Woodstock

di cecchino_2028
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Woodstock


Robert è un rastafariano che abita a Bethel, la piccola cittadina nella contea di Sullivan in cui, da venerdì, si sta svolgendo il tanto conclamato concerto di Woodstock, richiamando nella piccola città rurale orde di persone urlanti e felici, che predicano pace ed amore. Robert ha aderito al rastafarianesimo per seguire il suo idolo, Bob Marley, un cantante reggae quasi sconosciuto, si è anche fatto i dreadlocks, incappando nella furia di sua madre, che gli ha urlato che è solo un drogato e gli ha messo le valigie sulla porta. Robert, da venerdì, dorme in una tenda nel grande campo del concerto insieme ad una ragazza dal viso pulito, con gli occhi limpidi e la voce dolce, di quelle che ti cullano nella notte, come una nenia. Grace, questo il nome della ragazza, l’ha incontrato con lo zaino in spalla sul confine di un campo di grano e, credendo che stesse raggiungendo gli altri, si è unita a lui ed hanno percorso gli ultimi tratti di strada insieme. I “The Who” stanno cantando ‘Acid Queen’, la notte è ancora fonda, ma Grace e Robert sono stretti nella coperta insieme, abbracciati ed innamorati, anche se Robert si sente un po’ un pesce fuor d’acqua, in fondo lui, tra tutti quei ragazzi, non c’entra proprio nulla. Sorride, perché dopo due giorni riesce a riconoscere una canzone, e si china all’orecchio della ragazza, e mentre Roger Daltrey canta «Give us a room, close the door, leave us for a while», Robert sussurra «Sei tu la mia acid queen!». E Grace ride, di quella risata calda e dolce, che fa sciogliere il cuore del ragazzo, si volta e lo bacia piano sulle labbra, alza le braccia e ricomincia a cantare insieme a Daltrey. Robert la stringe più forte contro il petto e pensa che magari per lei potrebbe anche farsi andare a genio i “The Who”, ma per ora smette di pensare e si gode il momento.


 





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