Al di là di una finestra

di niko 180
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1.

Nonostante le ripetute lamentele di suo padre, Lyra correva. Correva spedita verso mondi immaginari, tenendo sempre stretta a sé la speranza di imbattervisi. Correva, senza curarsi di quale sarebbe stata l’opinione delle maggiori menti del paese. Adlestrop l’avrebbe ritenuta indegna di un marito, sovversiva e fin troppo rivoluzionaria. Non le importava. Voleva correre. Correre per liberare il cuore, la mente e i suoi lunghi capelli. Sentiva, dentro di sè, di avere qualcosa da dire. Non riusciva a pensare ad un’esistenza monocromatica, insapore. Accanto ad un padrone a cui sarebbe stato inutile dare il nome di marito. Senza la minima inclinazione al dialogo. Correre era parlare, discutere, crescere. Aprire la gabbia ai pensieri e farli volare via, dargli un colore, una possibilità. Ciò, nel 1807, era intollerabile ai più. “ Non troverai mai marito! ” . Una frase che, facendo bene i conti, le risuonava nelle orecchie dai dodici anni. Il signor Schneider non avrebbe mai capito. Capiva solo un buon bilancio familiare, un bacio sulla fronte dalla “ sua perla”, e un buon filetto arrosto.  
<<  E se non volessi un marito? >>
<<  Non ti vorrò più io!  >>.
Non seppe mai se stesse scherzando. Preferì il dubbio. Restava sempre confusa da suo padre. Sua madre le aveva sempre raccontato di quanto, in giovane età,  fosse di animo altruista e gentile, e di come non esitasse per un attimo nel portare il suo aiuto al prossimo.  “ Scostante” era il termine giusto. Forse, la perdita della moglie lo aveva indotto ad una visione del mondo ben diversa. Apprezzava, infatti, la sua abilità nel giostrarsi tra situazioni di totale rimprovero e momenti di affabile ed affettuosa paternità. Chi fosse lui realmente , non volle mai saperlo. Le bastava un bacio sulla fronte. Il giorno seguente, puntualmente, il filetto era in tavola.
 
 




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