Ron. E' sempre Ron. E' sempre stato solo Ron a farmi sentire così piccola,cosi vuota,così impotente. E adesso è lì, nella Sala Comune, avvinghiato a quell'oca giuliva di Lavanda Brown, che come un polipo lo tiene prigioniero tra i suoi tentacoli. E' così profondamente sbagliata per Ron. Per il mio Ron. Sono io quella che è stata costantemente accanto a lui, sempre pronta a dargli una mano, e a supportarlo in ogni sua minima scelta. Io , Hermione, la terribile bambinetta undicenne so-tutto-io dai lunghi capelli cespugliosi e i dentoni sporgenti, decisamente insopportabile agli occhi del più giovane dei fratelli Weasley, pian piano,con il passare del tempo è diventata una parte integrante della sua vita. E me ne sono incondizionatamente innamorata. Col senno di poi, capisco che forse io e Ron amici non lo siamo mai stati. Ho sempre provato una strana sensazione, alle soglie dello stomaco, quando mi sorrideva teneramente, con le sue dolci lentiggini e il suo splendente sorriso; non ho mai nutrito niente del genere nei confronti di Harry. Anno dopo anno, litigio su litigio, mi sono resa conto di quanto una persona , una singola persona, un normale ragazzo dai capelli rosso fuoco , considerato da tutti l'amico perennamente all'ombra del famoso Harry Potter, rappresenti un frammento essenziale della mia anima.E adesso , seduta su questo squallido gradino, circondata da uno stormo di uccellini evocati da un mio incantesimo , sto tentando invano di ricacciare indietro le lacrime , perchè lì, a posto di Lavanda,tra le tue calde braccia, ci dovrei essere io , ci dovrei essere io ad assaggiare le tue morbide,dolci,agognate labbra.