Ci
sono molte regole all'interno della Scuola di Ercole. Se sommate
però, si possono riassumere in:
Avere
un comportamento educato all'interno della struttura. Rispettare
l'avversario dentro e fuori il ring, indipendentemente dal carattere
che ha. Ed essere sobri, senza mostrare eccessi evidenti che possano
essere presi come debolezze dai futuri avversari.
Questo
valeva sia per gli allievi che per il personale di servizio, oltre
che per gli istruttori stessi.
Dagli
inservienti ai paramedici erano tutti tenuti a seguire dei rigidi
protocolli e indossare divise specifiche in base ai compiti loro
assegnati. Ma francamente parlando alle volte il personale era
discutibile... stando all'opinione di alcuni. Come ad esempio a Robin
Mask.
Il
responsabile di molte delle regole presenti nella scuola era, per
forza di cose, Vance McMadd. Suo fondatore egregio ormai da decadi,
aveva uno spiccato senso per la tirchieria quando si trattava di
risparmiare il più possibile, in netta discordanza con la
sua
volontà di fare soldi con il wrestling ovviamente. La scelta
dei
dipendenti infatti si basava su contratti piuttosto
“scarni” e il
cibo nella mensa comune non era esattamente fresco. Almeno quello
fornito ai giovani lottatori.
Per
Robin Mask sinceramente parlando si poteva fare di più. Non
dovevano
allenare la nuova generazione di eroi capace di distruggere la d.m.p?
Allora gli allenamenti andavano intensificati, il cibo in scatola
sostituito da qualcosa di più proteico e ai ragazzi andava
tolto
ogni tipo di divertimento ludico concentrandoli sulla competizione e
gli allenamenti stancanti.
Altrimenti
si sarebbero verificati altri imbarazzanti incidenti come quello
accaduto a quell'imbranato di Kid Muscle, figlio del re dei kinniku
ma decisamente troppo simile al padre quando si trattava di
stupidità.
– Uhmm...
beh, i casi sono due... – massaggiandosi con una mano il
mento
grassoccio, Vance MacMadd osservò attentamente la lastra
appesa allo
schermo dell'infermeria prima di dare il suo impietoso giudizio
– o
è stato per davvero un incidente come sostiene il ragazzo,
oppure il
deretano di Kid Muscle ha appena avuto una idea geniale rispetto al
suo cervello * –
– La
videosorveglianza ha confermato le parole del ragazzo, MacMadd
–
Robin Mask incrociò le braccia in petto osservando pure lui
le
immagini di una lampadina da 100 watt perfettamente intatta
all'interno del bacino del giovane – una
“bravata” tra ragazzi
che poteva essere evitata se il mio piano per intensificare gli
allenamenti fosse stato approvato –
l'elmo
di ferro ben calato in testa, simile a quello di un guerriero
medioevale, rendeva la voce dell'ex campione ancor più cupa
e fredda
del solito quando si trattava di fare un ammonimento, ma l'anziano
fondatore dell'accademia non si scompose più di tanto. Ne lo
fece la
dottoressa alle loro spalle, intenta a togliere alcune schegge di
vetro dal sedere di un Kid Muscle steso a pancia in giù sul
lettino
e intento a lamentarsi più del dovuto.
– Così
da aumentare inutilmente il mio lavoro?! Sono qui
per curare,
è vero, ma non per mettere un certificato di non
idoneità in una
fabbrica di infortuni... mister Mask –
la
dottoressa in questione, miss Alya Kalinina, parlò con tono
piatto
senza prestare attenzione ai due uomini ma bensì concentrata
a
sfilare via le schegge di vetro dalle natiche di un paziente
piagnucolone.
– Fa
malemalemalemale!!! voglio la mammaaa!! Prometto di non farlo
più lo
giurooooh!!–
Robin
Mask si voltò a guardarla piuttosto irritato per
ciò che aveva
detto, non capendo se la dottoressa fosse seria oppure in vena di
provocazioni. Francamente non sapeva in che graduatoria inserirla...
da un lato la stimava perchè a venticinque anni ed essere
già
laureata significava averci messo gran impegno, ma dall'altro era una
persona senza peli sulla lingua e le cose te le diceva in faccia
anche se in modo perfettamente educato.
E
poi, altra cosa che aveva fatto decisamente notare a Vance MacMadd,
era praticamente l'unica figura femminile presente nella scuola.
Eccezion fatta della cugina che le dava una mano e a detta di molti
era un soggetto inquietante, trovava abbastanza immorale che una
donna, per giunta una donna di quel pianeta lì,
andasse a
mescolarsi con individui resi insofferenti dagli allenamenti e dal
testosterone a mille.
