regalo Lè
Take
me breath for the firts [or last? ] time
Sakura si aggiustò il fiocco del costume, sguardo
concentrato e lingua serrata tra i denti.
- su
fronte spaziosa, puoi farcela da sola –
Gli occhi color menta della ragazza si posarono sulla bionda, distesa
supina sull’asciugamano colorato.
- Ino, non rompermi – rispose,
glaciale, mentre l’altra sollevava gli occhiali a forma di
cuore, scoccandole un’occhiata divertita.
- Fronte spaziosa, quanta
acidità – rispose in uno svenevole sospiro,
lasciando ricadere gli occhiali sul nasino perfetto.
Sakura si imbronciò appena, passandosi sulle braccia candide
un velo di crema abbronzante – meglio che essere una scema
fissata con Lolita – replicò asciutta, facendo
correre lo sguardo sul corpo atletico dell’amica.
Costume ostentatamente anni ’50 ( anche se c’era
seriamente da dubitare che fossero svestite a qual modo, le ragazze,
negli anni ’50) , capelli raccolti in una coda
irragionevolmente perfetta e occhialoni assurdi.
Ino tirò appena fuori la lingua, carezzandosi
l’addome magro con due dita – Lolita scopa almeno.
Al tuo contrario -
Sakura si limitò a sbuffare, evitando di commentare che
Lolita non era solamente una sgualdrinella qualsiasi, ma il frutto di
una ribellione intellettuale che…
- parole sprecate –
commentò tra sé, avvicinando la sacca rosa alle
gambe, rovistandovi disinteressata.
- Non è ancora squillato il
cellulare – pigolò Ino con tono innocente
– Sasuke non ti si fila – aggiunse, dopo un attimo
di silenzio rigoroso, interrotto solo dallo scrosciare delle onde sul
bagnasciuga.
- Oca – Sakura
afferrò il cellulare glitterato, facendo scattare lo
sportellino imbronciata.
- E invece ho ricevuto un sms, stronza -
Scosse la testa, accennando un sorriso, cosa che non sfuggì
all’occhio allenato della bionda.
- oh, non dirmi che
l’inflessibile secchiona è davvero arrossita per
un messaggio– ghignò, voltandosi sulla schiena
– chi è il fortunato?-
La rosa si imbronciò, allontanando il cellulare dalle avide
dita dell’altra – Naruto ci chiede come va la
nostra giornata al mare –
Ino sgranò gli occhi, sollevando di scatto gli occhiali
– hai detto a quel perdente dove siamo andate?-
sbottò, sollevandosi sulle ginocchia – come minimo
ci avrà seguito! –
- sei un’idiota, Ino
– replicò Sakura, alzando gli occhi al cielo terso
– primo, Naruto non è un perdente –
La bionda le scoccò un’occhiata risentita
- non totalmente – si corresse
allora, arrossendo – secondo poi, non ha potuto sicuramente
seguirci. Nel week-end lavora –
Ino sorrise, anzi ghignò, vagamente soddisfatta –
ma come siamo informate, fronte spaziosa!-
Sakura strinse un pugno, abbassando lo sguardo – sei
insopportabile, razza di maiale!- si sollevò di scatto,
spolverandosi rapidamente le gambe sporche di sabbia.
Ino ridacchiò, divertita, ritornando a prendere il sole.
- vado a farmi un bagno.- Sakura si
sfilò il copricostume, lasciandolo cadere
sull’asciugamano dell’altra – tu rimani
pure qui. Le serpi come te hanno bisogno di rimanere al caldo
–
La bionda ghignò, aggiustandosi gli occhiali – se
ti scaldi tanto vuol dire solo che ho ragione – si
limitò a commentare, ascoltando l’altra avanzare
decisa verso il mare.
Ovviamente sollevando quanta più sabbia possibile.
- fastidiosa fronte spaziosa –
brontolò la bionda, agitando la lunga gamba magra.
