A
new day has come
E
il mondo credeva che io avessi tutto ormai
ma stavo aspettando te...
Bilbo Baggins
Bilbo Baggins, hobbit amato da molti ma capito da ben pochi, stava
seduto sulla panca di legno, vicino all'ingresso di casa, accompagnato
solo dal forte odore della sua inseparabile pipa. Un respiro profondo
ed ecco che il tabacco, come per magia, diveniva fumo. Si divertiva,
forse più per passare il tempo che per altro, a creare
cerchi increspando così la bocca in espressioni buffe.
Ma un dolore lo accompagnava di giorno in giorno e non gli avrebbe dato
tregua fino alla fine. Chiuse gli occhi sospirando, trovandosi di
fronte a due iridi cristalline, azzurre come l'acqua più
pura.
Thorin...
La mano si spostò sul petto, chiudendosi poi in un fermo
pugno. La testa faceva troppo male e non avrebbe resistito ad un altro
ricordo, ma il cuore era ansioso e cocciuto.
Così, mentre il tabacco lentamente si consumava, l'immagine
del re sotto la montagna si faceva sempre più viva .
Aveva un portamento regale, mentre i lunghi capelli corvini gli
scivolavano ribelli lungo le spalle. La barba non era lunga e
increspata, anzi, era proprio una bella barba, corta e morbida. Di
questo ne era convinto visto che il suo volto rimase attaccato a quei
peli per lunghe notti. E fu a quel ricordo che si sorprese sorridere,
appoggiando la mano proprio su quella stessa guancia.
Era davvero un bel nano, diverso da tutti quelli che aveva visto in
vita sua.
« Zio! Sapevo che ti avrei trovato qui a fumare! »
Frodo Baggins, nipote di Bilbo, scese la piccola scalinata in pietra e
raggiunse il parente. I pollici del giovane si divertivano ad allungare
le marroni bretelle, per poi lasciarle andare delicatamente.
« Vado a fare una passeggiata, magari mi fermerò
sotto il grande albero a leggere, comunque non preoccuparti zio,
tornerò sicuramente per cena! »
« E chi si preoccupa! » disse l'anziano prendendosi
gioco del nipote.
Seguì con occhi vigili la figura di Frodo, fino a quando
essa non sparì dietro la collina. Fu solo allora che
abbandonò la pipa sul vialetto e corse in casa, chiudendosi
la porta alle spalle. Percorse il corridoio lungo e stretto fino a
raggiungere il suo piccolo studio. Si sedette ed iniziò a
rovistare fra i cassetti, spargendo fogli su tutto il pavimento. Si
calmò solo quando trovò l'oggetto dei suoi
desideri e, questa volta, non si trattava di un piccolo anello dorato,
no di certo, era solo un semplice ritratto.
« Mi ero dimenticato di quanto eri maestoso...»
Thorin Scudodiquercia, era questo il nome del volto raffigurato su quel
pezzo di carta ingiallita dal tempo.
« Quel giorno dovevo morire insieme a te e forse l'ho fatto
»
Quella notte tutti i nani caddero come sassi in un profondo sonno,
l'indomani sarebbero partiti alla riconquista di Erebor e avevano
bisogno di riposo. Grazie all'ospitalità del buon Bard
ognuno di loro aveva un giaciglio sul quale riposare le membra, almeno
per quella notte.
Solo un giovane hobbit non riusciva a prendere sonno così,
nel buio, decise di sgattaiolare fuori dalla porta principale. Forse
non era una buona idea fare una passeggiata nel cuore della notte, ma
sentiva il desiderio di riavere un po' di perduta solitudine. In fondo
non era facile passare le giornate in compagnia di 13, chiassosi,
affamati, frenetici nani!
Appoggiò la schiena contro un palo di legno che reggeva il
forte tetto di un fienile. In quei momenti gli mancava casa sua, il suo
bel giardino, ma specialmente la sua adorata pipa. Ma tutte queste
comodità erano un lusso che non tutti si potevan permettere,
ora doveva pensare a loro, quei tredici compagni che russavano gli uni
contro gli altri.
« Non riesci a prender sonno? »
Una voce profonda quanto familiare lo fece sussultare, e fu
così che nel buio una figura avanzò verso lo
hobbit.
Thorin Scudodiquercia venne illuminato dal bagliore della luna che fece
capolino dietro ad una nube minacciosa.
Bilbo deglutì vedendo l'uomo a pochi centimetri di distanza
dal suo volto ed indietreggiò, ritrovandosi col sedere a
terra.
Il re corrugò la fronte, non comprendendo il
perché di quegli improvvisi movimenti goffi.
« Domani tu rimarrai qui! »
L'ordine uscì minaccioso dalle labbra di Thorin e lo hobbit
spalancò gli occhi.
« Non dopo tutta la fatica che ho fatto per arrivare fino
qui! No signore! Voi avete bisogno anche di me! »
Ma Scudodiquercia guardava il mare, specchiandosi in quelle nere acque,
non dando peso ai capricci dell'altro. Pensieri si affollavano nella
mente del re che, deciso ed orgoglioso, attendeva impaziente il sorgere
del sole.
