Il Piano Di Hanamichi

di slanif
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Il Piano Di Hanamichi
di slanif



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Capitolo 1°
La Telefonata



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Ammetterlo con me stesso non è stato affatto facile.

Avanti, diciamocelo!: Kaede Rukawa non è esattamente il soggetto più facile da amare! Ma che volete? Non si comanda il cuore… e il mio, evidentemente, ha deciso di giocarmi un brutto tiro…

Sì, perché lo stupido cuore del Tensai(*01) (che sarei io), ha deciso che Harukina cara non solo non significa niente, ma al suo posto è entrato qualcun altro, qualcuno che è riuscito a scatenare in me sentimenti maturi, profondi, seri. Non come quelli che provavo per le cinquanta ragazze che mi hanno rifiutato, no! E nemmeno come quelli per Haruko!

Sarò sempre grato alla Akagi per avermi fatto scoprire il Basket, ma all’infuori di questo, direi che non ho nessun altro sentimento nei suoi confronti! Mi sono anche reso conto che è alquanto stupida e alla fine mi sta pure un po’ antipatica(*02)…

Ma, come dicevo, c’è stato qualcun altro a riempire il mio cuore, stavolta seriamente. Sì, proprio lui: il volpino narcolettico per eccellenza, Rukawa!

Ma dico io… si può essere più sfigati di me? Non solo mi becco cinquanta rifiuti in tre anni (cinquantuno se contiamo anche Haruko), ma adesso che finalmente ho capito che comportarsi in quel modo e correre dietro a qualunque gonnella che incontro è inutile (che poi non erano neanche tutte carine… alcune, ancora mi stupisco a ripensarci, erano proprio bruttine!), il mio stupido, stupidissimo cuore decide che è ora di fare sul serio e chi va a beccare? L’unica persona che ovviamente non mi considera neanche di striscio… anzi, diciamocelo! Non mi sopporta proprio! Non ve le devo ricordare io le sue occhiatacce gelide, vero?

Perciò mi trovo davanti a un dilemma: che fare?

Soffrire in eterno in silenzio o rischiare?

C’ho pensato a lungo e alla fine mi sono detto che il Tensai non è uno che si tira indietro, perciò perché farlo stavolta? Certo, sarà un’impresa tutt’altro che facile, ma la Kitsune(*03) non è uno che sparla ai quattro venti, perciò anche se dovesse venire a conoscenza dei miei sentimenti e non li ricambiasse, so che non sarebbe così sleale da andarlo a raccontare a tutti! Perciò, a parte perdere la faccia con lui, direi che per il resto sono okay! Certo, questo pensiero è tutto fuorché consolante, ma meglio di niente…

Però questa mia consapevolezza non basta.

Devo trovare un sistema per avvicinarmi alla volpe senza che lui pensi che voglio giocargli qualche scherzo… come fare?

Fino ad ora, l’unico nostro modo di comunicare è stato a suon di pugni. Ben assestati, cruenti, spesso non necessari, ma chiari e significativi per noi. Sono stati conditi da parole d’offesa, spesso pesanti, soprattutto da parte mia (perché lui non parla!). Il nostro rapporto è stato condito di occhiate gelide da parte sua e grandi urli frustrati da parte mia. Da sbuffi spazientiti suoi a palloni tirati addosso miei. A cui seguivano a cannonata quelli che dopo mi tirava lui, ovviamente… quante botte in faccia! Maledetta Kitsune…

Ma… chi voglio prendere in giro?

Se all’inizio era davvero rancore verso quel compagno di squadra così algido e taciturno, sempre in cima al suo piedistallo a guardare tutti dall’alto in basso, così bravo nel Basket che sembrava non fare nemmeno fatica, col tempo ho capito che non aveva senso. Non aveva senso avercela con lui perché era il soggetto dell’innamoramento di Haruko, perché a me di Haruko non importa un accidente. Non ha senso avercela con lui perché è un grande giocatore, perché anche il Tensai lo è (okay, okay, non ai suoi livelli, ma ci arriverò presto, oh!). Non ha senso urlargli contro e scuoterlo alla ricerca di una qualunque reazione da parte sua, perché tanto lui non mi darà mai la soddisfazione di cambiare espressione di fronte a me.

