Disclaimer: i
personaggi della serie televisiva “Buffy the Vampire
Slayer”, citati nella storia, non sono di mia
proprietà ma appartengono ai legittimi ideatori,
così come “Roland” che è un
personaggio creato dal mitico Stephen King. Sono stati da me utilizzati
senza il consenso degli autori, non a fini di lucro, ma per
divertimento personale.
Genere: fantasy,
romantico.
Personaggi: Buffy /
Roland / Angel
Warning: crossover
tra la serie tv BTVS (fine 2° stagione) e la saga “La
torre Nera” scritta da Stephen King.
Rating: giallo
Introduzione
La storia
inizia quando Angel, nella seconda stagione, recupera l’anima
grazie a Willow.
Buffy,
costretta a ucciderlo, è sconvolta, ma non lascia Sunnydale
come avviene nel telefilm. Resta con gli amici per continuare la lotta.
Ritorno
dall’inferno
Angel era
chino di fronte alla cacciatrice e una luce risplendeva nei suoi occhi.
Un potere antico si era impossessato di lui, scuotendolo dal torpore in
cui Angelus lo aveva rilegato negli ultimi mesi.
Con gli occhi
colmi di lacrime si alzò, guardando la giovane amata che
brandiva una spada pronta a colpirlo. «Buffy... cosa
è successo... non ricordo... mi sembra siano passati mesi da
quando ti ho vista l'ultima volta».
La
cacciatrice, lentamente, abbassò la spada, sorpresa dal
repentino cambiamento del vampiro e, sconvolta, riuscì a
pronunciare il suo nome. «Angel…»,
sussurrò con voce tremante.
Confuso, Angel
la osservò e un’espressione incredula apparve sul
suo volto. «Sei
ferita!» esclamò preoccupato. Non
ricordava nulla dei mesi in cui Angelus aveva preso il controllo sulla
sua mente. Non ricordava il dolore procurato a lei e ai vecchi amici e,
soprattutto, non ricordava di aver ucciso Jenny. Attirandola a
sé l’abbracciò baciandola con dolcezza
e Buffy capì che Willow era riuscita a rendergli
l’anima; Angelus era finalmente tornato
nell’oscurità, ma era tardi per salvare Angel.
Achatla si era destato e Buffy sapeva che solo la morte del vampiro lo
avrebbe sconfitto.
Angosciata,
ricambiò il suo bacio, un bacio intenso e triste
perché sarebbe stato l'ultimo. «Ti amo!»
sussurrò carezzandogli la guancia umida di lacrime, poi
trapassò il suo ventre con la spada mentre Achatla lo
risucchiava all’inferno.
Straziata dal
dolore, Buffy vide Angel sparire tra le fauci del demone e, quando
tutto finì, mestamente si allontanò per
raggiungere gli amici. Una parte della sua anima era morta con lui.
Giunta in
ospedale ritrovò i compagni di mille avventure. Erano
malconci, ma non in pericolo di vita e riuscì sorridere;
fortunatamente non aveva perso anche loro.
Nonostante
fosse sconvolta, Buffy raccontò di aver ucciso Angel, ma
senza rivelare che il vampiro era guarito. Finita la triste storia
tornò a casa, dove Joyce la stava aspettando.
L’aveva lasciata sbattendole la porta in faccia, accusandola
di non sapere nulla di lei, era venuto il momento di farle capire cosa
fosse una cacciatrice.
Con
sincerità aprì il suo cuore alla madre,
parlandole delle ronde notturne, delle battaglie e del rapporto con
Angel conclusosi tragicamente solo qualche ora prima poi, distrutta dal
dolore, si rifugiò in camera e si abbandonò a un
pianto straziante.
Osservando
l'anello che Angel le aveva regalato per il suo diciassettesimo
compleanno, si odiò per non essere riuscita a salvare la
persona che tanto amava, ma lentamente riuscì a calmarsi e
si assopì. Fortunatamente nessun sogno apparve a tormentare
la sua mente e poté dormire qualche ora.
Poco prima
dell'alba si destò, si vestì in fretta e si
diresse verso la casa di Angel.
Entrata nel
grande edificio vide la statua di Achatla; la maledetta statua che le
aveva rubato parte dell’anima. Osservandola attentamente non
le sembrò più tanto minacciosa, era solo una
bruttissima statua.
Furente la
colpì per sfogare l’immenso dolore che la stava
devastando senza accorgersi che l’anello, regalatole da
Angel, le era scivolato dal dito e giaceva ai suoi piedi.
Roteando, il
gioiello iniziò a brillare e una luce apparve dalla bocca di
Achatla che spalancò le fauci.
Buffy
avvertì una potenza malefica trascinarla e inutilmente
cercò di ribellarsi al vortice in cui era stata
imprigionata.
Sfinita,
dovette abbandonarsi alla forza che la stava risucchiando per condurla
lontana dal suo mondo e, quando finalmente il vortice la
liberò, si trovò immersa in una distesa di acqua
gelida.
A fatica
riuscì a nuotare fino a riva e si sdraiò sulla
sabbia per recuperare le forze.
Attonita
osservò l’ambiente che la circondava. Il cielo
aveva il colore del sangue, l'acqua era scura come la notte e la sabbia
era nera come la pece; Achatla l’aveva trascinata all'inferno.
Decisa a non
farsi sopraffare dal panico, Buffy iniziò a camminare,
doveva cercare il modo per tornare alla sua dimensione.
Trascorse
alcune ore, iniziò ad avvertire la stanchezza e decise di
fermarsi per riposare. Sdraiandosi accanto a una roccia si
addormentò, ma dopo pochi minuti alcuni colpi di pistola la
destarono facendola sobbalzare e, alzandosi di scatto, vide una
creatura mostruosa stramazzare al suolo accanto ai suoi piedi.
Volgendo lo
sguardo in direzione opposta scorse un uomo che si avvicinava a passo
spedito. Era un giovane sulla trentina, capelli biondi, occhi azzurri,
sguardo intenso e penetrante. Indossava un abito da cowboy, come quelli
usati dagli attori nei film western e portava ai fianchi un cinturone
da cui pendevano due grosse pistole.
«Ehi,
ragazza, stai bene?» chiese il pistolero quando fu a un paio
di metri da lei. «Non è prudente dormire in
spiaggia. Potevi diventare cibo per le aramostre!»
«Aramostre?»
ripeté Buffy perplessa. «Cosa sono le
aramostre?» chiese confusa. «E tu chi sei? E che
posto è questo?»
Il giovane le
sorrise, riuscendo a capire il caos in cui si dibattevano i suoi
pensieri e le fornì le risposte che cercava.
«Mi
chiamo Roland di Gilead e sono un pistolero», si
presentò, fiero del nome che portava. «Le aramostre sono
esseri carnivori che vivono in acqua e si cibano di chi, come te,
è tanto incauto da dormire in spiaggia», aggiunse
serio. «E per rispondere all’ultima domanda, questo è il Medio
Mondo, una realtà parallela alla tua. Immagino
tu sia capitata qui per sbaglio, attraverso una porta che si
è aperta all'improvviso nella tua dimensione, dico
bene?»
«Non
era una porta, sono stata risucchiata da un demone».
«Interessante!
Non sapevo esistessero demoni anche nel tuo mondo»,
replicò sorpreso Roland mentre Buffy annuiva.
«Purtroppo
nel mio mondo esistono demoni di ogni specie», lo
informò e tese la mano. «Io sono Buffy e nella mia
dimensione sono una cacciatrice
di vampiri».
Roland strinse
la sua mano e un sorriso gli tese le labbra. «Lieto di
conoscerti Buffy. Adesso che ci siamo presentati suggerirei di
allontanarci dalla spiaggia. Tra poco arriveranno altre aramostre e non
vorrei essere qui quando decideranno di usarci come spuntino
serale».
Pur nulla
ansiosa di essere lo spuntino di qualche mostro, Buffy decise di
accettare il suggerimento del giovane cowboy e lo seguì
nella fitta vegetazione per cercare un riparo sicuro.
Dopo ore di
lungo e faticoso cammino, finalmente i due compagni di viaggio
sbucarono in una piccola radura e Roland raccolse parecchi pezzi di
legna per preparare un falò. «Stanotte ci
accamperemo qui», disse, posando a terra lo zainetto che
portava in spalla. «Sono curioso di sapere qualcosa di
te».
