Premessa: questa raccolta è arrivata seconda al
concorso
“From-quotes” organizzato da V@le: sono
davvero
contenta visto che è la prima volta in vita mia che mi
cimento con le drabble, e a maggior ragione non posso che esserne
felice!
Il tema di base è il destino, le frasi che vedete le
citazioni che potevamo usare. Ne ho scelte alcune sviluppando pairings
o anche solo analisi dei personaggi.
Che sia ricorrente il NejiHina non è un caso ovvio, cosa vi
aspettavate se no da una Hyugacestosa come me?
Ringrazio ancora V@le, tempestiva e impeccabile coi risultati, e faccio
i complimenti a tutte le partecipanti! Soprattutto a Hypatia,
perché l’ho letta personalmente… Ele,
che ti dicevo…uno stile come il tuo mica è da
tutti^^
Un bacio speciale a Susi, Leti e Clà, che ho visto ieri,
passando una meravigliosa giornata, e che rivedrò presto
esami permettendo^^
E un bacio a Robi, perché le voglio bene e perché
ieri mancava davvero solo lei^^
Quando il battito del cuore supera
le ombre del passato l'amore
potrà trionfare sul destino. (Nicholas Sparks)
-Neji e Hinata (105 parole)
«Rimpiangi mai quello che abbiamo fatto, Neji? Hai mai voluto
cambiare quanto è successo tra noi?»
La voce di Hinata è sempre così sottile e
delicata. Neji la guarda, scostandole un ciuffo dal viso, e fissa poi
il cielo. Hinata gli accarezza amorevole il marchio verde che spicca
sulla fronte pallida.
«Mai. Neppure per un istante. Solo adesso so cosa significa
essere liberi. E tu, Hinata? Pensi ancora
a…Naruto?»
E’ la voce di Neji ad essere sottile e insicura, nonostante
l’apparente calma. Ma Hinata gli prende una mano, e la
stringe sul suo seno.
«Neji…chi ha bisogno del sole, quando si
può avere l’intero universo?»
*
L'amore è un capriccioso soffio che Eros invia tra
gli
uomini per ingarbugliar le matasse dei loro destini. (Nino Salvaneschi)
-Neji e Hinata(101 parole)
«Come sarebbe a dire che non vuoi diventare il mio erede?!
Neji, tu sei il migliore di noi Hyuga, devi prendere il comando della
casata principale, è fuori discussione».
Neji è immobile davanti a Hiashi, lo sguardo vacuo.
L’uomo lo fissa attonito.
«Perché rifiutare il potere e il prestigio? Come
diamine puoi tirare così un calcio alla sorte benevola,
eh?»
Neji non risponde, lo sguardo che d’istinto si posa su
Hinata, che li fissa tremante a qualche metro di distanza.
Lo distoglie subito, così come Hinata, che scappa via.
Perché il destino va a puttane quando comanda il
cuore, caro
Hiashi-Sama.
-Shikamaru e Temari (102 parole)
Shikamaru guarda Temari, le mani in tasca.
«Svantaggi: non potrò più fumare
perché odi il fumo, niente sonnellino al pomeriggio
perché i tuoi ormoni mi reclamano, niente partite a scacchi
perché non sai giocare, interminabili soggiorni a Suna dove
fa un caldo della malora, i tuoi fratelli che mi odiano, tu che
comandi. La mia beata routine andrà letteralmente alla
malora».
Temari socchiude gli occhi, accigliata.
«Mmm…c’è qualche pregio nello
stare con me, piagnucolone?»
Shikamaru sorride sornione, avvicinandosi a pochi centimetri dalla
bocca carnosa.
«Uno, ma alquanto importante, visto che decisamente ha
incasinato il mio destino: sono pazzamente innamorato di te,
seccatura».
-Kiba e Ino (100 parole)
«E’ stato un errore madornale. Eravamo ubriachi e
non ci siamo resi conto di quanto fatto».
«Esattamente».
«Ora noi dimenticheremo la faccenda e nessun’altro
lo verrà a sapere…»
Kiba annuisce rapido, osservando Ino rivestirsi scattante. I loro occhi
si incrociano per un attimo.
«Io sono stato bene, comunque» mormora Kiba
fissandola negli occhi. Ino arrossisce leggermente.
«Beh…anche io».
«Quindi non ha senso dimenticare del tutto…almeno
tra di noi…no?»
«…forse…no…»
Si guardano di nuovo, a lungo. E un sorriso aleggia sui loro volti.
L'amore è un capriccioso soffio che Eros invia tra
gli
uomini per ingarbugliar le matasse dei loro destini.
*
Uno si fa il proprio destino, l'altro lo trova bell'e fatto.
(Proverbio)
-Gaara e Kankuro (106 parole)
«Niichan, pensi mai al fatto che sei l’uomo
più rispettato e amato di Suna, adesso? Oh, come ti
invidio!»