Kaede Rukawa è così, prendere o lasciare.

All’inizio mi sono detto: lasciare, accidenti! Ma poi? Chi lo sentiva il mio stupido cuore? Chi li fermava i sogni bollenti che colorano di rosso tutte le mie notti? Nessuno, ahimè… perciò l’unica cosa intelligente da fare è farci i conti e imparare a conviverci, magari agire in qualche modo.

Che dite? Che sembro fin troppo maturo? E infatti sono maturato, altroché! Il fatto è che io non sono il completo imbecille che tutti credono, quello capace solo di far casino e di dire battute idiote. Che c’entra, mi piace ancora divertirmi e fare casino, ma ho capito che posso essere simpatico senza per forza risultare grottesco. Ho scoperto che se faccio una battuta senza fare l’esaltato, la gente ride e si diverte, cosa che invece non faceva prima e mi biasimava e basta! Ho capito che bisogna crescere, prima o poi (cosa che il volpino non faceva altro che ripetermi, tra l’altro…), che devo cominciare ad impegnarmi a fondo con il Basket, perché il Basket ormai è parte integrante della mia vita e non posso più farne a meno! Dopo la partita col Sannoh e il periodo forzato di riposo in riabilitazione, ho capito davvero di voler giocare a Basket. Prima lo dicevo perché volevo fare l’esaltato, ma adesso se lo dico sono serio, serissimo. Il Basket è essenziale. E’ parte di me. E’ grazie al Basket che sono migliorato come persona, che ho capito che nella vita è stupendo impegnarsi in qualcosa e metterci tutto se stesso, passando tutti i pomeriggi a sudare come un matto in palestra invece di andare in giro a perder tempo senza concludere nulla. E’ grazie al Basket che ho conosciuto persone straordinarie, amici di squadra che sono diventati anche amici e che sì, sono dei gran bastardi che si divertono a prendermi in giro ogni cinque minuti, ma mi ci faccio certe grasse risate che non saprei fare a meno di loro! E’ grazie al Basket che ho conosciuto Ayako, l’unica donna intelligente che sta simpatica alla Kitsune! … ecco. Già. La Kitsune… grazie al Basket, soprattutto, ho conosciuto Rukawa.

Volpino che, come dicevamo prima, è scontroso, egocentrico, silenzioso e musone. E dette così, sono un eufemismo, credetemi… non saprei nemmeno descrivere a parole quanto sia irrimediabilmente difficile avere a che fare con lui! Le nostre innumerevoli scazzottate lo dimostrano! All’inizio le usavo per fargli davvero male, per vedere se riuscivo a scuoterlo in qualche modo, ma poi ho capito che servivano solo a farmi notare da lui e, ammettiamolo!, a toccarlo! Rukawa non è una persona che si fa avvicinare in qualche modo, perciò quello era l’unico sistema per mettergli le mani addosso! Certo, io vorrei mettergliele molto meglio, le mani addosso, ma insomma…

Tornando a noi (sennò qui il mio corpo non riesco più a controllarlo e non mi pare il caso, visto che sono in classe a seguire la lezione di non so quale materia) io sono sicuro che sotto quella scorsa dura si cela qualcos’altro…

Per il Basket ha una passione incredibile. Ci si dedica anima e corpo, non sente fatica, stanchezza, muscoli indolenziti, ore che passano… niente. Per il Basket, lui tira fuori una passione bruciante che lo coinvolge totalmente, rendendolo il campione che è (anche se mi costa ammetterlo!).