Acceso il
fuoco, estrasse dalla bisaccia della carne secca che offrì a
Buffy e si sedette, pronto ad ascoltare il suo racconto.
Preso il cibo,
Buffy lo mangiò con gusto poi, notata
l’espressione impaziente del nuovo amico, iniziò a
narrare la sua storia. «Io sono una cacciatrice di vampiri e
vivevo a Sunnydale prima di capitare in questo strano luogo. Il mio
ragazzo, Angel, era un vampiro buono, un vampiro con l'anima.
Sfortunatamente, a causa di una maledizione, lo spirito malvagio che
albergava nel suo corpo si è risvegliato minacciando di fare
una strage e per fermarlo sono stata costretta a ucciderlo. Al termine
di una lunga lotta ho trafitto Angel con una spada incantata e un
demone l’ha risucchiato all’inferno. Il giorno
successivo lo stesso demone ha trascinato qui anche me. E questo
è tutto», terminò alzando le spalle,
come se il racconto appena finito non l’avesse scossa.
«Adesso tocca a te, parlami del tuo mondo. Ho bisogno di
sapere dove mi trovo e cosa dovrò affrontare per tornare a
casa».
Roland,
gettato sul fuoco un altro pezzo di legna per ravvivare la fiamma,
distese le gambe e incrociò i piedi mettendosi comodo.
«Questo non è l’inferno, anche se gli
somiglia. È il Medio Mondo, una realtà parallela
alla tua». Accesa una sigaretta, inspirò una
boccata di fumo facendosi inebriare dal sapore della nicotina e
proseguì. «Devi sapere che non sei l'unica persona
della tua dimensione a essere giunta in questo luogo, però
sei l’unica che vi sia stata trascinata da un demone. Di
solito chi arriva qua usa delle porte che si materializzano nel suo
mondo», affermò, incuriosito per come Buffy fosse
approdata nella sua terra. «Come avrai capito, qui esistono
demoni molto pericolosi e le aramostre sono solo un piccolo esempio di
ciò che si può incontrare».
Pensando
all’essere ucciso sulla spiaggia Buffy rabbrividì,
ma non fece commenti e Roland poté proseguire.
«Un
particolare che sicuramente troverai molto interessante riguarda la
suddivisione geografica del Medio Mondo. Devi sapere che molti luoghi
presenti nella tua dimensione si trovano anche qui. Un esempio tra
tutti: la tua città».
«Stai
dicendo che c’è una Sunnydale anche
qui?» chiese Buffy incredula, ma il giovane pistolero
smorzò subito il suo entusiasmo.
«Sì,
esiste, ma è un luogo pericoloso infestato da vampiri e i
pochi esseri umani che non sono stati sterminati vivono rintanati nelle
loro case e non escono mai dopo il tramonto. Chi viene catturato
è ridotto in schiavitù e mantenuto in vita per
essere usato come nutrimento. I vampiri non uccidono le persone, le
imprigionano in grosse gabbie e si nutrono di loro. Le portano a un
passo dalla morte e aspettano che riacquistino le forze per potersene
cibare di nuovo. Sono la loro riserva di cibo, sono un bene prezioso
perché quasi estinto».
«Umani
tenuti in vita per essere usati come riserva di cibo, è
terribile!» replicò Buffy sentendo la collera
aumentare. Non poteva concepire che dei mostri procurassero dolore a
persone innocenti e Roland, gettando altra legna sul fuoco, intuita la
sua indignazione cercò di placarla. «La mia
dimensione è molto diversa dalla tua. Qui ci sono cose
terribili che non puoi nemmeno immaginare e i vampiri rappresentano
solo uno dei tanti pericoli. Purtroppo, ogni creatura del Medio Mondo
può essere mortale, tienilo a mente, ne va della tua
sopravvivenza».
Udite le
parole del pistolero, Buffy ritrovò l’abituale
spirito battagliero, non poteva accettare che degli innocenti fossero
tenuti in gabbia come cibo per vampiri. «Voglio che mi
accompagni nella tua Sunnydale», ordinò caparbia.
«Voglio aiutare la tua gente, inoltre, se esiste un modo per
tornare a casa credo si trovi lì e non posso lasciarmelo
scappare. Allora, Roland, sei con me?»
Osservando la
ragazza che gli stava di fronte, il pistolero sorrise compiaciuto, non
immaginava che quella giovane così minuta e gracile potesse
nascondere tanto coraggio. «Ti accompagnerò a
Sunnydale», annuì, deciso ad aiutarla.
«Prima di partire, però, devi sapere che potresti
incontrare sosia di persone del tuo mondo. Persone che nella tua
dimensione ti sono amiche, mentre qui potrebbero non esserlo. Devi
ricordare che loro non ti conoscono. Qui non sei a casa, la mia Sunnydale non
è la tua!»
«Lo
ricorderò», assicurò Buffy ormai decisa
a intraprendere il viaggio verso la città dei vampiri.
«Quando partiremo?» chiese impaziente e Roland,
tirandosi il cappello sul volto, si sdraiò poggiando la
testa allo zaino.
«Domattina
all'alba. Ora dormi, ci aspetta una lunga camminata».
Ravvivato il
fuoco, Buffy si sdraiò e, seguendo l’esempio
dell’amico, si assopì. I giorni a venire sarebbero
stati faticosi e doveva riposare per affrontarli in forma perfetta.
*****
Alle prime
luci del giorno, i due compagni di viaggio si misero in marcia per
raggiungere Sunnydale.
Lasciata la
foresta, attraversarono una distesa sabbiosa. Piccoli cespugli,
punteggiati da fiorellini blu, spuntavano ovunque lungo il loro cammino.
Buffy,
attratta dal magnifico colore dei boccioli, si accostò per
osservarli, non aveva mai visto nulla di più bello.
Allungata la mano per coglierne uno, fu fermata da Roland che le
impedì di toccarlo.
«Ciò
che vedi in questo luogo può sembrare incantevole, ma devi
sempre ricordare le parole che ti dissi ieri. Nel Medio Mondo ci sono
mostri di ogni genere, cose terribili che non puoi nemmeno immaginare e
che si celano dietro a ogni creatura. Ciò che
all’apparenza sembra meraviglioso, può nascondere
un’insidia talmente pericolosa che potrebbe
ucciderti».
Roland,
afferrato un bastone, lo avvicinò al fiore che Buffy stava
per cogliere. Improvvisamente il bocciolo si dischiuse, liberando un
liquido blu che cadde sull’arido terreno.
Il pistolero
toccò con la punta del bastone la strana sostanza che la
pianta stava secernendo. «Ogni fiore è cosparso da
questo liquido che gli conferisce il colore blu che ti ha ammaliata.
All’apparenza sembra innocuo, ma in realtà si
tratta di un potente veleno. Basta toccare i petali, e la sostanza
tossica entra nel tuo organismo provocandoti una paralisi momentanea ma
immediata che ti sarebbe fatale, poiché questi bellissimi
fiorellini sono piante carnivore che ti divorerebbero lentamente mentre
tu giaci paralizzata. Una fine spaventosa, credimi».
Visibilmente
inorridita, Buffy si allontanò dai fiori mentre Roland
gettava il bastone usato per toccare il veleno.
«Ti
consiglio di non
sfiorare nulla di ciò che ti circonda,
accontentati di guardare e stammi vicina. Nel tuo mondo sei
un’eroina, ma qui sei alla mercé di tutto
ciò che non conosci».
Ripreso il
cammino, i due compagni di viaggio costeggiarono un ruscello, dove
Buffy vide degli strani esseri e li studiò incuriosita.
Erano diversi dai pesci viventi nella sua realtà; ogni
creatura era differente da qualsiasi cosa abitasse la sua terra.
Continuando a
seguire Roland, la cacciatrice guardò con occhi meravigliati
tutto ciò che la circondava, ma evitando accuratamente
qualunque contatto.
Dopo alcune
ore di marcia, la voce del pistolero la distolse dai pensieri.
«Come ti dicevo, ho conosciuto altre persone giunte qui dalla
tua dimensione, ma nessuno mi ha mai parlato di demoni o vampiri.
Credevo che solo nel Medio Mondo si potessero trovare creature
mostruose».
