Noi.

di NeversayForever
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Capitolo 1: Claudia.

Frequento gli scout da quasi dieci anni e lei da quasi otto eppure prima del reparto non l’ avevo mai notata. Essendo due anni più piccola di me, è anche comprensibile ma è di suo che non si fa notare. Sempre sulle sue, dapprima timida, ma devi solo imparare a conoscerla perché è una persona meravigliosa. Per me è nana, sono una testa più alta di lei, ma per i suoi 13 anni dovrebbe risultare abbastanza alta nei suoi 157 centimetri e troppo magra.. ma per me è perfetta. Pelle scura e capelli neri che si tinge perché non le piacciono ma non bado al colore quando li accarezzo. E poi c’è il suo sorriso.. quell’insostituibile sorriso che pian piano mi fece innamorare di lei. I suoi grandi occhi scuri, tanto scuri, mi parlavano ma capii quattro mesi dopo averla conosciuta che in realtà mi amava.

Si chiama Claudia ed è la cosa più bella che mi sia capitata e la sua, anzi direi un po’,  la nostra storia comincia ad aprile. A quanto so parlavamo, parlavo visto che lei annuiva perché persa nei miei occhi e con un uragano nello stomaco non capiva nulla di ciò che dicevo ed io ero troppo ingenua per capire che mi guardava diversamente. Mi guardava con occhi di chi cerca la certezza nelle labbra dell’ interlocutore, uno sguardo attento e discreto ma allo stesso tempo triste e scoraggiato perché sicura di non potermi avere. Aveva solo 12 anni e si chiedeva cosa volessero dire quelle emozioni, si chiedeva cosa sarebbe successo, e se un giorno me lo avrebbe detto. Giorni strazianti per lei. Mi vedeva abbracciata con altre persone e pensava che in tutta la sua vita non avrebbe mai potuto avere un mio abbraccio, una mia carezza, un mio bacio. Quanto a me, vivevo la mia vita senza darle troppa importanza.. la vedevo come l’ anziana di pattuglia.

Passarono i mesi e luglio arrivò puntuale, e con lui il campo. Forse la cosa che Claudia più desiderava visto che doveva passare 10 giorni a studiarmi ventiquattro ore su ventiquattro. Casualmente ci siamo trovate insieme a dormire tutte le sere. La disposizione non si cambiava e mentre io dormivo e rimanevo nei miei sogni, di notte e di giorno, lei continuava a osservare. Sapeva praticamente tutto di me prima ancora del 25 luglio 2013.

E proprio il 25 alle ore 16, inizia a piovere e Mimmo ci fa rientrare nelle tende ma la nostra pattuglia era sparsa in altre tende e ci ritrovammo da sole. Era il suo momento. Se non si fosse avvicinata a me in quel momento non lo avrebbe fatto più così…




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