Ma fuori dal campo… perché non è così? Possibile che niente e nessuno riesca a portare fuori quella passione che tiene celata sotto strati e strati di indifferenza e freddezza? Non è possibile che sia così, perciò io voglio diventare quel qualcuno che riesce a farlo sentire vivo anche fuori da un campo da Basket!

Come?

Ancora non lo so… ma il Tensai si inventerà sicuramente qualcosa!



Sono un po’ di giorni che Sakuragi è strano… non fa che girarmi intorno e ha quasi smesso di rompermi le scatole ogni cinque minuti con le sue scemenze!

Intendiamoci: di stupidaggini ne dice ancora molte, però sono più intelligenti di quelle che diceva prima! Adesso non sono da sbruffone (non sempre, almeno… qualche ricaduta ogni tanto ce l’ha!), ma sono simpatiche e se avessi voglia di ridere, penso che qualche volta sorriderei anche io!

Peccato che io non abbia minimamente voglia di ridere.

Ho perso questa capacità anni e anni fa, e ormai mi sono dimenticato come si fa…

Ma non voglio indugiare in certi pensieri, adesso. Mi devo allenare. E visto che stavolta il Do’aho(*04) sembra non voler interrompere l’allenamento ogni cinque minuti per sparare una delle sue frasi da super-Tensai (come dice lui. O super-idiota come dico io), direi che è il caso di approfittarne!

Miyagi deve pensarla come me, perché il nuovo capitano non fa altro che urlare e strepitare a tutti di darsi una mossa, che il tempo è denaro e che non dobbiamo dormire in piedi! Ma quando mai? Cioè, okay, io qualche volta lo faccio, ma non succede mai in un campo da Basket! Quando ho una sfera arancione a righe nere tra le mani, tutti i miei sensi sono ben svegli! E questo lo dimostro ampiamente in tutto l’allenamento, regalando le azioni migliori e il rendimento più producente.

Anche quell’idiota è stato bravo, oggi. Ha fatto dei miglioramenti incredibili, nonostante appena un anno fa non sapesse neanche i fondamentali o le regole più basilari di questo sport, ma ha ancora molta strada da fare.

Ultimamente ho notato che si impegna di più, però. Come dicevo, dice sempre un mare di stupidaggini che inevitabilmente lo distraggono e distraggono anche tutti gli altri, però adesso si vede che si impegna sul serio. Da quando è tornato dalla riabilitazione alla schiena è senz’altro maturato. Evidentemente quella partita col Sannoh deve avergli fatto capire (finalmente!) che il Basket è importante per lui esattamente come lo è per me, Mitsui, Miyagi o Akagi. Ha capito che è una cosa che potrebbe far parte del suo futuro, e si sta impegnando. Gliel’ho sempre detto di chiudere quella fogna e mettersi d’impegno, ed evidentemente alla fine mi ha dato retta!

“Rukawa”. La voce di Miyagi mi sveglia dal mio torpore. Mi giro verso di lui, che si avvicina “Rukawa, per cortesia, fai fare un allenamento supplementare a quell’idiota sui tiri da tre punti, sennò va a finire che perdiamo a causa sua!”.

“CHE COOOSAAA?”. La voce tonante di Sakuragi ci mette mezzo secondo a trapanarmi le orecchie. Lo fisso con la coda dell’occhio e vedo che si sta avvicinando a grandi passi, furente di rabbia che sembrano fumargli le orecchie. La sua faccia si ferma a pochi centimetri da quella del nostro capitano e, sventolandogli un pugno sotto al naso, riprende subito ad urlare: “NANEROTTOLO! Vuoi che il Tensai ti fa fuori? Eh? Eh? EH?”.

“Hanamichi, non è una novità che non sei una cima in quel campo…” gli fa notare Miyagi, per nulla spaventato “Come in molti altri…” conclude, sorridendo malefico. Sakuragi trema di rabbia, minacciandolo di nuovo, ma si vede che non hanno nessuna intenzione di offendersi davvero. Sono amici.

