Figlia della Montagna
PROLOGO
Il
primo ricordo che ho di me stessa risale ad un pomeriggio di
metà inverno, mentre seduta a terra vicino al camino, con un
cavallo intarsiato di legno bianco in mano osservo il profilo di mio
padre guardare pensieroso e nostalgico fuori dalla finestra del luogo
in cui abitavamo.
La prima cosa che pensai
anche se ero
ancora molto piccola fu che sembrasse stanco e mi ricordo perfettamente
che quando espressi quel mio pensiero ad alta voce lui sorridendo mi
prese in braccio stringendomi a sé prima di iniziare a
correre
per casa poggiandomi sulle sue spalle mentre ridevo
all’impazzata. È un ricordo felice.
A prova di questo, vedo
sorridere il
mio riflesso sull’acqua, che placidamente scorre sotto di me.
Alzando il viso incontro l’orizzonte, il letto del fiume e le
case che lo costeggiano.
Abbandono allora, la
posizione con gli
avambracci appoggiati alla sponda in pietra del ponte e mi ci siedo
direttamente sopra, lasciando che le gambe spenzolino dalla parte
dell’acqua.
Sto aspettando e non so
quanto ci vorrà, ma mentre aspetto vorrei raccontarvi la mia
storia.
E’ una storia
senza pretese
perché racconta del mio viaggio in compagnia di 15 amici,
delle
mie origini, del mio amore, delle mie battaglie, del mio terrore e
della mia gioia, delle mie ferite e delle mie vittorie: della mia vita
insomma.
E se sulle prime vi
potrà sembrare straordinaria in realtà per me
è stata normalissima.
Ma vorrei lo stesso
narrarvela.
Questa è la
storia della Figlia della Montagna.
Spazio autrice:
Sono 4 anni che non pubblicavo più nulla su Efp e sono
contenta di poterlo rifare!
Questo è un piccolo prologo che spero vi abbia almeno un
pò incuriosito e, se possibile, domani in giornata
pubblicherò il primo capitolo.
Ci sto davvero mettendo l'anima per renderla al meglio e vorrei davvero
sapere se riuscirà ad emozionarvi ed a farvi appassionare,
per cui attenderò con ansia i responsi qualsiasi essi siano.
Tak khaz meliku suz yenetu* ,
Marta.
* Frase di commiato in Khudzul
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