- neanche
arrivo e tu già hai le gambe spalancate. Manca solo un
“Ben venuti” all’ingresso
–
Ino storse la bocca in un ghigno studiato ad arte – anche
questa settimana da queste parti, Itachi Uchiha?- si abbassò
gli occhiali sul naso, osservando la figura scura che le si era
piantata davanti.
Il ragazzo piegò le labbra in una smorfia – io ho
casa qui – precisò, mentre un ciuffo gli si posava
malizioso sulla bocca incredibilmente rossa e provocante.
Ino si puntellò sui gomiti, studiando la figura del ragazzo.
Itachi Uchiha.
Venti anni.
Fratello di Sasuke Uchiha.
Intrattabile e sexy almeno (
se non più) di quest’ultimo.
- sei vestita per carnevale, Yamanaka?
– chiese irriverente il ragazzo, abbassandosi sulle ginocchia
e sfiorandole con la punta dell’indice gli occhialoni a cuore.
Ino lasciò scivolare lo sguardo sugli addominali contratti,
risalendo alle iridi scure e taglienti di Itachi, sospirando appena.
Molto, molto
più sexy del fratello.
- moda anni ’50 –
rispose lei, tagliente – se magari sfogliassi una sola
rivista di moda lo sapresti, mio caro Uchiha –
serrò la mascella sottile, socchiudendo gli occhi
chiarissimi.
Itachi le sorrise sbieco, il codino che ondeggiava al vento caldo
– credi ne abbia bisogno?- chiese, in un sussurro persino
più bollente – tutto quello che io scelgo
è il meglio –
Ino si sentì avvampare e deviò lo sguardo dal
corpo dell’altro – credi sempre troppo in te stesso
– mormorò sensuale, passandosi un dito sul labbro.
Lui le posò il viso tra i capelli sottili, aspirando una
boccata di profumo – è il tuo stesso difetto -
Il ragazzo si sollevò, infilando le mani nelle tasche del
costume scuro – ci vediamo Yamanaka – disse,
voltandosi verso l’ombrellone, il tono strascicato.
Ino smosse la sabbia fredda all’ombra con i piedi, nervosa.
Oh dannazione, quel
ragazzo riusciva sempre a…
- ci vediamo Uchiha –
mormorò, sdraiandosi nuovamente e infilandosi stizzita un
grosso cappello di paglia.
Anni 50, ovviamente.
- arrogante, lascivo,
irritante…- biascicò, agitandosi isterica
– e ora ci mancava anche questo caldo!- sbottò
poi, tirandosi a sedere e facendo volare via il vistoso cappello.
- Cazzo! – sbottò, i
piccoli pugni stretti lungo i fianchi.
- Ehy,
Yamanaka, guarda che ho in mano… –
Ino si voltò verso la voce, un lampo di furia omicida nello
sguardo.
Itachi la fissava divertito, il cappello stretto tra le mani pallide.
- ridammelo – sibilò
la ragazza, sistemandosi un ciuffo con fin troppa veemenza –
forza Itachi, ridammelo – continuò, quando gli
occhi scurissimi di lui si assottigliarono, divertiti.
- Credo di no –
sussurrò dopo qualche secondo di pausa, rigirandosi il
cappello tra le dita, facendolo roteare.
Ino strinse i pungi sulla sabbia, avvertendola filtrare dalla dita
schiuse – e il perché, caro Itachi?-
mormorò, masticando le parole tra le labbra, fremendo.
Seguì il movimento ondulatorio delle dita del ragazzo
attorno la falda del cappello, un fastidio alla bocca dello stomaco
- perché sei molto
più bella senza –
Ino arrossì, voltandosi rapida verso il bagnasciuga, negli
occhi un lampo malizioso e seccato.
- di solito non sei così
eloquente – borbottò, risentita, dopo qualche
minuto, mentre il vento le sollevava i ciuffi chiari dalla fronte.
Itachi poggiò il cappello sulle ginocchia, sdraiandosi sul
lettino – preferirei fare altro con te che parlare...
