I am Jack Frost

di Gio_Snower
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C’è sempre una cosa che mi sono chiesto, cioè “Chi sono?”; da poco tempo ho ricevuto la risposta a questa mia domanda, ma da allora, poche cose sono cambiate.
Chi sono? In un certo qual senso, devo ancora rispondere a questa domanda.
Chi sono? Ero un umano.
Chi sono? Un guardiano.
Chi sono? Sono Jack Frost.
Sei solo questo? Non lo so.
È una giornata invernale, una di quelle fredde e tetre, di quelle che ti fanno venir voglia di una tazza di cioccolata calda, di coperte, cuscini, libri e di non mettere il naso fuori da casa mai più.
Jack Frost, seduto su un albero, aspetta che una persona s’affacci.
La vede attraverso il vetro ghiacciato e pieno di ghirigori – disegnati da lui nella noia, ovviamente – cantare una canzone messa allo stereo mentre si pettina i lunghi capelli.
Batte con il bastone sul vetro, spazientito. Perché ci mette così tanto? Da piccola non era così.
La ragazza è giovane, ha un viso dai tratti delicati che col tempo ha preso una forma simile ad un cuore, occhi grandi e lucidi e biondi capelli che gli ricadono come una cascata dorata sulla schiena.
Con un sbuffo derisorio apre la finestra. «Sempre il solito impaziente, eh, Jack?» esclama.
Jack mette il broncio, poi – tutto d’un tratto, sorride misterioso – alza le spalle e fa quell’espressione da cucciolo che solo i ragazzi sanno fare.
Jack probabilmente non sa che quell’espressione suscita sentimenti diversi nei cuori delle ragazze, principalmente divisi in:
  1. Lo coccolo.
  2. Lo picchio.
  3. Lo ignoro.
Spesso le ragazze scelgono la terza, come se perdonassero un gran torto, uno sfoggio scorretto di un’arma segreta usata a tradimento.
«Sei pronta?» gli chiede Jack.
«Sì.» risponde Sophie con quel suo sorriso radioso, per certi versi, ancora infantile.
Sporge una mano sulla finestra e sente il tocco gelido di Jack su di lei mentre la solleva con il suo potere.
Per fortuna s’è coperta bene.
Chiude gli occhi e respira con tutta sé stessa l’aria invernale, il gelido inverno che tanto adoro, ed un brivido le corre lungo la schiena che, invece s’agitarla, la rilassa.
«Ed ora…Andiamo!» esclama Jack.
Ed ecco l’aria, il vento, il soffio del gelo.
Una distesa di neve, un paesaggio bianco tanto surreale quanto bello.
Nessuna casa, strada, macchina o altro che sconvolga o disturbi, solo la pace e la quiete della neve, dell’inverno freddo, ma – in un certo senso – gentile.
Un fiocco le cade sulla guancia e Jack glielo toglie con delicatezza e lo fa librare nell’aria come una piuma dopo avergli fatto fare delle acrobazie.
«È bellissimo.»  esclama Sophie.
«Lo so.» risponde Jack, guardando con gioia.
«Grazie Jack.» Sophie arrossisce un po’.
«Per cosa? Lo sai che è il mio lavoro rendere gli umani, specialmente i bambini, felici.» replica.
Cosa avrei fatto, altrimenti? Cosa sarei diventato?
Ah, chiedersi cosa sarei quando non so nemmeno chi sono!
«Sì, ma anche se non lo fosse stato, lo avresti fatto comunque.» obbietta lei.
Ne è convinta, ormai, conosce Jack da anni e sa che Jamie non si sbagliava sul suo conto.
«Non ne sono sicuro…Mi stavo perdendo.» distoglie lo sguardo e si gira, un po’ insicuro. Il freddo gli vortica intorno, rendendo un po’ sfocata la sua immagine agli occhi di Sophie.
«No, Jack.» disse Sophie facendolo girare e prendendogli le mani mentre incollava lo sguardo nel suo. «Tu non ti saresti mai perso. Sei gentile…» gli toccò il petto con una mano. «ed hai un gran cuore.»
Jack sorrise.
Potrebbe essere.
«Sophie, rispondimi, io chi sono?» le chiede.
«Chi sei?» ripete. Ci pensa un po’ su, poi con un sorriso sereno gli stringe nuovamente le mani e risponde: «Tu sei Jack Frost.»
«E chi è Jack Frost?»
«Un ragazzo gentile, un po’ insicuro, molto sfacciato…e dolce. Ecco chi è Jack Frost. Ed è tante cose, oltre queste. Sarà sempre così dentro di sé.»
Jack sorride, prende per mano la piccola umana e la riporta a casa.
Un unico dono per colei che m’ha aiutato, pensa.
Crea un fiocco di neve e lo gela per sempre.
«Tieni.» dice.
Sophie sorride.
«Grazie.»
«Di niente.» risponde Jack.
Dovrei essere io a dire grazie a te.
Chi sei? Sono Jack Frost, ero umano, ma ora sono un Guardiano.
Sono un ragazzo un po’ come tanti eppure diverso, sono come sono e per sempre lo sarò.
Ora so chi sono e non mi perderò mai.









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