Un nonno importante!
Io mi piaccio.
O meglio, potrei
migliorare, ma oramai è tardi per mettere in pratica
l'idea.
Ho vissuto una
vita carica di emozioni, qualche sofferenza non richiesta, e rare
soddisfazioni.
Ecco perché
sono pronto.
Alla mia età,
inutile negarlo, le forze si ritirano come l'acqua dai panni appesi al
sole, lasciandoti a malapena la possibilità di ciancicare
qualche biscotto, possibilmente ben intinto nel tè.
Ho disimparato a
correre, a fare calcoli complessi, a reagire con prontezza, a
sollevare oggetti pesanti, stento a passeggiare con l'adeguata
cadenza di una volta.
Lo sforzo al
contrario è aumentato verso ogni più piccola, elementare azione, mio
malgrado so che è un'equazione obbligatoria, per tutti quelli che osano invecchiare.
La lista delle mie
preesistenti amicizie, viene depennata quasi regolarmente, dalla
visita di signora Morte, una coda di nomi in cui il mio, contro ogni probabilità,
è segnato sul fondo.
Eppure sono
pronto, e mi sento inutile, d'impiccio e desidero solo concludere
questo lungo ciclo: Mangiare, dormire, defecare, mangiare, dormire...
Aspettare!
- Papà, ho portato la piccola! Devo scappare, ho la riunione, grazie, ciao!
Ecco qualcuno che
non sa proprio cos'è l'attesa...
La porta
dell'ingresso si richiude con un tonfo, che mi avvisa dell'arrivo
drastico e l'uscita teatrale di mia figlia, Kyoko.
La figlia, di mia
figlia si chiama Akari, ha cinque anni e mezzo, ed indossa ancora il
grembiulino ceruleo dell'asilo.
Le sue fattezze
riprendono con impressionante familiarità, quelle della mia
Kyoko, ma spero che la piccola in futuro, diventi una madre meno
snaturata.
Kyoko e suo marito
hanno spesso impegni sociali, o lavorativi da intraprendere, e
così
sono io il suo tutore personale, il nonno che la vizia.
Mi alzo dal
confortevole futon in cui ero sepolto e vado incontro alla mia tenera
nipotina.
Quell'angioletto
è, da quando un mese fa ho perso mia moglie, la mia unica
ragione di vita. No, non sto esagerando, senza Akari sarei perso!
Si dice che anche
un orologio rotto, segni l'ora giusta due volte nell'arco della
giornata, e quando lei giunge qui, nel momento giusto, io sono esattamente quell'orologio!
Lei è
l'unica che mi fa sentire un anziano, con un ruolo preciso nel mondo.
Le basta chiamarmi nonno, per far di me, quello che vuole, come una
piccola fatina laboriosa.
Ho scoperto, che
posso ancora dare tanto, a lei e al suo inseparabile amico a quattro
zampe.
Katsunishiki è
un esemplare di suino molto ingombrante, e la mia nipotina non riesce
a salire sul suo dorso, senza il mio ausilio.
Che orgoglio! Mia
nipote ha un portamento da cavallerizza, ed un talento talmente precoce, da sembrar impostato con severa disciplina, pochi sanno che le viene assolutamente naturale!
Fingo di leggere
il giornale, mentre lei trotterella in sella a Katsunishiki, facendo
il giro delle stanze della casa, per poi tornare in salotto, a fare
una sosta.
Il maiale sbuffa e
grugnisce, il muso imperlato di sudore.
- Hai stancato
anche Katsunishiki! – commento sogghignando, posando il
giornale
sul tavolo.
La piccola mi
fissa con i suoi grandi occhi ebanici, che sembrano volermi
trapassare da parte a parte, per capire di che pasta sono fatto,
considerando l'eventualità di rispondermi o meno.
- Nonno – si
decide per la prima opzione – Se non lo cavalco, diventa
pigro!
Sorrido, ha
proprio ragione.
- Perché
non vai a giocare con Kaori, visto che Katsunishiki non ce la fa
più?
- cerco di metterla alle strette. Kaori è una coetanea di
Akari, che abita qua in zona.
