Ciao a tutti :3
Sono nuova di queste parti e questa
è la mia prima Drarry,
l’idea mi è venuta lavando i piatti (non
chiedetemi il perché xD) e boh… spero
non faccia troppo schifo :’(
Ora vi lascio alla storia, buona
lettura!
Judy.
p.s. una piccola recensione me la
lascereste? *O*
Draco
Malfoy ed il
virus letale
Il suo sguardo spaventato si
bloccò a fissare le parole che
spiccavano sullo schermo di quell’aggeggio babbano impostogli
dal suo migliore
amico Blaise, lo aveva chiamato con un nome strano, tipo concuter…o
confuter,
assicurandogli che sarebbe stato molto utile per il lavoro e per
“svago quando
non aveva l’opportunità di scopare”,
strizzando l’occhio e spiegandogli il
meccanismo dei siti porno e precisando che i migliori erano salvati
nella
sezione dei preferiti.
Draco ovviamente lo aveva cacciato di
casa, sbraitando che
“piuttosto di cadere così in basso da farsi una
sega fissando uno schermo si
sarebbe scopato la Sanguesporco-Granger”.
Poco importava, in quel momento: era
tornato tardissimo a casa,
era già l’alba e, dopo essersi risvegliato in una
stanza spoglia che
istantaneamente aveva capito non fosse la sua, si era rivestito di
corsa, per
poi guardare il ragazzo dai capelli blu (“la classe non
è acqua, non tutti
possono permettersi splendidi fili dorati, morbidi, fluenti e, oh,
così sexy,
come i miei” aveva pensato con una smorfia) ed era uscito
frettolosamente da
quel porcile di camera, per recarsi nel suo lussuoso appartamento in
pieno
centro città.
Arrivato in casa aveva acceso il confuter, così da lui
chiamato, ed in quel momento stava lì,
bloccato, con gli occhi sgranati ed il cuore in gola.
La prima cosa che accadde fu che
prese coscienza della
propria vita.
La sua vita stava andando a puttane,
lui stava mandando tutto a puttane
con i suoi vizi, la sua
lussuria finalizzata solamente all’egoistico piacere, la sua
apatia. Una vita
che non gli apparteneva propriamente.
Strinse i denti per soffocare un
singhiozzo e si avvicinò
una mano alla bocca, per evitare qualunque suono: i Malfoy non dovevano
dimostrare sentimenti, nemmeno in punti così cruciali della
propria esistenza.
C’erano ancora tantissime
cose che avrebbe voluto fare…Fin
troppe.
La consapevolezza lo
inondò come una secchiata di acqua
ghiacciata e subito ebbe chiara l’unica cosa importante in
quel momento: doveva
affrontarlo. Esatto, proprio lui;
quel
ragazzo che aveva stalkerato per qualcosa come sette anni ad Hogwarts,
che aveva
sempre negato a sé stesso; non avrebbe mai potuto concedersi
ad un tale plebeo.
Era un principino Purosangue, Draco
Malfoy, figlio unico di
Narcissa e Lucius Malfoy (al solo pensarci gonfiava il petto e alzava
il viso
al cielo con superiorità), ma era pur sempre un essere umano.
Sarebbe andato da Potter. A tutti i
costi.
Si andò a lavare di corsa,
pronto ad uscire nuovamente di
casa.
♣♣♣
Harry Potter, sì proprio quel
Potter, il salvatore del mondo magico, Prescelto, Golden Boy,
Il bambino
sopravvissuto, in quel momento era a letto che dormiva beatamente a
pancia in
giù con un braccio sotto il cuscino ed una gamba
parzialmente piegata; il suo
volto era rilassato e per nulla teso: traspirava leggerezza e
spensieratezza.
Toc-toc.
Un picchiettare lieve sul vetro della
finestra lo fece
svegliare di colpo: maledetto sonno leggero! Un gufo bruno svolazzava a
pochi
millimetri dalla vetrata.
Il ragazzo con i capelli corvini si
destò all’istante e
corse a spalancare la finestra, ancora assonnato ed infastidito dalla
luce
solare.
«Ehi, ciao» disse
con sorprendente dolcezza, accarezzando la
testolina del pennuto dalle piume morbidissime che, in risposta,
allungò la
zampa destra alla quale era stata legata saldamente una busta spessa di
carta
pregiata. Harry slegò il cordino ed aprì la
lettera, incuriosito: chi poteva
essere?
