You didn't lose anything. I did. I did.

di Strawberry_Swing
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“You didn’t lose anything. I did. I did.”
 
Come aveva potuto dirmi una cosa simile?
 

“You weren’t on that freaking plane!”
 
Era vero. Non c’ero. Ma questo voleva dire che non avevo sofferto? No. Perché Arizona non lo capiva? Lei aveva certamente provato un dolore fisico al limite del possibile, ma io… io avevo sofferto non meno di lei. Secondo alcuni, il dolore mentale e psicologico, in certe occasioni, può superare quello fisico. Se impazzisci, sei finita. Se perdi la lucidità, è la fine. Io non avevo potuto permettermelo. Non avevo potuto permettermi di impazzire, di gridare, di fare qualsiasi cosa. Non potevo, perché c’era Arizona. Lei stava male e io, io ogni mattina tentavo di rimetterla in piedi dopo l’amputazione. Davvero metteva la sua vita dietro a una gamba? Davvero considerava più importante la promessa che io avevo rotto alla sua vita? Una parte di me si chiedeva se lei non avesse desiderato morire. Magari se la prendeva con me per non dire le cose esattamente come stavano. Per non dire, guardandomi negli occhi, avrei preferito morire. In un certo senso, era quello che stava dicendo.
 

“It always comes back to the leg.”
 
Mi sentivo presa in giro. Io la amo con tutta me stessa, do tutto in questo rapporto. Non mi devo scusare per averle salvato la vita. Non è giusto e non mi merito questo.
Mi era concesso solamente un pianto ininterrotto tra le lenzuola bianche del letto. In silenzio. Non avrei dovuto piangere no? Dopotutto io non avevo perso una gamba. Dopotutto io ero stata quella che aveva rotto la promessa fatta alla moglie. Ma qualcuno, mi chiedevo, ci ha mai pensato al fatto che ho perso il mio migliore amico e forse, potrei perdere Arizona per sempre?

 
“Apparently I lost you.”
 

No, nessuno ci ha mai pensato.
 
Non è facile alzarsi tutte le mattine dal letto sapendo che, una volta varcata la soglia della porta, ti ritrovi un fantasma vivente di fronte. Non è facile non sapere se parlare con la propria moglie o meno. Non è facile chiedersi se sia opportuno dare il “buongiorno”, non sapere se parlare, avere paura di fare un movimento sbagliato.
 
“You weren’t in the woods and you did not hear Meredith crying for Lexie, Mark moaning in pain or hear me scream in pain!” e ancora “It wasn’t your experience.”

 

Ho iniziato a pensare di non meritare di soffrire, di provare dolore perché io non ero lì. Quelle parole avevano accompagnato le mie notti insonne per tantissimo tempo. Mi tempestavano e non riuscivo a pensare ad altro. Nei momenti di rabbia si dice tutto quel che si prova. La verità.
Era dunque con quello che dovevo convivere. Riuscirò mai a passarci oltre?





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