– sorrise sbieco, mentre il tono di pelle della ragazza si
andava arrossando.
E stavolta non era per
il sole.
- …ma tu sei solo una ragazzina, Yamanaka –
socchiuse gli occhi, lanciandole il capello con un gesto affettato.
- e tu uno…- Ino si morse un labbro - …non hai
detto così quando mi hai baciata –
Itachi le sorrise enigmatico – infatti l’hai detto
tu –
Ino si infilò gli occhiali con un gesto stizzito, bagnandosi
le labbra con la lingua.
- ma smettila – mormorò, rannicchiandosi
all’ombra e fingendo un ostentato disinteresse.
Come poteva lui renderla
così infantile?
- e quello lo chiami bacio? –
proseguì Ino, squittendo – mi hai solo preso alla
sprovvista, sabato scorso –
Itachi non si mosse, rimanendo immobile sul lettino.
- io non ho bisogno dei tuoi baci
– aggiunse la ragazza, osservando stizzita Sakura
avvicinarsi, bagnata e tremante, all’ombrellone – e
ora stai zitto –
Il ragazzo aprì una palpebra, un’aria strafottente
e divertita nello sguardo, mentre l’Haruno si affiancava alla
bionda, i capelli color cicca grondanti acqua.
- sempre all’ombra Ino? – chiese Sakura,
stendendosi ancora umida sull’asciugamano color pesca.
- lo sai che mi scotto facilmente – rispose a tono
l’altra, risentita.
Si aggiustò il cappello sulla fronte, sistemando un ciuffo
biondo ribelle e osservando Itachi seguire interessato la linea magra
della schiena di Sakura.
–l’acqua era perfetta – sbottò
questa, respirando a pieni polmoni nel costume striminzito –
non capisco perché rimani sempre qui sotto
l’ombrellone! –
Ino le lanciò un’occhiata fulminante, afferrando
con foga la crema solare, appoggiata a pochi passi da lei –
fai i tuoi bagni e non seccare, fronte spaziosa –
L’altra le mostrò la lingua, un finto tono offeso
nello sguardo.
- ha squillato il cellulare?- chiese dopo
qualche secondo, sollevandosi in ginocchio.
Si voltò appena, scontrandosi con l’ombra scura
del ragazzo accanto a loro.
- Uchiha – mormorò,
girandosi poi verso Ino – ma è sempre qui il
fratello di Sasuke?- chiese, sottovece.
Ino strinse le dita nei pugni, risentita – a quanto pare si
–
- terza stanza a sinistra –
mormorò Ino, la cartella stretta tra le dita pallide.
La minigonna ondeggiava pericolosamente sulle gambe magre, sollevandosi
ad ogni passo, mentre i piedini imploravano pietà, stretti
in quelle scarpette rigide e eccessivamente alte.
Forse Sakura aveva ragione ad obiettare che quello non fosse il modo
più consono di vestirsi per una ricerca scolastica.
Solo perché non era lei quella scelta per fare coppia con
Sasuke Uchiha, pensò la bionda, continuando la sua
estenuante ricerca per il corridoio dell’enorme casa, un
sorriso di vittoria sulle labbra truccate.
Già sentiva su di sé lo sguardo indagatore di
Sakura la mattina dopo, quello curioso di Tenten e quello intimidito di
Hinata.
Si aggiustò la camicia con un gesto affettato, fermandosi
davanti ad una porta di lucido legno nero.
Si schiarì la voce con un colpo di tosse, battendo poi con
due nocche - Sasuke?...ci sei? -
Afferrò nuovamente il manico scuro della cartella,
ondeggiando sulla gambe.
- Sasuke? – chiese nuovamente,
il tono lievemente stizzito.
Eppure la governante
aveva detto che era in cas…
- Sasuke!?- gridò ancora, le
dita frementi e la bocca piegata verso il basso.
Sbatté uno dei piedi, poggiando una mano sul fianco magro e
indolenzito.
Dannati allenamenti da
cheerleader!
