Angolino di Sara
*lancia l'ancora* Buonasera! Approdo ora in questo fandom
con una One Shot senza pretese, perché diciamocelo, se
all'una e mezza di sabato sera l'ispirazione per una
Gallavich chiama, non puoi non rispondere xD
Quanto mi stanno facendo soffrire quei due, mannaggia. Ian, che
diavolo, torna che qua Mickey sta impazzendo!
Avvertenza:
linguaggio piuttosto volgare, ma credo che se avete visto la serie tv
non rimarrete troppo scandalizzati xD
Dillo
di nuovo, Gallagher
Era un idiota. Un
fottuto idiota.
Come gli era saltato
in mente? Qual era il suo dannato problema?
Cazzo.
Cazzo, cazzo, cazzo.
Ian
mollò un pugno al muro, poi un altro e un altro ancora,
finchè la sua
mano non fu ricoperta di sangue e le nocche non si furono sbucciate
dolorosamente.
Aveva rovinato tutto.
Era proprio un
Gallagher.
Cazzo.
Agitò
la mano con un grugnito e una smorfia di dolore, poi strinse il pugno
più forte che potè; voleva che il male fisico
prendesse il sopravvento
su tutto e lo distraesse dal continuare a rivedere la scena nella sua
testa.
Ancora
non riusciva a capacitarsi di quello che aveva detto. Era come se
avesse momentaneamente perso il controllo della sua bocca, e quella
avesse agito di sua spontanea e idiota volontà.
Se la sarebbe dovuta
staccare.
Cazzo...
Non
sapeva nemmeno da dove fossero uscite quelle parole, sapeva solo che un
attimo prima era pressato contro la parete con Mickey addosso, bocca
contro bocca, mani forti che gli stringevano i fianchi e le spalle, e
l'attimo dopo, con un gemito liberatorio, aveva detto "ti amo".
Ti amo.
A Mickey Milkovich, la
persona meno sentimentale dell'universo conosciuto e non.
Che coglione.
Si passò
una mano sulla faccia e alzò gli occhi al cielo stellato
sperando che smettessero di pizzicare.
Si sarebbe ricordato
l'espressione scioccata di Mickey per sempre, ne era sicuro.
Per un istante aveva
anche temuto che gli tirasse un pugno, o che gli venisse un ictus o
qualcosa del genere.
Invece
Mick aveva sbottato un "vaffanculo, Gallagher", si era voltato e se
n'era andato senza aggiungere altro, lasciandolo lì come un
idiota, con
i pantaloni abbassati alle caviglie e un dolore al petto che sembrava
peggiorare di secondo in secondo.
Era stato come
ingoiare vetri rotti.
L'aveva
guardato andarsene senza girarsi mai indietro finchè non era
sparito
dal suo campo visivo, allora si era tirato su i pantaloni e aveva
cominciato a correre.
Aveva
corso a perdifiato, come se stesse fuggendo dalla cosa più
spaventosa
del mondo, e si era fermato solo quando le gambe avevano smesso di
reggerlo ed era inciampato nell'erba bassa.
Era rimasto sdraiato a
terra con il respiro affannato e un peso nel cuore per
chissà quanto tempo.
E
adesso era una settimana che non si vedevano. Mickey non era passato
nemmeno una volta in negozio e non si era fatto vedere quando Ian era
andato a casa Milkovich per parlare con Mandy. Aveva provato a entrare
in camera di Mickey, che rimaneva appositamente aperta quando Ian era
nei paraggi, ma la porta era rimasta chiusa e lui aveva fissato la
scritta "stay the fuck out" per parecchi secondi prima di tornare in
camera di Mandy a passi lenti e strascicati.
Ian
non sapeva se essere più arrabbiato con sè stesso
o con quello stupido
Milkovich. Stavano insieme da mesi e ancora non potevano parlare dei
loro sentimenti, perchè Mick diventava ombroso e
intrattabile. Più del
solito, cioè.
Non
che lui volesse fare la checca smielata e lanciarsi in dichiarazioni di
eterno amore, ma almeno sapere che Mickey teneva a lui anche solo un
pochino era chiedere troppo? Sapere di non star perdendo tempo con
qualcuno che lo usava solo per svuotarsi il serbatoio era
chiedere troppo?
Non aveva mai provato qualcosa di così forte per nessuno,
non sapeva come gestirlo! E a furia di tenersi tutto
dentro era semplicemente esploso. Avrebbe tanto voluto non farlo, ma
era successo.
E il fatto che Mickey
fosse sparito la diceva lunga sui suoi sentimenti per lui.
Non ci aveva ancora
pensato seriamente e ora la consapevolezza lo colse come un pugno nello
stomaco.
Come una serie di
pugni nello stomaco.
Con
il passare del tempo si era convinto che anche Mickey provasse qualcosa
per lui, che non potesse fingere quello sguardo, che fosse qualcosa di
più che semplice, liberatorio sesso.