Buffy scosse
la testa continuando a osservare con occhi meravigliati la natura che
la circondava. «Non so dirti se la Terra sia completamente
abitata da esseri malvagi», affermò.
«Però ti posso dire che nella mia Sunnydale
c'è un bell’assortimento di demoni. Io e il mio
gruppo rischiamo quotidianamente la vita per difendere gli innocenti e
ce la caviamo piuttosto bene. Siamo i paladini della
giustizia!»
Roland sorrise
alle sue parole. Aveva capito che Buffy aveva un carattere forte, ma
c’era un’altra questione che voleva approfondire
con lei. «Parlami del tuo ex ragazzo», chiese
interessato. «Non credevo esistesse un demone con
un’anima».
L’improvvisa
richiesta di Roland rattristò Buffy. Il ricordo di Angel le
procurava un dolore immenso e non aveva intenzione di mostrare i propri
sentimenti a uno sconosciuto.
Notando il suo
repentino cambio d’umore, il giovane pistolero si
scusò. «Perdonami, non volevo essere indiscreto,
ma hai detto di averlo ucciso e non credevo fosse un problema parlare
di lui. Evidentemente ho frainteso la situazione».
Buffy
scrutò i suoi occhi celesti, emanavano un magnetismo al
quale era impossibile resistere, così decise di raccontargli
la storia del suo triste amore. E mentre procedevano verso la Sunnydale
del Medio Mondo, si confidò con lui aprendogli il suo cuore.
*****
«Manca
poco per arrivare a destinazione». La voce di Roland
interruppe il silenzio calato al termine del racconto di Buffy.
«È meglio accamparsi qui, non voglio entrare in
città in piena notte. Tu sarai anche una cacciatrice di
vampiri, ma non riusciresti a sconfiggerli tutti se dovessero
attaccarci in gruppo. Entreremo in città col favore della
luce e ci stabiliremo in un edificio abbandonato. Quando troveremo un
buon rifugio, e caleranno le tenebre, potrai capire come vanno le cose
nella mia Sunnydale».
Buffy,
nonostante l’impazienza la spingesse a desiderare di entrare
subito in città, decise di ascoltare il consiglio del nuovo
amico. «Credo tu abbia ragione», annuì.
«Non voglio finire in gabbia per diventare lo spuntino di
qualche vampiro». Indirizzando lo sguardo verso la
città, fece un cenno col capo. «Nella tua
Sunnydale non ci sono cacciatrici e osservatori?» chiese
curiosa e il pistolero scrollò le spalle.
«Non
ne ho mai sentito parlare», rispose l'uomo togliendo lo zaino
e cercando un posto comodo dove sdraiarsi. «Però
non vengo spesso da queste parti. Chiamalo istinto di sopravvivenza se
vuoi, ma ho sempre evitato i luoghi infestati dai vampiri».
«Sei
un uomo saggio e sono contenta di averti al mio fianco»,
ammise Buffy con sincerità sdraiandosi sul freddo terreno
per cercare di dormire. Entro poche ore, finalmente, sarebbero entrati
in città.
*****
Il sole
apparve a illuminare il nuovo giorno permettendo a Buffy e Roland di
riprendere il cammino.
Abbandonata la
radura, dove avevano trascorso la notte, in meno di un’ora
raggiunsero Sunnydale.
Entrati in
città, Buffy osservò affascinata ciò
che aveva di fronte e un velo di tristezza le oscurò il
volto.
Il cielo
azzurro faceva da cornice a un paesaggio simile a quello lasciato nella
sua realtà, dove piccole costruzioni sorgevano lungo le vie
principali e vialetti fioriti conducevano alle abitazioni.
Commossa e
meravigliata, osservò il cambiamento dello scenario che da
tetro e cupo si era trasformato in ciò che le ricordava
casa, tanto che dimenticò di essere nel Medio Mondo, ma
Roland, notata la sua espressione felice, la ricondusse bruscamente
alla realtà. «Non farti ingannare, anche se tutto
appare normale, non lo è. Ricorda che i vampiri hanno in
pugno la città e col calare delle tenebre ti accorgerai di
quanto possa essere orribile questo luogo».
L’eco
delle parole del pistolero costrinse Buffy a rammentare che non si
trovava nella sua cittadina e prestò attenzione a
ciò che la circondava.
La maggior
parte delle abitazioni sembrava abbandonata. Nelle strade
s’incontravano pochissime persone che, approfittando della
luce, erano uscite per sbrigare lavori quotidiani. Osservando i loro
volti vi lesse terrore e disperazione.
I pochi
bambini che giocavano erano piantonati dai genitori che li curavano
scrutando l’orizzonte, pronti a fuggire al primo segno di
pericolo. L’atmosfera che aleggiava era carica di terrore.
Proseguendo
tra le vie della cittadina, i due compagni di viaggio giunsero nel
quartiere in cui, nella Sunnydale di Buffy, sorgeva la sua casa e, con
enorme gioia, la cacciatrice vide la stessa costruzione anche
lì.
Avvicinandosi
all’ingresso bussò. Non ottenendo risposta decise
di entrare e, abbassata la maniglia, la porta si aprì.
«Nel mio mondo, questa è casa mia»,
disse a Roland invitandolo a seguirla. «Credo che i
proprietari l’abbiano abbandonata… la useremo noi
per trascorrere la notte».
Spingendo la
porta, Buffy varcò la soglia e Roland la seguì.
«Mi sembra strano essere in questo luogo», ammise
malinconica. «È casa mia, ma non lo
è!» affermò, osservando
l’interno della villetta. «Riesco persino a
immaginare mia madre che scende le scale per venirmi
incontro». Pensando a Joyce, Buffy scosse mestamente la testa
e sospirò. «Sarà preoccupatissima. Sono
uscita prima dell'alba e non sono più tornata.
Penserà al peggio, e anche i miei amici saranno in ansia.
Devo assolutamente trovare il modo per tornare da loro».
«Il
tuo mondo ha bisogno di te!» Roland posò la mano
sulla spalla di Buffy costringendola a voltarsi. «Troveremo
il modo per farti tornare a casa», promise, cercando di
confortarla. «E ora che abbiamo un rifugio per la notte,
vediamo se in dispensa c'è qualcosa di commestibile da
mangiare».
E mentre
Roland si allontanava, Buffy sorrise. Era certa che con il suo aiuto
sarebbe tornata nel mondo cui era stata strappata.
*****
Il pomeriggio
trascorse velocemente e il sole sparì oltre la linea
dell’orizzonte per cedere il posto alle tenebre.
Buffy e
Roland, dopo aver passato l’intera giornata chiacchierando
amichevolmente delle rispettive vite per conoscersi meglio, si
affacciarono a una finestra del piano superiore e videro i pochi esseri
umani, ancora in strada, far ritorno alle proprie abitazioni in tutta
fretta.
Le porte
vennero sprangate e le luci spente. Sembrava di essere in una
città morta.
Quando anche
l’ultimo raggio di sole si affievolì, le vie di
Sunnydale si affollarono. Gruppi di vampiri lasciarono le loro tane e
iniziarono a girovagare, cercando qualche sprovveduto ancora in giro a
quell’ora, e Buffy osservò angosciata la
naturalezza con cui sfrecciavano per le vie: erano i padroni
incontrastati della città e la possibilità che
anche la sua Sunnydale, un giorno, potesse trasformarsi in un luogo
simile la fece rabbrividire.
Continuando a
osservare i demoni che scorrazzavano liberamente per le vie della
cittadina, giurò a se stessa che avrebbe lottato fino alla
morte per evitare che il suo mondo fosse trasformato nel loro regno.
Nessuno avrebbe ridotto la razza umana in schiavitù, ma i
suoi pensieri furono bruscamente interrotti da una scena che mai
avrebbe voluto vedere.
Sgranati gli
occhi, posò le mani sul vetro e, immobile,
osservò ciò che stava accadendo in strada, a
pochi metri dal luogo in cui era nascosta.
Un gruppo di
vampiri, arrivato a bordo di una decappottabile, aveva fermato un tizio
che parlava con due ragazze.
