UCLA, innamorata della mia coinquilina

di iloveroseandrosie
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Quella serata si prospettava una bella serata. C’era la festa nel dormitorio delle matricole, occasione per conoscere nuove persone e blablabla. Occasione anche, però, per stare con la mia magnifica ragazza. I nostri amici, appena ci videro arrivare mano per la mano non capirono subito cosa stava succedendo tra di noi, finché George, un ragazzo alto e bruno con gli occhi azzurri, davvero niente male, l’unico gay della comitiva, non urlò con la sua vocina “Ommioddiostateinsiemechebello!”

All’inizio la cosa mi aveva imbarazzata e non poco, ma dopo qualche minuto vidi che a tutti la cosa stava bene – forse anche perché così c’era meno competizione per le ragazze – e, dando un bacio alla mia ragazza, sorrisi a tutti chiedendo se non c’erano problemi per nessuno. Tutti risposero in coro che “No assolutamente, scherzi? Anzi, è bellissimo!” e ci avviammo allora a quella che sembrava una festa niente male.

Lily, che mi teneva ancora per mano, inciampò qualche volta su per le scale a causa di tutte le decorazioni appesa di qua e di là che erano cadute sugli scalini.

“Sei proprio imbranata haha! Lascia che ti aiuti, hai un sacco di fili e di ghirlande tra i piedi e in mezzo alle gambe…” e, guardandoci, ridemmo per il doppio senso che avevo appena fatto.
“Ah si? E stasera secondo te, sarò così fortunata da avere qualcosa altro lì in mezzo…?” mi disse sfiorando leggermente le mie labbra con le sue, ma facendo attenzione a non annientare la distanza che le separava.
“Beh, te l’ho detto… tutto sta a vedere come ti comporti” e detto quello, restai ancora un po’ con le labbra vicino alle sue, per poi subito girare la testa e continuare a camminare. Dio, mi faceva diventare pazza. Avevo una voglia assurda di sbatterla contro un muro e fregarmene di quelli che avrebbero o non avrebbero potuto vederci. Ma non potevo, cavolo!

Arrivate al secondo piano, andammo a servirci due bicchieri di una cosa che sapeva di limone e vodka e ci andammo a sedere con gli altri sui divanetti all’interno della casa. Era grande, molto più grande di quella che avevamo noi due. Appena sedute, dovemmo raccontare come “questa cosa fosse successa” e “da quanto ci piacciono le ragazze”, domande alle quali odio rispondere. Non ti chiedo mica “da quanto ti piacciono i ragazzi” o “da quanto ti piace la carne” dio santo. È cosi. Ma tutte le volte, mio malgrado, faccio buon viso a cattivo gioco e rispondo, ormai è come se recitassi una poesia.

“Io lo so più o meno da un anno, non è successo di colpo, cioè non è come dire “cavolo, mi manca una gamba” che vedi subito”. Pausa risate. “è una cosa che scopri, come se scoprissi di avere uno zio cantante: l’hai sempre avuto, ma solo ora ne scopri l’esistenza”. Ero abbastanza soddisfatta della mia spiegazione-non-spiegazione. Non avevo detto niente di troppo personale, ma in qualche modo avevo soddisfatto le loro curiosità. Toccò a Lily, e devo ammettere, ero curiosa di sentirlo. Mi prese la mano.
“Beh per quanto riguarda a me, sono una golden star, ovvero non sono mai andata a letto con uomo” disse guardandomi, per poi aggiungere “E non mi va neanche, dal momento che ho trovato Kat” e mi baciò.

Sentii dei fischi di approvazione da dietro il divano, ma non prestai attenzione a quei tizi senza cervello. Cioè, eravamo entrambe abbastanza fighe, ma non per questo dovevano per forza commentare. Dopo un po’, decidiamo di andare a ballare insieme a tutti gli altri, visto che eravamo una delle poche coppie ad essere rimaste sedute sul divano. Un po’ mi vergognavo, ma la decisione e la sicurezza di Lily mi influenzò e fece sì che la seguii senza indugi. Eravamo entrambe un po’ brille, quindi non ci importava che a qualcuno potesse non andare a genio il fatto che stessimo insieme. E, sinceramente, andò bene così.

Arrivate sulla “pista da ballo” (in realtà era sempre in quella stanza, ma facciamo finta di niente), Lily mi prese i fianchi e mi strinse a sé, cominciando a ballare in una maniera a dir poco “hot”. Era così bella, il suo profumo mi mandava in estasi e i suoi capelli scendevano così morbidi sulle sue spalle che la facevano sembrare una dea.

“Mi piaci da morire Lily” le sussurrai in un orecchio, prima di baciarle il collo.
“Anche tu Kat…” e tra un gemito e l’altro mi prese la faccia tra le mani e mi diede un bacio che mi fece girare la testa. Appena le nostre lingue cominciarono a danzare, le presi le natiche tra le mani e cominciai a palparle. Erano così sode! Era così maledettamente bella!
“Sei stupenda” riuscii a dire tra un bacio e l’altro “sei la ragazza più bella ed eccitante che abbia mai visto in vita mia”
“Torniamo in stanza, prima che ti tolga i vestiti davanti a tutta questa gente. E sai che lo farei” disse sorridendo e continuando a baciarmi.

Si girò, e, sotto lo sguardo curioso delle matricole non impegnate a sbaciucchiarsi o troppo ubriache per fare attenzione a quello che succedeva, andammo in camera quasi correndo. Avevo una voglio pazza!

Arrivate davanti alla porta, non trovavo le chiavi, forse anche a causa di Lily che continuava a baciarmi e a toccarmi dappertutto. Finalmente, trovai le chiavi e aprii la porta. Subito, la buttai sul letto – che avevamo creato attaccando i nostri due singoli – le tolsi il vestito e presi a baciarle tutto il suo bellissimo corpo.

“In effetti” dissi arrivata all’ombelico “sta molto meglio per terra quel tuo vestitino”
“Magari vuole un po’ di compagnia, che dici?” e così dicendo, mi ritrovai nuda su di lei.

Mi fece girare così da stare a cavalcioni su di me, e tirò fuori dal cassetto quello che sembrava un vibratore. Mi guardò eccitata, cercando un consenso da parte mia.

“Hai capito tutto tesoro” le dico, prendendola e baciandola con ancor più foga. E lo posò sul mio clitoride. Inarcai subito la schiena gemendo, al che Lily fece un risolino compiaciuto e cominciò a leccarmi e a giocare con i miei capezzoli. Stavo per venire, ma mi imposi di resistere ancora un po’, quindi mi girai e presi in mano l’aggeggio, usandolo come lei aveva fatto con me. Lei però mi fermò, si girò di 180 gradi, in modo da avere la mia intimità a portata della sua bocca. Cominciai a massaggiarla con l’attrezzo mentre lei mi leccava là sotto, e raggiungemmo l’orgasmo praticamente allo stesso tempo.
Sfinite, brille e soddisfatte, ci allungammo sul letto abbracciandoci e continuando a baciarci.
Mi fermai per guardarla, al che mi chiese cosa c’era, se aveva sbagliato qualcosa.
La rassicurai subito dandole un bacio delicato sulle sue labbra così perfette da far venire i brividi.

“Penso che mi sto innamorando di te” confessai guardandola negli occhi.
Mi baciò e rispose: “Ah si? Io penso di esserlo già, invece. Ti  amo, Kat”
“Ti amo”

E facemmo l’amore ancora e ancora e ancora, finché non ci addormentammo abbracciate.




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