Rosalie
Senza Lacrime
Emmett
legge sempre la sera, ma non so
se lo fa per fare contenta me o perché sia effettivamente
quello che
vuole fare. Gli piacciono i libri certo, ma credo che questo suo rito
di leggere a letto sia nato per farmi felice. Così come ha
accettato
di comprare un letto anche se non ci serve e non discute se d'inverno
metto un piumone e un leggero copriletto d'estate, anche se per
quelli della nostra razza è una cosa totalmente inutile.
Mi
ama a tal punto che farebbe
qualsiasi cosa per vedermi sorridere e mi conosce così bene
che sa che
nel profondo il mio unico desiderio è avere una vita con
lui, una
vita normale. Una vita mortale.
Vorrei discutere con lui delle
piccole cose di ogni giorno, vorrei rimproverarlo perché
lascia i
piatti sporchi nel lavandino, perché ha perso
l'ombrello...ma
soprattutto vorrei avere una vera famiglia con Emmett.
Avremmo
avuto dei bambini bellissimi ed
Emmett sarebbe stato un padre eccezionale. E' gentile, probabilmente
più di me, premuroso, divertente, sicuramente
più di me, e
se ti ama, nulla potrà fargli cambiare idea. Magari i nostri
figli
avrebbero avuto i suoi occhi blu. Mi ricordo bene com'erano prima,
anche se ho potuto guardarli solo per poco. Sono la prima cosa che mi
ha colpito di lui. Anche se in agonia, il suo sguardo era limpido e
dolce. Credo di essermi innamorata di lui in quel momento, solo
guardandolo negli occhi, così diversi da quelli freddi di
Royce.
Saremmo
stati una bella famiglia. Una
bella bambina coi suoi morbidi riccioli castani e un bel bambino coi
miei capelli biondi. La domenica Emmett avrebbe fatto il barbecue in
giardino, mentre io avrei intrattenuto i nostri amici, bevendo una
fresca limonata fatta in casa.
Ma
non sarà mai possibile. Sono
sterile, arida come il deserto. Renesmee è la prova che la
colpa è
mia. Emmett potrebbe avere ancora figli suoi, io no. Io sono un
guscio vuoto.
La
sera, la sera è il momento della
giornata che detesto di più. Durante il giorno posso tenermi
occupata con lunghe passeggiate in città, mischiata tra le
persone,
combattendo con una sete che si acuisce dolorosamente all'odore del
sangue sotto la pelle. C'è ancora tanto, tanto spazio per i
miei
pensieri. Ma se mi concentro su qualche attività e sul
controllo dei
miei impulsi naturali, riesco a tenermi piuttosto impegnata. Ma la
sera non posso farlo. La sera io ed Emmett ci ritiriamo nella nostra
camera da letto, come ogni coppia normale. E' la mia recita
preferita, fingere che siamo una giovane coppia come tutte le altre.
Solo che non lo siamo.
Non
posso addormentarmi e così il mio
cervello continua a pensare. Guardo l'uomo, il meraviglioso uomo,
steso accanto a me che mi ama tanto quanto io amo lui, anche se non
so cosa ho fatto per meritarlo.
Il
sesso aiuta a distrarmi. Aiuta
moltissimo ed è sempre fantastico, sempre perfetto. Come si
legge in
un racconto di fantasia che difficilmente risponde alla
realtà.
Emmett capisce sempre di cosa ho bisogno, sa se deve essere dolce e
delicato o impetuoso come un tornado che non lascia superstiti. Sa
anche quando l'unica cosa di cui ho bisogno è solo la sua
mano sopra
la mia.
Gli
ho raccontato molte volte il mio
desiderio di avere dei figli con lui. Emmett mi ha tenuto stretta, le
sue braccia forti intorno a me per farmi sentire al
sicuro, amata. Ho condiviso con lui le mie fantasie sui nostri figli,
su come sarebbero stati, le nostre discussioni su quale scuola
scegliere, io che insisto per le lezioni di piano, lui che spinge per
il baseball.
Gli
ho raccontato la mia invidia per
Bella, per quello che lei ha e che io non avrò mai. Non mi
ha
giudicato, Emmett non mi giudica mai. Non lo fa con nessuno,
è
troppo buono e gentile per farlo. Non lo ha fatto nemmeno quando gli
ho detto che a volte ho accarezzato l'idea di una madre surrogata.
Una donna umana che portasse in grembo suo figlio al posto mio. Idea
su cui ho solo fantasticato, sentendomi orribile, perché so
cosa
succederebbe dopo. E di certo non voglio strappare l'umanità
a
nessuno, è un dono troppo grande e prezioso per non essere
preservato.
Una
notte ho sussurrato ad Emmett il
mio segreto più grande, un segreto che non sa nessun altro.
Nemmeno
Edward. L'ho relegato così in profondità nella
mia mente che non
l'ha mai letto nei miei pensieri. Il mio segreto più
doloroso.
Quella notte, la notte in cui sono morta e rinata, ero incinta. E
Royce lo sapeva. Lo sapeva è mi ha riempito di pugni e calci
con i
suoi amici, ridendo. Le sue risa mi risuonano ancora nelle orecchie.
La mia morte non era l'unico motivo per la mia vendetta. Io avrei
potuto avere un figlio, io ho
avuto un figlio dentro di me, anche se
per poco. Sarebbe stato figlio di quel mostro, ma io l'avrei amato
con tutta me stessa. Quella notte Emmett mi ha accarezzato i capelli,
stringendomi a sé e permettendomi di rifugiarmi contro di
lui.
Certe
notti vorrei solo piangere, ma
non mi è concesso nemmeno questo.
***
NdA:
onestamente, non credevo che avrei mai scritto in questo fandom. I
libri li ho letto ormai qualche anno fa e non credevo avrei mai
pubblicato qualcosa. Ma oggi questa cosa mi è fluita fuori e
ho deciso di pubblicarla. Non so se ho reso come volevo il dolore di
Rosalie, ma posso dire di averci almeno provato.
aria
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