Mako Haru Rin
Fra i due litiganti, il terzo gode.
Era stata un'idea di Rin, Haruka non riusciva a capacitarsi di quanto
facilmente fosse caduto in quella semplice trappola tesa dallo "Squalo"
del casinò. Era così che veniva chiamato dagli avversari
che lo avevano sfidato alla roulette, era colpa del suo modo di fare
strafottente nonchè della sua dentatura, ogni dente sembrava
essere affilato e appuntito, sembrava addirittura anormale per un
qualsiasi essere umano. Il suo soprannome però era anche dovuto
ad una certa fama che si era creato in quella casa da gioco, non faceva
altro che ridurre all'osso i propri avversari e persino il couprier
restava sbalordito, la fortuna sembrava non volerlo abbandonare.
Matsuoka Rin aveva incontrato un solo ostacolo lungo la propria strada
e il nome di questa interferenza con i suoi piani di ridurre al
lastrico il casinò fu stroncata da Makoto Tachibana. Era un
ragazzo come molti altri ma quando Rin si presentò a puntare al
suo banco aveva perso malamente dopo poco tempo. Il ricordo che
più gli bruciava era il sorriso da santarellino stampato sulla
faccia di quello che anche se doveva essere un suo coetaneo aveva una
corporatura molto più robusta di un ventenne e una fortuna
più sfacciata della sua. Nanase a differenza dello Squalo contro
il quale aveva perso al banco come couprier non solo si era accigliato
per il comportamento strafottente dell'altro ma come collega di Makoto
e suo amico d'infanzia non poteva sopportare lo sguardo intenso con cui
gli occhi di Rin si puntavano sulla figura di Tachibana. Non era un
segreto che seppur sempre serio e dall'espressione incolore, Haruka
fosse geloso del suo amico più prezioso verso cui forse provava
una forte attrazione che superava i soli sentimenti d'amicizia. Era
stato proprio Rin dopo una battuta di cattivo gusto ad irritarlo a tal
punto che Nanase non potè far altro con il ribattere con uno
sguardo truce e solo Makoto accortosi della situazione si era
precipitato a fermare l'altro che stava per lasciare il segno delle
proprie nocche sul viso di Rin, il quale non si fece sfuggire
l'occasione di poterne combinare una delle sue. Con tono sicuro di chi
avrebbe stracciato il proprio avversario in un solo colpo lo aveva
sfidato alla roulette, il proprio territorio di battaglia. Nanase si
stava maledicendo, più e più volte, mentre osservava il
ghigno compiaciuto di Rin seduto di fronte a sé che giocava con
il nastrino rosso adagiato sulla candida camicia, il suo volto
inclinato appena con il codino sbarazzino che faceva capolino sul collo
chiaro.
-Faites vos jeux.-
La voce calda di Makoto interruppe il contatto degli occhi di Haruka su
quell'individuo facendolo spostare su di lui che sembrava non aver
ancora compreso di essere l'oggetto dei desideri di entrambi, per
motivi diversi, certo, ma era pur sempre più coinvolto di quello
che credeva. Il tavolo su cui stavano giocando era tipicamente francese
come anche il tipo di roulette a cui stavano per iniziare i giochi con
i numeri ben visibili da 0 a 36 anche sul piano di gioco. Naturalmente
il primo a puntare fu Rin che con nonchalance lanciò sul rosso
10 fiches da 100 euro l'una, Haru dapprima rimase senza fiato per la
sicurezza e la facilità con cui puntava tutta quella montagna di
soldi che aveva accumulato in quella stessa casa da gioco, Haru lo
imitò inizialmente anche solo per testare se per davvero la dea
bendata era tanto cieca da aiutare un tipo tanto arrogante. Le puntate
erano state fatte e il couprier era pronto ad azionare la roulette
dando fine ai preliminari della sfida fra i due, le intenzioni del suo
amico infatti erano di testare le capacità dello Squalo per poi
puntare nella partita poco prima dell'avversario per non dargli la
possibilità di avere libera scelta. Era questo il piano del
ragazzo dagli occhi blu mare.
