Into light, into darkness

di Midnight the mad
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Ciao a tutti! :)
Questa storia è nata da un sogno... e anche da una pagina di diario ;) Spero che vi piaccia, e avverto che le recensioni non mi fanno schifo ;)
P.S. Il prologo è cortissimo, lo so, ma prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi.
P.P.S. Uso un numero incalcolabile di faccine negli "Angoli Autrice". RassegnateviXD

PROLOGO
Era una vecchia stanza. Dico vecchia perché le pareti erano grigiastre, come se la vernice bianca che le ricopriva, negli anni, si fosse sporcata di polvere.
C’erano tante cose, dentro. Penso che fosse una specie di camera da letto, visto che c’era, appunto, un letto. Niente di che, era sfatto, le lenzuola stinte per metà gettate sul pavimento, che quasi non si riusciva a vedere per via della quantità di oggetti, soprattutto vestiti, che c’era sparsa sopra. C’era anche una scrivania, appoggiata su una piattaforma rialzata alla quale si arrivava tramite una scaletta di legno. Anche il legno della piattaforma era vecchio, scolorito, qualcosa di scadente sin dall’inizio, probabilmente.
Ah, e poi c’era l’attaccapanni.
Era stranamente alto, e stracarico di roba. Cappotti, per lo più, ma strani, lunghi, soprattutto. Somigliavano vagamente a quello che ero abituata a vedere addosso a Sherlock Holmes nei film, soprattutto uno, che però era di un assurdo rosa shocking, troppo accesso per una stanza del genere, che in generale era piuttosto spenta. Un altro era un impermeabile beige, o qualcosa di simile. Tutti i cappotti erano abbandonati uno sopra l’altro, accatastati, come se fossero caduti e qualcuno li avesse rimessi tutti sopra l’attaccapanni in fretta e furia, a bracciate.
E dietro l’attaccapanni, quasi completamente nascosta dai cappotti, c’era la porta.
Era piccola, e lievemente sollevata da terra, dipinta di una vernice scrostata blu scuro. Ci si arrivava tramite una scaletta dai gradini così stretti che bisognava stare sulle punte dei piedi per riuscire ad appoggiarcisi senza cadere all’indietro. La porta era bassa, bisognava abbassarsi per passarci.
E, dentro...
Dentro mi svegliavo.




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