«Non
è possibile! Quelli sono Xander, Cordelia e Willow...
perché sono in giro a quest'ora? Non sanno che è
pericoloso? Devo aiutarli prima che i vampiri li uccidano»,
urlò incredula, pronta a lanciarsi in soccorso degli incauti
amici, ma Roland le afferrò il polso per bloccarla.
«Torna
in te, Buffy, e rifletti. Non sei nel tuo mondo e quelli non sono i tuoi
amici. Fermati e vediamo cosa succede».
Calmata dalle
parole di Roland, Buffy osservò con attenzione i tre giovani
notando che non sembravano spaventati.
Trascorsi
pochi minuti, vide Xander abbracciare uno dei vampiri, come se si
conoscessero da tempo, e finalmente capì ciò che
stava accadendo: i sosia dei suoi amici erano demoni!
Allontanandosi
dalla finestra si sedette a terra, frastornata, mentre Roland la
raggiungeva per sedersi accanto a lei.
«Mi
dispiace per quello che hai visto, ma ti avevo avvertita. Sapevi che
avresti potuto incontrare persone che nel tuo mondo sono buone, mentre
qui non lo sono. Devi rassegnarti all’idea che in questa
realtà non hai amici, saremo solo tu ed io».
Incrociato lo
sguardo sereno del pistolero, Buffy accennò uno stentato
sorriso. «La situazione è peggiore di come
l’avessi immaginata e temo che questa città non
potrà mai essere liberata dai vampiri. Ce ne sono veramente
troppi... noi due da soli non riusciremmo mai a sconfiggerli
tutti».
Percepita la
sua pena, Roland le posò una mano sulla spalla per
confortarla. «Non devi sentirti in colpa se non puoi aiutare
la gente di questo luogo, l’importante è che tu
riesca a tornare nel tuo mondo per impedire che diventi un ambiente
ostile, dove gli innocenti siano costretti a vivere nella paura come
accade qui». Sollevandosi da terra le tese una mano.
«Domattina ci recheremo nell'ultimo posto in cui sei stata
quando eri sulla terra e cercheremo un modo per rimandarti nella tua
dimensione... e ora torniamo alla finestra e guardiamo cosa accade
là fuori».
Buffy
afferrò la sua mano e insieme si diressero alla finestra per
continuare a osservare ciò che stava succedendo in strada.
Un numero
sempre maggiore di vampiri intasava le vie. I demoni correvano,
urlavano, lanciavano sassi contro le porte sprangate, ridendo per
l’atmosfera carica di terrore che ogni notte aleggiava in
quella che ormai era la loro città, indirizzando insulti e
minacce verso i pochi esseri umani rintanati come topi nelle proprie
case.
Buffy
continuò a osservare il triste spettacolo e il suo sguardo
si posò nuovamente su Xander e Cordelia. I due vampiri erano
fermi in mezzo alla strada e si stavano baciando con infinita passione.
Vedendoli
insieme sorrise ripensando agli amici. Anche nella sua
realtà formavano una coppia, dunque, qualcosa in comune con
il suo mondo c’era.
Continuando a
tenere lo sguardo fisso sui fidanzatini satanici, Buffy
iniziò a pensare a Willow, chiedendosi se Oz fosse un lupo
mannaro anche in quella strana realtà e se fosse il suo
ragazzo. Mentre formulava il quesito mentale, il sorriso che era
apparso sul suo volto scomparve.
Appoggiate le
mani al vetro s’immobilizzò, incapace di credere a
ciò che stava vedendo e Roland, notata la sua espressione
agghiacciata, osservò la strada senza capire cosa avesse
visto di così terribile, tanto da farla impallidire.
«Ehi,
Buffy, che ti succede? Ragazza, mi ascolti? Torna in te!»
cercò di scuoterla, ma Buffy non si mosse e
continuò a guardare attraverso la finestra, mentre le
lacrime scivolavano dai suoi occhi per solcarle le gote pallide.
In strada
stava succedendo qualcosa che Roland non capiva, qualcosa che aveva
turbato la cacciatrice e così anche lui guardò in
direzione della via principale per schiarirsi le idee.
La vampira dai
capelli rossi aveva abbandonato i compari per qualche istante ed era
tornata in compagnia di un uomo legato a una catena e lo portava a
spasso come se fosse il suo fedele cagnolino.
Roland vide
Xander avvicinare l'uomo e sferrargli un calcio nello stomaco,
facendolo stramazzare al suolo dolorante. Vide Willow ridere
soddisfatta e tirare la catena costringendo il malcapitato a mettersi
in ginocchio.
Aperta
leggermente la finestra, Roland riuscì a sentire
ciò che la vampira stava dicendo.
«Mi
stavo annoiando, così ho deciso di giocare un po’
con il mio cucciolo!»
affermò Willow scrollando le spalle mentre Xander rivolgeva
un’occhiata carica di odio all’uomo inginocchiato.
«Si
può sapere perché non lo uccidi? È un
essere patetico, non merita di vivere», ribatté
astioso.
Willow,
carezzando la schiena nuda dell’uomo, sorrise
all’amico vampiro. Un sorriso maligno che fece rabbrividire
Roland.
«Stai
scherzando? Io mi diverto tanto con lui», affermò,
fermando la mano su una cicatrice. «Poterlo torturare ogni
giorno mi procura un’infinita gioia. Inoltre, se morisse,
smetterebbe di soffrire e sai che il capo vuole che lui soffra per
l'eternità. A nessuno è concesso uccidere questa
bestiola. Deve continuare a vivere per patire le pene
dell’inferno, almeno finché il capo non
deciderà diversamente».
Osservando
l’uomo che stava cercando di rialzarsi, Xander gli
assestò un altro calcio nel costato rigettandolo a terra
poi, ridendo divertito, strinse a sé Cordelia e si
allontanò. Se non poteva uccidere quell’essere
inutile, avrebbe cercato altrove qualcuno su cui sfogare i propri
istinti.
Mentre
l’amico si allontanava con la fidanzata, Willow
strattonò la catena costringendo il prigioniero a rialzarsi
e, appena l’uomo fu in piedi, lo trascinò per le
vie della città, in modo che gli altri vampiri potessero
vederlo e deriderlo.
Disgustato per
la scena cui aveva assistito, Roland si allontanò dalla
finestra e costrinse Buffy a seguirlo. «Mi dici che ti
prende?» le chiese, vedendola in lacrime. «Capisco
che faccia male guardare quei mostri mentre torturano innocenti, ma ero
convinto fossi abituata a scene del genere... torna in te e spiegami
che succede».
Buffy,
asciugandosi le lacrime, cercò di ritrovare la calma e,
fissando il volto dell’amico, parlò con voce
triste. «Quello è Angel... il mio Angel...
l'uomo che ho spedito all'inferno per salvare l'umanità.
L'uomo che amavo più di me stessa, l'uomo che credevo
morto... io l'ho ucciso. L'ho trafitto con una spada e lui ora
è qui... vivo!»
«L'uomo
incatenato è il tuo ex ragazzo? È il vampiro con
l'anima?» chiese Roland incredulo.
«Sì!»
La risposta di
Buffy fu solo un sussurro che si perse nella notte. Un sussurro colmo
di un’angoscia che rischiava di annientarla e Roland,
preoccupato per lei, cercò di farla ragionare.
«Non trarre conclusioni azzardate», le disse serio.
«Ricorda che potrebbe essere un sosia del tuo
ragazzo, come i tre vampiri che pensavi fossero tuoi amici»,
aggiunse, cercando di essere convincente. «Hai detto di
averlo ucciso, non può essere lui!»
Ma Buffy non
aveva intenzione di ascoltare le sue parole. Doveva accertarsi che
l’uomo in catene non fosse il suo amore perduto,
l’uomo che lei credeva morto. «Achatla ha
risucchiato Angel dopo che l’ho trafitto e poi mi ha
imprigionata tra le sue fauci spedendomi qui. Chi mi dice che anche
Angel non sia stato trascinato in questo luogo? Chi mi dice che non sia
riuscito a sopravvivere? Devo scoprire se l’uomo in catene
è lui».
La voce di
Buffy echeggiò nella stanza buia carica di forza, segno che
il suo spirito battagliero era tornato. «Non ti chiedo di
venire con me e mettere a repentaglio la tua vita per aiutarmi,
però non voglio che tu mi fermi. Adesso io esco e seguo
Willow. Devo scoprire dove porta quell’uomo e, se si tratta
di Angel, lo libererò».
