Attenzione,
possibile spoiler (capitolo 662), possibile tragedia
Perché
sì, perché necessitavo di ciò!
Allyn
*°*°*°
Il Nostro Oblio
Sasuke &
Naruto
Silenzio,
opprimente, gradini da
salire, luce ed ombra, un vento forte che non portava odori, e i suoi
piedi
avanzavano ancora, guidati da una forza che non sentiva provenire dai
muscoli
ma dalla pura volontà di andare avanti, di scoprire il
mistero di quel luogo
dove si era risvegliato.
Ricordava la
confusione, le grida
ovattate degli altri, il pungente sapore del sangue, i battiti che
rallentavano
e il respiro che si faceva sempre più debole, poi il dolore
lancinante, uno
strappo, poi il nero terribile dell’oblio.
Camminò
per minuti infiniti, per ore,
forse per giorni interi, senza sentire stanchezza, senza sentire fame o
sete,
solo la voglia di andare avanti.
Non capiva, non
sapeva, non riusciva
a riconoscere quel luogo, lui che di posti assurdi ne aveva visti
tantissimi, a
partire da quella sua anima piena di demoni e promesse.
Poi lo vide.
Di spalle, con
la spada infilata
nella cintura viola, i capelli scompigliati e neri, le gambe lunghe,
slanciate,
il simbolo degli Uchiha sulla veste chiara che gli ricopriva le spalle,
un foro
a rovinarne la trama del tessuto.
“Sasuke”
Lo chiamò, avanzando verso
di lui.
“Allora,
alla fine, sei morto anche
tu?” Parlò l’altro, senza voltarsi.
“Morto?
Che stai dicendo ‘Suke, siamo
qua entrambi” Mormorò sconcertato.
“Il
solito stupido. Siamo morti,
entrambi” Rispose tristemente.
Naruto non
capiva, non riusciva a
comprendere come fosse possibile una cosa del genere, se erano davvero
morti perché
ora si trovavano in un posto del genere, insieme:
“Se ti
consola saperlo...beh, non l’ho
capito neppure io” Sussurrò Sasuke rispondendo ai
suoi muti interrogativi.
“Sei
morto?” Naruto scoprì che anche
in quella dimensione poteva piangere, poteva soffrire, poteva
inginocchiarsi a
terra e sentire lo stomaco contorcersi, il cuore implodere.
La morte di
Sasuke sarebbe stata
anche la sua morte, quella era una verità che aveva appreso
da anni, una
consapevolezza vile che gli aveva urlato tempo addietro in uno di quei
tanti
scontri senza senso, così dolorosi. Ed era
paradossale, che mentre
prendeva coscienza anche del proprio decesso, fosse quello di Sasuke a
farlo realmente
soffrire.
Erano stati
amici, rivali, nemici,
fino a combattere una guerra insensata, spezzarsi ossa, frantumare
sogni e
desideri, combattere ancora e riscoprirsi alleati, tornate fianco a
fianco,
come un tempo, senza dire una parola, come se il passato non fosse mai
esistito, come se la spada che Sasuke aveva impugnato per difenderlo
non fosse
mai stata puntata contro il suo collo...
Naruto
l’aveva perdonato ancora, e
ancora, e l’aveva amato, ancora e ancora, sognando quel
futuro insieme,
sognando di lavare il sangue dalle loro mani e di infilare le dita
ruvide tra
la morbidezza dei suoi capelli neri, sfiorargli il viso e sussurrare il
suo
nome.
“Sasuke”
Morti. Sorrise,
insieme anche nella
morte, pensò, era la sua promessa, l’aveva
mantenuta, e anche se non sarebbe
mai divenuto Hokage era riuscito a mantener fede ad una delle tante
parole che
si era inciso nel cuore.
“Ho
resistito, fino all’ultimo” Disse
Sasuke sottovoce.
“Per
mio fratello, per la foglia,
avevo iniziato a sperare in un villaggio migliore...Itachi, ho
fallito.”
Ammise.
“Casa
nostra, prego che gli altri
siano riusciti a sconfiggere il nemico, che la pace torni”
Naruto ripensò a
tutti i compagni, agli amici, a Sakura, a Kakashi.
“Che
importa, noi non esistiamo più.”
Ribatté l’Uchiha.
“Tu
per me esisti” il biondo si
avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, Sasuke
rabbrividì a quel tocco,
Naruto fece scorrere le dita sulla stoffa della veste, per poi arrivare
a
quella pelle candida, scoperta dove la trama si interrompeva in un foro.
“Mi ha
trapassato, da parte a parte,
con la mia spada” Spiegò senza indugiare. Naruto
poggiò i polpastrelli con più
forza sull’epidermide immacolata. “La ferita non
c’è più, nessuna cicatrice,
nessun segno di qualsiasi battaglia io abbia combattuto in
vita” Si voltò verso
di lui e lo guardò negli occhi.
Naruto
sospirò, era il viso di Sasuke
quello che ora poteva vedere nel nulla assoluto, erano i suoi occhi
nerissimi,
gli stessi di quando erano bambini, parevano però
rassegnati, tristissimi.
Le sue labbra
sottili si aprirono per
sussurrare: “Io ho fallito”.
A Naruto venne
naturale stringere
quel corpo al suo, piangere ancora, contro la sua spalla, odorare il
suo collo,
scoprire che quello era l’unico odore che poteva percepire in
quel luogo privo
di vita, di suoni, di sensazioni.
C’era
solo Sasuke, in quel nuovo
mondo dopo la vita, solo Sasuke, la sua voce, i suoi rimorsi, il suo
dolore, il
suo respiro.
“Per
me se vivo” Rantolò,
riempiendosi il naso della fragranza muschiata della sua pelle
chiarissima.
“Sei
vivo per me Sasuke” E lo baciò
sulle labbra, leggermente, scoprendo che quello era un sapore che
qualcuno gli
aveva permesso di poter sentire ancora.
“Siamo
morti” Continuò a ripetere l’Uchiha
dopo ogni contatto con le labbra carnose dell’altro.
“Io ti
ho amato così tanto, quando
ero vivo” E pianse anche Sasuke, lasciandosi stringere.
“E ora siamo morti”
Riprese, tremando, stringendo i pugni.
“Insieme,
siamo insieme” E Naruto,
mentre ripeteva quelle parole sapeva di poter scorgere un barlume di
felicità
anche nella desolazione della morte, Sasuke era lì, con lui,
per sempre.
Non sarebbero
diventati uomini, non
avrebbero visto Konoha rifiorire sotto la loro guida, non sarebbero
invecchiati, deridendosi e poi cercandosi con gli occhi, ormai complici
di una
vita lunga e condivisa, non avrebbero più avuto niente, in
quell’oblio eterno
sarebbero rimasti sempre il Naruto e il
Sasuke
di quel giorno senza fine, morti sul campo di battaglia, forse
ricordati come
eroi, ancora ragazzi, alla fine, solo ragazzi.
Note
di Allyn
Sto
ancora piangendo
per il capitolo 662 di Naruto, Kishimoto è crudele,
insomma...ho dovuto
scrivere questo, perché era troppo doloroso tenersi tutto
dentro...
Ah,
insieme anche nella
morte...dolcissimi, spezzati, così giovani.
Brevissima
Oneshot
sulla mia coppia preferita.
Per
cose più allegre c’è
sempre la long idiota: LA DICIANNOVESIMA REGOLA è ONLINE!
(yuppie)
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