fantasmi
Intro!
Salve a
tutti!! Io sono Celeste e qui c'è un nuovo capitolo della storia
"Devil ghosts VS pirates". Cosa ne dite? Secondo voi è abbastanza lungo?
Ma che sto sparando? Non lo hanno ancora letto, come possono sapere se
va bene? Ok, sto letteralmente impazzendo... Vado va che se no vi
annoiate a leggere l'intro...
BYE & buona lettura!
CELE ;)
Io, te ed i ricordi...
Quel ragazzo dai capelli neri stava parlando con una commessa.
"Mi scusi signore, non può girare in questo supermercato in costume..." disse la commessa.
"Ma io non sono in costume" rispose il ragazzo.
"Comunque non può girare a petto nudo"
"Ok, andrò a comprare una maglietta in quel negozio laggiù". Passammo e continuammo per la nostra strada.
"Allora? Cosa prendiamo?" chiese Sanji appena entrammo nel reparto cibo.
"Boh, giriamo e guardiamo quello che serve..." risposi. Ci mettemmo a
camminare per il reparto. Credo che quella sia stata luna delle spese
più divertenti della storia. Ci divertivamo a scherzare sulle
persone strambe presenti in quel posto, solo che forse le uniche
persone strambe lì eravamo noi. Arrivammo alla cassa, misi le
cose sul nastro scorrevole. Davanti a noi c'era lo stesso ragazzo dai
capelli neri di quando eravamo arrivati.
"Euro? Cosa sono?" chiese quel ragazzo.
"Soldi?" rispose sarcastica la cassiera.
"Non accettate Berry?" domandò di nuovo il ragazzo. Era perplesso.
"Ehm... No, non so neanche cosa siano". Sentendo la conversazione mi
intromisi dicendo:"Ehy amico, posso pagarti io la maglia se vuoi...".
Sorrisi. Lui si girò e si stupì di non avermi
riconosciuto e sorrise come non mai.
"Celeste! Cosa ci fai tu qui?" disse abbracciandomi.
"Ci abito?"
"Ah, già..."
"Scusate, io dovrei avere i soldi perchè se no si forma la
fila..." disse la cassiera e rendendomi conto della situazione e pagai
sia il mio che il suo.
"Comunque, questo è un mio nuovo amico. Si chiama Sanji..."
dissi mostrando il biondino passeggiando con i sacchetti in mano.
"Sì, lo conosco. Ciao Sanji, come stanno gli altri?"
"Come vi siete conosciuti?" chiesi.
"Alabasta ti dice nulla?" (capito vero chi è?)
"Alabasta?"
"Già, Alabasta..."
"Ace, non ti capisco!" (per chi non avesse capito ^_^ ) esclamai. Ero molto perplessa.
"Lo so, lo so". Mi mise una mano sulla spalla opposta a lui e mi
strinse per un secondo. Sanji stava a guardare mentre chiacchieravamo.
"Sentite, io chiamo un taxi perchè questi sacchi pesano e io
sono una ragazza, forza minore cervello maggiore!" sorrisi e loro
capirono che era una battuta. Tirai fuori il cellulare e feci un numero
sulla tastiera. Dopo circa 5 minuti arrivò una macchina gialla.
Io salii davanti e Ace e Sanji dietro.
"Oh, buongiorno signor Tettamanzi! Come sta?" salutai il tassista.
"Bene signorina!"
"E la sua famiglia?"
"Bene, grazie!"
"Dove la porto?"
"Via Bologna 16, grazie". Partimmo, i 20 minuti di strada a piedi
divennero 10 e quando arrivammo alla meta dissi:"Tenga, questi sono i
soldi che le devo e tenga il resto come mancia!"
"Ma sono 7 euro!"
"Li tenga comunque, per la sua gentilezza e perchè non abbiamo
fatto una gran tranquillità" sorrisi e me ne andai. Il taxi
partì e ancora io ero davanti a i ragazzi e loro erano dietro
che parlavano. Ace iniziò la conversazione dicendo:"Che gentile
che è, è proprio una ragazza perfetta..."
"Sì, e ha anche un culetto bello rotondo..." Sanji, il
pervertito di turno, fece un cerchio con le mani. Ace, che di solito si
arrabbiava quando venivo considerata una ragazza facile o cose
così, gli diede una manata gentile sul braccio. Arrivammo alla
casetta e le risate provenienti dall'interno erano abbastanza rumorose.
Là dentro Rufy si era lamentato su qualcosa che non capii mai e
Nami lo stava picchiando. Tutti gli altri della ciurma ridevano.
Entrammo e tutto tacque.
"ACE??" urlarono in coro tutti vedendolo entrare.
"Eilà!" salutò e Rufy gli saltò al collo.
"Cosa ci fai qui?" chiese appena si staccò.
"Provviste" sorrise "E poi sono stato invitato qui da lei"
"Ehy! Chi ti ha invitato?" scherzai.
"TU!". Ci mettemmo a ridere e tutti ci guardavano strani. La giornata
passò velocemente, divertimento e felicità. Arrivò
la sera, tutti si misero nei letti a dormire tranne io. Stavo fuori, in
terrazza a guardare il cielo stellato. Stavo seduta con le gambe
appoggiate al petto tenendole con le mani.