Potter, ho
bisogno di
vederti.
Non me ne
frega dove
tu ti possa trovare, ma ci vediamo alle otto in punto, sta sera al
ristorante
“Les Trois Garçon”.
Puntuale.
D.M.
Ridacchiò sommessamente,
la loquacità di quel ragazzo era
seriamente impressionante, ma altrettanto impressionante era,
probabilmente, il
fatto che gli avesse scritto.
Certo, al lavoro si vedevano spesso,
come capo Auror, Harry,
doveva conoscere chiunque lavorasse per lui, incluso il proprio
acerrimo
nemico: Draco Malfoy, l’unico essere umano in grado di
rivolgersi al moretto
con un tono di cotanta superiorità, firmandosi solo con le
iniziali,
trasformando gli inviti in obblighi, così, come se in
realtà non gliene
importasse.
Voltò la lettera e
scarabocchiò una breve risposta
affermativa, con una grafia disordinata e poco leggibile.
Iniziò a fremere di
entusiasmo senza veramente conoscerne un
motivo, la sua nemesi lo aveva invitato fuori a mangiare, e allora?
Era sicuro al novanta percento che
fosse uno stupido
scherzo, organizzato da parte del suo assistente Blaise Zabini,
migliore amico
di Malfoy, con la partecipazione di Hermione Granger&Pansy
Parkinson: la
prima era la migliore amica di Potter, la seconda di Zabini, diventate compagne-di-giochi (che consistevano nel
far incazzare Draco ed Harry a caso) dopo essersi incontrate in un
negozio
nella Londra babbana.
Diede due Biscottini Gufici al nuovo
amico piumato e, dopo
avergli legato la risposta alla zampa, lo lasciò volare via,
verso casa
propria.
♣♣♣
Il pomeriggio non fu proprio il
migliore della vita di
quelle due figure in completa antitesi, a quanto pareva Harry e Draco
avevano
avuto entrambi la stessa fantastica idea di andare a fare shopping per
la
serata che li attendeva, il primo nei negozietti nella periferia della
città,
il secondo in un lussuosissimo luogo in cui valevano più i
vestiti che i
commessi.
Le otto di sera arrivarono fin troppo
rapidamente e Draco, o
meglio, soprattutto Draco, era teso
come una corda di violino e agitato come non lo era mai stato
♣♣♣
“Merda, è
già in ritardo di due minuti, mai fidarsi della
puntualità dello Sfregiato” puntualizzò
Malfoy, nella sua testa iniziando a
perdere la calma, cavolo erano due minuti di ritardo, ben
due minuti!
“Pensare che mi sono anche
messo il profumo delle cerimonie,
combinato con i boxer delle grandi occasioni” ovvero i boxer
che si metteva
ogni qual volta che aveva un appuntamento con qualcuno di importante,
che gli
interessasse davvero: inutile a dirsi che erano stati chiusi nella
scatola fino
a quel momento.
“Ecco, ecco, ecco, sono
già cinque minuti, maledizione!”
iniziò a ticchettare nervosamente sull’asfalto con
il piede, mordendosi un
labbro in modo morboso.
«Malfoy!» una
voce calda lo chiamò e lo fece voltare verso
la fonte di quel suono dolcissimo. Improvvisamente la rabbia per il
ritardo
scemò ed i suoi occhi grigi si sciolsero in quelli
smeraldini dell’altro
ragazzo che in quel momento aveva il respiro corto, probabilmente per
aver
fatto una lunga corsa.
«Puntuale, Potter,
eh?» lo apostrofò senza cattiveria,
alzando un sopracciglio ed incamminandosi all’interno del
locale di gran
classe.
«Scusa…
C’era traffico» fece spallucce e seguì
il ragazzo
biondo platino oltre la soglia.
Il biondino dalla pelle pallida
indossava un paio di
pantaloni neri molto aderenti, che fasciavano perfettamente la sua vita
snella,
ed una camicia di un colore vicinissimo al grigio perlaceo dei propri
occhi;
Harry strabuzzò gli occhi alla visione del suo fondoschiena
che si muoveva
sinuosamente con un ritmo ipnotico ed improvvisamente si
sentì mancare l’aria,
la differenza di temperatura interno/esterno era così
elevata?
«Sai guidare?»
domandò Malfoy, cercando di celare la
meraviglia che si era istantaneamente dipinta sul proprio volto.
