In the rain

di Harriet
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SPOILER GROSSI COME KYUUBI PER I CAPITOLI DAL 393 IN POI!!!!!


Vorrei solo mettere in chiaro che continuo a considerare Itachi un assassino snaturato. Ma la conclusione della sua vicenda mi ha dato da pensare. Dunque, questo è un omaggio ai fratelli Uchiha – che sono due disgraziati, ma dovevo loro almeno una storia. Li ho infamati per anni e alla fine sono riusciti a farmi una pena immensa, ognuno a suo modo.



In the rain


Scorrevano via in fretta, gli ultimi resti di una vita – frammenti di respiro e immagini in dissolvenza. L’eco di un sorriso, un vago senso di...
Soddisfazione?
Compiutezza, più che altro.
Per una vita spesa come la sua, quello era l’unico compimento possibile, e adesso era realizzato. Era quello che voleva, no?
Qualche volta, come capita a tutti gli esseri umani, si era chiesto quali sarebbero stati i suoi ultimi pensieri. Avrebbe rivisto i volti di tutti quelli che aveva ucciso, forse. Sull’orlo dell’aldilà, sarebbero stati lì per accoglierlo, ghignanti, e vendicarsi. Per qualche strano motivo quella prospettiva lo faceva ridere.
O magari si sarebbe spento senza pensieri, senza grandi riflessioni o rimpianti, solo felice di concedersi al riposo? Decisamente meglio, sì.
Ora, che era alla fine per davvero, sentiva solo il caos, la realtà spezzata e quello strano senso di completezza.
Aveva ottenuto tutto ciò che voleva ed era morto come desiderava. Fin troppo. Le creature come lui, che cancellavano l’umanità dal proprio animo, non meritavano più nulla. Lui aveva visto l’unica persona per la quale aveva continuato a trascinare avanti la sua esistenza, come ultima cosa prima di morire. Fin troppo, davvero.
La sua vita si era esaurita completamente, e anche l’ultimo fantasma di pensiero si dissolse nella pioggia.

*

Quelle parole erano come una tempesta sulla sua mente, fragile e indifesa come mai lo era stata. Una rivelazione che gli si rovesciava addosso in tutta la sua forza terribile. All’improvviso, ogni cosa era diversa. Il caleidoscopio degli eventi gli mostrava tutta un’altra immagine – ed era bastato un minimo giro, e tutto era diverso, trasformato, folle, incomprensibile...
E la pioggia di parole non voleva smettere.
Nessuna ferita aveva mai fatto così male. Nessuna lotta era stata così orribile. Nessun tradimento così pesante. Nessun dubbio così spaventoso. Una manciata di parole bastava a distruggere ogni cosa.
Senza difese, davanti alla verità.
... ma era la verità, quella?
La verità – non avrebbe creduto a quella parola, mai più.
La verità – ma se quella era la verità, allora tutta la sua esistenza fino a quel momento era stata una completa illusione! Ogni istante sprecato, ogni legame spezzato inutilmente...
Aveva pensato di essere l’unico padrone delle sue scelte e della sua strada. Era sempre stato sicuro di avere forza sufficiente per portare a termine un vendetta e realizzare un’esistenza, da solo. Questo, credeva: di aver cancellato ogni esitazione e ogni legame, per incamminarsi verso l’unica meta desiderata.
Invece, ora che la vendetta si era rivelata inutile e l’esistenza sprecata, tutta quella forza, quella determinazione, gli sembrava di non averle nemmeno mai avute. Provava a cercare qualcosa, dentro sé, a cui aggrapparsi per non impazzire, e c’era solo il suono di tutte le cose che crollavano...
E quando hai perso il senso delle cose, ti rimane solo una manciata di frammenti (un tempo erano una mente e un cuore), che quella pioggia impietosa di parole trascina via.

Lui ha vissuto all’inferno, dice quella voce.
Tu ci sei appena entrato.
Scende la pioggia, mentre si aprono davanti a te le porte della follia.




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