Sherlock&Molly- Post 3x03
ATTENZIONE SPOILER 3x03!!!!
Sono fan Johnlock ma sono sempre stata anche un po' Sherlolly e devo
dire che questa nuova stagione mi ha ispirato parecchio questa coppia.
Per cui beccatevi il mio piccolo delirio su questi due. Più che
altro su Sherlock che, diciamocelo, anche se nella terza stagione
è migliorato, non è che ci capisca ancora molto bene in
fatto di sentimenti.
Preciso che non mi appartiene nulla, è tutto di proprietà di Moffat e Gatiss purtroppo.
Buona lettura!
Molly era cambiata.
Ne aveva avuto la conferma nei tre schiaffi che gli aveva
gentilmente regalato l'ultima volta che l'aveva vista. Beh, sì
se li era meritati, visto che dalle analisi fatta dalle sue piccole
mani era emerso che sì aveva assunto morfina e sì si era
drogato, ma era per un caso.
Non era strano che facesse cose simili quando era immerso in un problema piuttosto grosso che all'epoca era Magnussen.
Sapeva benissimo che solo qualche anno fa lei, per quanto arrabbiata
con lui, non si sarebbe mai permessa un gesto del genere, troppo
imbarazzata anche solo di averlo lì davanti.
Invece adesso era diversa, era tutto diverso tra di loro, dopo la
caduta. Lui si era fidato di lei e aveva messo la sua vita nelle sue
mani, e lei l'aveva aiutato senza chiedere nulla in cambio, fidandosi a
sua volta di lui e non facendo mai domande.
Un bel rapporto tra due persone era fondato sulla fiducia, no? Beh, da quel giorno potevano dirsi amici.
Eppure non lo erano davvero.
Forse perchè era una donna? No, anche Mrs Hudson era una donna e anche Mary, per cui doveva scartare quell'ipotesi.
Forse perchè sapeva che lei era da sempre innamorata di lui?
No, nemmeno quello, anche prima della caduta lo sapeva e non aveva mai
esitato ad approfittarsi di lei e del suo aiuto sfruttando i sentimenti
che lei nutriva nei suoi confronti.
Quindi no, non era nemmeno quello. Ma cosa allora?
Certo, Molly era diventata più sicura di sè,
nonostante fosse ancora un'insicura cronica, ma almeno era lievemente
migliorata. Probabilmente perchè aveva migliorato anche
l'opinione di se stessa.
Aveva capito che meritava una vita migliore e una persona accanto
che l'amasse davvero. Ed ecco che era comparso Tom. Ma poi si erano
lasciati, lo aveva capito quando non aveva visto più l'anello
sul suo dito.
E aveva capito che era stata lei a lasciarlo, anche se per lui era una cosa assurda. Insomma perchè avrebbe dovuto farlo?
Spalancò gli occhi di scatto uscendo dal suo Mind Palace per trovarsi davanti John che lo fissava curioso.
"Sherlock tutto bene? Hai un'espressione...strana. Direi che sei sconvolto".
Deglutì prima di parlare. "Molly Hooper è ancora innamorata di me".
La cosa che lo stupì e irritò al contempo fu la risata
di John. Lo fissò in cagnesco aspettando che parlasse.
"Andiamo Sherlock, non è una gran novità".
"Ma lei stava con Tom" replicò confuso.
"L'hai visto anche tu, no? Quel tipo si vestiva come te, tutto
elegante e con i capelli mossi spettinati. Ti assomigliava anche"
spiegò John con un tono di ovvietà che lo urtò.
"Questo l'avevo notato subito, ma cosa centra?"
"Oddio, per queste cose sei proprio ottuso. Ha cercato di
rimpiazzarti con qualcuno simile a te ma evidentemente non c'è
riuscita" rispose John.
"E perchè prendersi il disturbo di stare con qualcuno quando di questo qualcuno non te ne importa più di tanto?"
Era una cosa che davvero non riusciva a capire. Poteva restare
single e basta, perchè andare a buttarsi in una relazione se
dell'altro non te ne fregava?