«A quanto
pare…» commentò Harry, con
un’alzata di spalle,
sempre più nervoso.
Si sentiva seriamente a disagio e,
più ci pensava, più non
riusciva a comprendere il motivo per cui si trovasse in un posto del
genere con
Draco Malfoy… Ripetere il nome del ragazzo nella propria
testa però non fu di grande
aiuto, in quanto lo confuse ancora di più.
«Conosci questo
posto?» cambiò improvvisamente argomento,
Draco, sentendo che l’aria si era fatta improvvisamente
glaciale, con
un’atmosfera imbarazzante.
«Non ci sono mai
stato» Potter scosse la testa.
«Mi stai dicendo che non
c’era traffico, ma ti sei perso per
strada? Mi deludi Potty, il salvatore del mondo magico non
può essere così
idiota!» sbottò il ragazzo biondo, passandosi una
mano tra i capelli, iniziando
a dubitare dell’intelligenza di quell’uomo.
«No…
Non… c’era traffico…»
avvampò all’istante e si
mordicchiò un labbro.
Draco iniziò
istintivamente a pensare di voler mordere lui
quelle labbra arrossate e carnose…no, si doveva dare un
contegno, non poteva
iniziare già a pensare a Potter nudo sopr… cazzo,
lo stava già facendo e chissà
come mai i pantaloni erano diventati più stretti
all’altezza dell’inguine. Dopo
neanche cinque minuti.
Con un movimento fluido si
accomodò sulla sedia indicatagli
dal cameriere ben vestito, più velocemente di quanto avesse
dovuto, perché il
ragazzo che si sedette di fronte a lui lo scrutò dubbioso.
«Tutto bene?»
aggrottò la fronte preoccupato, grattandosi
leggermente il naso, per poi lasciare che quelle stesse dita
sfiorassero le
guance, la mascella, fino a scomparire al di sotto della tovaglia.
Malfoy deglutì in modo
nervoso ed annuì, ostentando calma e
sicurezza.
«Non sembra…
perché mi hai invitato qui, tra
l’altro?» si
guardò intorno, lasciando svolazzare i capelli corvini e
scompigliati, e
sorridendo angelico.
«Ecco, vedi…
E’ difficile da spiegare» iniziò,
interrompendosi per l’arrivo di un altro uomo in divisa con
due menu rossi
sgargianti con i bordi dorati.
«Rosso-oro, ottima scelta
Furetto» ammiccò Harry strizzando
un occhio ignorando l’espressione disgustata
dell’ex-Serpeverde.
«Zitto Sfregiato, sto
cercando di parlare, ma a quanto pare
vuoi essere sempre al centro dell’attenzione»
affermò altezzoso, sfogliando
lentamente le pagine del menu.
«A volte mi chiedo se la
tua isteria non sia dovuta al ciclo
mestruale» commentò il moretto con ironia.
«Stavo
dicendo…» fece finta di non averlo sentito
«…che sono
giunto alla fine della mia vita» annunciò, con la
stessa tranquillità usata per
dire, che so, “Toh, ho comprato quelle scarpe che erano in
offerta”.
Harry alzò un
sopracciglio, dubitando seriamente di quell’
affermazione.
«Quindi, sono venuto qui
per dirti che mi piaci, Harry»
cercò disperatamente di non arrossire e di mantenere un
certo contegno.
«Mi stai prendendo per il
culo?» ridacchiò Harry che era
sobbalzato appena, sentendosi chiamare per nome per la prima volta.
«TU, hai l’onore
di una dichiarazione da parte MIA e ridi?
Come osi?!» le guance si arrossarono appena, mentre cercava
di non alzarsi ed
iniziare a sbraitare.
«Sei assolutamente certo di
quello che stai dicendo?» poteva
anche solo essere sotto effetto di una maledizione o, più
probabilmente, di
qualche droga.
«Sì».
«Ah. Beh, grazie»
fu l’unica cosa che il ragazzo riuscì a
dire in risposta a quell’affermazione.
«Grazie?» Malfoy
digrignò i denti furente.
«Cioè, mi fa
piacere, sono felice che tu me lo abbia detto»
precisò non sapendo più cosa dire.
«Mi stai cercando di dire
che non sei interessato a me?» ah,
ecco il punto che era sfuggito al grifone, intelligente, ma non
perspicace.