– È
anche grazie a questi infortuni – e qui si riferiva alle
bravate
ridicole di alcuni suoi allievi – che lei riesce a lavorare,
dottoressa. E se ci fossero più ore di studio e allenamenti
forse la
sua presenza sarebbe meno richiesta... –
a
quel punto la donna si fermò, lanciando uno sguardo solo
apparentemente neutrale nei confronti dell'allenatore che a malapena
si era voltato per guardarla, e persino Kid Muscle notò
della
tensione nell'aria tanto da fermare il proprio piagnisteo e la paura
di avere ancora una lampadina incastrata magicamente nel deretano.
Aveva combinato un bel casino nell'aver voluto esplorare i vecchi
magazzini polverosi della scuola assieme alla sua combriccola di
amici, andando ad arrampicarsi sopra una pila di casse per vedere se
era vera la leggenda dei reggiseni femminili delle ex allieve
contenuti li dentro, e poi finire per schiantarsi su di una cassa
contenente vecchie lampadine usate.
Ora
gli occhi azzurri della dottoressa Kalinina parevano ancor
più
freddi e spaventosi, e a Kid era sempre piaciuta quella sua aria da
angelo guerriero ( il “suo”
angelo guerriero come amava
pavoneggiarsi con lei e i suoi stessi amici ) ma adesso faceva
davvero paura! Tutte così inquietanti le donne del pianeta
Amazon?!
– Beh,
mister Mask... potrei sempre lasciare la struttura, lo stipendio da
stagista che percepisco, lasciare i presenti con
fratture
multiple e costole incrinate ma comunque più sereni senza la
mia
ingombrante presenza... – e nella sua voce si poteva notare
una
velata polemica su un po' tutto – e lasciare tutto in mano a
mia
cugina Alana –
in
quel preciso istante, appena nominata, la donna inquietante dagli
occhi strabici, i capelli biondi raccolti in una bassa coda e il
fisico giunonico, apparve fuori dalla porta munita di un paio di
tenaglie poco rassicuranti.
– Al
giovedì mi occupo di togliere i denti – fece
schioccare
paurosamente le tenaglie nonostante l'espressione da calamaro che
aveva, senza aggiungere altro.
– Hiii!!
– strillò il giovane kinniku visibilmente
terrorizzato –
Nononono! Qualunque cosa mi dentini NO!! Mammina dove seiiiih??!
–
– ADESSO
BASTA! –sbottò improvvisamente Vance MacMadd
infastidito da Kid
Muscle e dagli altri due litiganti – Kid! Vedi di darci un
taglio o
questa è la volta buona che ti espello dalla scuola! E
credimi, non
vedrei l'ora se non fosse che poi l'intero pianeta Kinniku subirebbe
una grave umiliazione! –
incredibile
ma vero questo bastò a zittire il giovane figlio del re che,
benchè
non vedesse l'ora di andarsene da quella scuola orrenda, l'idea
dell'umiliazione a livello mondiale portarono in lui visioni future
decisamente orrende. Niente videogame, riviste porno, mamma e
papà
delusi, niente tv satellitare e... niente riso con manzo!
– E
in quanto a lei dottoressa, e a te Robin Mask, vedete di darci un
taglio! È vero, miss Kalinina... siete stata assunta con uno
stipendio da stagista perchè, in quanto neo laureata,
avreste
bisogno di un periodo di formazione... ma direi che qui la formazione
non vi manchi! – la donna abbassò lievemente il
capo in segno di
scuse, e l'anziano kinniku si rivolse ora al lottatore umano
– il
budget che abbiamo attualmente non ci consente grandi sprechi e di
conseguenza spetta a voi allenatori insegnare ai ragazzi il rispetto
necessario da usare in certe situazioni! –
Robin
Mask si lasciò andare ad un basso ringhio appena udibile,
tuttavia
per una volta tanto il MacMadd non aveva detto una stupidaggine anche
se le sue parole piene di morale erano piuttosto ipocrite visto e
considerato che il suo risparmio era dovuto anche alla rinomata
tirchieria.
– Bene,
allora in tal caso suggerisco di iniziare con l'estrazione della
lampadina –
a
spezzare quel momentaneo silenzio ci pensò la stessa Alya,
che a
passi veloci tornò nei pressi del suo paziente decisa a
mettersi dei
guanti di lattice per effettuare l'operazione. E solo a quel punto i
presenti si ricordarono della delicatezza della situazione, con Kid
Muscle che non tardò a strillare cercando addirittura di
scappare
via da un trattamento quasi sicuramente poco delicato.
