Sono... Delle treccioline
C A P I T O L
O U n
i c o
“ Sono... Delle
treccioline „
L'arancio
predominante sulle sfumature di quel cielo immenso davanti a lui,
ospitava un Sole rosso e infuocato come non lo vedeva da tempo
– un'enorme sfera incandescente, contornata da infiniti raggi
dorati che accarezzavano le poche nuvole che avevano osato contrastare
la limpidezza di quello sfondo suggestivo e incantevole.
Tutto attorno a lui aveva assunto una colorazione più calda
– anche la sua carnagione gli sembrava aver acquisito qualche
gradazione di colore in più – e, una coppia di
draghi in lontananza, danzava nell'aria lasciando che il loro riflesso
si tuffasse nell'incommensurabilità del mare sottostante.
Nei suoi occhi verdi come la foresta – verdi come la stessa
Berk, come la speranza che aveva portato alla sua gente – si
rifletteva il meraviglioso brillare dell'acqua sull'orizzonte,
accompagnato da tutto il panorama che si estendeva al suo cospetto
– da tutta la travolgente calma e spensieratezza che quel
momento gli stava regalando.
Una piccola ciocca di capelli gli volò davanti, trascinata
dal leggero vento che di tanto in tanto soffiava sulla sua pelle
– sul suo collo – per ricordargli che, nonostante
il clima mite e gentile di quella giornata, si trovavano comunque in
pieno autunno.
Restò a guardarla volteggiare esattamente come i due draghi
sullo sfondo, per poi disperdersi gradualmente e cadere oltre il dirupo
dinnanzi al quale era seduto.
«Spero tu non mi stia facendo diventare calvo»
scherzò, abbozzando un sorriso e rivolgendosi alla persona
alla sue spalle.
Astrid sorrise a sua volta, senza che lui potesse vederla, e
tagliò un'altra piccola ciocca anch'essa catturata
sull'istante dal vento.
«Se hai tanta paura, perché non torni da
Skaracchio?» si azzardò a domandare in rimando e
con ironia nella voce.
Hiccup si lasciò scappare un altro piccolo risolo davanti a
quella provocazione – adorava il modo in cui lo stuzzicava.
«Dopo l'ultimo taglio che mi ha fatto, dubito che
rimetterò mai in mano sua la mia testa».
Astrid si bloccò per qualche istante, allontanandosi di un
paio di passi e mettendosi una mano davanti alla bocca per coprire
– invano – una risata che non riuscì
purtroppo a trattenere – il ricordo di quello che quel
vecchio fabbro aveva combinato al ragazzo, qualche mese prima, gli
appariva ancora troppo spassoso per poter trovare la forza di
contenersi, anche se per Hiccup l'essere andato in giro con i capelli
letteralmente mozzati a chiazze, non era stato un risultato spiritoso
come invece era apparso, a quanto pareva, a tutti gli altri.
Si girò verso di lei con il volto costretto in una smorfia
di disappunto, sperando di trasmetterle tutta la sua
contrarietà sulla sua reazione.
«Molto divertente, davvero molto divertente Astrid»
la riprese, sentendosi quasi nuovamente il ragazzino di una volta,
davanti a quella preso in giro.
Lei a quel punto si asciugò una piccola lacrima sull'angolo
dell'occhio sinistro, per tornare nuovamente da lui e
rimettersi
a lavorare sulla sua folta capigliatura – anche se ormai era
riuscita a sistemare quasi tutto, mancavano poche altre ultimazioni.
«Stai tranquillo» lo rincuorò,
«non potrai che essere soddisfatto, questa volta.
Fortunatamente io ho tutte due le mani a mia disposizione, a contrario
di Skaracchio».
Hiccup fece un profondo respiro, abbandonandosi poi ad un'espressione
rassegnata – lievemente infastidito, ancora, dal suo essere
scoppiata a ridere così fragorosamente.
Non dissero null'altro per diverso tempo, lasciando che solo il rumore
del coltello di Astrid a contatto con i suoi capelli fosse l'unico
suono udibile da entrambi, in quel silenzio incontrastato –
accompagnato, di tanto in tanto, solo dai versi dei due draghi mai
scomparsi
dal cielo.
All'improvviso però – forse per il troppo tempo
passato senza dire parola alcuna, forse per reale intenzione di
conversare ancora – Astrid si pronunciò per
intraprendere quello che pareva essere uno spunto per un nuovo dialogo.
«Sai, pensavo di fare anch'io qualcosa ai capelli. Magari
potrei cambiare il tipo di treccia, potrei farla laterale».
A quella frase Hiccup si ritrovò a non trovar altra
soluzione se non il continuare a rimanere muto.
Effettivamente non sapeva cosa potesse o dovesse risponderle,
poiché l'idea di immaginarla con un altro tipo di
acconciatura gli veniva assai difficile – per quanto fosse
certo che, qualunque cosa avesse fatto ai suoi capelli, sarebbe comunque
rimasta stupenda, come sempre.
«A me piace la tua treccia» le disse solamente, e
lei per un brevissimo istante si bloccò di nuovo,
ringraziando il fatto che Hiccup fosse di spalle e non potesse vederla
mentre le sue goti acquisivano una tonalità decisamente
più passionale – e non era colpa del tramonto,
questa volta.
Sperando di non aver fatto trascorrere troppo tempo, poi, riprese
immediatamente a pettinare e tagliare ancora qualche punta di qua e di
là tra le ciocche di Hiccup, finché finalmente
non reputò il suo lavoro completato.
