FANTASY
DEVANGEL
Cronache di
Luce e Ombra
Prologo
Con
violenza, strattonò la catena che legava il suo polso
sinistro al muro di pietra.
<<
Si può sapere cosa vuoi?! >>,
ringhiò fissandolo astioso coi suoi occhi azzurri.
<<
Prima mio padre, ora mia sorella... >>, diede un altro
strattone, nel tentativo di liberarsi.
<<
Che vuoi? Hai già preso tutto della mia vita e delle mia
famiglia! >>.
L'
altro sorrise maligno. Un sorriso capace di far venire i brividi a
chiunque. Un sorriso quasi felino.
<<
Non tutto >>, sussurrò, dandogli un colpo
sulla nuca che lo fece crollare a terra privo di sensi.
<<
Ho ancora una vita da prendere >>.
Quel giorno era stato
estenuante per la giovane quindicenne Beatrice.
Era finalmente
diretta verso la via di casa; quei maledetti corsi di recupero gli
portavano via tanto di quel tempo ed energie.
Nevicava, e un
manto bianco ricopriva le strade che stavano pian piano
iniziando ad affollarsi di persone, le quali si affrettavano per
comprare gli ultimi regali di natale.
I suoi passi non
facevano rumore, e la giovane amava osservarsi i piedi mentre quasi
scomparivano nella soffice neve.
Affondò
la faccia nella calda sciarpa che portava al collo, per poi sospirare
profondamente chiudendo gli occhi.
Il cielo era
cupo, le nuvole promettevano una fitta nevicata, forse più
della scorsa notte.
L' aria fredda
gli scompigliò dolcemente i suoi lunghi capelli biondi,
provocandogli un sussulto.
Il paesaggio era
tutto innevato, persino le strade, i tetti delle case, le chiese...
sembravano passati sotto un tocco magico.
Anche il
laghetto dove giocava da bambina sembrava aver lasciato spazio
a tristezza e solitudine. Solo le pietre si vedevano ai lati dei
sentieri, dove vi erano accostate montagnette di coltre bianca e i
camini in lontananza diffondevano un debole filo di fumo.
Beatrice adorava
l' inverno, come adorava la neve; e non vedeva l' ora che arrivasse il
Natale.
In sottofondo, i
bambini che giocavano a calcio nei cortili, e i
rimproveri dei loro genitori; il trambusto delle macchine e del
traffico, causato sicuramente dal brutto tempo.
Per lei era
sempre un piacere passeggiare per i vicoletti della città,
ma non questa volta.
Quello, non era
un giorno come tanti.
Quando
finalmente arrivò a casa, chiuse la porta, si tolse la
sciarpa, i guanti bucherellati e il cappello di lana.
Non ebbe il
tempo di togliersi anche il pesante giaccone che portava,
che subito una figura alta e slanciata si parò davanti a
lei. Il
corpo era coperto solamente da una lunga maglia nera e dei jeans scuri.
I ricci
scomposti sul capo, come se non fossero mai stati pettinati e
gli occhi castani, brillanti e gioiosi, che troneggiavano su quel volto
da ragazzo, che ancora manteneva alcuni tratti infantili, come quelle
profonde fossette che si formvano agli angoli della bocca rossa e
carnosa, dischiusa in un dolce sorriso.
Alexander, suo
fratello.
<<
Bentornata >>.
Le labbra della
ragazza si aprirono in un timido sorriso.
<<
E... Tanti auguri >>, rise il più grande e
continuò. << E' il tuo compleanno
>>.
<<
Lo so, non è mica un segreto di stato >>, lo
canzonò la ragazza.
Il naso
delgiovane si arricciò, fintamente offeso per quella battuta.
<<
Tutto bene a scuola? >>, chiese gentilmente.
I due si
spostarono dal corridoio, rintanandosi in cucina, una delle
stanze più calde di quel piccolo monolocale che avevano
affittato dopo la laurea del maggiore, per allontanarsi dai genitori e
continuare più tranquillamente gli studi.
La neve
continuava a martellare contro il vetro della finestra che,
invece, all' interno cominciava ad appannarsi sempre di più
visto che in quella stanza erano in due a respirare.
<<
Come al solito, niente di nuovo a parte il cambio delle materie
settimanali... Ma Chris? >>.
Alexander non
riuscì a rispondere che subito un grande e
frenetico pastore nero corse al richiamo della padrona, scodinzolando
contento.
Stava reclamando
la sua passeggiata serale.
<<
Eccolo! >>, confermò il più grande
mentre
agitava la testa pelosa del cane, giocando vivacemente con lui.
Beatrice rise,
portandosi due dita alle labbra e fischiando per attirare l' attenzione
dell' animale.
<<
Porto Chris a fare un giretto >>.
Le labbra del
più grande si aprirono in un secondo sorriso quella sera.
<<
Preferenze per cena? >>, chiese.
La giovane, con
in mano il guinzaglio di Chris, si incamminò verso la porta,
sorridendo.
<<
Pizza ? >>.
ANGOLO AUTRICE:
Allora, ci tengo a ringraziare GABRIELE che mi assiste in
questa impresa.
Tutto ciò che verrà scritto qui, è
frutto dell' unione delle nostre idee.
Detto questo, qualche commento farebbe piacere ^-^
Speriamo di avervi incuriosito.
Se volete, ci vediamo al prossimo capitolo. u.u
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