Bussò nuovamente, più decisa – Sasuke,
posso entrare?- sbottò, la voce incrinata dal nervosismo.
- Sasuke è
momentaneamente uscito -
Ino rabbrividì, osservando l’ombra scura
proiettata sulla porta – Itac…-
- abbiamo litigato riguardo il
trattamento da riservare ad una sua compagna di classe…-
continuò, il tono di voce tra il mellifluo [velluto] e il
sarcastico.
Ino si voltò lentamente, scontrandosi con il torace magro e
asciutto dell’altro.
- non ti stanchi mai di giocare?-
Itachi ghignò, mentre un ciuffo scuro gli sfuggiva dalla
coda.
- …la compagna di
classe…Haruno, mi pare –
La bionda si morse un labbro, la presa alla borsa diventata
improvvisamente dolorosa.
- Non sai mentire –
biascicò, sollevando lo sguardo ad incrociare gli occhi
scuri di lui.
Itachi emise una risata soffocata, invadendo l’aria del suo
odore dolciastro.
- da come mi guardi sei tu quella a non
saperlo fare – rispose, appoggiando la mano alla porta alle
spalle di lei, quasi schiacciandocela contro.
Ino prese un forte respiro, gli occhi chiari ancora puntati in quelli
di lui.
- vuoi rubarmi ancora un bacio?
– chiese, in quel suo tono disarmante.
E Kiba, e Kankuro, e
Shikamaru…loro almeno una volta c’erano cascati.
Itachi le avvicinò il viso tra i capelli, respirando
l’odore vanigliato.
- credi che possa accontentarmi,
ragazzina?-
Il respiro della ragazza le si mozzò in gola e la camicia
aderente non le sembrò mai così stretta.
- dipende da quello di cui io mi
accontento – obiettò, mentre i numerosi bracciali
suonavano sinistri per il corridoio.
Itachi le sorrise, portandole una mano sotto al mento –
già, dipende –
- Itachi,
mollala –
Ino deviò lo sguardo dalle iridi scure del ventenne,
osservando stranita e lusingata il ragazzo che era emerso dal
corridoio, la divisa scolastica slacciata dei primi bottoni, i capelli
spettinati.
- fratellino, che gioia –
Itachi sollevò la mani sulla testa, gli occhi che roteavano
infastiditi – non eri scappato dalla mamma? –
Sasuke si avvicinò a larghe falcate, incontrando furente lo
sguardo di Ino – tu entra in camera –
ordinò, in un sibilo.
Ino girò sui tacchi alti, il cuore che le batteva violento
nel petto– si Sasuke – mormorò,
estasiata, osservandogli la linea virile delle spalle.
- buono studio – le
augurò Itachi, un velo di malizia negli occhi.
La bionda incrociò rapida il suo sguardo, mordendosi un
labbro.
Cosa aveva lui per farle
perdere sempre il controllo?
- Ino, Ino sei sicura di stare bene?-
Sakura le rivolse un’occhiata apprensiva, osservandola
gettarsi sul divanetto.
- fronte spaziosa, sta zitta –
biascicò la bionda, il tono divertito – siamo a
casa Uchiha, per la festa più grandiosa
dell’ultimo millennio e tu rompi per due birre?-
La rosa strinse le mani sui pugni, vagamente indispettita
- sette birre, Ino – puntualizzò, seccata
– e non puoi ridurti così ad ogni festa!-
La bionda le lanciò un’occhiata ebbra, ridendo di
gusto – io sto benissimo – ribadì,
accavallando le gambe – vuoi che ti sillabi
“benissimo”? -
Sakura smise di ticchettare con il piede, roteando gli occhi
– questa festa di Primavera sta diventando un incubo
– sbottò, le mani serate sotto al seno –
non ho voglia di farti la balia tutta la notte!-
Ino sorrise maliziosa, osservandole la cinta della gonna rossa aperta
– ti stavi divertendo con Naruto in camera di mamma Uchiha,
vero? – chiese, disincantata, mentre sulle gote
dell’altra appariva un leggero rossore.