«N… non lo
so… mi prendi così alla
sprovvista…» balbettò
arrossendo come un pomodoro.
«Senti, ho poco
tempo… Non so per quanto sarò ancora
qui» la
sua espressione si fece triste ed il cuore di Harry iniziò a
battere
freneticamente.
«Andiamo via da
qui» decise Potter, afferrandolo per un
braccio e sgattaiolando fuori da quel luogo in cui si respirava
profumo, non
semplice aria.
«Non abbiamo mangiato
nulla!» protestò il biondino
divincolandosi da quella forte presa, ma non tornò indietro.
«Non importa…
Preferisco fare una passeggiata, mi sentivo a
disagio in quel posto» storse il naso.
«Cos’hai, posso
saperlo?» domandò poi, preoccupato.
«Non lo so di
preciso…» iniziò Draco, pensieroso.
«Stamattina ho acceso il confuter…»,
ma venne interrotto da una risatina alla sua destra.
«Il che? Cosa sarebbe un confuter?»
Harry sogghignò, con gli occhi tristi.
«Quel coso con cui i
babbani comunicano, sentono la musica…
Si fanno tante cose!» spiegò serio annuendo.
«Vuoi dire il computer?»
«Ah, beh, quello che
è, mi fai finire di parlare?!»
«Sì,
scusa».
«Comunque, l’ho
acceso ed è apparso un messaggio a caratteri
cubitali, diceva chiaramente che mi ero beccato un virus
letale…»
Harry Potter,
il-bambino-che-è-sopravvissuto-ma-non-ancora-per-molto (era
quello che diceva
l’espressione di Malfoy), stava ridendo, tenendosi la pancia,
a pieni polmoni
ed era anche caduto per terra, non avendo trovato un appiglio a cui
reggersi.
«Mi prendi in
giro?» riuscì a sillabare senza fiato.
Draco era scandalizzato,
terribilmente scandalizzato, aveva
le lacrime agli occhi per l’imbarazzo, come aveva potuto
pensare che a Potter
fregasse qualcosa della sua imminente morte?!
«Che cazzo ti
ridi?» domandò soltanto.
«Sei un idiota, Malfoy, un
emerito idiota, il virus è un
problema del computer, non tuo, non è che sei andato su
certi
siti…poco…convenzionali?» disse
cercando di alzarsi in piedi.
«Mi stai dicendo che non
sto morendo?» sembrava una teiera
sul punto di fischiare.
«Esatto».
Perciò aveva fatto tutta
quella sceneggiata per nulla? Che
enorme figura di merda.
«Cazzo di Blaise, poteva
avvertirmi!» si lagnò camminando
velocemente, cercando di scappare il più rapidamente
possibile da lì.
Si sentì improvvisamente
tirare per un braccio, quindi fermò
la sua semi-corsa e si voltò, con gli occhi lucidi: Harry
Potter era a pochi
centimetri da lui, quasi i nasi si sfioravano, ed il suo respiro caldo,
alla
menta, gli solleticava il collo.
«Anche tu mi
piaci» disse semplicemente, facendo aderire le
proprie labbra a quelle del ragazzo di fronte a sé, in un
bacio morbido e
dolce, che divenne qualcosa di più esplicito e passionale
non appena Malfoy
spinse la lingua all’interno della bocca
dell’altro, con forza ed impazienza.
«Da me o da te?»
domandò ansimando Draco, dopo un tempo che
parve un’infintià.
«Da te, casa mia
è un casino» rispose Harry, appena prima di
essere smaterializzato a casa dell’altro, davanti ad un
enorme letto con le
coperte argentate.
Erano solo le nove di sera ed i
tasselli erano già tutti al
posto giusto.
«Risponde
la
segreteria telefonica di Draco Malfoy, non sono in casa, quindi, se
proprio
dovete, lasciate un messaggio dopo il bip»
BIIIP.
«Draco, sono Blaise, oggi
sono venuto a trovarti, ma non
c’eri. Ho visto il tuo PC, non andare mai più su
quel sito porno al primo posto
nei preferiti, è pieno di virus, non lo sapevo, intanto ho
sistemato il
computer, ora è tutto okay. Richiama».
Draco arrossì imbarazzato
ed Harry ridacchiò, per poi
continuare a baciarlo con foga, nulla avrebbe potuto rovinare quel
momento,
proprio nulla.
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