TIME LINE oltre la storia

di The Ghostface
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La storia parte dopo l'episodio Cyborg il Barbaro,
è corta e senza grandi aspettative ma è carino come siano intrecciati coi fatti reali, spero vi piaccia e visto che i personaggi storici sono reali, se qualcuno li sente "screditati" ma lo faccia sapere, vedrò cosa posso fare per migliorarli o peggiorarli, a seconda.
in verità non avevo nulla da fare ieri sera e l'ho scritta in quattro ore, mi è costata fatica ma volevo a tutti i costi pubblicarla entro oggi, ora smetto di rompere...
buona lettura      Ghostface


PARTENZA
«Hey ragazzi! Guardate che cos’ho costruito!»
 «Un’altra utilissima macchina per fare le cialde?» il sarcasmo della maga è sempre screditante per il mezzo robot.
«Molto divertente Corvina. Ricordate quando sono tornato indietro nel tempo?»
«Certo Cyborg, lo ricordo bene»
«Ebbene ho appena creato un geniale congegno che mi permetterà di tornare a far visita a Sarazim, purtroppo questo macinino può tenere aperto il varco spaziotemporale solo per un paio d’ore, poi si è rispediti nella propria epoca»
«Sei sicuro che funzioni? A me sembra una fotocopiatrice modificata» domanda BB incerto.
«Funziona alla perfezione, come tutto quello che costruisco»
«Vuoi davvero tornare nel passato?»
«Certo BB, voglio almeno spiegarle cos’è successo»
«Attento Cyborg, è pericoloso interferire nel passato»
«Starò attento, Robin»
«Amico Cyborg, sei sicuro che funzioni?»
«Tranquilla Stellina, andrà tutto bene, solo allontanatevi di qualche centimetro o rischiate di venire risucchiati in diverse epoche, ma solo per due ore in ogni caso»
I Teen Titans indietreggiano di un poco.
Cyborg abbassa la leva centrale del bizzarro macchinario.
Tutto il macchinario inizia a vibrare sempre più violentemente, poi finalmente si apre un cono di luce variopinta, il cono si schiaccia su se stesso creando un vero e proprio portale spaziotemporale che genera un risucchio sempre più forte verso se stesso.
«Eureka! Ho creato la macchina del tempo!»
Ma i sensori sul bracciò di Cyborg iniziano a lampeggiare di rosso.
«Maledizione!»
«Che vuoi dire con “maledizione”?» grida Robin, aggrappato al divano per non finire dentro il portale.
«Ho sbagliato a calibrare la potenza del reattore, se non uscite subito da qui finirete dentro anche voi!»
Ma ormai era troppo tardi per scappare, il violentissimo risucchio del portale tira a sé i giovani eroi uno dopo l’altro.
Corvina resiste per metà fuori dal portale aggrappata disperatamente alle sue bande magiche.
«Corvina, lasciati andare!» le urla Cyborg da dentro il portale
A malincuore la giovane maga lascia la presa.
«Con l’ultimo fiato che mi rimane in gola ti maledico razza d’imbecille»
 
«Puoi aprire gli occhi adesso»
Con suo grande stupore Corvina si rende conto di fluttuare nel nulla assieme ai suoi amici, in una dimensione dai colori accesi e mescolati, quasi psichedelici, non c’è un solo colore che Corvina riesce a riconoscere.
«Benvenuti nell’ottava dimensione, quella utilizzata dalla luce per spostarsi»
«Assurdo! E tu hai creato un portale per questo posto!?» dice BB entusiasta.
«Che bizzarri colori, com’è che sulla Terra non ce ne sono di così belli?» trilla Stella incuriosita.
«Normalmente noi non possiamo vedere tutte le tonalità della luce, ma qui nell’assenza di tutto eccetto della luce riusciamo a percepirle» risponde il mezzo robot.
«Attenzione! Si sta aprendo un varco!» esclama Robin.
«Ogni varco può portare solo uno di noi, io devo andare da Sarazim, ma non ho idea di dove finirete voi»
«Visto che veniamo dal futuro è ovvio che noi non possiamo morire nel passato, vero?» domanda BB preoccupato.
«Per niente, rischi la pelle come nel presente, state attenti e buona fortuna!» risponde Cyborg poco prima di finire in un altro varco che si chiude appena lui è passato.
«Cyborg!»
«Robin, cosa facciamo?»
«Non possiamo fare altro che entrare in un portale e resistere per due ore, mi raccomando non toccate nulla o stravolgerete il presente» anche Robin sparì in un varco, così come BB, Stella e Corvina.
 




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