Diary

di Ita rb
(/viewuser.php?uid=4427)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Note: Salve a tutti, anche io pensavo di aver concluso questa fan fiction con i pensieri di Ukoku, ma all'improvviso un'immagine mi ha fatto prompare quanto segue e non posso fare a meno di renderlo noto al mondo (?) liberandomi così dell'ingombro del pensiero indesiderato.
xoxo


Quella era una successione non gradita, una beffa del fato che lui non avrebbe mai neppure degnato d’uno sguardo – troppo preso dalla routine, troppo preso dal suo affetto e dal preciso ordine che voleva dare alle cose, contaminando anche Komyo che ne sembrava immune.
Il suo maestro gli era sempre apparso come una sorta di miraggio: con quell’intensità s’era affacciato alla sua vita, cogliendolo da terra come fosse un tesoro abbandonato, e con la stessa intensità si apprestava ad abbandonarlo lì, nello stesso mondo che pareva detestarlo.
Tanto inutile quanto poco producente, quella carica gli era stata posta sul capo con un segno rosso che sapeva di sangue e imperterrita non aveva voluto saperne di andar via.

«A cosa stai pensando?» La voce di Goku parve riscuoterlo all’improvviso, mentre gli occhi ormai maturi del bonzo si sgranavano appena nel fissare il foglio che aveva dinanzi. Cosa stesse pensando, in realtà, era un mistero bello e buono – e forse sarebbe stato meglio che questo restasse lì, placidamente appoggiato sulla scia dei ricordi.
«A nulla», schioccò seccato, sollevandosi dalla sedia per raggiungere il ragazzino. Solo allora, finendogli di fianco, rimase ritto nella sua postura e puntando lo sguardo verso il cielo decise di lanciarvi contro l’origami che aveva in mano.
Nessun foglio bianco avrebbe eguagliato la bellezza dell’arancio in contrasto con l’azzurro, ma quell’aeroplanino altrettanto veloce guizzò via con stupore del giovane eretico che non mancò d’osservarlo con una sorta di meraviglia – nostalgia di qualcosa di distante, si disse.

 
Dovrei essere arrabbiato con voi, Maestro, perché vi siete preso la briga di designare la linea di tracollo di questa vita mai richiesta; eppure, contrariamente a quel che possa pensare di continuo, non riesco a farlo.
Chi scorge le mancanze altrui ed è sempre pronto ad irritarsi, di costui crescono le passioni ed egli è ben lungi dalla loro distruzione.1
Ne sono consapevole.


1 Detto Buddhista.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2400906