25.
Family
La Prescelta strinse i pugni e si fece avanti; nel corridoio che
portava alla stanza di Stella, Spike e Annie parlavano confortandosi a
vicenda.
Spike si era rivelato nel tempo un padre perfetto, partecipe e
premuroso, coinvolto in tutti gli aspetti dell’educazione di Annie. Un
uomo capace di mettersi in contatto con una bambina distante
generazioni: una bambina impossibile, sangue e carne di una Chiave
mistica e dell’alchimista più potente di sempre.
“Stai bene?” esalò Buffy, bloccandosi a pochi passi dalla figlia.
Il tono della sua voce le sembrò freddo e indifferente, decisamente
diverso da ciò che avrebbe voluto trasmettere.
Annie alzò lo sguardo limpido.
“Sì,” disse soltanto e si fece più indietro, quasi a volersi
allontanare.
Buffy ingoiò un sospiro.
“Bene,” aggiunse inutilmente. Le dita di Spike sul collo quasi la
fecero saltare sul posto. Controllò i riflessi e tese i muscoli allo
stremo, per non rivelare il suo disagio. Se Spike notò qualcosa non lo
diede a vedere.
Impacciata, la Prescelta si congedò dalla famiglia e fece per entrare
nella camera di Stella. Prima di chiudersi la porta alle spalle ebbe
l’impressione di sentire il mormorio spaventato di Annie: lo ignorò,
entrò nella stanza d’infermeria serrando gli occhi sino a farsi male.
La porta era una lastra di ghiaccio contro la schiena tesa. Buffy smise
di appoggiarvisi come un naufrago alla scialuppa e riaprì gli occhi, si
concesse un respiro profondo. La stanza profumava di camelie e
disinfettante. Una confezione di detergente giaceva sotto un tavolino
sgombro, ma di fiori neanche l’ombra. Le pareti erano state
recentemente dipinte, oltre il velo di giallo si potevano intravedere i
residui della precedente carta da parati.
Stella respirava forte, il corpicino magro nascosto sotto il piumone,
un braccio nudo esposto alla luce del sole e collegato ad una flebo che
gocciolava con lenta pazienza.
La Cacciatrice deglutì ancora, stavolta per scacciare il pianto, e
raggiunse il letto della piccola paziente.
Aveva capelli di un biondo scuro simile a quello di Dawn nei primi mesi
di vita e il suo volto era altrettanto piccolo, ovale e delicato.
Occhiaie impietose segnavano le orbite violacee per la stanchezza.
Buffy si accorse del panno umido che giaceva alla sua destra, sul
comodino, lo prese e lo passò gentilmente sulla fronte della bambina.
Sentì un lievissimo sibilo di dolore e vide la bocca di Stella
imbronciarsi di riflesso.
“Cassie,” sussurrò Stella,
immersa in un sonno profondo. “Cassie.”
La Prescelta sorrise ed assaporò il gusto salino delle sue lacrime.
“Oh santo cielo …” borbottò, arrabbiata con se stessa.
Posò il panno sul comodino e passò le mani sulle guance, trovandole
umide di pianto. Nonostante la volontà di controllo che aveva provato
ad esercitare, i suoi occhi l’avevano tradita.
Si curvò su se stessa e provò a spendere tutta la sofferenza che le
serrava lo stomaco in un paio di singhiozzi soffocati. Poggiò le mani
sul materasso e tornò a guardare Stella dormiente.
“Lo so,” disse, dopo qualche secondo. “Lo
so.” Ripeté.
Le tornarono in mente le mani di Spike, lo sguardo chiaro di Annie,
così simile a quello di Dawn, e i capelli di sua madre, il suo corpo
abbandonato su un divano troppo vecchio che non aveva avuto il coraggio
di cambiare.
Le tornò in mente Cassandra, giovane veggente dall’espressione
amareggiata, troppo adulta per essere quella di una ragazzina soltanto.