Lui aveva rapporti solo con persone che contavano o per un modo o
per un altro. Mycroft era un'altra questione, era suo fratello e il
legame con lui non l'aveva scelto, ma c'era per quanto strano, assurdo
e particolare.
"Presumo per cercare di dimenticarti e andare avanti, visto che sa
benissimo che tu non starai mai con lei" rispose John appoggiando la
schiena alla poltrona.
Chiuse gli occhi, qualcosa nelle parole di John l'aveva inspiegabilmente infastidito.
"E' cambiata, vero?" mormorò portandosi le mani giunte sotto il mento.
"Molly? Sì, parecchio. Credo non dimenticherò mai gli
schiaffi che ti ha dato" John non riuscì a nascondere
l'ilarità nel tono di voce.
Alzò un angolo delle labbra sorridendo spontaneamente. "Neanche le mie guance".
John scoppiò a ridere.
Una volta smesso lo sentì schiarirsi la voce. Stava per
fargli quella domanda a cui non avrebbe saputo dare una risposta
decente ed esauriente.
"Perchè stai pensando a Molly?"
Irrigidì la mascella e disse le tre parole che odiava sopra tutte le altre quando erano insieme. "Non lo so".
"Sher..."
"Non lo so, va bene?!" ripeté con stizza aprendo gli occhi.
"Ok...scusa anche se non so per cosa mi sto scusando esattamente" blaterò John a braccia conserte accavallando una gamba.
Alzò un sopracciglio confuso.
"Insomma, perchè sei così nervoso?" proruppe John.
Sbuffò facendo uscire un po' della sua frustrazione. "Io l'ho vista".
"Quando?"
"Nel mio Mind Palace, quando Mary mi ha sparato" confessò.
John cambiò posizione bruscamente. Non gli piaceva ricordare quell'episodio e il ruolo che aveva avuto Mary.
"C'erano anche Mycroft e mi pare Anderson".
"Anderson?!" esclamò John con sorpresa.
"Lui solo per un secondo in realtà. Posso capire Mycroft..."
"In che senso?"
"Nel mio Mind Palace Mycroft mi sprona a ragionare e capire. Lui e
Molly mi hanno fatto capire come e cosa avrei dovuto fare per non
morire" spiegò con foga.
"Forse hai visto Molly perchè è una patologa" riflettè John.
"Perchè non te che sei un dottore allora?"
"Non lo so come funziona il tuo cervello, Sherlock. Se non lo riesci a capire tu..."
Annuì. John aveva ragione, doveva essere lui a capire
perchè in quelli che avrebbero potuto essere i suoi ultimi
secondi di vita aveva visto Molly Hooper.
*
Stava camminando nel suo Mind Palace verso la stanza che portava il nome di lei.
Non era mai entrato veramente, non ne aveva mai sentito il bisogno. E non sapeva nemmeno cosa aspettarsi.
Si fermò incerto davanti a quella porta di legno di noce
-registrò che era dello stesso colore dei suoi occhi- e
appoggiò la mano sulla maniglia fatta di metallo -come i tavoli
operatori, su cui l'aveva vista china la prima volta che l'aveva
incontrata- stringendola forte.
Prese un respiro prima di abbassarla e aprire la porta con lentezza.
Fece un paio di passi dentro e poi chiuse gli occhi, venendo
investito da una sensazione di calore piacevole, che lo
tranquillizzò all'istante.
Davanti agli occhi gli comparvero immagini che nemmeno si ricordava
di aver immagazzinato nel corso degli anni, tutti i dettagli e le
piccole cose che conosceva di lei. E si sorprese di quante fossero.