Roland
avvertì la caparbietà nella sua voce e
capì che nessuno avrebbe potuto dissuaderla dai suoi
propositi. «Non ho intenzione di fermarti», le
disse, fiero del suo ritrovato spirito battagliero. «E non me
ne starò a guardare mentre esci da sola. Ho promesso che ti
avrei aiutata a tornare nel tuo mondo e non mi tiro indietro, e se tu
pensi che quell’uomo sia Angel, ti aiuterò a
liberarlo».
Lo sguardo del
giovane pistolero diede nuova forza a Buffy che, in silenzio,
continuò ad ascoltarlo.
«Pediniamo
la vampira e scopriamo dov'è il suo covo. Domani, con la
luce, soccorreremo il prigioniero. Per questa sera niente mosse
azzardate, se agiamo d’impulso e ci facciamo catturare non
saremo d’aiuto a nessuno. Sei disposta ad attendere fino al
nuovo giorno?»
«Va
bene», annuì Buffy. «Per questa sera mi
accontenterò di scoprire dove si trova il covo dei demoni,
ma domattina farò irruzione e libererò
quell’uomo».
Senza perdere
minuti preziosi, Buffy lasciò il rifugio seguita da Roland.
Le strade pullulavano di vampiri e i due amici dovettero usare la
massima cautela per pedinare Willow e non essere avvistati.
Raggiunto il
Bronze, la videro entrare trascinando con sé il prigioniero.
Cercando di non farsi scorgere si spostarono all'ingresso secondario,
entrarono nel locale e ciò che videro li lasciò
esterrefatti. Nel mezzo di quella che una volta era la pista da ballo
c’erano tre enormi gabbie e in ciascuna vi erano rinchiuse
circa cinquanta persone.
Willow, dopo
aver ceduto a un vampiro la catena cui era legato il suo cucciolo, si
avvicinò a una gabbia, prelevò una giovane donna
e si avventò sul suo collo per cibarsi.
Prima che la
donna svenisse, la spinse di nuovo nella gabbia. Indebolita per la
perdita di sangue, la giovane vittima non riuscì a mantenere
l’equilibrio e cadde a terra. Alcuni prigionieri
l’avvicinarono per prestarle soccorso, mentre Willow rideva
divertita. «Non è morta, non preoccupatevi, tra
qualche giorno starà meglio».
Godendo del
terrore dei prigionieri, Willow osservò la tizia della quale
si era appena nutrita. Aveva ripreso i sensi e stava piangendo tra le
braccia del suo ragazzo.
Disturbata dai
suoi lamenti, la vampira aprì di nuovo la gabbia e
afferrò il giovane per i capelli e, mentre la donna urlava
disperata, affondò i denti nel collo della seconda vittima
nutrendosi anche di lui, liberandolo solo quando capì che
era allo stremo delle forze. «Se sento qualcun altro
lamentarsi, lo prosciugo», urlò spingendo il
ragazzo nella gabbia, e soddisfatta per il rinnovato terrore sul volto
dei prigionieri raggiunse Xander e Cordelia. «Stupidi umani,
devono ringraziare che non possiamo ucciderli, sono troppo
importanti… sono la nostra riserva di cibo!»
sbottò adirata. «Ma quando riusciremo a trovare un
altro luogo in cui il cibo abbonda, li ucciderò tutti.
Sarà un piacere sterminarli».
Nascosta nel
buio, dopo aver ascoltato i propositi omicidi di Willow, Buffy
seguì con lo sguardo il vampiro cui era stato affidato
l'uomo in catene. Lo vide dirigersi verso il fondo del locale, dove si
trovava una gabbia di piccole dimensioni. Aperta la porticina, lo vide
strattonare il prigioniero per costringerlo a entrarvi.
Richiusa la
porta, il vampiro si allontanò, e Buffy cercò di
imprimersi nella mente ogni particolare che potesse aiutarla ad
arrivare nei pressi della piccola prigione senza essere avvistata.
Annotato ogni
minimi dettaglio, fece un cenno a Roland, pronta a lasciare il Bronze
per tornare nella casa presa in prestito, ma una nuova terribile
apparizione la lasciò senza fiato.
Il Maestro stava
entrando da una porta secondaria e Buffy lo osservò con
terrore, incapace di credere che fosse proprio lui il leader dei
vampiri del Medio Mondo.
Sconvolta
all’idea di dover affrontare di nuovo il mostro che
l’aveva uccisa, guardò un’ultima volta
l’uomo in gabbia e lasciò il locale seguita da
Roland.
«Ho
notato che la comparsa del capo dei vampiri ti ha scioccata.
È una tua vecchia conoscenza?» le chiese il
pistolero quando giunsero al rifugio.
«Sì»,
sospirò Buffy. «Anche nella mia dimensione ho
dovuto affrontare quell’essere. È molto potente e
pericoloso, non sarà facile batterlo»,
confessò, ricordando il giorno in cui, sebbene per pochi
secondi, la uccise.
«Tu
sei qui, quindi posso immaginare che nella tua realtà lo hai
sconfitto e, se saremo costretti ad affrontarlo, sono sicuro che lo
prenderai di nuovo a calci nel sedere».
La voce sicura
di Roland fece sorridere Buffy. «Sì,
l’ho preso a calci allora e, se fosse necessario, lo rifarei.
Non lascerei nulla d’intentato pur di liberare
Angel».
«Angel
è fortunato ad avere qualcuno che lo ama tanto»,
sospirò Roland posandole una mano sulla spalla.
«Ma ricordati che il tizio in gabbia potrebbe non essere il
tuo ragazzo».
«Deve essere
lui», replicò Buffy con un sussurro poi, augurando
la buona notte al pistolero, si ritirò in camera, attendendo
con ansia il nuovo giorno per soccorrere l’amato e poterlo
finalmente riabbracciare.
*****
Mentre il
sole, timidamente, si affacciava oltre le colline, Buffy,
già sveglia da ore, stava preparando le armi per la
battaglia. Appuntiti due paletti, ne porse uno a Roland.
«Purtroppo le tue pistole non servono contro i
vampiri», disse, guardando le armi appese al cinturone del
pistolero. «Un paletto di legno è più
efficace. Sei pronto per andare nel covo del nemico?»
Roland
osservò le pistole che gli avevano salvato la vita in
più occasioni e il paletto di legno che stringeva.
«Direi che pronto
non è la parola esatta. Meglio affermare che sono pazzo a voler
andare in un luogo pieno di vampiri», replicò
ridendo.
«Se
avremo fortuna, potremmo liberare Angel senza che qualcuno se ne
accorga. A quest'ora i vampiri stanno dormendo, non si aspettano di
ricevere visite e non ci sarà nessuno di guardia. Sono
troppo sicuri della loro forza e sanno che non esiste essere umano in
tutta Sunnydale che entrerebbe nel loro covo. Approfitteremo di questa
loro convinzione per agire indisturbati», ribatté
Buffy, facendo roteare il paletto che infilò nella cintura
dei pantaloni.
«Spero
tu abbia ragione, perché se ci dovessero scoprire
all’interno della loro tana, diventerebbe arduo riportare a
casa la pelle».
«Hai
paura?» chiese Buffy sarcastica e il pistolero le sorrise,
mentre i suoi occhi celesti scintillavano.
«Ho
affrontato innumerevoli battaglie considerate perse in partenza e sono
sempre sopravvissuto. Questa è solo l’ennesima
prova in cui metto a repentaglio la vita e spero che la mia buona
stella mi aiuti», replicò Roland. «E
adesso basta tergiversare, andiamo, il tuo amico ha bisogno di
noi».
Afferrato un
ferro abbastanza grosso, Roland lo infilò nel cinturone e
lasciò il rifugio per seguire Buffy.
Giunti al
Bronze, i due compagni d’avventura si portarono sul retro del
locale ed entrano cercando di mantenersi nascosti.
Come Buffy
aveva previsto, i vampiri stavano dormendo e non c'era nessuno di
guardia.
Tenendosi il
più possibile vicino alla parete, oltrepassarono le gabbie
senza farsi vedere dai prigionieri.
Buffy avrebbe
voluto liberarli, ma sapeva di non poterlo fare. Doveva agire con
cautela per non destare i vampiri, altrimenti sarebbe stata la fine per
lei e Roland.