- tu sei entrata come un demonio!-
sbottò – e comunque gli stavo aggiustando la
cravatta –
Ino rise nuovamente, sistemandosi con una mano la coda bionda
– la cravatta non è tra le sue gambe, Sakura
–
La rosa chiuse gli occhi verdi [sempre troppo onesti] – sei
ubriaca – per poi voltarsi irritata verso la porta
– ti vado a prendere un bicchiere d’acqua
–
L’altra la vide sparire per il corridoio, sbuffando
pensierosa.
Aveva promesso a Hinata di non allontanarsi da lei…mah, poco
importa.
A quell’ora suo cugino [ è
solo un cugino Ino, io e lui, io…lui è mio cugino
ma…] l’aveva già portata
in salvo.
In una di quelle stanze, forse.
A proposito di
stanze…
Ino si puntellò sui gomiti, osservando stranita la camera
dove Sakura l’aveva trascinata.
Tende scure, letto singolo, divano di pelle addossato alla parete
sobria.
Niente casco da Football nell’angolo però, ma
qualche libro di chimica e un paio di impolverati e vecchi trofei.
Per un attimo avvertì le gambe cederle [ e non erano le
birre].
- Yamanaka,
che fai? Ti nascondi nella tana del lupo? –
Itachi era affacciato al balconcino, tra le mani un bicchiere mezzo
pieno.
- e tu frequenti feste da adolescenti?
– chiese la bionda, portandosi una mano alla testa, le labbra
piegate in un ghigno seccato.
Maledetta birra.
Le faceva sempre quello
strano effetto [ non era la birra, smetti di
mentire ]
Itachi l’osservò sistemarsi il vestito lilla sulle
cosce magre e atletiche, leccandosi un labbro.
- forse c’è qualcosa
che mi interessa –
Ino colse l’allusione, piegando le labbra in un ghigno
– approfitteresti di una ragazza ubriaca? – chiese,
maliziosa.
L’altro si avvicinò alla porta, chiudendo con uno
scatto la serratura – per assicurarci che Sasuke non venga a
salvarti, stavolta –
Ino spalancò gli occhi chiari.
Un attimo dopo la bocca di Itachi era fusa con la sua.
Un minuto dopo Itachi era dentro di lei.
E le sue braccia erano attorno al collo del ragazzo.
E le sue labbra imploravano il suo nome.
Ino si sollevò sulle punte, scrutando ansiosa il portone
della villa.
- forza – mormorò,
saltellando nei jeans aderenti – forza esci –
Sistemò un ciuffo biondissimo dietro l’orecchio,
osservando l’orologio Gucci al polso.
Erano due ore che
aspettava.
Ignorò il trillo del cellulare, gettato nella borsa ( sempre
Gucci, la sua era ossessione) , tornando a fissare il portone.
Non poteva non uscire
mai!
Sgranò gli occhi azzurrissimi, quando una figura scura e
magra si fece largo tra la folla, le chiavi della macchina sportiva
strette nella mano.
Si voltò, osservandosi fugace al vetro della sua auto,
sorridendo maliziosa.
Era giunta
l’ora!
Fece qualche passo, il viso indifferente, un passo che seguiva languido
l’altro.
Alcuni ragazzi, stretti in una vecchia utilitaria, si voltarono verso
di lei, gli ululati ormonali che sfiorarono il cielo.
Ino roteò gli occhi, sorridendo.
Un tocco di classe per
la sua messa in scena.
Ancora qualche passo e…
- Oh Itachi, che meravigliosa sorpresa!-
sbottò, arrivando alle spalle del moro.
Il ragazzo si voltò, scrutando con aria disinteressata la
bionda, una sigaretta tra le labbra sottili.
Ino lasciò ondeggiare la borsa accanto le gambe, sorridendo
impaziente.
Nessuna risposta.
