La
prima cosa che Vic realizzò nel svegliarsi fu il caldo: era
avvolto
in una massa di coperte pesanti che sembravano soffocarlo. Poi il mal
di testa, il solito mal di testa da doposbronza, e un senso di nausea
che gli stringeva la gola.
Che
ore sono? E che giorno è oggi?
Ignorando
la nausea, Vic si liberò con uno strattone delle coperte e
si girò
su un fianco. L'orologio a muro segnava le undici e mezza del mattino
e la luce del sole si riversava nella stanza dalla finestra
spalancata. Il posto accanto al suo era vuoto, il cuscino rovesciato
sulle lenzuola stropicciate del letto: Jaime doveva essersi alzato
prima di lui.
Gli spuntò un sorriso sulle labbra nel ricordare
quello che era successo la sera prima; Jaime si era presentato a casa
sua con due bottiglie di liquore e aveva detto allegramente: -So che
il tuo compleanno è domani ma domani festeggeremo insieme ad
altre
persone, perciò voglio prendermi una serata solo per noi
due. Ti va?
Certo
che gli andava. La serata era partita tranquillamente, tra baci e
chiacchiere, finché non avevano preso a bere e si erano
ubriacati:
Vic ricordava di aver afferrato Jaime per trascinarlo in camera da
letto ma, purtroppo, non riusciva a richiamare alla memoria i
dettagli della notte appena trascorsa.
Di
sicuro mi ricorderò meglio più tardi...
Un
frastuono proveniente dalla cucina, come un rumore di piatti
sbatacchiati, lo riscosse dai suoi pensieri.
Fantastico.
Jaime ha rotto qualcosa.
Vic
balzò giù dal letto e un giramento di testa lo
fece barcollare: si
appoggiò alla parete e rimase fermo per qualche minuto,
aspettando
che la nausea passasse e cercando con lo sguardo la maglietta che
Jaime doveva avergli strappato di dosso la sera prima: la
trovò
buttata in un angolo e andò a raccoglierla, per poi
infilarsela in
fretta e dirigersi fuori dalla camera.
Sperava che Jaime non
avesse combinato nulla di grave. Il suo ragazzo era sempre stato un
totale disastro in cucina, non sarebbe stata la prima volta che
faceva esplodere o distruggeva qualcosa; Vic ricordava ancora bene
quella volta che Jaime aveva rifilato al resto dei Pierce the Veil
dei piatti di pasta quasi carbonizzata o quando era arrivato a far
esplodere un frullatore imbrattando le pareti e il pavimento del tour
bus; Mike non aveva smesso di prenderlo in giro per mesi.
Quando
Vic entrò in cucina, non poté fare a meno di
tirare un sospiro di
sollievo: non c'era nessun oggetto rotto in vista. Il pavimento, le
pareti, il tavolo e il ripiano cottura erano intatti. Jaime, con
addosso solo un paio di jeans, se ne stava in piedi davanti ai
fornelli a mescolare un impasto color crema in una pentolina.
-Ehi,
buongiorno.- sorrise Vic, abbracciando Jaime da dietro e poggiando il
mento sulla sua spalla. -Che cosa stai combinando?
-Provo
a prepararti un dolce per il tuo compleanno.- rispose Jaime,
voltandosi leggermente per poggiargli un bacio sulla guancia. -Non so
che cosa ne uscirà.
-E
quel rumore di prima?
-Ho
accidentalmente rovesciato il cassetto delle posate ma non
preoccuparti, ho rimesso tutto a posto.
Vic
soffocò una risata, si allontanò da Jaime e si
appoggiò al ripiano
della cucina.
-Vedi
di non farmi esplodere la casa, per favore.
-Smettila.-
ribatté Jaime, mollando il mestolo per iniziare a trafficare
tra i
sacchetti di zucchero e farina. -Lo sai che detesto cucinare, lo sto
facendo solo per te, quindi vedi di esserne felice. A proposito, buon
compleanno.
Era
bello osservare Jaime mentre era così preso da qualcosa, che
poi
quel qualcosa gli riuscisse o no: assumeva un'espressione sfuggente,
lontana, come se fosse completamente perso nel suo mondo interiore e
intorno a lui non esistesse più nulla. Vic trovava
bellissimo il suo
viso assorto, i suoi occhi scuri brillanti, il lieve rossore sulle
guance.
-Mi
giuri che il tuo regalo non mi avvelenerà?- disse in tono
ironico,
mentre Jaime si chinava per sistemare l'impasto in forno. Il suo
petto nudo e il bottone allentato dei suoi jeans erano uno spettacolo
ancora migliore del suo viso.
-Non
posso giurartelo ma almeno ci sto provando.- rise Jaime, rialzandosi.
-Comunque hai dormito bene?
-Benissimo.
E sto iniziando anche a ricordare cosa abbiamo fatto ieri sera.
Vic
lanciò un'occhiata divertita al vistoso segno rosso sul
collo di
Jaime, poi gli si avvicinò e lo baciò: le labbra
del ragazzo
avevano un bel sapore di cannella, lo stesso profumo della sua pelle
e delle mani che gli tenevano il viso. Rimasero semplicemente
lì a
baciarsi per un bel po', finché Vic non si
allontanò per passargli
una mano tra i capelli e spolverargli via uno sbuffo di farina dallo
zigomo.
-Buon
compleanno.- gli disse di nuovo Jaime, con un sorriso, in un tono
basso e carezzevole. Improvvisamente il ragazzo lanciò
un'occhiata
all'orologio da parete e sgranò gli occhi in un'espressione
di
orrore.
-Dovevo
tirarlo fuori cinque minuti fa! Dannazione, Vic, è colpa tua
che mi
hai distratto, se ne esce una cosa immangiabile è colpa tua!
Vic
si limitò a ridere mentre Jaime si chinava per spegnere il
forno e
tirare fuori l'impasto.
-Si
è un po' bruciato ai bordi ma dovrebbe essere comunque
mangiabile.
Non ti dispiace, vero? Doveva essere il mio regalo di compleanno
ma...
-Non
preoccuparti, non importa.- sorrise Vic. Si chinò accanto a
lui e
gli passò un braccio intorno alle spalle, per poi baciarlo
nuovamente sulle labbra. Sapore di cannella. Il
dolce che
Jaime gli aveva preparato era alla cannella.
-Il
migliore regalo di compleanno per me sei tu.
Note.
Dovevo pubblicarla il giorno del
compleanno di Vic a mo' di regalo ma proprio in quei giorni la mia
connessione ha deciso di non funzionare più, yeah. Comunque
sono felice perché questa è la mia prima
Fuenciado, o meglio, la prima che sono riuscita a scrivere e
concludere. Quindi è la prima cosa completa che scrivo sulla
mia nuova OTP. Ho anche avuto l'idea di uno spin-off, cioè
una one-shot su cosa è successo la sera prima tra Vic e
Jaime, se riuscirò a scriverla la vedrete pubblicata. (Mi
auguro entro l'anno prossimo, lol.)
Spero che vi sia piaciuta, a presto.:3
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