titolo sconosciuto
Amare non è mai peccato
Che diavolo stava succedendo? Erano giorni
che Logan si faceva questa domanda. Esattamente da quando Daniel aveva iniziato
a comportarsi in modo strano. Come ogni giorno stava aspettando il suo migliore
amico nel cortile della scuola, ma di Daniel non c'era traccia. Logan iniziava a
spazientirsi, la ricreazione era quasi finita e lui non arrivava. Alla fine si
decise a tornare in classe, con l'intenzione di parlargli alla fine delle lezioni.
Anche questa è andata. Con questo
pensiero Daniel entrò nella sua classe e cercò di pensare a come comportarsi con
Logan una volta finite le lezioni. Durante la ricreazione si era rifugiato in
biblioteca, ma sapeva che per la strada del ritorno non aveva scuse. Logan non
era uno stupido, aveva di certo capito che qualcosa non andava, senza dubbio
voleva delle spiegazioni. Ma per la prima volta in otto anni, Daniel non voleva
confidarsi con lui.
"Allora?"
"Allora cosa?"
"Come cosa? Ti ho aspettato in cortile oggi,
come al solito"
"Mi serviva un libro e sono andato in biblioteca"
"E non potevi dirmelo?"
"Non è che devo informarti su ogni mio spostamento!"
Logan non riusciva prorpio a capire, Daniel
non gli aveva mai risposto con quel tono. Era sempre gentile, ora invece
sembrava che non vedesse l'ora di allontanarsi da lui. Logan era sempre più
convinto che qualcosa non andasse, e aveva tutta l'intenzione di capire di cosa
si trattava.
Ma Daniel non era affatto daccordo.
"Io mi fermo qui"
Per Daniel era troppo difficile stargli
vicino e reggere il suo sguardo, così arrivati davanti ad una libreria si
fermò, con la speranza di poter rimandare il discorso.
"Cosa devi fare qui?" Logan iniziava a
spazientirsi sul serio.
"Mi serve un libro"
"Un altro?"
"Si... io... devo prorpio andare" Così
dicendo gli voltò le spalle e si diresse all'entrata.
"Aspetta" Logan non aveva alcuna intenzione
di lasciarlo andare così.
"Vengo con te e ti faccio compagnia"
"Cosa? No... no... non è necessario"
Daniel ormai era nel panico e questo
spinse Logan ad insistere.
"Ma si, così ne approfitto per dare un'occhiata"
"A te non piacciono i libri, davvero Logan
non è necessario che resti, vai a casa"
"Ma no io..."
"Ti ho detto di andare!" Daniel non voleva
essere così duro, ma non sapeva come fare, l'unica cosa che voleva era scappare
il più velocemente possibile da lì. Ma l'occhiata ferita di Logan lo costrinse a
ritardare la fuga.
"Mi dispiace Logan, ma è davvero meglio se
vai a casa, ci sentiamo dopo ok? Ciao"
Logan rimase qualche secondo davanti
all'entrata a chiedersi per l'ennesima volta cosa diavolo stava succedendo.
Il ragazzo appena entrato nella libreria non
poteva essere Daniel. Non il Daniel dolce e gentile. E neanche quello paziente e
spiritoso. Quello non era il suo Daniel. Con quei pensieri nella
testa si diresse verso casa, con la ferma intenzione di risolvere il mistero.
Daniel nel frattempo girovagava tra gli
scaffali, senza realmente guardare i libri davanti a se. Pensava a Logan e alla
sua espressione ferita di prima. Gli dispiaceva trattarlo così, ma non sapeva
più che fare, per quanto ci avesse pensato non era riuscito a trovare una
soluzione. Erano settimane che ci rifletteva sù, esattamente da quando si era
accorto di essersi, inevitabilmente, inesorabilmente e perdutamente innamorato
del suo migliore amico.
Ciò che sconvolgeva Daniel non era l'idea di
essersi innamorato di un ragazzo, ma di esserlo di Logan. Lo stesso Logan che
conosceva dall'età di dieci anni e che per lui era fondamentale nella sua vita.
Aveva paura che se avesse scoperto i suoi sentimenti, inevitabilmente, il loro
rapporto sarebbe cambiato. E lui non lo voleva, teneva troppo alla sua
amicizia per rischiare di perderla. Anche se iniziava a temere che se avesse
continuato a comportarsi così, sarebbe stato lui stesso ad allontanarlo da se.
Logan camminava avanti e indietro per la sua stanza,
non riusciva prorpio a capire il comportamento di Daniel. Prima d'ora il suo
amico non gli aveva mai nascosto niente, sin da quando si erano conosciuti si
erano sempre raccontati tutto, per questo lui non riusciva a capire perchè
adesso lo evitava. Perché ormai era certo, Daniel lo stava evitando,
se fino ad ora Logan aveva avuto qualche dubbio, la scena davanti
alla libreria glieli aveva fatti sparire. L'ora della cena era passata da un pezzo
e Daniel non si era ancora fatto sentire, nonostante gli avesse detto che lo
avrebbe fatto. Logan non era un tipo paziente, e con Daniel aveva aspettato fin
troppo, così si decise ad andare a cercarlo a casa sua.
Daniel era sdraiato sul suo letto a leggere un libro, o almeno a
provarci, quando sentì bussare alla porta. Prima ancora che potesse rispondere
l'uscio si aprì e Logan fece il suo ingresso nella stanza. Alla sua vista Daniel
rimase paralizzato, non sapeva che dire o fare, e oltretutto l'espressione di
Logan non prometteva niente di buono.