-Che succede, Haru? Non sai fare nulla di meglio che imitarmi?-
Nanase lo fulminò con lo sguardo ma decise di non dargli troppa
corda allentandosi la cravatta passando quella stessa mano anche fra i
capelli corvini che ricaddero sulla sua fronte con una sinuosità
esemplare. Di conseguenza Makoto si piegò in avanti lasciando
entrambi a bocca semichiusa nell'ammirare come il suo corpo fosse
sinuoso anche nelle piccole cose, come se potessero intravederlo
completamente nudo attraverso i vestiti. -Les jeux sont faits- Rauco
pronunciò quasi sottovoce mentre la pallina girava con
un'attenzione da parte dei due quasi innaturale che attirò
l'attenzione di Tachibana. Il numero vincente era risultato essere il
diciannove rosso percui Nanase non potè far altro che ammettere
di aver corso un grosso rischio.
-Haru, che ti prende? Ti vedo pallido. Non pensi che dovresti lasciar perdere e lasciare Makoto nelle mie mani?-
Ammise ad alta voce e sicuro di ciò che diceva Matsuoka
lasciando interdetto Tachibana che all'improvviso si bloccò
sentendo quelle parole e quasi rabbrividendo quando Haruka si
alzò sbattendo le mani sul banco.
-Sono stufo delle tue offese, Rin. Risolviamola al gioco. Makoto è mio.-
La voce bassa quasi tranquilla dell'altro che puntava il proprio
sguardo di ghiaccio in quello infuocato dello Squalo che avrebbe potuto
morderlo in qualsiasi momento mentre il couprier era leggermente
arrossito alle parole di entrambi e che finalmente si decise a parlare
grattandosi la testa con un sorriso in volto imbarazzato che gli
addolciva l'espressione ancora di più.
-Voi due, per caso, vi state sfidando per... me?-
Entrambi scattarono verso di lui con il volto rispondendo quasi all'unisono.
-E' colpa tua, Makoto!-
Lo incolpò Nanase come se la bellezza dell'amico in parte fosse
sempre stata un problema e naturalmente il moro sapeva che l'amico
avrebbe letto facilmente fra le righe.
-E' evidente!-
Urlò quasi Rin come se volesse morderlo per non averlo capito
prima e poi continuò incrociando le braccia al petto.
-Sei costretto ad andare a letto con il vincitore, Makoto, e
naturalmente sarò io. Stavolta vincerò la partita, ci
puoi giurare.-
L'altro pretendente voltò il viso verso Makoto guardandolo
intensamente, prova più che concreta che neanche lui scherzava e
Tachibana alla fine non potè far altro che grattarsi la guancia
con l'indice sentendosi a disagio. Nanase non restò naturalmente
a lungo in piedi e si ricompose subito intimando silenziosamente ad
entrambi di continuare il gioco puntando tutto ciò che aveva sul
rosso senza remore, anticipando Matsuoka che lo maledisse e dovette
accontentarsi del nero. La loro era una giocata semplice, se fossero
andati per numero non avrebbero mai finito in serata quella disputa
amorosa.
-Rien ne va plus...-
Tachibana ripetè da bravo couprier qual'era come una cantilena e
deglutì anche se in parte gli veniva da sorridere pensando che
il suo destino sarebbe stato deciso da una pallina, in fondo a lui non
dispiaceva nessuno dei due e probabilmente, molto in fondo non avrebbe
neanche voluto vedere uno dei due andarsene sconfitto e la roulette si
fermò dopo aver girato qualche secondo in più del solito
e con stupore dei tre la pallina si era fermata su un numero
impensabile.
-Zero verde. Metà delle vostre fiches le vince il banco. Les jeux sont faits.-
Makoto avvicinò a sé la vincita sorridendo ai due che
sembravano allibiti, le probabilità che uscisse il verde erano
minime ma in fondo con Tachibana come couprier era tutto possibile.
-Pare che abbia vinto io. Perciò, che ne dite di salire in
camera mia per una partita a tre di biliardo? Sono piuttosto bravo,
anzi..-
La proposta parve sia a Nanase che a Matsuoka tutt'altro che
innocente, il couprier li guardava intensamente non nascondendo quasi
per nulla le proprie intenzioni, e per una volta i loro pensieri
sembravano coincidere. Makoto Tachibana era stato davvero baciato dalla
fortuna e non aveva bisogno di troppi preamboli per ottenere ciò
che voleva. La sua sola esistenza era un vero e proprio azzardo di Dio,
e di sicuro dopo essergli stata servita un'opportunità simile
non se la sarebbe mai fatta fuggire di mano per nulla al mondo.
-Preparatevi a perdere.-
Les jeux sont fais.
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