Aveva visto quella città in una
vecchia foto e l’aveva
amata. Ascoltava i rumori uscire dagli angoli spezzati della carta
fotografica,
un improvviso odore farsi vivo in quella crepa che a passarci il dito
lo
anneriva, quasi perdesse sangue e ricordi, ne seguiva i movimenti nelle
ombre
che col passare del tempo si scurivano, o in quelle che si creavano,
come
quell’eclisse improvvisa dovuta ad una tazza poggiata con
disattenzione.
L’aveva vista e
l’aveva amata, e quando ebbe occasione di
andarci la trovò cambiata. E con il cuore palpitante
cercò il posto che la foto
ritraeva, l’esatta inquadratura, stropicciando quel ricordo
fra le dita
ansiose. E fu il suo sorriso ad illuminare per un istante la strada al
posto
del sole coperto dalle nubi.
L’aveva vista, amata, perduta e
ritrovata.
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