- passavo di qui e…- disse
allora, il cuore che le batteva in gola - …sono settimane
che non ci sentiamo…da quella sera e…-
Itachi si voltò verso la macchina, aprendo lo sportello e
gettandovi una borsa da palestra
La ragazza socchiuse la bocca, basita – ma che
diavolo…mi ignori? – sbottò, ritrovando
l’abituale aggressività.
Si portò una mano al fianco, facendo frusciare la stoffa
colorata della maglia – senti, mio caro! Nessuno tratta
così la Yamanaka, nessuno se la scopa e sparisce
e…-
Itachi la fissò, con i suoi occhi di graffiante velluto
– mi stai facendo far tardi, addio Yamanaka –
La bionda lo vide entrare in macchina e la portiera chiudersi con uno
scatto secco.
Lo fissò allontanarsi, sconcertata e furibonda.
Afferrò il cellulare, gli occhi che le si appannavano,
carichi di lacrime.
- Shika!- sbottò, quando la
voce assonnata rispose, all’altro capo del telefono
– no, non sto piangendo –
Rimase in silenzio, ascoltando la voce seria dell’amico e
afferrando il grosso portachiavi a forma di Hello Kitty – si,
sicuro. Ho il rimmel, sarebbe un disastro se lo facessi –
Aprì lo sportello dell’Audi, sedendosi aggraziata
– tra mezz’ora sono da te – il cellulare
in equilibrio sulla spalla – dobbiamo parlare della festa di
fine anno…- contrasse le ciglia, seccata – e non
tirare in ballo altre scuse. Vogliamo parlare di quello che Lei ti ha
fatto?-
Vogliamo parlare di
quello che Lui mi ha fatto?
[ Salvami dal dannato, Shika ]
La Yamanaka si voltò
di scatto, facendo oscillare appena il complicato chignon che stringeva
i lunghi capelli biondi ondulati.
Un ragazzo
più alto di lei di almeno una decina di centimetri (e lei
aveva i tacchi) camminava leggero verso di lei, elegante e composto,
sfoggiando il pantalone su misura nero e una camicia bianca sbottonata,
con una cravatta color fuliggine che penzolava mollemente, disfatta,
sul torace.
I lunghi capelli neri
erano racchiusi in un codino basso, e alcune ciocche scure gli
ricadevano sugli occhi, socchiusi e tenebrosi, che la fissavano neutri.
“Yamanaka.”
salutò laconico, rimettendo nel taschino dei pantaloni
l’accendino e soffiando via un po’ di fumo dalle
narici.
“Uchiha”
ringhiò Ino, irrigidendosi immediatamente. “Che
diavolo ci fai qui?!”
“Fumo.”
Ino scioccò
la lingua irritata. “Di questo me ne ero accorta. La mia
domanda era: cosa ci fai qui a questa festa, dato che non fai
più parte di questo liceo.”
Itachi
scrollò le spalle continuando ad avanzare, tanto che
d’istinto Ino indietreggiò sino a toccare la
propria auto.
“Ti importa
cosa faccia io qui?”
Era ancora bello come lo
ricordava, un dannato venuto per torturarla.
Breath into me - Not gonna
soffocate for this
by Kaho_chan
Ti voglio bene Lè
Buon
Compleanno.
01/06/2008
Questa shot è totalmente e inesorabilmente dedicata a
Lè, la dolcissima Kaho_chan, che oggi compie i
suoi meravigliosi anni!
Perché lei sa che l’adoro e che è la
mia grigia cucciola del cuore! E oggi amo anche la sua linea,
perché è sua e quindi va amata i quanto tale U_U
( ma da domani, quando interromperà le nostre discussioni su
msn, allora la odierò tanto e inveirò contro di
lei molteplici epiteti ).
Spero che il mio regalo – anche se te l’ho
anticipato anticipato – ti sia piaciuto tesoro! *_*
Un bacione…e credo di avercele davvero infilate tutte le
coppie! XD
Baci Roberta - Rò ( ma solo per Lè XD )
- Tronky!
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