– Calmati,
andrà tutto bene – la dottoressa gli sorrise
lievemente,
abbandonando l'aria glaciale di prima – dovrò solo
svitarla,
tu rilassati e pensa a qualcosa di piacevole –
e
ci sarebbe pure riuscita a calmare quel sacco di patate ambulante se
non fosse che le sue parole allarmarono anche le altre due persone
presenti nell'infermeria e decisamente Robin Mask non se la
sentì di
stare a guardare. Velocemente prese per un polso la dottoressa, poco
prima che iniettasse dell'anestetico nella natica di un Kid Muscle
non del tutto convinto, costringendola a voltarsi e a guardarlo negli
occhi fiammeggianti e decisamente pericolosi.
– Dico...
ma si rende conto di quello che dice?! –
– Che
intende dire? – la donna aveva ancora in mano la siringa,
dalla
quale uscì qualche goccia di anestetico – forse
non dovrei
tranquillizzare i miei pazienti prima di una operazione? Dovrei forse
dire a Kid Muscle che quella lampadina dentro al suo corpo rischia di
spezzarsi da un momento all'altro?! Non è ciò che
mi hanno
insegnato alla facoltà di medicina –
le
sue parole, nuovamente dettate con una normalità
sconcertante,
portarono nuovamente il kinniku a urlare di terrore cercando di
fuggire via strisciando come un bruco con le chiappe al vento. Fu
ripreso da Alana, che con forza sorprendente lo ricacciò nel
lettino
legandolo con del nastro da pacchi.
E
nel mentre che ciò accadeva nessuno dava retta alla scena...
la
discussione sulla moralità dell'operazione era
più importante.
– Vuole
davvero mettere le mani sul suo paziente così? Dicendogli
testuali
parole?! Non c'è che dire allora, faccio bene a pensare che
voi Deva
siate troppo ambigue per certi mestieri!
–
le
parole le giunsero come un macigno nello stomaco, sebbene non lo
dette a vedere si ritrovò comunque a deglutire. Ambigue...
per molti
quelle della sua razza, Deva del pianeta Amazon, erano donne ambigue.
A suo dire era una cosa piuttosto sconcertante, dato che erano donne
normalissime come qualunque terrestre a livello genetico, ma comunque
sbagliate a fare certe cose secondo il parere di molti. A parlare ad
esempio, a comunicare, a lavorare, persino nell'accoppiamento erano
considerate inopportune.
E
Alya stando sulla terra ne aveva sentite tante, ma sperava che almeno
dove si trovasse adesso certi commenti le venissero risparmiati!
– M-ma
come si permette...?! – a parlare era stato l'anziano MacMadd
abbastanza basito dalla situazione e dalla piega che stava prendendo
il discorso – Smettetela di dire... sciocchezze... tutti e
due! –
con
reticenza Robin Mask le lasciò andare il polso, e la
dottoressa si
ritrovò per un momento a sospirare per il sollievo. Non le
piacevano
quelle situazioni così tese, offese a parte logicamente.
– Signor
MacMadd, secondo lei... le mie mani sono idonee all'operazione?!
–
– Uh...?
– l'anziano non capì a cosa si riferisse ma
guardò comunque la
mani della giovane – direi che sono le mani di una ventenne e
aggiungerei pure con un'ottima manicure. Ma comunque si, direi che
possano andare bene –
– Ottimo!
Sentito, mister Mask? Se al direttore va bene che io faccia
l'operazione non ho bisogno di sentire altro –
un
chiaro invito a tenere la bocca chiusa o quantomeno a pensare prima
di parlare, che a Robin Mask andò giù di
malavoglia. Era un uomo di
altri tempi lui, certe cose decisamente non poteva, e voleva,
accettare come se niente fosse! Sarà anche stata una donna
competente in ambito medico, non poteva negarlo, ma non ci si poteva
fidare della sua razza così... ambigua.
– E
sia dunque, ma badi bene dottoressa... le consiglio di moderare le
parole fintanto che sarà in questa scuola! –
– e
suppongo che questo sia detto a fin di bene, giusto? –
ancora
una volta c'era della sottile polemica nella voce neutrale della
dottoressa Alya, tuttavia quella nuova tensione stava iniziando a
stare decisamente stretta, in tutti i sensi possibili, a Kid Muscle e
alla lampadina che si stava facendo sempre più incandescente
a causa
di alcuni bisogni fisiologici di natura gassosa. Aveva sbagliato,
aveva commesso una bravata che gli sarebbe costata settimane di
punizione e di esercizi aumentati fino allo stremo... ma bisognava
davvero litigare adesso?! In quel preciso momento?!!
