Don't go.

di fedesykees
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Londra era la sua città preferita da quando aveva memoria e dopo anni di duro lavoro era riuscita a mettere via abbastanza soldi per poter prendere un piccolo appartamento nella città.

La fortuna era dalla sua parte perché era persino riuscita a trovare un posto di lavoro di fianco al suo negozio di abbigliamento preferito, la Drop Dead. Sapeva benissimo che sarebbe stata la fine per i pochi spiccioli che guadagnava in quel bar ma la cosa non le importava.

Si trovata li da quasi tre settimane e finalmente a lavoro era riuscita a fare amicizia con Molly, una ragazza piuttosto simpatica, che si era offerta di portarla nel miglior locale di Londra, le aveva spiegato che quello non era un bar normale, ma era il ‘bar degli strani’, in pratica aveva capito che li si potevano trovare capelli di ogni colore, pelli tatuate e facce ‘bucate’, come le aveva ironicamente definite lei. La situazione non l’avrebbe messa a disagio, si sentiva anche lei strana con i suoi capelli verde acqua e i lobi dilatati che la facevano impazzire, ma così si piaceva e si sentiva se stessa.

Forse fu per questo che non si accorse del ragazzo fermo davanti a lei che stava visibilmente litigando con qualcuno al telefono e, prima ancora di potersi fermare, gli era caduta addosso facendogli cadere il palmare e rompendoglielo trovandosi a gambe all’aria nel bel mezzo dell’attenzione. Appena si riprese guardò il ragazzo che aveva urtato e, mentre lui si disperava per la perdita del suo prezioso cellulare, riuscì ad osservarlo: era indubbiamente bellissimo, con capelli marroni ondulati e ben pettinati, le braccia scoperte davano la possibilità di vedere tutti i bellissimi tatuaggi che lo ricoprivano e , quando alzò la testa per fulminarla con magnetici occhi marroni, riuscì a vedere anche un fiore alla base del collo. “Sei scema?”, le parole non arrivarono subito al cervello concentrata com’era sull’insieme di bellezza che aveva davanti, “Ehi, sto parlando con te, ci sei?” e la scosse leggermente, quel tocco la riportò immediatamente alla realtà, si alzò, farfugliò un debole “Mi dispiace.” e corse via.

Aveva bisogno di andare a casa, cambiarsi ed uscire con la sua amica che sicuramente già la stava aspettando alla metropolitana.

Dopo un’ora di eyeliner sbagliati e di vestiti orribili pensò di essere abbastanza carina per una discoteca e si decise ad uscire, stava giusto per chiudere la porta di casa quando il telefono cominciò a squillare. “MOOORGANAA! Dove sei? ti sto aspettando da almeno quaranta minuti! Muoviti.” sentendo poi solo il rumore di una linea interrotta.
Cominciò, di nuovo, a correre e si benedisse per aver indossato comode Vans anziché scarpe con il tacco. Fortunatamente il suo monolocale si trovava vicino all’Underground e quasi andò a sbattere contro Molly che era visibilmente infastidita dalla goffaggine dell’amica ma vedendola finalmente li sorrise e con un cenno della mano la invitò a salire su un taxi che si aveva già chiamato.

Arrivate sul posto fu come essere catapultati in un altro mondo, la musica era dappertutto, entrava nelle ossa e ti faceva ballare, c’era odore di fumo tutto intorno al locale ma la cosa che lo rendeva così speciale non era sicuramente il luogo, ma le persone. Erano tantissime e diverse da tutto ciò che Morgana aveva mai visto, mettendo insieme tutti quei capelli tinti avrebbe potuto fare un arcobaleno, i piercing luccicavano sotto la luce dei lampioni e le risate erano fragorose e invitanti, si sentiva a casa.

Dovettero fare almeno mezz’ora di fila prima di poter vedere ciò che la discoteca riservava al suo interno che forse la stupì ancora di più, tutti ballavano, nessuno stava a guardare ai confini della pista o veniva escluso, era come una grande famiglia, non trovò aggettivo migliore per descrivere ciò a cui stava assistendo.

Fece per buttarsi nella mischia, ma venne fermata da una mano, Molly, che le urlò nell’orecchio che aveva delle persone da incontrare e che si sarebbero viste dopo, le avrebbe risposto di si ma nel girarsi vide una cosa che attirò del tutto la sua attenzione, musica, fumo e divertimento sparirono perché li davanti aveva il ragazzo dalla rosa sul collo, il ragazzo che le aveva dato della scema e che adesso la stava guardando.





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