Bilbo si rialzò, rimanendo però fermo sul posto.
Un ticchettìo e poi il cielo iniziò a
piangere, bagnando con le sue lacrime il mondo.
« Thorin avanti! Vieni qua sotto! »
Il nano si voltò lentamente, andando così a
ripararsi insieme allo hobbit dentro al fienile. Si sedettero sulla
paglia guardando il mare agitarsi.
« Ma tu non hai mai paura? » domandò
ingenuamente Bilbo.
Sorrise l'altro, mentre i capelli gocciolavano contro la pesante
armatura.
« Certo che ho paura, temo il domani ad esempio... »
« Ti consiglio di levartela quella, o domani l'unica cosa che
vedrai sarà solo il letto e una bacinella d'acqua fredda!
»
Thorin si alzò, obbedendo al consiglio appena ricevuto, ed
iniziò a spogliarsi. Gettò gli abiti a terra,
rimanendo così a petto nudo.
Bilbo rimase come stregato alla vista di quel petto tonico e muscoloso
e tremò. Le gote si fecero improvvisamente rosse e si
rannicchiò non capendo cosa gli stesse accadendo. Ma il re
notò questo suo atteggiamento e gli si sedette accanto.
« Hai freddo? »
« No... No di certo! »
« E allora è timore quello che leggo nei tuoi
occhi Mastro Baggins? »
« Temo per la tua vita! Domani... Beh... Domani potremo
morire tutti! È logico avere un briciolo di timore!
»
Bilbo non era pronto ad un confronto così diretto con quegli
occhi che lo rapirono non appena i loro sguardi si scontrarono. E fu
preso alla sprovvista quando due labbra estranee sfiorarono le sue.
Avrebbe voluto allontanarlo, davvero, e lo avrebbe fatto se quella
maledetta bocca non si schiuse trasformando un casto ed innocente bacio
in qualcosa di più profondo. La barba di Thorin sfregava
contro la candida e morbida pelle dello hobbit, ma ciò non
gli creò disturbo, anzi, era leggera e non dava irritazione.
La mano del nano scivolò dietro la nuca dell'altro,
obbligandolo così a sdraiarsi sul fieno.
Bilbo era davvero pronto a tutto, tranne che a questo.
Spalancò gli occhi sentendo il peso dell'altro aggravarsi su
di lui. Tentò di divincolarsi, ma tutto fu vano, il re era
decisamente più forte e più grosso. Quindi
l'unica cosa da fare era sottostare a quelle attenzioni, non del tutto
sgradite in fin dei conti.
Le mani callose, rovinate da anni di combattimento con la spada,
andarono ad esplorare la bianca pelle dello hobbit, sotto la pesante
maglia verde.
Guardava intanto quella piccola creatura sciogliersi sotto i suoi
tocchi e li Scudodiquercia si rese conto che non esisteva al mondo
espressione più bella.
« Non permetterò che tu muoia, non nelle
profondità di una montagna, tu morirai quando
giungerà la tua ora, nel calore confortevole di casa tua,
accanto ad una moglie e a dei pargoli che avranno ereditato da te la
testaccia dura! »
Bilbo rimase basito e la gola si seccò.
« Io... Io non comprendo le tue parole... Perché
mi fai un discorso simile? »
« Perché tendo a volere il meglio per le persone
che amo! »
Al giovane hobbit mancò l'aria ed il cuore iniziò
a battere freneticamente.
« Tu... Tu mi ami? » domandò incredulo,
ma sotto sotto felice.
Il re sorrise, ricatturando le rosee labbra della sua dolce preda.
Si amarono tutta la notte, attendendo poi, svegli e nudi, la nascita di
un nuovo giorno.
I raggi irradiarono tutta Esgaroth, riscaldando i tetti e le mura
infreddolite da una notte tempestosa. Le dita di Thorin percorrevano la
schiena di Bilbo, avanti ed indietro, donandogli piccoli brividi. Si
accoccolò lo hobbit, contro la spalla muscolosa del nano,
colto da un'improvviso colpo di sonno.
« Ehi, dovremmo alzarci... E tornare dagli altri! »
« No, stiamo qui per sempre! »
Il re rise trovando bella per quanto impossibile l'idea appena espressa.
« Ho un trono da riprendere, dimentichi? »
Bilbo si destò completamente ed osservò l'altro
indossare l'armatura.
« Promettimi che non ti farai ammazzare... »
Thorin non rispose, alzando lo sguardo al cielo.
« Ho bisogno... Ho bisogno di te, intero!
» urlò questa volta lo hobbit, in preda
al panico.
L'altro si voltò sorridendo.
« Nessuno è in grado di uccidermi! »
« Nessuno è in grado di uccidermi... »
Bilbo ripetè quella frase a bassa voce, mentre lacrime
copiose iniziarono a rigargli le vecchie guancie rugose.
Rimise al suo posto il ritratto, mentre sentiva il cuore sanguinare
poco a poco.
« Domani nascerà un altro giorno e questo mi
porterà sempre più vicino a te, che sei stato
l'unico amore della mia vita »
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