di prendermi in giro”.
“Voglio solo capire”.
“Non ti spaventa la mia pazzia?”.
“Che ne dici di parlarne dopo scuola al parco davanti al laghetto delle papere, con un frappuccino di Starbucks?”.
“Dopo riesci a darmi uno strappo a casa?”.
“Certo”.
“Va bene grazie”.

Harry scoppiò in una fragorosa risata, Sophie non capiva si sentì ancora di più spaesata. 
“Questo è un appuntamento Sophie, allora è possibile far crollare i tuoi muri, reggono su cavolate, sono sicuro che presto li butterai giù tutti da sola. Nel frattempo... non vedo l’ora che finiscano le lezioni” sussurrò suadente lasciandole un bacio vicino all’angolo della bocca. 

*****

Holly non ascoltò neanche una lezione quel giorno lesse e rilesse quelle 3034 parole, ogni parola risvegliava in lei un ricordo di quei pomeriggi passati con Louis, era solo una relazione, eppure sorrideva leggendola, era evidente che l’avesse scritta il ragazzo, alcuni passaggi erano propri del suo essere. Era stato davvero bravo e l’aveva scritta in pochissimo tempo! Sorrise, quel ragazzo era sempre in grado di stupirla...
Suonò l’ultima campanella, tutti gli studenti erano liberi.
Non sapendo con quale coraggio, Holly andò da Louis, non proferirono parola, finchè lei non gli porse i fogli. 
“È perfetta” come dormire fra le tua braccia, ma era fin troppo orgogliosa per dirlo. “In bocca al lupo per domani” gli sorrise.
Louis rimase in silenzio, come aveva fatto per tutta la mattinata dopo lo scontro iniziale, la guardò allontanarsi, l’aveva vista mentre sorrideva leggendo quella stupida ricerca, l’aveva fatto nonostante lui l’avesse deliberatamente ferita, gli si raggelò il sangue... ci era abituata.
La sua acidità era la scappatoia di rifinire in quel circolo vizioso di umiliazione, di disprezzo in cui volevano gettarla tutti gli insulti che ingiustamente riceveva, perchè la sua trasparenza mostrava quanto la ferivano, quanto la portassero ad odiare se stessa, Louis cominciò a sentire i brividi, e se sul suo corpo l’avesse manifestato più volte? Ora capiva il calo di zuccheri che l’aveva tenuta a casa una volta...
Si accasciò a terra, come aveva potuto fare una cosa del genere?!
Si sarebbe avvicinato ancora una volta, ancora più di prima, a costo di essere ricoperto di tutti gli insulti possibili, di essere deriso da lei, ma si sarebbe fatto perdonare prima o poi.
Aveva sempre deriso chi come un disperato chiedeva un’altra possibilità, a prescindere dalle situazioni, ma ora sperava di riceverne una, perchè aveva sbagliato lui, non Holly, si era dimostrato un verme come tutti gli altri.
Come fare? Odiò il suo cervello perchè non riusciva a trovare una buona idea, per fortuna che era un organo formidabile! 
Si diede una pacca sulla fronte, come aveva fatto a non pensarci prima?!