"Ehy, allora non ero il solo a essere sveglio...". Ace arrivò fuori e si sedette sul divanetto affianco a me.
"Cosa ci fai qui? Non sei stanco dopo tutti quei divertimenti?" chiesi guardandolo.
"Io no, tu?"
"No... E' bello questo cielo stellato. E' perfetto per pensare...". Tornai a guardare in alto.
"A che?"
"A tutto..."
"Io stavo pensando ai vecchi tempi..."
"Ai vecchi tempi? Sai, anche io pensavo a quello..."
"Più precisamente?". Per quel argomento non mi piaceva guardarlo negli occhi.
"Tristezza..."
"Tristezza?"
"Sì tristezza..." le lacrime iniziarono a sgorgarmi dagli occhi "Ho subito molto dolore se non lo sai..."
"Chi è stato? Dimmelo e io non so cosa gli faccio!"
"Sei stato tu..."
"IO?"
"Sì, tu... Con nessuna tua lettera, con nessuna tua chiamata,
con niente di niente di tuo!". Lui si girò e mi guardò
dall'alto, era molto più alto di me. Lo guardai, le lacrime mi
rigavano il volto.
"Sai cosa vuol dire andare al liceo senza il tuo migliore e unico amico? Lo sai?"
"Ma non mi avevi detto di avere altre due amiche?"
"Ma io non sono la loro unica amica...". Non rispose. Appoggiai la testa sulla sua spalla.
"I-io non ce la faccio più... Tutti gli scherzi e le prese in
giro. Ace, io...". Non riuscii a finire la frase che mi addormentai
lì, sotto il cielo stellato.
"Oh, ciao Nami. Vuoi la colazione?" salutai quando la navigatrice entrò in salotto/sala da pranzo.
"No, grazie" si sedette accanto a me "Allora? Con chi parlavi ieri sera?"
"Che intendi dire?"
"Sentivo, non dormivo. Stavo leggendo un giornale... Dai, puoi dirmelo"
"Ace..."
"Ace?"
"Già...". Inzuppai un biscotto nel latte.
"E cosa dicevate?"
"Niente... Si parlava dei vecchi tempi"
"Eravate amici giusto?"
"Sì, eravamo molto legati e lo siamo tutt'ora..."
"Ma c'è qualcosa tra voi?"
"Tipo?"
"Boh... Qualcosa di più di amicizia?"
"No, non credo...". Proprio mentre dicevo quella frase arrivò Ace che si sedette al tavolo.
"Colazione?" chiesi allontanando la sedia dal tavolo per alzarmi.
"Oh, solo una brioches di quelle confezionate che abbiamo preso ieri
grazie!" rispose sorridendo. Mi alzai e andai in cucina. Aprii la
credenza e presi la specie di cartone contenete le merendine.
Tutto andava bene finché... non sentii una frase che non avrei
dovuto sentire. Nami sussurrò:"Ehy, sai che ieri vi ho sentiti?
Penso che Celeste provi qualcosa per te...". Allora mi fermai. La cosa
che mi stupì fu la reazione di Ace. Lui si mise a ridere..
Lasciai cadere la brioches e restai al centro della stanza in piedi per
circa un minuto. Avevo la bocca aperta per lo stupore. Il cuore mi si
spezzò in mille pezzi. Dopo, appena mi ripresi, raccolsi la
merendina e andai in sala da pranzo/salotto con un passo nè
veloce nè lento, ero solo arrabbiata e allo stesso tempo triste.
"Tò!" urlai lanciandogli in faccia quello che aveva chiesto, poi
ancora con la stessa camminata andai nel giardino sul retro,
sbattei la porta e mi diressi verso l'altalena. Quasi piangevo,
anzi piangevo. Ero circondata solo dai miei pensieri e dai singhiozzi.
Dondolavo un po', mi rilassava e lo fa tutt'ora. Nel bel mezzo di
singhiozzi e singulti sentii dei passi, non vedevo chi era arrivato
poiché mi ero messa in modo da dare le spalle alla casa. Era
Nami... Stette in piedi dietro di me per un po' finché non si
decise a parlare.
"Che ti è preso?" chiese. Non risposi.
"Allora? Cosa è successo? Sei per caso lunatica?" richiese.
"Niente! Affari che non ti riguardano!". Ero troppo arrabbiata e quindi
Nami non disse nulla. Sono sicura che Nami mi stette fissando, un
presentimento... Dopo un po' la sentii andarsene. Stetti lì a
pensare e singhiozzare. Mi sembrava che fossero passate delle ore, ma
passò solo una mezz'ora. Tutti si svegliarono, stranamente anche
Zoro, e la casa si animò. Tutti sembravano non accorgersi di me,
sottolineare sembravano. Arrivò l'ora di pranzo e si
sentì Rufy supplicare i presenti per avere del cibo. La gente in
casa mangiò senza esitazione. Io non avevo fame, ero ancora
provata dall'esperienza. Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano,
gli occhi erano rossi e il volto rigato. L'unica cosa positiva era che,
non truccandomi, la faccia e gli occhi non erano neri. All'improvviso
sentii una porta sbattere, arrivò qualcuno e sapevo chi era...
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