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di mrs_1direction
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Sfrecciai superando il limite di velocitą.
Raggiunsi casa di Louis in poco tempo. 
Arrivata al cancello mi bloccai. Sapevo che stavo sbagliando. Lui non mi avrebbe pił voluto vedere dopo quello che avevo fatto. Aveva ragione. Ma io non riuscivo a stare senza di lui, dovevo parlargli.
Feci un gran sospiro e proseguii. Dovevo affrontare il dolore di vederlo star male a causa mia.
Mi avvicinai al cancello, ma era chiuso,
a chiave. Lo forzai, ma invano. 
Pensai di scavalcarlo, anche se era alto almeno 4 metri.
Mi feci coraggio e appoggiai il piede destro su un'inferriata del cancello. 
Piede sinistro, piede destro, piede sinistro, piede destro, piede sinistro.....
Con numerosi passi arrivai in cima. 
Da piccola soffrivo un pó di vertigini e, anche se ormai quella sensazione di vuoto sotto di me via via era sparita, avevo ancora un pó paura. Cercai di non guardare in basso e feci la stessa cosa di prima, ma al contrario.
Arrivai per terra.
Andai verso la casa. Le luci erano tutte spente, ma si vedeva un movimento all'interno della casa. Non sapevo se fosse Louis, Troy o una delle cameriere. Sperai fosse una di loro, cosģ mi avrebbe aperto, senza impedirmelo, a differenza di quello che sarebbe successo se avesse aperto Louis. 
Bussai. Una volta, due volte, tre volte, perfino quattro, ma niente. 
Cinque volte, sei volte, sette volte, ma niente ancora. Feci per battere la mano contro la porta, ma niente. Mi affacciai dalla finestra, ma quel movimento era terminato.
Girai attorno alla casa. Inizialmente non notai niente, poi vidi la finestra della camera di Louis e sentii un rumore. Ero sicura fosse lui. 
Giį mi ero arrampicata per il cancello di quattro metri, non mi faceva di certo paura salire per altri quattro metri. Possiamo dire che quella era la frase che ripetevo nella mia mente, ma non ne era convinta. 
Il cancello era stata un'impresa facile, ma la casa di Louis non aveva appigli dove potersi mantenere. 
Dietro di me, peró c'era un albero che superava in altezza la casa, cosģ decisi di salirci sopra. Non ero sicura di riuscire a superare la prova, ma non potevo mollare senza neanche tentare. Dovevo sfidare la sorte.
Mi arrampicai sul albero. Arrivai all'altezza della camera di Louis. Mi sporsi il pił possibile per cercare di facilitarmi il lavoro.
Ero distante poco pił di un metro dal davanzale della finestra. Sapevo che non sarei mai arrivata all'interno senza neanche un graffio, ma almeno dovevo provarci. Presi lo slancio e saltai. Arrivai sul davanzale. Ormai il grosso era fatto, dovevo solo cercare di aprire la finestra. Dopo qualche tentativo, riuscii ad aprire. Stavo per entrare, ma persi l'equilibrio. 
Stavo per precipitare gił! Mi aggrappai ad un filo, che sembrava uno di quei tubi che si mettono a Natale per fare le luci, (probabilmente era quello) per evitare l'impatto troppo pesante con la terra. 
Approfittai di quel poco tempo che mi ero guadagnata, per arrampicarmi e raggiungere nuovamente la finestra. Ma il tubo non resse troppo. Si staccó dopo pochi secondi. 
Lanciai un urló.
Precipitai di pancia. Mi feci male entrambe le braccia e una gamba. Non riuscivo pił a muovermi. 
Sentii dei passi svelti provenienti dalla casa. 

'Allison! Allison!'. Era Louis. 'Ma cosa hai fatto?' disse venendomi incontro e lanciandosi vicino a me.
Io gemevo dal dolore.
'Sono salita sull'albero per raggiungere la tua camera, ma sono caduta.' dissi indicando la finestra.
'Ma quella non č la mia camera. La mia camera č quella affianco!' 
Cosa? Avevo fatto tutto quello per niente?
'Vieni, entriamo in casa.'