Passando
oltre, giunsero in prossimità della cella in cui si trovava
l'uomo incatenato. Accostandosi alle sbarre, Buffy si
soffermò a osservare il suo corpo martoriato. Era impaziente
di raggiungerlo, ma la gabbia era chiusa.
«Lascia
fare a me», le sussurrò Roland mentre inseriva nel
lucchetto il ferro portato da casa e, unendo le forze, fecero leva
riuscendo ad aprirlo.
Entrata nella
gabbia, Buffy avvertì il cuore pompare sempre più
forte, non avrebbe sopportato la delusione di scoprire che il
prigioniero non era Angel, ma solo un sosia.
Posandogli una
mano sulla schiena lo svegliò e l’uomo, sollevato
il volto, rimase immobile, osservandola con espressione assente come se
non la riconoscesse.
Chinandosi,
Buffy s’inginocchiò per essergli più
vicino. Era agitata e impaurita. Voleva la verità ma la
temeva e, sospirando, si fece forza. «Angel... sei
tu?» chiese sussurrando, ma l’uomo non rispose.
Purtroppo, nei
pochi secondi che trascorsero, Buffy capì di essersi
sbagliata, capì che il prigioniero non l’aveva
riconosciuta perché era solo un sosia del suo amore.
Affranta, lo
liberò dalle catene, pronta ad andarsene. Non aveva
più motivo per fermarsi ma, nell'istante in cui si
voltò per uscire dalla gabbia, il prigioniero, come
risvegliatosi da un lungo torpore, sussurrò un'unica parola,
poche sillabe che le rimbombarono nella mente. «Buffy...»
Voltandosi
lentamente, la cacciatrice guardò l’uomo che si
era alzato e la fissava sgomento.
Nonostante
fosse esausto, il prigioniero cercò di muoversi per
raggiungerla, ma il dolore per le torture subite lo fece crollare al
primo passo.
Roland, che in
silenzio aveva assistito alla scena, accorse per aiutare Buffy e
insieme sollevarono l'uomo e lo condussero fino alla porta che dava in
strada.
Coprendolo con
una lunga coperta, faticosamente lo portarono al sicuro nel loro
rifugio, dove lo lasciarono riposare.
Angel aveva
usato le poche forze rimaste per scappare dalla prigione ed era
stremato.
In attesa di
interrogarlo per sapere cosa gli fosse successo, Buffy si sedette a
terra e rimase immobile a osservarlo assopirsi, incredula che fosse
lì... con lei... vivo!
Quando si fu
addormentato, Roland la raggiunse. «Avevi ragione...
è il tuo ragazzo», mormorò incredulo e
Buffy annuì commossa.
«Temevo
di essermi sbagliata, ma quando ha pronunciato il mio nome,
io...»
Le lacrime,
trattenute fino a quel momento, scesero a inumidirle le gote
impedendole di finire la frase.
«Scusami,
sono troppo contenta e non riesco a controllarmi. Tu non puoi
immaginare la gioia che sto provando in questo momento»,
singhiozzò, mentre il pistolero l’accoglieva tra
le braccia felice per lei e insieme osservarono l’uomo steso
sul divano in attesa del suo risveglio.
*****
Willow,
destatasi dal pisolino pomeridiano, si diresse verso la gabbia di
Angel. Mancavano ancora alcune ore al tramonto, era di cattivissimo
umore e pronta a sfogare la propria ira sul prigioniero.
Odiava il sole
e detestava rimanere rinchiusa fino al calare delle tenebre;
l’unica soddisfazione era poter giocare con il suo cucciolo.
Pregustando le
torture che gli avrebbe inflitto, si accostò alla gabbia e,
trovandola vuota, iniziò a urlare. «Come ha fatto
a liberarsi? Qualcuno mi risponda immediatamente!»
sbraitò talmente forte da svegliare gli altri vampiri.
Disturbato dal
frastuono, Xander la raggiunse per capire cosa fosse accaduto. Vista la
gabbia vuota, notò il lucchetto a terra e glielo
indicò. «Il tuo cucciolo non si è
liberato da solo, qualcuno lo ha aiutato... guarda il lucchetto,
è stato forzato!»
Incredula,
Willow riprese a urlare. «Vuoi dire che qualcuno ha liberato
quello scherzo della natura? Quella cosa inutile con un'anima? Chi
può essere stato tanto stupido da fare una cosa simile? Chi
ha osato portare via il mio cucciolo?»
Attirato dalle
urla, il Maestro lasciò la sua stanza privata per
raggiungere la vampira. Posandole una mano sulla spalla,
cercò di placare la sua ira. «Calmati, scopriremo
chi ha liberato il tuo cucciolo e gliela faremo pagare», la
rassicurò.
«E
come? Nessuno si è accorto di nulla»,
replicò Willow incapace di controllare l’ira ma il
Maestro, accarezzandole il viso, le mostrò un ghigno
malefico che doveva servire a tranquillizzarla.
«Nascosto
in una grotta fuori città, vive un demone che mi deve un
grosso favore. È il demone dei ricordi. Sfiorando un oggetto
può vedere chi l'ha maneggiato e basterà che
afferri il lucchetto per dirci chi l'ha toccato, così avremo
una descrizione dell'intruso e inizieremo la caccia».
Finalmente
Willow sorrise. Grazie alle doti del demone avrebbe trovato
l’intruso, lo avrebbe ucciso e avrebbe recuperato il suo
cucciolo.
Soddisfatto
per aver placato la sua protetta, il Maestro indirizzò
un’occhiata minacciosa ai prigionieri. «Non
permetto a nessuno di introdursi nella mia casa... chi osa sfidarmi,
morirà!»
Sull’eco
delle parole, che dovevano servire da monito per chiunque avesse deciso
di intraprendere azioni di ribellione, il Maestro chiamò un
giovane vampiro. «Vai dal demone e portalo qui. Digli che
è un mio ordine».
«Ma,
mio signore, è ancora giorno!» replicò
preoccupato il prescelto.
«E
tu usa la fogna, stupido idiota», gli suggerì il
Maestro, frenando l’impulso di staccargli la testa.
«Ma perché sono circondato da perfetti
imbecilli?» si domandò al limite della
sopportazione. «E vedi di muoverti. Entro questa sera voglio
sapere chi ha osato introdursi in casa mia!»
Il vampiro,
impaurito dall’espressione assassina con cui il Maestro lo
aveva guardato, lasciò il Bronze di corsa e, dopo
un’ora, tornò al locale accompagnato dal demone
dei ricordi.
Willow,
impaziente di avere delle risposte esaurienti, lo scortò
alla gabbia per spiegargli il problema. «Quel lucchetto
chiudeva la porta», affermò, indicando il
chiavistello a terra. «Mettiti subito al lavoro e dimmi chi
l’ha toccato. Tra poco tramonterà il sole e daremo
inizio alla caccia, quindi muoviti, se non vuoi che ti spezzi le ossa
una a una».
«Che
caratteraccio. Per chi mi hai preso? Non sono un tuo servo»,
rimbeccò il demone per nulla spaventato dalle sue minacce,
ma Willow, per fargli capire che non stava scherzando, gli
assestò un calcio a una gamba mostrando le zanne.
Osservando il
suo volto furente, il demone capì che era meglio non farla
arrabbiare e decise di obbedire.
Sollevato il
lucchetto, lo strinse tra le mani e le immagini delle persone che lo
avevano toccato apparvero nella sua mente, come fossero suoi ricordi,
mostrandogli ciò che era avvenuto nel passato.
Per circa
trenta minuti vide vampiri aprire e chiudere la gabbia,
finché la mente gli propose la visione che tutti stavano
aspettando. «Trovato!» esclamò.
«Finalmente vedo chi si è introdotto
qui».
Willow, spinta
nella gabbia la prigioniera di cui si stava nutrendo,
avvicinò il demone e lo incitò a dire
ciò che aveva scoperto. «Avanti, parla! Devo forse
pestarti a sangue per convincerti a dire ciò che hai
visto?» urlò minacciosa e il demone, nonostante la
voglia di prenderla a calci, decise di non sfidare l’ira del
Maestro e rivelò quanto sapeva.