"Logan cosa...?"
"Dobbiamo parlare!"
"Ma..."
"Non ci saranno ma stavolta!"
Logan sembrava non avere nessuna intenzione di arrendersi
stavolta, e Daniel non sapeva prorpio come comportarsi. Così per difendersi fece
l'unica cosa che in quel momento gli sembrava possibile fare. Attaccò.
"Io non ho niente da dirti Logan"
"Si invece che ce l'hai! Ed è inutile che usi quel tono con me, ti
conosco troppo bene per cascarci!"
"Si può sapere cosa vuoi?"
"Te l'ho già detto Daniel, voglio parlare. C'è qualcosa che ti
turba, e non provare a negarlo, te lo si legge in faccia.
Per non parlare del tuo comportamento" Logan era andato lì con l'intenzione di
farsi dare una risposta alle sue domande e non se ne sarebbe andato senza.
"E se anche fosse? Se anche ci fosse un problema, perché dovrei
parlarne per forza con te?"
"Maledizione Daniel! Guardami, sono io, Logan. Noi ci siamo
sempre detti tutto, non abbiamo mai avuto segreti, con me puoi parlare lo
sai"
"No io non posso"
Daniel era nel panico, sapeva che ormai era arrivata la resa dei
conti, ma aveva troppa paura di perderlo per potergli dire la varità.
"Si che puoi, Daniel io per te ci sono sempre stato e continuerò ad
esserci qualsiasi cosa mi dirai"
"Non puoi dirlo con certezza"
"Certo che posso! Cavolo Daniel sei la persona più importante per
me, come fai a non capirlo"
"Logan io..." Daniel sembrava non riuscire prorpio a parlare e
Logan era sempre più disperato.
"Daniel perchè non capisci che il tuo silenzio mi fa male, io non
riesco a capire... cosa ti ho fatto? Perché qualcosa devo aver fatto per essermi
meritato questo tuo comportamento..."
"NO! Non è colpa tua ma sola mia" Daniel ormai era sull'orlo delle
lacrime, e vedendo i suoi occhi lucidi Logan gli si inginocchiò davanti e gli
prese le mani tra le sue.
"Dimmi cosa c'è che ti fa star male e ti giuro che ti aiuterò a
sconfiggerla, Daniel, io... tengo troppo a te per vederti così" Ormai anche
Logan era aveva gli occhi lucidi, e capendo che col suo comportamento non faceva
altro che farlo soffrire, Daniel si decise a dirgli la verità.
"Io... sono innamorato..." Daniel non aveva il coraggio di
guardarlo negli occhi, così non potè vedere il lampo di tristezza che attraversò
quelli dell'amico.
"La conosco?"
"Non è una lei" Ora Daniel piangeva sul serio e Logan si dava
dello stupido per non aver capito prima.
"Daniel... Daniel ascoltami, amare non è mai peccato, che sia un
ragazzo o una ragazza è sempre qualcosa di meraviglioso"
"Lo so, non è questo che mi fa stare male"
"E allora cosa? Io non riesco a capire... parlami"
"Non posso... non posso"
"Perché?"
"Perché ti amo"
A quelle parole Logan chiuse gli occhi, non riusciva a crederci,
Daniel, il suo Daniel, gli aveva confessato di amarlo. E ora era lì
davanti a lui con gli occhi rossi e gonfi dalle lacrime, che cercava di
nascondergli il viso.
"Daniel ascoltami..."
"No... no ... non voglio"
"Daniel io... mi dispiace..."
Sentendo le sue scuse Daniel capì di non avere speranze e cercò di
liberarsi dalla presa dell'amico, ma Logan non glielo permise.
"Fammi finire"
"Non voglio sentire"
"Ma io voglio dirtelo, mi dispaice di non averlo capito prima, mi
dispiace che tu ti sia tormentato, e mi dispiace per il tempo che abbiamo
perso"
"Perso? Che vuoi dire?"
"Voglio dire che ti amo"
A quelle parole Daniel sollevò la testa di scatto e vide il
dolcissimo sorriso che Logan gli stava rivolgendo.
"Tu... tu...mi ami?"
"Si Daniel ti amo"
"Ma... come... tu... io..." Daniel era nel pallone ormai e non
riusciva prorpio a capire. Logan lo amava, lo amava.
"Daniel io non te l'ho detto prima perché pensavo che tu non mi
ricambiassi e non volevo rischiare di perdere la tua amicizia"
"Non posso crederci, non ti ho detto niente neanche io per lo
stesso motivo"
"Daniel, Daniel, siamo prorpio due scemi!"
"Dimmelo di nuovo"
"Ti amo"
"Di nuovo"
"Ti amo"
"Ancora"
"Daniel ascoltami bene, io ti amo, e non mi stancherò mai di
dirtelo" Detto questo Logan avvicinò il viso a quello di Daniel e finalmente lo
baciò, come desiderava fare da tanto tempo. E Daniel lo ricambiò con tutto
l'amore che provava, che di sbagliato non aveva prorpio niente. Perché amare non
è mai sbagliato.
Questa è la prima storia originale che scrivo, spero vi sia
piaciuta almeno un pò, anche se non sono riuscita a esprimere tutto quello che
volevo. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, e se vale la pena scriverne
altre!
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