Il minore guarda Kankuro, che appoggiato a una colonna lo fissa
sorridente, una marionetta sulla spalla, il volto per una volta senza
trucco. Gaara sospira, voltandosi verso il vetro della finestra.
«Se invidio i miei obblighi, i miei oneri, la mie giornate
prestabilite? No, Kankuro, come potrei».
«Ma…»
«Non è cambiato nulla. Con Shukaku avevo il
destino segnato. Come Kazegake ho il destino segnato. E spesso vorrei
solo crearmela da solo, come puoi fare tu, la mia maledetta
vita».
E il silenzio cade come un macigno ingombrante.
*
A duro destino, duro cuore. (Proverbio)
-Naruto e Sasuke (106 parole)
Sasuke fissa Naruto, davanti a sé. Entrambi i volti scolpiti
nella pietra, tanto sono duri.
«Stupido. Ancora non hai capito che non riuscirai mai a
riportarmi a Konoha?»
«Forse, Sasuke. Ma ho pur sempre le mie promesse da
mantenere, io».
«Come sempre tutto per lei, vero?»
«Tutto. Almeno fino a che non capirà come me che
non è restato nulla del vecchio Sasuke».
«Siete patetici».
«No, Sasuke, tu lo sei. A duro destino, duro cuore. Ma fino a
che avrò vita, farò il possibile
perché quel cuore non diventi davvero di pietra».
«Sei un illuso, Naruto. Il mio cuore non è pietra.
È solo cenere»
*
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare,
senz'obbiezioni, il destino. (Italo Svevo)
-Sakura e Sasuke (108 parole)
Lo guarda dormire accanto a lei, i capelli neri scarmigliati sul
cuscino, la schiena nuda e bianca.
Sakura stringe le mani intorno alle ginocchia, le lacrime che le
scorrono sulle guance. Posa una mano sulla sua fronte, ma lui non si
sveglia, il sonno è troppo profondo.Gli lambisce la pelle
con la mano fredda, il cuore traboccante dal magone e dalle emozioni.
Sasuke, l’amore della sua vita. Sasuke, per il quale lei ha
tradito il villaggio, i suoi ideali, i suoi amici.
E Naruto.
Sakura continua a piangere, e la mano ad accarezzare i capelli umidi di
Sasuke.
Perdonami, Naruto. Perdonatemi tutti. Ma era questo il mio
destino.
-Sasuke (108 parole)
Sasuke non aveva mai pianto da quando i suoi genitori erano morti.
Aveva sempre trattenuto le emozioni dentro di sé, giudicando
vile e debole chiunque le esternasse.
Lui aveva da pensare a un solo obbiettivo. E basta.
Ora Sasuke è chino a terra, e singhiozza, sotto lo sguardo
imperturbabile di Madara Uchiha.
Piange perché non ha mai capito nulla, piange ripensando al
volto sofferente di Itachi, al suo sorriso.
Lui che ha portato con sé i suoi segreti nella tomba.
Ma ora Sasuke li sa.
E non può fare altro che sciogliersi in lacrime, come un
bambino, maledicendo il destino infausto.
Quando invece la colpa è solamente sua.
*
È il destino inevitabile del sentimentale. Tutte le
sue
opinioni mutano e si trasformano in quelle opposte al primo tocco della
realtà. (George Orwell)
-Neji e Hinata (103 parole)
Ogni cosa prestabilita da un destino immutabile: questo il credo col
quale era stato cresciuto.
Neji era sempre stato fermo sui propri pensieri, sulle proprie
convinzioni. Solo certezze, mai nessun dubbio.
Solo i falliti cambiano opinioni.
Ora guardava Hinata dormire accanto a lui, nel suo letto: rannicchiata
in posizione fetale, le gote arrossate e la bocca socchiusa. La mano
ancora posata sul suo torace.
La guardava e veniva assalito da amore, desiderio, timore di venire
scoperti. Incertezze sul loro destino.
Ma lo cullava anche un inesprimibile senso di pace. E di
realtà. Le baciò delicatamente la fronte.
Solo gli idioti non cambiano opinioni.
*
Bisogna seminare un carattere per raccogliere un destino.
(Romano
Battaglia)
-Sakura (99 parole)
Sakura fu per lungo tempo un fiore ancora dischiuso, timido e ritroso
di sbocciare.
La maturazione avvenne con estrema lentezza, con la presa di coscienza
dei propri pregi.
La sua intelligenza, sempre vivida.
La forza, quando difese indomita i suoi compagni contro il trio del
Suono.
La fiducia in sé stessa, nello scontro contro Ino.
Il dolore lancinante del tradimento di Sasuke. L’amore
perduto.
La sempre maggiore esperienza nelle arti mediche.
La gioia che sapevano darle i momenti trascorsi con Naruto.
Sakura crebbe lentamente, ma alla fine sbocciò. E, plagiando
il suo carattere, aveva dato vita al suo destino.
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