Provò ad immaginare Cassandra insieme alla sorellina minore e quasi non
dovette fare sforzo, che le famiglie si creavano nel modo più naturale
possibile.
Sorrise ancora, accarezzando un abbozzo di pensiero folle e felice.
Carezzò il volto di Stella.
Willow si era ritirata nelle stanze delle meditazioni e da ore aveva
proibito l’accesso a chiunque, Xander e Kennedy compresi.
Aggirandosi nella confusione del Centro di Ricerca, Buffy aveva cercato
di rintracciare almeno Angel, che poteva avere nuove informazioni sui
piani del Mercuriale. Dopo un vano correre per i corridoi, aveva deciso
di lasciar perdere. Sconfortata, si era seduta sul primo scaffale vuoto
disponibile.
“Ricordo di aver finanziato la spesa per tutti i volumi
dell’enciclopedia paranormale di Hume. Quegli scaffali dovrebbero
traboccare di libri.”
Buffy si rialzò di scatto e si voltò a guardare l’interlocutore.
“Giles!” esclamò, correndo tra
le braccia del vecchio Osservatore.
Lo strinse forte, immergendo il capo nel tessuto pesante della sua
giacca, respirando ancora una volta l’odore di tè e avventure mai
dimenticate.
“Sei tornato!” aggiunse, felice. “Non credevo che saresti più …”
“Il mondo sta finendo,” rispose lui, il viso segnato da nuove rughe,
gli occhi sempre gentili. “Suppongo sia una ragione valida per
interrompere il mio tranquillo soggiorno in madrepatria. Mi sei
mancata, tra le altre cose.”
Buffy sorrise come la ragazzina che non era più.
“Mi sei mancato anche tu.”
“Insieme per il rush finale.” Mormorò Giles, estraendo un fazzoletto
per la pulizia degli occhiali. “Ho saputo di Willow e del suo presunto
destino.”
“Chi …”
“Xander.”
Buffy annuì, senza aggiungere altro.
“Avrai anche saputo di Annie e di ciò che è appena successo.”
“Su questo dovrai aggiornarmi. A causa delle correnti di magia che
sferzano il pianeta è diventato abbastanza difficile sostenere una
conversazione telefonica in aereo.”
“Certo. Capito. Scooby meeting,
all’istante.”
Giles si concesse un lungo sguardo di indagine ai corridoi del Centro.
Inarcò le sopracciglia, pensoso.
“Ci aspetta un grande lavoro da fare …” rifletté ad alta voce.
“Siamo pronti.” Replicò la Prescelta, nel suo tono più convincente.
Kennedy saltò fuori da una delle stanze, gli occhi spalancati dal
terrore.
“Non potete immaginare cosa cazzo sta succedendo.” Disse soltanto.
Buffy e Giles si precipitarono verso una delle finestre.
Una luce verde, elettrica aveva squarciato il grigiore del cielo. Un
fascio di corrente si abbatteva a pochi chilometri dalla città, nella
terra che si alzava in un turbine di sabbia.
“Dev’essere …”
“… Un raggio trasportatore.”
Oltre i confini di Los Angeles, nel deserto del Mojave, stavano
atterrando migliaia di vampiri, un ulteriore esercito a minaccia della
pace sulla Terra.
In mezzo a loro un ragazzino coi vestiti larghi e le lenti degli
occhiali spessi: il Liberatore.
Noticine
sparse ~
[*]
Sono tornata con un nuovo capitolo, yay! Il Buffyverse mi mancava
troppo.
[*] L'enciclopedia paranormale di Hume
viene menzionata nella 3x07. Thanks, miss Post!
[*]
Ho cambiato il titolo ad uno dei precedenti capitoli per poter
mettere Family a questo.
Because of reasons.
[*] I
fanatici dei fumetti avranno forse riconosciuto il fantomatico
Liberatore, che finalmente fa la sua prima apparizione. Per tutti gli
altri: non preoccupatevi, al prossimo capitolo ci torniamo.
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