Io non ho mai avuto degli amici, perciò non capisco bene com’è un rapporto simile, ma capisco anche che loro si vogliono bene. Questi deficienti, in un certo qual modo, vogliono bene anche a me perché qualche volta mi ritrovo coinvolto in qualche loro uscita. Intendiamoci, esco pochissimo e raramente, ma ogni volta, nonostante i miei continui rifiuti, tornano a chiedermi se mi va di uscire. Non si arrendono, e questo mi fa capire che nonostante il mio comportamento burbero, tutto sommato anche loro si sono affezionati a me.

Continuano a battibeccare per un altro po’, fino a che io mi stufo. Socchiudo le labbra e per la prima volta da quando è iniziato l’allenamento, finalmente faccio uscire la mia voce profonda: “Do’aho. Smettila e diamoci una mossa”.

Lui si volta subito verso di me, con sguardo carico di sfida.

“Non vedo l’ora, Kitsune…”.




Miyagi… ti amo!

Mi hai fornito la scusa che cercavo per rimanere da solo con la Kitsune! Ma si può avere un amico migliore di te? Ho le lacrime agli occhi dalla felicità…

Ovviamente cerco di non far capire a nessuno la mia profonda felicità, e mi metto a protestare a tutto spiano, continuando una recita a cui non credo più. Miyagi mi ignora (bravo tappetto!) e alla fine mi ritrovo da solo con Rukawa, chiuso in palestra.

Ci fissiamo un attimo. Il suo sguardo è gelido e profondo, oltre che imbronciato. Che lo trovo sexy ve lo devo dire davvero? Non penso…

Cerco di guardarlo a mia volta malamente, ma dubito di riuscirci molto bene. Sulla mia faccia si legge tutto, qualunque sentimento io provi, perciò è probabile che anche adesso io sia davvero poco credibile… anche perché io, lui, la palestra chiusa e vuota… il mio cervello fa pensieri decisamente poco casti! Mi do mentalmente un ceffone, e per togliermi d’impaccio domando: “Allora, stupida Kitsune, iniziamo?”. La tensione che si respirava nell’aria dovuta ai miei occhi incatenati ai suoi stava facendo risvegliare una parte di me che è bene rimanga sopita, soprattutto sotto a pantaloncini bianchi che non nascondono un accidente!

“Nh” è il suo laconico commento. Però lo vedo avvicinarsi al cesto delle palle e ne afferra una, lanciandomela. Quindi ne afferra una a sua volta “Le basi le sai, no?”, mi chiede.

“Con chi credi di parlare?” ringhio. Anche se è bello e sexy e voglio mettergli le mani addosso, odio ancora il fatto che mi sottovaluti…

“Non si sa mai…” sbuffa “Allora iniziamo. Devi fare almeno cinquanta canestri su cento tiri, altrimenti farai dieci giri di campo” mi spiega.

“Sei un vero bastardo, lo sai?” gli chiedo. Lui si limita a sbuffare, lanciando la prima palla. La parabola è alta e perfetta, e ovviamente è centro. Uno a zero per lui. Sbuffo: “Va bene, va bene…” dico, allargando leggermente i piedi, posizionandomi meglio. Respiro, distendendo le spalle, mi piego sulle ginocchia e portandomi la palla sopra la testa, carico il colpo. La parabola è alta, ma un po’ storta. E infatti, va a toccare il ferro del cerchio del canestro e rimbalza fuori.

Mi volto verso di lui, e vedo i suoi occhi gelidi fissarmi.

“Lo so cosa pensi, stupida Kitsune, e non rompere!” sbraito.

Lui fa spallucce, ignorandomi e tirando di nuovo.

Andiamo avanti così fino a che non arriviamo a cento. Lui non ne ha sbagliato nessuno, ovviamente, ve lo devo dire? Io invece sì e alla fine, però, per un soffio, mi sono risparmiato i giri di campo!

