1.
Capitolo Uno.
Quando si mette una cosa in
testa…
“Hai esattamente un minuto”
scandì il mezzodemone, con sguardo stizzito.
Miroku annuì, fervido, e scattò
come una molla oltre la porta della classe.
Quella sarebbe stata un’impresa
eccezionalmente difficile, un arduo compito che solo una persona come Miroku
Houshi sarebbe stato in grado di compiere. Ed Inuyasha Hanyou sperava con tutto
il cuore che fallisse.
Un urlo femminile squarciò la
scuola, conseguito da una serie di imprecazioni non ripetibili ad orecchio
umano, fino a che la figura atletica del moro ricomparve nell’aula, trafelato.
Si poggiò stancamente al primo banco che la sua mano individuò, ma un sorriso
vittorioso gli aleggiava sul volto abbronzato.
Inuyasha lo fulminò con
un’occhiata al vetriolo. “Fanculo Miroku” esalò solo, scostando il capo
furiosamente. Cazzo, aveva perso ancora.
Il ragazzo scoppiò in una
fragorosa risata, il cui suono era attutito dal respiro irregolare. Si avvicinò
di qualche passo al suo migliore amico. “Era fin troppo facile” asserì,
guardandolo con i suoi occhi blu mare “Dai, infiltrarsi nel bagno delle ragazze
è una cazzata!”.
L’espressione di Inuyasha Hanyou
mostrava appieno ciò che sarebbe successo se il suo amico avesse osato dire una
parola di più.
“Chi? Quel pervertito del quarto
anno?” domandò Kagome, con un sopracciglio alzato.
Sango ascoltava innocentemente la conversazione, mentre
Ayame sospirava tragicamente.
“Si, a quanto pare si trattava di
una delle solite scommesse di Hanyou… fatto sta che mi ha praticamente rotto i
timpani” ghignò “C’erano solo ochette senza cervello in quel bagno ed i loro
urli isterici mi hanno interrotto la crescita”.
Kagome si lasciò scappare una
buffa risatina, mentre Sango sorrideva, senza darlo a vedere.
“Comunque quei due non hanno
niente di meglio da fare che scommettere?” borbottò Sango, con sguardo di
diniego nei confronti di quella strana forma di divertimento.
“A quanto pare no” replicò Ayame,
infilandosi in bocca un pezzo del pranzo. Masticò voracemente. “E poi è
divertente” sussurrò.
Sango spalancò gli occhi un
istante, più per finta che per vero, e fece un profondo respiro. “Non è affatto
vantaggioso scommettere”
borbottò.
Kagome annuì, anche se lanciò
un’occhiata di comprensione ad Ayame. “Si, nella maggior parte dei casi si
perde… ma però è davvero divertente”
esclamò, spolverando il banco dalle briciole.
Ayame sorrise, maliziosa.
“Visto?”.
La ragazza dagli occhi color
ametista lanciò uno sguardo tragico al soffitto e poi riprese a mangiare
elegantemente.
Cadde il silenzio, e forse,
sarebbe stato meglio se fosse
continuato a persistere, immane. Invece, Ayame Kimeo prese parola lasciando
sconvolte le altre due ragazze. “Perché non scommettiamo anche noi?” fu
l’innocente domanda che scombussolò gli animi di Kagome e Sango.
Le due la guardarono scettiche,
ma poi Kagome si lasciò andare ad una risatina. “Perché no?” fu la sconvolgente
replica “Cosa vorresti scommettere?”.
Sango sgranò gli occhi.
“Aspettate un attimo! Vi rendete conto che state per scendere nel baratro delle
scommesse clandestine?!” domandò, tragica.
Ayame aggrottò profondamente le
sopracciglia e si lasciò andare su una seggiola. “Mi piace il buio”.
La mora si mise nuovamente a
ridere e Sango le guardò sconsolata.
“Io direi che bisogna scommettere
qualcosa di interessante…” disse la rossa, guardandosi attorno come alla ricerca
di una vittima.
Kagome si grattò il mento,
pensosa. “Entrare nel bagno dei maschi?” fu la proposta.
Sango la fissò scandalizzata
immaginando penose reazioni maschili alla vista di Kagome entrare nei loro bagni.
“No, direi di no” esaminò Ayame
“A meno che tu non voglia essere additata come una tr… facile” si corresse, per non attentare
al candore della puritana Sango Hirai.
La suddetta le lanciò
un’occhiataccia. “Perché non scommettete di non scommettere?” fu la proposta,
acida.
Ayame la liquidò con un’occhiata
della serie ‘No comment’ e proseguì il suo ragionamento.
“Io direi che si potrebbe
scommettere…” sussurrò, guardandosi ancora attorno. Il suo sguardo vacuo cadde
direttamente su un ragazzo che, incauto, passeggiava nel corridoio. “Ma certo!
Scommettiamo di sedurre Koga Yoro!” fu l’esaltante proposta.
Kagome, sbigottita, sorvolò con
lo sguardo sul ragazzo. “Lo scapolo
d’oro?” esalò, senza fiato. Era un’impresa più facile a dirsi che a farsi.
Era un ragazzo bello, atletico, studioso, buono e gentile. Ed era proprio per
quello che non cedeva alle lusinghe, ai ricatti, ed era assolutamente onesto.
Insomma, impossibile imbrogliarlo. E pretendere che si innamorasse di te era
un’eresia. “Impossibile”.
Ayame sorrise maliziosa. “Deduco
che questo lavoraccio toccherà a me” commentò, serafica.
Kagome sospirò, valutando i pro e
i contro della cosa. Quante possibilità c’erano che Koga Yoro capitolasse alle
avances di Ayame? Pochissime. Lui non faceva sesso senza amore. Era galante. Era
un gentleman. “Va bene. Scommetto che non riuscirai a conquistare Koga
Yoro”.
Sango, che aveva osservato
sconvolta la scena, si tirò un piccolo schiaffetto sulla fronte, stravolta. Non
poteva avere amiche normali?
La rossa tornò a guardare la mora
negli occhi e sorrise. Si, avrebbe sedotto Koga Yoro e i Kami sapevano che
quando si metteva una cosa in testa, non c’era modo di levargliela!
Porse la sua mano. “Accetto”.
La strinsero. Patto
suggellato.
Ayame era il predatore. Koga, la
preda.
E Kagome il cacciatore.
Note dell’autrice:
Tentativo alquanto assurdo,
alquanto fuori di testa… ma insomma, mi mancava una storia AU. Sicuramente ci
saranno queste coppie: KAGGY/INU, SANGO/MIRO, AYAME/KOGA. Per RIN/SESSHI non lo
so… non garantisco.
Spero che il capitolo sia stato
carino. Avviso che sono lenta a scrivere e molto spesso mi manca l’ispirazione,
ma come sempre vado avanti.
I bet on you significa “Io scommetto su
di te”.
Mi raccomando, lasciatemi un
piccolo commento… una spintarella a scrivere il secondo capitolo ^__^
Ice Princess, xoxo.
P.S. Guardate che ho trasferito
le informazioni su “Return Of Innocence” nel mio forum. Il link è nel mio
profilo. Cominciava a starci stretto >O<