«Perfetto, ho finito!» disse al ché,
mettendosi le mani sui fianchi e osservando soddisfatta tutto quanto
– sporgendosi a destra e a sinistra, per non perdersi nessuna
angolatura. Prima che Hiccup si potesse alzare, però, lo
fermò repentinamente per rimetterlo a sedere sulla roccia
sulla quale era rimasto fino a quel momento.
«Aspetta, voglio aggiungere qualche particolare alla mia
opera». Ritornò dunque a toccargli i capelli,
raccogliendo qualche ciuffo tra le mani – senza che
lui riuscisse a capire esattamente cosa stesse facendo.
Non ci volle comunque molto che anche quell'ultima operazione venne
alla fine conclusa e
Astrid, ancor più soddisfatta di se stessa, orgogliosamente
gli presentò il suo nuovo se stesso.
«Ecco fatto».
Hiccup portò dunque una mano laddove la ragazza si era
adoperata con
tanto impegno e interesse e, immediatamente, si accorse di avere tra i
capelli un
paio di piccoli torciglioni che, senza fatica, riuscì a
distinguere
chiaramente cosa fossero.
«Sono... Delle treccioline» le domandò
senza mettere un reale punto di domanda alla fine, poiché
non c'era bisogno di ricevere una risposta a confermare la sua ipotesi.
Lei lo guardò con fierezza, gonfiando il petto e mettendosi
ancora una volta le mani sui fianchi – sfoggiando una postura
degna di un'indomita statua.
«Esattamente! Hai detto che ti piace la mia treccia... Beh,
queste sono uguali» puntualizzò e, nonostante la
sicurezza che ostentava nel suo sguardo, non riuscì ad
impedire alla sue guance di arrossire ancora una volta –
maledicendosi, per non essere forte abbastanza da controllare
quell'irrefrenabile rossore e i battiti
di quel suo cuore che sembrava volesse esploderle.
Hiccup sciolse ancor di più i muscoli delle spalle,
rimanendo a guardarla nella sua compostezza tradita dall'emozione di
quei sentimenti che non riusciva ancora a credere potesse provare
proprio per lui. Erano cresciuti ma lei era rimasta la solita guerriera
di sempre – che le battaglie
fossero con gli altri o contro se stessa – e forse era stato
proprio questo a farlo sentire, fin dall'inizio, così
attratto da quella ragazza dai lineamenti fini e delicati ma
costantemente costretti in ostili espressioni – e per quanto i
suoi occhi parevano essere due cristalli di freddo ghiaccio, lui
riusciva a vederli sempre come incontaminate e calde cascate nellle
quali era meraviglioso immergersi.
Un sorriso comparve infine
sulle sue labbra, lasciando che contenessero silenziosamente quel che
avrebbe voluto dirle – ma
sapeva perfettamente non ci fosse bisogno di parole per farsi capire da
lei.
Sono bellissime, Astrid.
F I N
E
»
N O T E
A U T R I C E
;
Akjsndvjdfnbv, io li amo, li
amo tantissimo, e per San Valentino volevo assolutamente
postare una
shot su di loro.
Trovo che siano stupendi assieme e il loro design presentatoci nel
nuovo capitolo di How to train your Dragon, mi
ha fatto letteralmente impazzire – anche esteticamente,
infatti, sono assolutamente bellissimi.
Come tutti abbiamo sicuramente
notato nel trailer,
l'ormai cresciuto Hiccup ha tra i capelli un
paio di adorabili treccioline ma io, sinceramente, non riesco a
immaginarmelo davanti ad uno specchio – o qualunque cosa
abbiano di simile x° – che si guarda e decide da solo
di farsele. Siccome anche Astrid ha per l'appunto cambiato
acconciatura, ho voluto creare questa piccola
one–shot/missing moment per descrivere come, secondo me, i
due ragazzi hanno deciso di cambiare look – se
così vogliam dire. L'idea che sia Astrid a fare per la prima
volta le treccioline a Hiccup, la trovo estremamente romantica e
probabile; mi piace davvero molto immaginarmeli davanti alle luci del
tramonto, con lei che si occupa di spuntarli i capelli e si prende
inoltre la libertà di aggiungere, appunto, un paio di
treccioline alla sua capigliatura. Sono proprio carini, li adoro e sono
assolutamente una delle mie OTP supreme. x°
Oh, sì, una piccola nota: per quanto possa sembrarlo, i
due draghi sullo sfondo che più volte ho citato, non sono
Sdentato e Tempestosa – anche perché Sdentato
senza Hic non vola haha – ma semplicemente due draghi a
caso – che io, personalmente, ho figurato come incubi orrendi, ma
siete liberi di decidere voi la specie. x°
Vabbbbene, io a questo punto mi congedo e auguro anche se
frettolosamente un buon
San Valentino a tutti poiché devo assolutamente
– e letteralmente – scappare via
– io contrariamente alle persone normali, in occasione di
questa festa, esco con le
mie migliori amiche e festeggio il compleanno di Sushi, il mio
pesciolino rosso. E naturalmente sono in ritardissimo. Sono certa che
mi
linceranno quindi non assicuro un mio ritorno sul sito, ma siete tutti
invitati al mio funerale. (?)
Grazie, come al solito, a chiunque sia arrivato fin qui! Spero che la
storia vi
sia piaciuta e che sia risultato un episodio facilmente figurabile non
solo nella vostra mente, ma anche a livello probabile all'interno della
contesto originale! Mi auguro, inoltre, di trovare qualche commentino.
:))
Alla prossima,
©
a u t u m n
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