Ma ora Mickey gli
aveva dimostrato di essersi sbagliato, e c'era qualcosa di orrendamente
doloroso in tutto questo.
Cazzo
Mollò un
altro pugno al muro, poi sentendo l'impellente bisogno di ubriacarsi,
fece rotta verso casa.
Se Frank aveva fatto
di nuovo irruzione e aveva trafugato tutto l'alcol stavolta l'avrebbe
ucciso.
Ian stava
attraversando la strada quando si fermò di colpo, come
folgorato.
<<
Dove cazzo sei stato, Gallagher? >> sbottò
Mickey alzandosi dai
gradini di casa Gallagher. Aveva una birra in mano e una sigaretta tra
le labbra.
<< Cosa
ci fai qui? >> rilanciò Ian, ancora fermo in
mezzo alla strada.
L'altro lo raggiunse
in un paio di falcate e lo afferrò con forza per un braccio,
poi cominciò a trascinarlo verso un vicolo.
Ian
si sarebbe potuto liberare dalla presa senza nemmeno troppi sforzi, ma
tra la sorpresa di vederlo lì ad aspettarlo e la
curiosità di sapere
cosa diavolo avesse in mente il moro lo seguì nell'ombra
delle case.
Mickey
si fermò e lo lasciò andare di scatto, come se
avesse preso una scossa
<< Tu... >> quasi ringhiò,
serrando i pugni e poi
dischiudendoli. Lo guardava negli con una luce strana negli occhi
zzurri, una luce che Ian non seppe identificare; quindi rimase allibito
a guardare l'altro prendere lunghi respiri.
Milkovich
aprì la bocca e la richiuse, poi la aprì di nuovo
e la chiuse ancora in una nevrotica imitazione di un pesce.
<< Ti
senti bene o devo chiamare un'ambulanza? >>
domandò il rosso cercando di ironizzare.
Mickey scosse solo la
testa, frustrato.
Ian non sapeva se
stesse cercando le parole o se stesse decidendo come dirle.
<< Mick,
qual è il problema? >> chiese di nuovo,
avvicinandosi di un passo.
A
questo punto Milkovich parve riprendersi e tornare in sè,
come se
qualcosa fosse scattato dentro di lui << Tu sei il
fottuto
problema, Gallagher! >> urlò, lanciando la
lattina di birra
contro la rete metallica.
Il liquido giallo e
schiumoso schizzò contro il cassonetto dell'immondizia.
<< Sei
sempre tu il problema! Nessuno ha mai... I-io... Tu hai detto...
Vaffanculo, Gallagher, vaffanculo! >>
Ian
non l'aveva mai visto perdere il controllo in quel modo.
Lasciò che si
sfogasse e che gli urlasse contro mentre qualcosa montava dentro di lui.
<<
Perchè l'hai detto? Perchè l'hai dovuto dire?
>> sbottò ancora Mickey, con il respiro
affannato e rotto.
<<
Perché è vero! E lo so che non te ne frega
niente, quindi sai una cosa? Vaffanculo tu, e i tuoi silenzi, e le tue
dannate paure! >> urlò l'altro di rimando. Non
si era accorto di star tremando.
Non aveva avuto intenzione di dire quelle cose, ma qualcosa era
divampato nel suo petto come un incendio e ancora una volta aveva perso
il controllo.
Mickey gli faceva sempre perdere il controllo.
Ora era certo che il moro gli avrebbe mollato un pugno. Probabilmente
allo stomaco.
E infatti Mickey si avventò
contro Ian afferrandogli la giacca per
strattonarlo in avanti, quindi gli aggredì la bocca con la
sua.
Ian impiegò diversi secondi a capirlo: Mickey lo stava
baciando.
E
non era uno di quei baci pre-sesso. Era un bacio vero, fine soltanto a
sè stesso e a dimostrare che c'era molto di più
tra di loro che
semplice sesso. Mickey l'aveva baciato così solo un paio di
volte, di
cui la prima sul furgone quando stavano derubando la casa del
padre di
Jimmy. Ma mai, mai prima di allora l'aveva baciato con
quell'intensità,
con quella passione e con quella disperazione.
Era come se in quel
bacio ci stesse mettendo tutto.
La
confusione, la rabbia, l'incapacità di essere quello che
avrebbe voluto
essere per Ian e per sè stesso, tutto quello che provava e
che voleva
provare.
Forse
Ian era talmente frastornato da tutto quanto che se lo
immaginò, ma
mentre si allontanavano di pochi centimetri per riprendere fiato
udì un
basso e mormorato "dillo di nuovo, Gallagher":
<< Ti
amo. >> ripetè per la seconda volta in quella
settimana, non sapendo assolutamente cosa aspettarsi.
Quando le labbra di
Mickey tornarono a infrangersi contro le sue non potè non
sorridere.
Probabilmente Mickey
non era ancora pronto a dirlo, ma sicuramente lo stava dimostrando.
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