kassandra's story

di DubheSelene97
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Kassandra si sveglio all'improvviso consapevole della presenza di un'estraneo nei paraggi.Decise di alzarsi dal suo letto e in punta di piedi,cercando di attuttire il rumore dei passi,si diresse verso la stanza dei genitori.
Per lei quella stanza era sempre apparsa come un rifugio in cui pero le era negato l accesso.arrivata alla porta si fermo ad ascoltare cio che percepiva al di la,e fu tentata di tornare di la,nel suo letto al caldo piuttosto che rimanere li ad ascoltare cio che sua madre diceva sussurrando a uno dei tanti spasimanti che si portava a casa.Questa storia era iniziata dopo che i suoi genitori si erano separati per la seconda volta,senza darle spiegazioni o altro,semplicemente sua madre aveva fatto le valigie e il giorno dopo erano partiti senza meta, fino a fermarsi nella periferia di quella citta che a lei non piaceva perche troppo caotica e affollata, ma la odiava soprattutto perche era li che si incentrava il suo passato.Scosse la testa e voltandosi sorrise triste perche sapeva come sua madre amava concludere le serate. Stava ormai per fare il primo passo che l avrebbe riportata in camera, che senti un rumore di vetri rotti assieme alla risata trattenuta di sua madre.Torno dalla porta e accostando l orecchio senti che:sua madre sussurrava qualcosa a "lui",quel "lui"che lei non avrebbe mai conosciuto e senti la sua risposta che però le giunse come una voce idistinta e confusa.
Sconsolata e avvertendo nascere in lei un profondo senso di abbandono e dolore riorno in camera chiudendosi la porta alle spalle.
Poco dopo  il suo dolore travasò e lasciandosi cadere sul pavimento scoppio in un piamto che però non la liberò dal dolore che da ormai troppi anni continuava,come un piccolo tarlo instancabile,a roderle il cuore ,fino a lasciare solo il vuoto.
Le lacrime scorrevano sul suo viso fino a scendere sull'unico oggetto veramente di valore ricevuto dal padre, un piccolo tappeto persiano che per lei era stato molto importante perche significava che non l aveva dimenticata che non l'aveva lasciata sola.




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