– Io...
vi prego smettetelaaah!! Sto per esplodere QUI!! –
dovette
urlare e frignare più del dovuto per attirare l'attenzione
di quegli
adulti irresponsabili più intenti a battibeccare tra loro
che a
pensare alla sua giovane salute. Razza di irresponsabili... ora
sarebbero soffocati assieme a lui in una palla di gas nocivo e
incontrollabile.
– Razza
di idioti! Invece di operare quello sciagurato avete perso
inutilmente tempo prezioso e ora sta per saltare
tutto in
aria! –
il
vecchio MacMadd guardò visibilmente preoccupato la figura di
Kid
Muscle che, a causa della lampadina alimentata dai gas interni, si
stava illuminando sempre di più come un reattore a
particelle.
Poteva essere illogico ma la natura dei kinniku li piazzava come
Chojiin naturali e pertanto anche i loro gas intestinali erano armi
di potenza inimmaginabile.
– Tutti
via di qui! ORA! –
senza
perdere tempo Robin Mask seppellì momentaneamente la
polemica e
prendendo sottobraccio una reticente dottoressa si avviò
correndo
verso il corridoio dell'infermeria seguito a breve da un Vance
decisamente più veloce del solito sulle gambe grassocce e
poco
allenate.
La
situazione era assurda, allucinate si poteva aggiungere,
perchè
stava morendo giovane e bello a seguito di un banalissimo incidente e
lo stava facendo in modo stupido. Avrebbe abbandonato quel mondo
meraviglioso così... in un eterno bagliore che avrebbe
trasformato
l'intero pianeta Ercole in un sole alimentato a gas metano umano e
addio per sempre ad ogni piacevole aspetto della vita terrena.
“È
dunque giunta la mia fine?” Pensò il giovane con
una certa
tristezza “morirò senza prima aver baciato una
ragazza?! Senza
aver assaggiato per l'ultima volta il riso con manzo?! Se è
così
allora...”
tuttavia
non ebbe il tempo di completare il suo monologo interiore
perchè,
nonostante l'immensa luce e il rumore simile a quello di un terremoto
che prendeva l'intera stanza, il giovane kinniku avvertì
comunque
qualcosa violarlo nell'intimità facendolo
pure in un modo
così violento e repentino che lo portarono a sgranare gli
occhi e a
urlare un grido acuto oltre ogni dire.
Alcune
vetrate addirittura andarono in frantumi al suono di quel
“Ihh!”
mostruoso, e il suono infernale venne sentito anche al di fuori della
zona medica, cessando solo quando l'immensa massa che aveva violato
Kid Muscle non se ne uscì fuori fuori in modo talmente
violento e
veloce che per il giovane paziente fu uno shock sufficientemente grande
da portarlo a perdere del tutto i sensi.
Incredibile
ma vero, a scongiurare la distruzione della scuola ci aveva pensato
la cugina della dottoressa Alya Kalinina, e lo aveva fatto in un modo
decisamente discutibile. Come del resto erano discutibili tutti i
suoi metodi.
Notando
che le acque si erano calmate, Robin Mask fece timidamente capolino
in infermeria seguito dagli altri due compagni che guardarono
sospettosi la scena. Alana aveva un unico guanto nero, apparentemente
di pelle o simile, che le arrivava fino all'ascella destra e teneva
in mano una lampadina perfettamente accesa benchè non fosse
collegata a nessun impianto elettrico.
– Dunque...
è finita? È andato tutto liscio?! –
l'insegnante era visibilmente
sospettoso e comunque non se la sentiva di entrare dentro per
controllare di persona.
I
gas intestinali di Kid Muscle gli stavano pizzicando il naso anche se
era sulla soglia della porta, come diavolo facesse quella femmina
aliena a stare li dentro era per lui un mistero.
– Tutto
a posto effendi, il mondo è salvo grazie al fisting
–
e
senza aggiungere una parola alzò la lampadina in alto, che
parve
brillare di pura vittoria nonostante le parole poco rassicuranti
della “salvatrice” del giorno.
Questa
roba doveva essere solo una oneshot ma suppongo che farò una
sorta
di “raccolta”. è... Dio, non so come
definire questo aborto ma
volevo staccarmi un po' dalle mie storie ultra tragiche e scrivere
qualcosa di più leggero senza troppe pretese. Non penso che
avrà
una vera e propria continuità narrativa ma saranno diversi
“spaccati” di vita e... spero di avervi in qualche
modo
incuriosito!
*
la battuta di Vance è tratta dal telefilm Scrubs ovviamente!