Prologo
No light, no light
You are the night time fear
You are the morning
When it’s clear
Nero.
Tutto ciò che lo circondava era sempre, dannatamente, nero.
Nero come i
suoi completi in cui trasudava quella sua superba eleganza, uno
schiaffo in confronto a quella pallida ed innata dei suoi lineamenti.
Nero come
il peccato marchiato sulla pelle, l’eterno memento della sua
codardia, che voleva scarnificare dal suo braccio.
Nero come
la mano dell’oscurità che subdola e bastarda, si
era lentamente infiltrata nelle sue debolezze, le aveva accarezzate,
per poi strozzarlo, e lasciarlo lì ad annegare nella
disperazione.
Nera come
lo era stata la paura della notte prima di lei.
*****
You want a
revelation
Some kind of
revolution
You are the
revelation
-Dannazione!- sibilò tra i denti.
Chi è che le aveva detto “Bisogna essere cauti
nell’esprimere desideri perché potrebbero avverarsi?”
Non le sembrava il momento particolarmente adatto per ricordarlo, non
era nelle priorità si rimbeccò subito, ma
chiunque fosse possedeva certamente,oltre ogni misura, il dono della
saggezza.
Perché lei, tutto ciò che aveva desiderato era
nient’altro che un po’ di luce.
Ovviamente con il puntuale risultato di averne ottenuta ben oltre la
soglia del po’, tanto che era costretta a schermirsi gli
occhi con le mani, mentre correva a tentoni, l’ansia mista
alla paura che gli mordeva le viscere.
Nonostante cercasse freneticamente l’uscita, una infinitesima
parte del suo cervello non poté fare a meno di notare come
l’intera situazione fosse decisamente ironica, oltre che
troppo luminosa.
Luminosa.
Tutto ciò che la circondava era sempre stato luminoso.
Luminoso
come il futuro che l’attendeva, accecato dal brio della sua
intelligenza.
Luminoso
come il sorriso dei suoi migliore amici che l’avevano sempre
amata.
Luminoso
come lo era il coraggio, l’audacia del suo animo, la guida
sicura nei pericoli di innumerevoli notti.
Luminosa
come l’ultima rivelazione per la quale il suo orgoglio era
caduto in ginocchio, abbacinato.
Perché la sua rivelazione era stata la notte, la notte che
lui aveva portato nella sua vita.
******
No
light no light in your bright blue eyes
I
never knew daylight could be so violent
A
revelation in the light of day
Lei era stata la sua luce.
Non avrebbe mai immaginato che quello che prima era uno spiraglio,
così debole che sarebbe bastato l’ombra dei suoi
errori per soffocarlo, alla fine avrebbe squarciato, violento,
impietoso, il buio attorno a lui,dentro di lui.
Avrebbe finito con lo
squarciare lui.
I suoi principi. Le sue convinzioni. I suoi piani.
Tutti castelli di carta, un misero pugno di cenere tra le mani,
così come il suo orgoglio capitolato sulla promessa dolce e
proibita, veleno ed antidoto, delle sue labbra.
-Non mi sorprende che tu sia venuto.-
Un ghigno di soddisfazione alle sue spalle.
La bacchetta puntata all’altezza della nuca.
Un silenzio teso, carico di rabbia fu la sua risposta.
Perché di nuovo quel maledetto nero avrebbe
oscurato la luce che ormai gli scintillava negli occhi, la luce di una
rivelazione nata in un alba che non sarebbe mai diventata giorno.
Perché questa volta il nero che l’avrebbe
attorniato era quello del mantello della vecchia signora che lo
reclamava.
-Sei stato bravo,ma non abbastanza. Ti avevo detto di non concederti
debolezze se volevi vincere, ma tu sei debole, e per questo sarai
sempre destinato ad essere vinto- una voce suadente,velenosa
che sibilava nell’orecchio e finiva per rombare nella mente.
Sei.
Debole.
-Se devi uccidermi, almeno fallo come un uomo, guardandomi negli
occhi.- gli rispose con calcolata e gelida indifferenza, con un tono
che quasi rasentava una noia distaccata.
Non gli avrebbe mai
permesso di capire che aveva paura, ma più di ogni altra
cosa che era furioso, furioso della sua impotenza, della sua misera e
patetica fine.
Di tutti i momenti della sua vita, quello senz’altro era
stato il meno giusto per morire.
Proprio ora che aveva cominciato a divertirsi, doveva crepare.
L’Universo e le sue maledette leggi antitetiche
-Poco importa come lo faccio, l’importante è il
risultato finale.-
Sentì la bacchetta muoversi impercettibilmente, e di
riflesso lui si irrigidì.
Strinse i pugni, aspettando con vigile disperazione le parole
dell’incantesimo.
-Avad ..-
Un’esplosione acuta, quasi l’eco poderoso di una
cascata di cristalli che si infrangevano sul pavimento, un attimo per
riconoscere la sua voce che urlò -Draco-, poi il silenzio.
E il nero tutto intorno.
*******
Note dell'autrice.
Creperà, non creperà?Ehm....lo scoprirete nei
prossimi capitoli! xD
Innanzi tutto voglio ringranziare sentitamente chiunque voglia
concedermi del tempo nel leggere o lasciare una sua personalissima
impressione sul mio debutto su efp.
Dopodiché voglio giusto fare qualche precisazione:
i fatti si svolgono tenendo conto dei sette libri tranne l'epilogo.
La canzione " No ligh no light" di cui si fa riferimento nel testo
è dei Florence and The Machine, mentre la frase "Bisogna
essere cauti nell'esprimere desideri perchè potrebbero
avverarsi" è di J.K.Rowling. Un modo tutto personale di
renderle un piccolo omaggio.
Ovviamente Questi personaggi non mi appartengono, ma sono
proprietà di J.K. Rowling; questa storia
è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Non mi rimane che augurarvi una piacevole lettura, e levare le tende,
per oggi ho tediato abbastanza.
Un bel modo di cominciare l'anno vero?
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