Mi aggrappai a lui ed entrammo in casa. Mi fece sedere sul divano e andņ a prendermi del giaccio.

'Dove ti fa male?'
'Qui' 
Mise il ghiaccio sulle ferite, ma io emisi un urlo di dolore. 
'Allison, forse č meglio se andiamo all'ospedale.'

Mi prese in braccio e mi fece salire in macchina per diregerci verso l'ospedale pił vicino.

***

In ospedale c'era molta gente, cosģ abbiamo dovuto aspettare ore intere. Infine il medico ci aveva chiamato e aveva detto che era una leggera contusione al braccio e alla gamba e che ero stata molto fortunata. Era vero. Potevo morire! Dovevo restare alcuni giorni a riposo.
Dopo le parole del medico peró mi ero tranquillizzata.
Ci dirigemmo verso casa di Louis. 
Mi prese in braccio e mi fece entrare.

'Amore, fa ancora molto male?'
'Si...'
'Ma mi spieghi che hai fatto?' Mi accarezzava la guancia e spostava i capelli biondi dietro l'orecchio.

Te l'ho detto! Sono salita sull'albero in giardino per raggiungere la tua camera e sono caduta.' ripetei io.

'Si ho capito ma come ti č venuto in mente di salire lą sopra?'

'Volevo vederti. Non mi aprivi la porta e non sapevo come entrare. Volevo chiederti scusa e spiegarti che č stato lui a baciarmi, io non volevo. Non l'avrei mai fatto. Io ti amo, Louis.' dissi tutto d'un fiato mantenendomi il braccio.
Lui mi guardó senza dire niente, come se non trovasse le parole da dire.
Io continuai 'e non voglio che tu creda che io ti abbia tradito. Tu sei la cosa pił bella che mi sia capitata. Non ti tradirei mai e poi...' Non finģ quello che stavo dicendo, Louis mi prese la testa tra le mani grandi e calde e ci immergemmo in un bacio immenso. Fui sorpresa da quel gesto. Dopo quello che avevo combinato, non pensavo mi avesse perdonato senza neanche il bisogno di spendere due parole. Poi ci pensai, e mi resi conto che infondo lui mi aveva cercato tanto e non avrebbe mollato per un bacetto, anche se la mia paura era costante. Io aprii improvvisamente gli occhi contemporaneamente a lui. Incrociai quegli occhi di un colore che non ero capace a descrivere con precisione: grigi con sfumature azzurre. Mi ci perdevo dentro. 
Lui intensificó il bacio. Le sue labbra morbide. Veniva voglia di morderle. Come la prima volta. 
In quel momento mi ero accorta di essere stata una vera stupida a farlo aspettare. Io lo amavo, lo avevo sempre amato, ma non ne ero consapevole in principio, o forse lo ero anche, ma non volevo ammetterlo a me stessa. Quel pensiero mi faceva sentire in colpa. 
Louis mi strinse ancora pił forte. Poi si staccó.

'Non mi interessa sapere cosa sia successo o perchč. Siamo io e te e questo mi basta.'

Stava per riprendere a baciarmi ma io lo bloccai.

'Davvero non sei arrabbiato con me?'

'Davvero. Io ti amo. Non mi interessa. Mi hai detto che non era tua iniziativa? Perfetto! Non voglio sapere nient'altro.'

E con infinita delicatezza, mi bació nuovamente.
 
 
#spaziome
ragazze/i come state? Ci ho messo un pņ ad aggiornare ma alla fine eccomi qui tornata. Chi č della Campania o del Molise?? Sentita la scossa? Che paura che mi sono messa! Stavo facendo in santa pace i compiti quando mi trema la scrivania! Che paura! Comunque come vi sembra il capitolo? Se fa schifo ditemelo! 
vi saluto e ringrazio tutti quelli che mi seguono!
ciaoooo xx




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