«Erano
in due, un giovane uomo e una bella fanciulla. L'uomo è un
pistolero ed è di questo mondo, mentre la ragazza non
appartiene a questa realtà. Arriva da un posto chiamato
Terra, una dimensione parallela alla nostra».
«Avevo
sentito parlare di altri mondi, ma non credevo che qualcuno potesse
viaggiare attraverso le dimensioni», ammise il Maestro,
sorpreso dall’importante notizia. «Quindi, la
ragazza ha il potere di spostarsi da un mondo all'altro?»
sussurrò interessato. «Parlami della Terra, voglio
sapere com’è».
«È
un mondo diverso da questo», raccontò infervorato
il demone, felice di evitare altri confronti con Willow. «Un
mondo dove gli esseri umani sono i padroni e i demoni vivono nascosti
nelle tenebre».
«È
orribile! Come può esistere un mondo del genere?»
domandò il Maestro, incredulo che potesse esserci una
realtà simile. «Parlami della ragazza e del
pistolero. Dove si nascondono? Puoi vedere il loro rifugio?»
Il demone,
notato sul pavimento il ferro usato per aprire il lucchetto lo
afferrò. «Si trovano in una casa abbandonata alla
periferia di Sunnydale», rispose soddisfatto, suscitando
l’approvazione del vampiro.
«Sapevo
che potevo contare su di te. Appena calerà il sole, ci
condurrai là. Voglio la ragazza e la voglio viva!
Diventerà il mio aperitivo quotidiano».
*****
Ignara del
pericolo, Buffy continuò a vegliare il sonno di Angel.
Nonostante
fossero passati pochi giorni dalla terribile battaglia in cui pensava
di averlo ucciso, le sembrava che fosse stato vittima di anni di
torture.
Sul suo corpo
erano visibili ferite vecchie e recenti. Cicatrici che non potevano
essersi richiuse in così poco tempo e, intuendo i suoi
pensieri, Roland le svelò una triste realtà.
«So a cosa stai pensando», ammise porgendole un
bicchiere di acqua e preparandosi ad aiutarla a capire. «Per
te sono passati solo alcuni giorni da quando sei arrivata, ma vedendo
le sue ferite credo che per lui siano trascorsi parecchi decenni, forse
addirittura un secolo. Non so perché tu abbia una concezione
del tempo simile a quella della tua dimensione, mentre lui no,
è un mistero, ma spiega il motivo per cui non ti abbia
riconosciuta subito. Essendo passati diversi anni dal vostro ultimo
incontro, rivederti con l'aspetto della ragazzina che aveva amato, deve
averlo scioccato».
Buffy
tornò a fissare il suo Angel. Non riusciva a immaginare il
dolore che un secolo di torture potesse avergli inflitto.
Sofferente per
i suoi patimenti gli prese una mano e la baciò teneramente e
finalmente Angel aprì gli occhi.
«Buffy...
ma allora non è un sogno!» sospirò il
vampiro con un filo di voce.
«No,
non stai sognando... sono qui... sono reale»,
annuì Buffy per rassicurarlo, ma Angel scosse la testa.
«Com'è
possibile? Come puoi essere qui? È passato tanto dal nostro
ultimo incontro... anni!... E tu sei la stessa di allora... non sei
cambiata».
La sua voce
stanca toccò il cuore di Buffy che sorrise. «Sono
qui Angel, sono qui per te».
Di nuovo il
vampiro scosse la testa. «Io sono all'inferno e tu non puoi
essere qui! È un maledetto sogno e, quando mi
sveglierò, sarai svanita».
«Noi
non siamo all'inferno», sussurrò Buffy
carezzandogli il volto. «Siamo intrappolati in una
realtà parallela alla nostra. Una realtà
terribile! Per te sono trascorsi secoli, ma per me è passata
solo una settimana da quando ho dovuto ucciderti».
Ricordando la
terribile battaglia, Buffy sentì le lacrime spingere per
uscire, ma le trattenne e continuò a parlare.
«Anch’io sono stata trascinata qui da Achatla.
Forse il demone ha voluto vendicarsi perché ti ho impedito
di destarlo, o forse era destino che io venissi per liberarti. Sono
convinta che un secolo di torture possa bastare per espiare i tuoi
peccati e ora torneremo a casa e lo faremo insieme».
«Casa...
è una parola alla quale non penso da tantissimo
tempo», mormorò Angel tristemente e Buffy, vedendo
lo sconforto nei suoi occhi, cercò di rassicurarlo.
«Ti
prometto che riuscirò a riportarci a casa. Se puoi
camminare, vorrei andare nella tua vecchia dimora, credo che
là troveremo il modo per lasciare questo mondo
terrificante».
Con l'aiuto di
Buffy e Roland, Angel si alzò e insieme si diressero verso
la sua abitazione senza immaginare che un gruppo di vampiri, capeggiato
dal Maestro, stava abbandonando il Bronze per cercarli.
*****
«Ehi,
voi lì dentro... avete una cosa che mi
appartiene e la rivoglio. Portate fuori il mio cucciolo e nessuno vi
farà male».
Willow, ferma
davanti all’ex nascondiglio dei fuggitivi, urlava cercando di
essere convincente e, alle sue spalle, Xander e Cordelia non poterono
evitare di ridere. Sapevano che appena catturata la terrestre, il
Maestro ne avrebbe fatta una schiava e le promesse di Willow erano solo
un’accozzaglia di bugie.
«Maledetta
ragazza», gridò a squarciagola la vampira
ignorando le risate degli amici. «Esci, se hai coraggio...
solo tu ed io! Uno scontro leale. Chi vince si tiene il
cucciolo».
Dall’interno
della casa non giunse nessuna risposta e Willow iniziò a
perdere la pazienza.
«È
inutile che continui a urlare, qui non c'è
nessuno», le disse Xander avvicinandola. «Cordelia
avverte la presenza di esseri umani e, secondo lei, in quella casa non
c'è anima viva. Se ne sono andati».
Il Maestro
osservò attentamente l’abitazione e
capì che le parole di Xander erano esatte; quel luogo era
disabitato. Furioso per essere giunto troppo tardi, volgendosi verso il
gruppetto di vampiri impartì nuovi ordini.
«Dividetevi e perlustrate la zona, dovete trovarli. E
ricordate, la ragazza dovrà essermi consegnata viva! Il
pistolero potete anche ucciderlo, non mi interessa, e adesso andate e
fate buona caccia».
Guardando la
casa disabitata, il vecchio vampiro strinse i pugni conficcandosi le
lunghe unghie nella carne. Non sopportava che una stupida ragazzina
potesse prendersi gioco di lui. L’avrebbe catturata, spremuta
per avere notizie riguardo la Terra poi, ottenute le informazioni
necessarie per invadere il suo mondo, si sarebbe divertito a ucciderla
lentamente, molto lentamente.
*****
Ignari del
pericolo scampato, i fuggitivi giunsero a destinazione e Angel si
guardò attorno perplesso. Era tutto come lo aveva lasciato
un secolo prima. Il tempo sembrava non essere trascorso.
«È incredibile, non è cambiato
nulla», disse amareggiato vedendo la statua di Achatla e
Buffy annuì.
«Già,
quella cosa mostruosa è ancora qui, ma è un bene.
Sono certa che ci permetterà di tornare a casa»,
affermò sicura poi, notando il volto tirato di Angel, gli
diede un bacio sulle labbra sorridendogli. «Vai a riposare,
devi recuperare le forze». Amorevolmente gli
carezzò una guancia, felice di poter di nuovo toccare la sua
pelle. «Io starò qui. Sono sicura che questo
brutto muso nasconda la via per tornare a casa e me la
svelerà».
«Sicura
che non ti serva aiuto?» chiese Angel pur faticando a
reggersi in piedi e Buffy scosse la testa.
«Quando
avrò bisogno, te lo farò sapere, ora vai a
riposare».
Sorreggendosi
al braccio di Roland, Angel abbandonò la stanza e Buffy,
lasciata sola, si sedette ai piedi della statua.
«Questa
storia ha avuto inizio da te, brutto muso di pietra», disse,
rivolgendosi al demone. «E sono sicura che tu sia la risposta
al mio problema, devo solo capire come farti aprire quelle maledette
fauci. Tu ci hai portato qui e tu ci riporterai a casa!... Maledizione,
quanto vorrei che ci fosse Giles. Lui saprebbe cosa fare. Aprirebbe un
libro, troverebbe la giusta formula e ci libererebbe da questo incubo,
ma lui non è qui», sospirò delusa.