*****

“Maya e Colin, non so per quale miracolo, ma tutto sommato il vostro lavoro sui polmoni e il fumo è stato... interessante” proferì Miss Olderich.
Il lavoro dei due ragazzi non era malvagio, anche se svolto in qualche modo all’ultimo momento non era neanche tanto banale.
“Bene... Bright, Tomlinson stupiteci”.
Nel silenzio più totale i due ragazzi uscirono co i due modelli di cervello, ma senza guardarsi neanche per sbaglio.
Inutile dire che i due non si erano più parlati fino a quel momento, aleggiava una tensione inquietante, la classe pensava ancora al litigio, Holly non sapeva esattamente come interagire con Louis non avendo più provato insieme e il ragazzo aveva una fortissima nausea, era agitatissimo al solo pensiero di cosa stava per fare.
“Abbiamo deciso di analizzare come il nostro cervello reagisce agli stimoli presenti nella vita di tutti i giorni, mostreremo anche quali parti reagiscono e in che maniera” cominciò la ragazza.
All’inizio fu tutto tranquillo, esposero benissimo i bisogni fisiologici di vario tipo, gli interessi, la musica, la classe era curiosa e Miss Olderich pareva apprezzare.
“Infine vi mostriamo cosa succede quando ci si innamora” esclamo Louis.
“Non improvvisare, sta andando tutto bene!” sibilò Holly incenerendolo con lo sguardo, ma fu inutile.
“Le aree principali che agiscono sono due: l'insula, una porzione della corteccia, e lo striato o nucleo caudale. In particolare l'amore e l'attrazione attivano diverse aree del corpo striato: l'attrazione attiva le stesse aree che vengono sollecitate da tutto ciò che si trova piacevole, come il sesso o il cibo. L'amore, invece, si evidenzia in quelle aree coinvolte nel dare un valore al piacere. Più specificatamente vi è un aumento della produzione di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel meccanismo del piacere, di adrenalina, l’ormone che predispone l’organismo ad affrontare le situazioni di emergenza sul piano fisico ed emotivo e di feniletilamina un ormone che ha proprietà eccitanti. Questo cocktail chimico induce, appunto, uno stato di eccitazione e di leggera vertigine, simile a quello provocato da una piccola dose di anfetamine oppure una dose molto alta di cioccolata, che contiene feniletilamina. Questo è quello che mi succede tutte le volte che ti vedo... Holly Bright. Se si torna single, il cervello impazzisce, arriva una tempesta di dopamina: cominciano i pensieri ossessivi, ed è per questo che sono impazzito quando mi sono svegliato da solo sul divano, non potevo crederci che te ne fossi andata, ho scritto di getto quelle 3034 parole perchè per ogni mille mi avresti spiegato qualcosa in più di te, volevo dannatamente capire. La rabbia ha vinto e con il malinteso fra Sophie e Harry credevo ti fossi presa gioco di me, sono impazzito. Holly io sono innamorato di te, del tuo carattere, della tua personalità complessa, permettimi di starti accanto mentre sconfiggi i tuoi demoni, sono il tuo pinguino, vuoi essere il mio iceberg?”.
“Louis... io.. sono fredda, sono acida, orgogliosa... come puoi?”.
“Sai perchè ti insultano? Perchè sei straordinaria, la tua magnificenza traspare in tutto ciò che fai, questo infastidisce, gli altri sono costretti a vedere la propria mediocrità e ti invidiano a morte! Sei piena di qualità, come fai a non vederle? Ci sei sempre per i tuoi amici, sei forte, hai dedicato anima e corpo a questo stupido progetto...”.
“Tomlinson! Bright! Evidentemente la vostra esposizione può terminare qui, A+ per entrambi”.
“Scusi prof”
balbettò un imbarazzatissimo Louis. Holly ormai aveva perso l’uso della parola...
“Lo dicevo che metterli in coppia insieme era una buona idea!” sussurrò compiaciuta la professoressa.
“Direi che sia stata l’esposizione più bella di sempre” sorrise Sophie, beccandosi una gomitata dall’amica.
“Sei proprio allegra oggi, è successo qualcosa ieri che non mi hai raccontato?”.
“Ecco.. ieri... Al laghetto delle paperelle... Abbiamo parlato di tutto, anche di alcune delle mie preoccupazioni, lui mi ha capita, mi ha rassicurata, era grandioso e poi... Harry mi ha baciata”.
“E me lo dici così all’ultima ora?! Dovevi dirmelo subito!”.
“È che ancora non ci credo... Si è anche scusato perchè credeva fosse successo troppo presto”.
“Che gli hai detto?”.
“Che non era un problema”.
“E lui?”.
“Mi ha baciata di nuovo...”.
“Due volte e rimani muta, credevo fossimo amiche...”. 
“Dici che ce la faremo a vincere i nostri demoni?”
chiese timidamente Sophie facendosi seria.
“Non lo so, ma io voglio provarci. Ricordi la nostra promessa?”.
“Combattere insieme”.
“E raccontare cosa fa Harry”
la schernì.
“Che risponderai a Louis?”
Holly si voltò a guardare Louis, che scuoteva la testa sorridendo come un ebete, era al cellulare, come minimo lui e Harry si stavano raccontando cosa avevano fatto, ma poteva notare dai movimenti delle mani quanto fosse teso. 
“Che non deve più improvvisare” .
Guardo l'orologio tutto il tempo, ripensando a quello che era successo in sole due settimane, a come si era sentita bene fra le braccia di quel ragazzo bello quanto divertente e adorabilmente sciocco. 
Suonò finalmente la campanella, guardò nuovamente Louis con la coda dell’occhio, aveva preparato tutte le sue cose, ma era rimasto appoggiato sul banco con lo sguardo fisso sulle proprie scarpe.
“Lo pensi davvero?” gli domandò una volta rimasti soli. Si era avvicinata lei ora, lui aveva già fatto più del dovuto.
“Si e potrei elencarti tutte le tue qualità fino a domani mattina!” sorrise accarezzandole la guancia.
“Anch’io Louis... sono innamorata... di te, prometto che cercherò di migliorare e di non scappare se ci addormentiamo di nuovo sul divano”.
“Per sicurezza ti incateno”
sorrise.
“Idiota” sbuffò. “Voglio essere il tuo iceberg” mormorò poi.
Si guardarono teneramente, il castano scuro e l’azzurro si riempirono a vicenda, Louis inclinò leggermente la testa e si avvicinò lentamente, Holly chiuse gli occhi e avvenne l’agognato bacio, ed era perfetto, come lo erano loro insieme con le loro imperfezioni.

 _sowhat, non so mai come ringraziarti per tutto quello che fai, questo doveva essere il mio regalo di Natale, e invece arriva con ben quattro giorni di ritardo...
È patetica, la voglia di cancellarla è tanta, ma te l'avevo promessa... quindi... Buon Natale e Felice 2014!. Grazie di tutto!




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