Sapeva come prendeva il caffè (due zollette di zucchero e un
poco di latte), qual era il suo colore preferito (verde come i suoi
occhi, gli aveva detto una volta), dov'era vissuta prima di venire a
Londra per lavorare al Bart's (nel Surrey), che odiava il caldo ma
che era molto freddolosa e le piaceva farsi scaldare dai raggi del sole
in inverno. Aveva un gatto di nome Scott (i graffi sulle mani, il nome
non ricordava proprio quando l'aveva scoperto), suo padre era morto una
quindicina d'anni prima (cancro al pancreas), sua madre invece era
deceduta per un aneurisma cerebrale (da circa dieci anni), niente
sorelle o fratelli, niente nonni, solo una zia di nome Anne che viveva
a Oxford. Le piaceva passeggiare per Kensington Gardens, il cibo
italiano, cinese e messicano, andare al cinema e diversi telefilm come
Doctor Who (cosa ci trovavano lei e John?), Merlin, Downton Abbey e i
film romantici e strappalacrime (il suo preferito era The Notebook).
Come poteva sapere che d'inverno non accendeva quasi mai il
riscaldamento in camera sua perchè preferiva avvolgersi bene
nelle coperte facendo sbucare alla fine solo i capelli e un pezzo della
fronte? Ah sì, cinque anni fa era andato a casa sua a prendere
dei piedi che in teoria lei avrebbe dovuto portare a casa sua dal
laboratorio, ma gli aveva chiesto di passare da lei perchè stava
male. L'aveva salutata mettendo la testa nella sua camera da letto e
l'aveva vista, ecco perchè lo sapeva. E aveva addocchiato anche
le enormi pantofole di peluche fucsia ai piedi del letto e il piumone
che aveva sfumature dal rosa chiarissimo al lilla e viola.
Erano piccoli dettagli che credeva di aver cancellato, ma che invece aveva inconsciamente archiviato e registrato.
Ma perchè il suo cervello l'aveva fatto? Perchè?
Odiava le cose senza logica. Perchè c'erano tutte quelle cose di Molly Hooper nella sua testa?
-Caring is not an advantage, Sherlock-
Le parole di Mycroft gli rimbombarono nel cervello. Si portò
le mani alla testa sforzandosi di trovare una ragione, un motivo che
spiegasse perchè, perchè quella stanza fosse piena di
ricordi e immagini che non avrebbero dovuto essere lì.
-She's a goldfish, your goldfish, Sherlock-
La voce di Mycroft e le sue parole lo portarono a spalancare gli occhi.
"Molly..." sussurrò sorpreso.
Lei c'era sempre stata per lui, sempre, anche quando si comportava
male e la feriva, lei non si era mai tirata indietro dall'aiutarlo e
dopo Lestrade, era stata la prima persona a fidarsi di lui dopo il suo
passato da drogato.
Adesso capì che l'aveva schiaffeggiato perchè
sì era arrabbiata con lui, ma soprattutto perchè era
preoccupata che fosse tornato nel tunnel della droga. Era preoccupata
perchè lo amava.
E probabilmente anche lui nutriva per lei qualcosa, forse non era amore ma era qualcosa di maledettamente simile.
"Sherlock?"
La voce di John lo riportò alla realtà. Era coricato
sul divano e il sole aveva lasciato il posto al buio della sera. Erano
passate ore quindi, e John lo fissava dalla soglia del salotto con in
mano una busta della spesa.
"Sono andato a comprarti qualcosa da mangiare, il frigorifero a parte le dita è vuoto...ma mi stai ascoltando?"
Si alzò in piedi di scatto mettendo a posto le maniche della
camicia e guardandosi in giro alla ricerca della giacca. Ah, era
sulla sua poltrona.
Se la infilò sotto lo sguardo confuso di John.
"Sherlock?"
"Io esco" disse mettendosi la sciarpa e il cappotto.
"Ok, dove vai?"
Si girò per guardarlo in faccia e gli sorrise. "Dal mio goldfish".
Non fece caso all'occhiata confusa e stupita di John che era già in fondo alle scale.
Aprì la porta e uscì in strada alla ricerca di un taxi.
Doveva parlare con Molly, cercare di capire come procedere con questa cosa...ah e poi baciarla ovviamente.
Al pensiero sollevò un angolo della bocca prima di entrare nel taxi che l'avrebbe portato da lei.
Spero che siate ancora vivi. Sono già in astinenza di Sherlock....vabbé sono un caso perso.
Un bacio
Nikki Potter
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