Forse era così che si era sentito Jonathan -
chissà perché, poi, pensava a lui mentre era
Alexander quello steso accanto a lei, sudato e sporco del sangue di
chissà chi - fra le gambe di Lucy, e non poteva fare a meno
di immaginarseli, quei due vuoti immensi a graffiarsi sopra un letto,
scie di lacrime e solchi sulla pelle - e magari il nome Mina a fior di
labbra, fra sospiri di rimorso.
Forse era
così che si riempiva un vuoto - col corpo di qualcun altro,
se si trovava un qualche incastro disperato -, o magari erano solo
gemiti fini a se stessi quelli che saturavano l'aria e le sue orecchie,
quasi per dirle che fra tutto quello che aveva perso c'era ancora
spazio per la rabbia - ma quant'era bella, quella rabbia, che adesso la
faceva sentire così viva.
Aveva le
dita intrecciate agli ultimi istanti di vita di qualcuno - speriamo non sia stata una donna
a riempirgli la bocca prima di me, era tutto
ciò che riusciva a pensare, invidiosa di chi fosse morta
saziandolo - eppure non le pesavano quelle mani macchiate di sangue che
avevano colorato anche il suo ventre: chissà se gli faceva
venir voglia di mangiarla, con quei riflessi cremisi sul grembo e
più in basso, e chissà quale sapore aveva
apprezzato di più, mentre con la lingua aveva indugiato
dov'era più molle - e gliel'avrebbe detto lei, mangiami, amore, mangiami,
quando era tornato a leccarle il collo e succhiarle le labbra, se non
fosse stata troppo occupata a trattenere il fiato.
Eppure
Alexander - Vlad? - aveva tentato di amarla piano, lentamente:
era partito trattenendosi, come temesse di trovarla troppo stretta,
troppo timida, troppo vergine
- e Mina si era vergognata di non esserlo per lui, di aver
gettato via il suo primo sguardo stupito e dolorante, il primo
imbarazzo di mostrare le cosce nude e il seno vulnerabile -
chissà come le si erano imporporate le guance, mentre
Jonathan le accarezzava -, di aver sacrificato il primo bacio
più spinto - ma
qualcosa era mai stato spinto come quello in cui era impegnata tuttora?
- eppure si ritrovò a ridere divertita, come
una pazza, mentre Alexander le chiedeva perché. Perché pensaci, amore
mio, c'è mai stata una prima volta diversa da quella fra me
e te?
Perfino Alexander
sorrideva adesso - l'avete mai visto, un matto triste? - e a lei venne
da amarlo se possibile ancor di più, per quella smorfia
uguale da tre o quattrocento anni, per come socchiudeva gli occhi
mentre godeva, per come la teneva prima per le spalle, poi per i
fianchi, poi per le mani, e poi... e
poi baciami di nuovo, Alexander, ché non ne posso fare a
meno.
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