Ok, adesso mi ucciderete XD E' passato un sacco ma davvero un sacco di
tempo dall'ultima fic, ma sono stata occupatissima
con la scuola, la famiglia, cazzi e smazzi. Comunque, eccola qua la
nuova ficcina, chiaramente slash, sui miei fratellini *ç* Ah
ho iniziato gli Elfi di Cintra (ormai faccio la cronaca delle mie
avventure letterarie XD) e forse una slashetta l'avrei pure adocchiata
*W* Tanto ormai accoppio chiunque, ho la "Sindrome del Pairing"
U________U
AAAHH stavo dimenticando la parte più importante!! Ho fatto
una follia XD Ho preso la Big Damn Table su Durin e Dayel, quindi sono
in preparazione 100 fanfiction su questi due *suicidio di
massa*
Il link sarebbe questo: (casomai voleste prendere parte pure voi, oh
amorevoli che leggete le mie fic)fanfic100_ita
Buona lettuura e grazie per esservi sorbiti lo sproloquio XD
La calda luce dorata entrava dalla finestra chiusa, schermo contro il
rigore dell’inverno, spargendo un caldo tappeto di riflessi
oro sul pavimento ligneo della stanza. Le tende chiare, tirate proprio
per evitare l’intrusione della luce dispettosa, non erano
riuscite a prevenirne l’assedio e si erano arrese alla
prepotenza del sole appena sorto.
C’era calma in quella camera da letto, la calma e il silenzio
che precedono il risveglio e danno quel senso di ovattamento che scalda
il cuore.
Durin aveva sempre amato l’alba, il suo timido chiarore. E
forse era stato anche questo suo amore che lo aveva spinto ad aprire
quella porta ai primi raggi di sole, intrufolandosi nella stanza di
Dayel come se niente fosse.
Si era chiuso la porta di legno alle spalle cercando di non fare
rumore, e lo scatto della serratura gli era sembrato un boato nel
silenzio. Aveva mosso qualche passo incerto verso il centro, con il
passo felpato di un gatto. Non sapeva se aveva più paura del
fatto stesso di svegliare il fratello o della selvaggia reazione di un
Dayel svegliato male, fatto sta che tentava di fare meno rumore
possibile.
Si guardò attorno incuriosito: non era mai stato in quella
stanza a quell’ora.
Oh certo era stato parecchie volte nella stanza di Dayel ma mai a
quella particolare ora del mattino. O almeno se ci si trovava stava
profondamente dormendo, avendo passato la notte a fare qualcosa che non
era giocare a carte.
Così quella stanza alla luce tenue del sole sorgente era
qualcosa di nuovo e bellissimo per Durin, beato come poteva esserlo
solo lui anche solo del riflesso splendente della luce sulla copertina
in oro di un libro.
Ma il riflesso davvero meraviglioso, da cui Durin rimase incantato, fu
quello sui capelli dorati del fratello, sdraiato su quel letto che
tanto era stato maledetto e amato, semi-coperto dalle coperte fini che
dovevano proteggerlo dal freddo di quell’inverno
così duro quell’anno. Respirava piano, si disse il
maggiore mentre si avvicinava e posava dolcemente un ginocchio sul
materasso per sostenersi mentre si piegava verso di lui. Sentiva il
respiro caldo sul viso, proveniente dalle sue labbra rosate. Da cui
scappò un piccolo mormorio impastato dal sonno quando la
carezza gentile che gli aveva posato sul viso lo svegliò.
Le sue grandi iridi verdi si spalancarono faticosamente al mondo,
inquadrando con un po’ di ritardo la figura del fratello
maggiore chino su di lui, percezione che venne accompagnata da un
sorriso e da una mano in cerca di quella gemella dell’altro.
-Non volevo svegliarti…-
Bugiardo, in realtà volevi con tutto il cuore che aprisse
gli occhi e ti vedesse.
Comunque Durin ricevette in risposta soltanto un mormorio basso, come
le fusa di un gatto pigrone, e un gentile invito a sdraiarsi accanto a
lui da parte del fratello, cioè venne praticamente sbattuto
sopra le coperte.
Già, Dayel aveva quella pessima abitudine, si disse il
maggiore, di ancorarsi a mo di edera alla prima cosa che gli capitasse
sotto mano la mattina. Poi che a lui non dispiacesse per niente essere
l’oggetto in questione era un altro discorso.
-Sai, ho fatto un bellissimo sogno stanotte-
Aveva mormorato con una voce decisamente più sveglia
accoccolato sopra al suo petto, e chissà per quale motivo
Durin tornò nel giro di pochi minuti ad associarlo per la
seconda volta ad un grosso micio che dal profondo della gola tirava
fuori quei suoni ammalianti e rochi.
-Mh?-
-C’eri anche tu-
Il maggiore ridacchiò, facendo alzare la testa
all’altro, stupito.
-Allora doveva essere davvero un sogno meraviglioso!-
La risata si spense subito, gelata da uno strano brivido freddo che
Durin sentì chiaramente per tutta la spina dorsale. Quel
ghigno. Il ghigno di Dayel, quello che al suo apparire annunciava solo
guai. Per la terza volta consecutiva il gatto dorato riapparve davanti
ai suoi occhi sgranati, mentre con un sorrisetto famelico che scopriva
i suoi denti bianchi si arrampicava carponi, lentamente e con studiata
fatica, sopra di lui.
-Oh sì! Se vuoi ti faccio un piccolo esempio…-
La frase lasciata a metà riempì ancora di
più Durin di quel senso di paura folle e di eccitazione che
di solito quel suo stupido fratello comportava.
E il gatto si avvicinava, sempre di più.
Lo sapeva, si disse prima che le labbra prepotenti di Dayel facessero
proprie le sue, che svegliare suo fratello minore comportava strane
reazioni animali.
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