Rain Sound

di AngiPower
(/viewuser.php?uid=121114)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Hello Guys, questa Fan Fiction ha già 23 capitoli, in teoria era stata creata per rimanere tra cugine ma ho deciso di pubblicarla e continuarla per la felicità di Michela, a cui dedico tutto ciò (che dolce che sono♥ ahaha )
Pubblicherò i prima capitoli e se vi piacerà sarò contenta di pubblicare il resto della storia^^
Byee




1.
Michela, 18 anni, italiana. L’ultimo volo che l’avrebbe portata a Seol era finalmente atterrato. Angelica , sua cugina e compagna di sventure riguardanti qualsiasi cosa fosse orientale si era svegliata poco prima di lei, il viaggio era stato faticoso e ancor di più lo erano stati tutti movimenti spastici che avevano fatto in aereo e in aeroporto, cercava di svegliarla così che potessero iniziare a prepararsi.

Ancora stordita dal sonno, Michela si sistemò i suoi anfibi che aveva tenuto slacciati per stare più comoda mentre dormiva, e insieme ad Angelica scesero dall’aereo e, una volta all’aeroporto, si misero ad aspettare le valige.

Michela aveva trovato un monolocale in pieno centro di Seoul ad un prezzo non troppo alto in modo da non avere problemi col pagamento per i primi mesi.
Pagato il taxi entrarono nell’appartamentino e tra un urlo e l’altro riuscirono a sistemare le loro cose, vestirsi di tutto punto come mai avevano fatto nella loro cosiddetta vita nella loro città natale e seguendo a fatica la mappa riuscirono ad arrivare più o meno intere all’università in cui avevano il colloquio di lavoro. Dico quasi intere perché Michela ebbe la brillante idea, mentre attraversava la strada, di alzare la sua manina e attraversare dicendo : “Così se Bang mi vede si innamorerà subito di me♥” ottenendo però di essere quasi investita da una macchina che andava piuttosto di fretta e che quasi la investì ( povera Michela, primo tentativo fallito). 

Attraversarono il piazzale dell’università con entusiasmo perché finalmente andavano in una scuola non per studiare ma per far studiare gli altri.
Fecero il colloquio e con grande stupore vennero assunte entrambe come aiuto insegnante nelle lingue straniere.
L’università sfornava laureati in musica, arte o lingue, in base al corso.
Tutto avrebbero potuto immaginare le nostre due affascinanti diciottenni italiane neo professoresse, ma mai che all’università sarebbero potute andare incontro a piacevoli incontri. Specialmente Michela, che tanto avrebbe guadagnato da questa nuova esperienza.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2368353