Damned Love.

di OfeliaMontgomery
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Presero tre cavalli e le provviste necessarie per sostenere il viaggio. Salirono sui cavalli e partirono al galoppo.
– Evangeline vedrai che ce la faremo – disse Lucifero sorridendole, la donna annuì.
– Forza andiamo, dobbiamo passare attraverso la miniera dell’illusione che si trova a Silent Town – disse Gideon mettendosi intorno al collo una sciarpa blu elettrico.
– la miniera dell’illusione? – chiese Evangeline non capendo.
– E’ una miniera, ovviamente, in cui si nasconde un demone molto potente, il demone illusionista – rispose Gideon.
– Oh – Evangeline rimase senza parole.
Cavalcarono per un bel po’, fin quando non diventò buio e i cavalli avevano bisogno di riposare e mangiare qualcosa. Come del resto anche loro.
Si diressero verso una piccola cittadina, di cui non sapevano neanche il nome. Passarono quasi tutta la nottata in un bar di periferia, un certo bar blue moon. I cavalli glieli avevano fatti mettere in un piccolo box, ma almeno erano al riparo dal freddo.
– Sono molto stanca, vado a dormire – disse Evangeline sbadigliando, si alzò da tavola e si diresse al piano di sopra del bar, dove c’erano un paio di stanze per passare la notte.
Quando i due fratelli rimasero soli calò il silenzio, fu Gideon a spezzarlo ordinando un altro bloody mary.
– Non pensi di star esagerando? – chiese Lucifero ormai al decimo bicchiere del fratello. Gideon rise, aveva il naso rosso ed era completamente ubriaco, – Non sto esagerando per niente – rispose il fratello singhiozzando, si alzò barcollando tutto e per poco non cadde, se non si fosse messo davanti Lucifero a quest’ora era già spiaccicato sul pavimento.
– Su forza andiamo, ammasso di putridume – disse Lucifero prendendo il fratello sotto braccio – Dai, aggrappati a me – disse ancora, Gideon si aggrappò a lui e poi pian piano salirono le scale sotto agli occhi scioccati delle poche persone che era nel bar.
Lucifero diede un calcio alla porta, così aprendola e poi buttò il fratello mezzo andato sul letto.
– Combini solo guai! – lo rimproverò Lucifero intanto Gideon si era già coperto le orecchie con il cuscino, il fratello maggiore sospirò rassegnato sedendosi sul bordo letto e osservò il fratello addormentarsi. Appena si fu addormentato del tutto, Lucifero si alzò e si diresse verso la stanza di Evangeline che si trovava a fianco alla loro.
Bussò alla porta – Evangeline sono Lucifero, posso entrare? – chiese l’uomo aspettando di sentire la risposta della donna che non tardò ad arrivare con leggero da dentro alla stanza.
L’uomo aprì la porta e trovò Evangeline con indosso solo una camicia da notte, bianca quasi trasparente.
– Wow – esclamò Lucifero, facendo ridere Evangeline, – Come se non mi avessi mai vista così, o meglio ancora come se non mi avessi mai vista senza vestiti addosso – replicò la donna andandosi a sedere sul letto.
– Già, è vero, però cazzo è cosi frustrante non poterti toccare – disse tristemente l’uomo.
– Lo so, pensi che per me sia facile? Non poter stare tra le braccia della persona che amo? – chiese la donna sfiorando leggermente con due dita il braccio del suo amato.
– No, non è facile per nessuno dei due – disse guardandola con occhi tristi. La donna gli sorrise, – Ce la faremo, capito? Insieme ce la faremo – disse la donna buttandosi a peso morto sul letto, la seguì a ruta anche Lucifero e sospirarono in coro.
– Ti amo –
– Anche io Luci –.

 




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