La luna era alta nel cielo ed andava a rischiarare quella cupa notte di fine agosto, infausta e malinconica
Addio
Lily...
La luna
era alta nel cielo ed andava a rischiarare quella cupa notte di fine
agosto, infausta e malinconica. Con sguardo colmo di rassegnazione e
dolore osservava il lento infrangersi delle onde sull’arenile
roccioso, i loro frizzanti zampilli andavano a bagnargli il volto
creando tracce di lacrime. I lunghi e neri capelli erano coperti di
brina mentre un forte vento gli graffiava gli occhi. Una mano diafana
andò a chiudere maggiormente il cappotto in nera pelle che
delineava il torace scolpito. Un dolore sordo al petto, lei l’aveva
rifiutato. Ore passato ad osservarla nascosto dietro la siepe della
sua dimora, ore silenziose, discrete, meravigliose. Ma lei non aveva
voluto….
“Mi
dispiace Severus……, io non ti amo!”
L’aveva
detto gentilmente, tentando di nascondere la vera in argento che
portava all’anulare destro. James Potter… James l’aveva
conquistata. Lentamente si erse in tutta la sua altezza, un’ombra
scura nella notte. Uno sguardo al cielo, uno scintillio negli tetri
occhi, dolore, sofferenza. Un ricordo riaffiorò alla sua
mente.
“Buono!”
“Cosa Lily?” “questo odore… menta e
vaniglia.”
Sofferenza,
dolore, James.
Con un
agile salto scese dallo scoglio sul quale era salito in cerca di
pace, la morbida sabbia oltrepassò la barriera degli stivali
anch’essi in pelle. Gli occhi divennero vitrei.
Sofferenza,
dolore.
Ma
l’argine non si ruppe.
James,
Lily. Dolore, amore.
Anima
straziata, supplizio eterno. Il suo volto si specchiò nella
plumbea acqua agitata dalla furia di Tritone, la sua immagine
arrivava distorta e confusa rispecchiando lo stato di estrema
confusione del suo animo. Pressione sul cuore che attanaglia le
viscere, il battito accelera, il respiro rallenta, la mete vola.
“Cosa
farai della tua vita severus?” “Non lo so, non c’ho
mai pensato!” “ No… tu sai!” Un sorriso
triste ad animarle il volto.
“Ti
ho delusa … vero Lily?” Parole urlate alla luna mentre
l’immagine di lei plasmava il pallido disco luminescente. Con
movimenti veloci estrasse un pacchetto di Marlboro. Menta e vaniglia.
“Buono!”
“ Cosa lily?”
Lily,
gioia e dannazione.
Un leggero
pop segnalò la smaterializzazione, una modesta villa si
presentò nella sua semplice bellezza. Risate allegre, vivaci.
La sigaretta volò rapidamente a terra per essere spenta sotto
la suola dello stivale.
Lily…Addio!
Il sole
sorgeva alto nel cielo andando a risvegliare gli abitanti di casa
Evans. Una giovane ragazza si affacciò all’uscio per
afferrare il giornale dal piumato messaggero. Un odore le colpì
le narici. “ James, tu fumi?”
Erano
passati anni da quel giorno, ma nonostante questo il ricordo non
l’aveva abbandonato, indelebile nella mente. Fuoco sulla pelle.
“La risparmi mio signore!” Chiese accorato Severus.
“Perché?” Domandò spettrale. “Non
centra niente,,,,lei non ha colpe..” Incertezza nella voce.
“Mio fedele mangiamorte… se sarà possibile.”
Sentenziò congedando il suo braccio destroed esortandolo a
prepararsi alla battaglia. “Ah l’amore, quell’inutile
ed insignificante sentimento..” Sussurrò con voce roca
l’oscuro richiamando l’attenzione del mangiamorte su di
se. “Lily Evans…. Avete frequentato Hogwarts assieme…
lei grifondoro, amica e poi moglie di James Potter. Ti disprezzava se
non erro, cosa ti lega alei?” Chiese con uno strano brillio
negli occhi. “L’amore è un sentimento debole, non
adatto ai miei seguaci!” Continuò non ricevendo
risposta. “Vai a prepararti Severus e non deludermi…
conosci le conseguenze!” Aggiunse mentre un sinistro ed ostile
sorriso gli ornava le labbra. Con un cenno d’assenso ed un
rispettoso inchino Severus Piton si affrettò a lasciare la
stanza con uno spiacevole presentimento che venne ulteriormente
amplificato dalla presenza di Minus fuori dalla stanza. Un viscido
ghigno si delineò sulle sottili labbra dell’uomo.
“Buongiorno Piton” Biascicò ricordandogli uno
sporco ratto. Senza degnarlo di uno sguardo il mangiamorte si diresse
nei suoi alloggi per prepararsi all’attacco. Obbiettivo: casa
Potter.
Quella
notte un pezzo d’anima se ne era andato, per interminabili
istanti il cuore aveva smesso di battere, il tempo si era fermato.
Nulla aveva più importanza, nulla aveva consistenza se non il
cadere di quel delicato corpo con tonfo sordo al suolo, i suoi bruni
capelli macchiati di rosso carminio. Un fantoccio senza vita, unica
testimonianza della splendida ed insostituibile donna che era stata.
Lily Evans era morta lasciando su questa terra un bambino bambino
dagli occhi smeraldini con un peso enorme sulle spalle.
E quella
notte lo promise : il neonato sarebbe sopravvissuto.
La
leggenda andava protetta.
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