“Visto, Kitsune? Sono un Tensai!” proclamo, alzando un braccio al cielo e seguendolo negli spogliatoi, dopo che abbiamo raccolto tutte le palle e rimesse di nuovo nel cesto.



“Ma se ne hai centrati la metà solo per pura fortuna?” è la mia risposta, mentre lo fisso di sottecchi. Adesso si incazza…

E infatti eccolo lì, che sbraita come un ossesso: “KITSUNEEE! COME OOOSI! IL TENSAI HA SBAGLIATO QUEI TIRI SOLO PER NON FARTI FARE BRUTTA FIGURA!”. Sì, sì… come no!

Lo ignoro totalmente e mi infilo sotto la doccia velocemente, ricercando il calore del getto e sentendo subito i muscoli rilassarsi. Appena terminata, esco in accappatoio e mi avvio verso il mio borsone. Il Do’aho è lì vicino, seduto sulla panca che si sta asciugando. Ha solo un asciugamano poggiato sulle cosce, che gli copre la zona da sotto l’ombelico a neanche un quarto di coscia, mentre il sedere nudo poggia direttamente sulle sbarre di legno. Si sta frizionando i capelli rossi che dopo la riabilitazione sono ricresciuti e adesso sono disordinati sulla sua testa, ma gli stanno decisamente meglio di quel ciuffo a forma di banana che portava prima! Ma son sicuro che è talmente idiota che se lo farò ricrescere, come minimo…

“Che guardi, Kitsune?”. La sua voce limpida e tranquilla mi sorprende. Non sobbalzo, anche se il mio cuore l’ha fatto, e continuo a guardarlo rispondendo semplicemente: “Niente”.

Lui, stranamente, non ribatte.

Mi vesto velocemente, e mentre sto per infilarmi la felpa, il mio cellulare squilla. Che scocciatura… lo afferro distrattamente, mentre sento gli occhi di Sakuragi addosso. Che diavolo vuole? Lo so, l’iceberg Rukawa riceve una telefonata… che notizia sensazionale! Pensavi che solo il tuo cellulare potesse squillare ogni cinque secondi? Io sarò anche un asociale, ma sicuramente se ho un cellulare è perché qualcuno ha il mio numero, no? Mi pare logico…

Leggo il nome sul display, e mentre rispondo, con uno sbuffo esalo: “Sendo”.

“Ciao Rukawa!”. La sua voce è squillante e allegra. Per lui è sempre primavera, non c’è che dire…

“Nh” è l’unica cosa che mi viene da dirgli. Che diavolo vuoi?

“Disturbo?” domanda il campione del Ryonan, con lo stesso tono allegro di prima.

“Sì. Che vuoi?” mi decido a chiedergli.

“Volevo chiederti la stessa cosa di sempre…” dice lui, evasivo. Al che io lo interrompo subito: “Allora è la stessa risposta di sempre” e metto giù.

Che strazio!

Butto il cellulare nella borsa e la tiro su, mettendomela in spalla. Mentre mi volto verso la porta, vedo gli occhi di Sakuragi furenti che mi fissano. E adesso quest’altro idiota che diavolo vuole? Ma perché ho sempre a che fare con gli imbecilli?

“Che diavolo voleva Sendo da te?” sibila.

E questa?

“Non credo siano fatti tuoi” rispondo. Ma che diavolo vuoi, Sakuragi?

I suoi occhi sono furenti.

“Col cazzo” risponde, prima di uscire sbattendo la porta.




**CONTINUA**



(*01) Tensai: Genio in giapponese
(*02) Okay, questo è un mio personale pensiero che ho voluto infilarci a tutti i costi, ma concedetemi di poterla maltrattare almeno nelle mie fan fiction, no? Ahahah! XD!
(*03) Kitsune: Volpe in giapponese
(*04) Do’aho: Idiota





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