Mi rattrista il
fatto che mia nipote, sia una bimba isolata, senza amici, costretta a
passare i suoi lunghi pomeriggi assieme a me.
- Nonno, come fa
un papà a trovare una mamma?
Per poco non mi
prende un infarto! Non mi aspettavo un cambio repentino d'argomento,
e ora che faccio, cosa le dico? Vuole sapere come si fanno i
bambini, o forse la sua, è una perplessità
più
ingenua? Ma perché, i suoi genitori non ci sono mai, quando
dovrebbero? Sempre pronti a litigare, per lo più sulla sua
custodia, mentre Akari diventa quasi, quasi mia figlia. Che
assurdità!
Ah, se non avessi
acconsentito ad un matrimonio d'interesse, con i genitori di Toshio
Unryu a suo tempo... dire che allora mi sembravano piacersi, non
è
una scusante, non del tutto.
- Stai bene
nonnino? - chiede Akari con un filo di preoccupazione nei mie
riguardi.
- Non molto...-
rispondo infilandomi dentro al futon, allo scopo d'evadere dalla sua
scomoda richiesta.
- Allora nonno? -
ripete Akari, giusto mentre stavo lì, lì per
addormentarmi.
Deglutisco e
rispondo, molto retoricamente: - Come hai detto, cara?!
La bimba si
attorciglia una ciocca di capelli più chiara attorno ad un
ditino, poi se la porta sulle labbra, succhiandola.
Resta ancora un pò
in contemplazione, ma quando si decide a togliere la ciocca dalla
bocca, mi preparo al peggio:
- Come fa il papà
a sapere quando incontra la mamma giusta?
- Con l'amore... -
sussurrò riconoscendo a malapena, la mia voce.
- L'amore? -
ripete meccanicamente.
Esasperato mi
trascino a sedere, i muscoli addominali faticano controvoglia e le
mie povere ossa scricchiolano come arrugginite.
Comincio anche a
sudare caldo, dove avrò messo l'inalatore? Inutile, proprio
non me lo ricordo!
I suoi occhi
continuano a puntarmi, finché non mi decido.
- La... -
schiarisco la voce con un colpetto di tosse - La cerca
finché
non la trova, con un pò di fortuna anche tu lo troverai... -
rivelo accarezzandole la cima della testolina.
- C'è
qualcuno a cui vuoi più bene del nonno? - chiedo in tono
burbero, facendole il solletico.
Akari emette dei
gridolini di protesta, cercando di allontanare le mie mani da sotto
le sue ascelle, ma il gioco stavolta lo conduco io, e
continuò
finché non sento la mia schiena fare i capricci per
l'insistenza.
- Certo! -
nonostante i tappi di cerume nelle orecchie, la replica arriva alta e
sicura a destinazione.
- Io sposerò
Katsunishiki! Lui mi vuole bene e io ne voglio a lui, punto!
Spalanco gli
occhi, incredulo. - Come?! Non c'è neanche bambino che ti fa
la corte?
Akari non solo
scuote energicamente la testa, ma impegna tutto il busto oscillando anche le braccia, palesandomi il suo diniego.
Non arrossisce
come farebbe ogni bambinetta, punta nel vivo. Akari è
già
grande, per certi versi.
Grattandomi il
mento, le impartisco con voce bassa ma definita, un esempio
fondamentale, che voglio le rimanga impresso finché vive:
- Un giorno
troverai qualcuno che batterà Katsunishiki, nel tuo cuore...
quel giorno, io beh! spero di essere ancora vivo, conoscerai il vero
amore! Capisci?
Dopo un attimo di delicata esitazione, annuisce; - Ah, allora è
così! Grazie nonno! - s'inchina grata, finalmente sollevata dai propri dubbi... spero solo che non m'abbia preso troppo alla lettera!
Mi vengono le
lacrime agli occhi per la commozione, o forse per lo scampato pericolo, chissà... Katsunishiki, previdente come sempre, mi allunga
un fazzolettino di carta che accetto con molto piacere.
E' proprio vero,
quando c'è Akari con me, mi sento ancora necessario, fiero e oserei dire importante!
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