blue stars.

di zaynsclouds_28
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Blue stars.

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Quando ero piccola mi piaceva guardare le stelle. Le fissavo per ore intere, senza interruzioni di nessun tipo. Mi trasportavano in un mondo parallelo in cui amavo rifugiarmi.
Fra tutte, però, ce n’era una che preferivo alla lunga.

Era la stessa che ero convinta di riuscire a scorgere ogni sera, nello stesso punto, alla stessa ora, giorno dopo giorno. Fui ossessionata da quel magico luccichio fino al mio decimo compleanno, quando mi regalarono un mini telescopio, alla mia portata. Lo amai fin da subito e quando a scuola scoprii che ogni stella aveva un suo colore, allora non mi fermai finchè non riuscii a scoprire quello del mio astro.
Mi venne detto che la mia stella, in realtà era davvero enorme, che brillava come poche altre e che raggiungeva temperature altissime.

Per questo, le attribuirono il colore blu.

In realtà io il blu l’avevo sempre odiato, così mi autoconvinsi che la mia stella fosse di un bell’azzurro, uno di quelli intensi, forti, impressioanti. Perfetti.
Me innamorai sempre più perdutamente. Ogni notte, non dimenticavo mai di accasciarmi sul letto e, prima di addormentarmi, di fissarla per un po’. Forse poco, forse troppo tempo, non saprei dirlo.
Continuai così per anni interi, finchè un giorno non incontrai qualcosa di ancora più magnifico e rassicurante della mia piccola stellina.

Era un qualcosa di blu, smeraldo, ma più chiaro. O forse azzurro, quasi indaco, ma più scuro. Insomma, qualcosa di misto, indefinito, ma così perfetto. Qualcosa che se ti perdevi a fissare, saresti potuta rimanere lì all’infinito.

Ed in più quel qualcosa erano due.
Insomma, due occhi, due smeraldi, due grandi stelle dal colore immensamente perfetto.

Iniziai a sognarli di notte, a stare sveglia di giorno a sognarli, aspettando la notte per ricadere fra le braccia di Morfeo e ricordarli nuovamente. Ed è questo ciò che più mi stupì.
Avevo sempre saputo che avrei amato quei due pozzi azzurri più della mia stella, più della mia vita, più di ciò che per gli altri davvero importava. Erano i miei incubi e i miei sogni migliori, i miei pianti e le mie risate, la mia gioia e il mio dolore, i miei sorrisi e le mie imprecazioni.

Erano davvero tutto, ma poco dopo mi resi conto che da questi non avrei mai potuto avere niente. Il loro possessore non era alla mia portata. Era lontano da me. Lontano di mente e di fisico.
Impossibile da raggiungere, e così decisi di mollare.


Tentai di tornare alla mia stella, ma poi mi resi conto che questa non mi bastava e che, in ogni caso, non avrei potuto avere nemmeno lei.
Così capii che non aveva più senso esistere nemmeno per me, senza quegli occhi blu nemmeno la mia vita bastava.


E fu così che me ne andai anch’io da questo mondo, forse più vicino alla mia stella.
O forse con la speranza di poter essere amata da quegli occhi. Magari in un’altra vita, magari in un altro tempo.

Potersi perdere in quel blu.




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