«Chissà cosa avrà pensato non
vedendomi. Avrà creduto che non abbia retto al dolore per
aver ucciso Angel e che sia scappata… e Willow... e
Xander... penseranno che li abbia abbandonati… e anche mia
madre starà soffrendo». Portandosi le mani al
volto, scosse con decisione la testa. «Basta piangersi
addosso, è giunto il momento di darsi da fare, devo scoprire
come tornare da loro».
Finalmente
scacciata la malinconia, Buffy si concentrò. Era certa che
Achatla fosse il tramite per tornare a casa e lo avrebbe studiato nei
minimi particolari per capire come servirsi di lui.
*****
Willow e
Giles, nonostante ammaccature varie, furono dimessi
dall’ospedale e, accompagnati da Xander, Cordelia e Oz, si
recarono a casa dell’uomo.
«Qualcuno
sa dove sia Buffy?» chiese Willow, preoccupata per
l’assenza dell’amica, e Xander rispose scrollando
la testa mentre Cordelia, mancando di tatto, si lasciò
sfuggire uno dei soliti commenti acidi.
«Secondo
me è scappata. Ha ucciso l'uomo che amava, non
avrà retto alla disperazione e se n'è
andata».
«Buffy
non lo farebbe mai!» esclamò Willow infastidita
dalle sue parole. «Non lascerebbe sua madre e i suoi amici
senza neppure un biglietto di addio. Per non essere qui, deve esserle
successo qualcosa di brutto».
Cordelia,
ascoltata la replica infervorata di Willow, finse di non aver udito e
continuò a formulare ipotesi inaccettabili.
«Magari Spike e Drusilla sono tornati e l'hanno trasformata
in un vampiro. E adesso sarà assetata di sangue e
verrà a cercarci per ucciderci»,
sentenziò inorridita mentre Giles, stanco delle sue
inappropriate supposizioni, decise di farla tacere.
«Cordelia,
mettiti un bavaglio», le intimò seccato.
«Willow ha ragione, deve esserle successo qualcosa. Andiamo
in biblioteca e cerchiamo di ricostruire i fatti fino all'ultima volta
in cui l'abbiamo vista».
«In
biblioteca, ma certo! Mai una volta in cui si possa andare in un posto
più divertente», replicò Xander,
aggiudicandosi un’occhiataccia da Giles che lo
zittì immediatamente. «E va bene... tutti in
biblioteca!» ribatté, pronto a seguire il resto
del gruppo.
Giunti nel
grande edificio, i cinque amici cercarono di rammentare gli avvenimenti
degli ultimi giorni.
«Io
non ho partecipato alla battaglia, quindi non posso essere di grande
aiuto», affermò Oz dispiaciuto. «Ho
visto Buffy in ospedale dopo che tutto era già finito. Mi
è sembrata stanca e molto triste, ma è
comprensibile dato quello che ha passato. Dopo quel giorno non l'ho
più incontrata».
Ascoltato il
breve resoconto di Oz, Cordelia alzò la mano, anche lei
voleva partecipare, nonostante il resto del gruppo avrebbe fatto a meno
delle sue chiacchiere. Volgendo gli occhi al cielo e sospirando, Giles
le fece un cenno accordandole la parola.
«Anch'io
ho visto Buffy solo in ospedale. Aveva un aspetto terribile! I suoi
capelli erano spettinati... più in disordine del solito, per
non parlare dei suoi abiti, sgualciti e sporchi e...»
Giles, stanco
e nervoso, la interruppe. Non aveva tempo di ascoltare le sue
stupidaggini. «Va bene così, Cordelia. Abbiamo
capito», le disse con garbo e subito osservò
Xander. «E tu ricordi qualcosa?» gli chiese.
«E ti prego, evita di fare il buffone se ti riesce».
«Io
ho partecipato solo alla prima fase della battaglia, giusto il tempo di
aiutare lei… non so se ricorda, ma deve ringraziare me se
è riuscito a portare a casa la pelle. Poi ho saputo che
Willow era stata ferita e l'ho raggiunta in ospedale. Ho rivisto Buffy
solo una volta, quando tutto era finito».
Ascoltati i
ragazzi, Giles cercò di fare il punto della situazione.
«Inutile ripetere quanto già detto. Anch'io non so
più niente di Buffy da quando ha lasciato l'ospedale, dopo
che ha ucciso Angelus».
«Ci
stiamo dimenticando di un particolare molto importante»,
intervenne Willow. «Il rito per restituire l'anima ad
Angel».
Giles la
osservò senza capire. «Cosa c’entra il
rito? Spiegati».
«Mentre
mi trovavo in ospedale, ho praticato il rituale. Non posso assicurare
che abbia funzionato, ma so per certo che è successo
qualcosa e se Angel fosse guarito, Buffy non lo avrebbe mai
ucciso».
«Quindi?»
la esortò Xander a continuare.
«Quindi,
se Angel fosse guarito e Buffy non si trova, forse è
successo qualcosa a entrambi!»
Cordelia, che
era riuscita a tacere per circa cinque minuti, osservò
l’amica sorridendo maliziosa. «Se Angel fosse
guarito, secondo me hanno finto la sua morte e sono fuggiti
insieme».
«Stai
delirando! Buffy non fuggirebbe mai con quella sanguisuga»,
ribatté Xander adirato. Per lui era inconcepibile che la
ragazza potesse fare una cosa del genere e Cordelia, indispettita dal
tono con cui l’aveva ripresa, iniziò a stuzzicarlo.
«Ti
dà ancora fastidio che abbia scelto un vampiro»,
gli disse con un pizzico di cattiveria. «Sei un idiota e non
capisco perché continuo a stare con un fesso come te. Il
mondo è pieno di ragazzi che darebbero tutto pur di essere
al tuo posto, mentre tu non sai far altro che pensare alla tua amata
Buffy e…»
«Basta!»
urlò Willow, non riuscendo a sopportare le loro inutili
chiacchiere. «Siete peggio di due scolaretti alla prima
cotta. Non penso che Buffy e Angel siano scappati insieme, non
è nel loro stile. Sono convinta che sia successo qualcosa e
dobbiamo scoprire cosa. Se volete aiutare, bene, altrimenti andate
via!»
Xander e
Cordelia, bacchettati dall’amica, finalmente accantonarono i
risentimenti reciproci per mettersi al servizio del gruppo e Giles,
ristabilita la calma, poté impartire i primi ordini.
«Il posto dove inizieremo le ricerche sarà la casa
di Angel. Domattina, appena sorgerà il sole, vi aspetto da
me. Meglio munirsi di paletti ben appuntiti, non vorrei trovare qualche
vampiro ad attenderci».
«Mangia libri ha
ragione! Ora che il capo branco ha lasciato libera la casa, altre
sanguisughe l’avranno occupata. Meglio non correre rischi e
armarci fino ai denti», replicò Xander mentre
Giles, soprassedendo sul termine poco gentile con cui lo aveva
definito, congedò il gruppo.
«Ora
che abbiamo stabilito come agire, aiutatemi a prendere alcuni libri e
andiamo a casa, ci rivedremo domani».
Senza
aggiungere altro Giles passò ai ragazzi i volumi che pensava
potessero servirgli e con loro lasciò la biblioteca.
*****
Le ore
passarono in fretta. Fortunatamente i demoni non cercarono i fuggitivi
nella casa di Angel e al sorgere del sole tornarono al Bronze.
Infuriata per non aver trovato il suo cucciolo, e gli umani che glielo
avevano sottratto, Willow sfogò la frustrazione sui
prigionieri chiusi nelle gabbie.
Infischiandosene
della regola per cui il
cibo non poteva essere ucciso, afferrò una
giovane donna dissanguandola sotto lo sguardo compiaciuto di Xander.
Quando
finì di nutrirsi sentì la mano del Maestro
poggiarsi sulla sua spalla.
«Capisco
la rabbia per aver perso il tuo giocattolo, ma se osi disobbedire
un'altra volta ai miei ordini, ti ucciderò con le mie
mani», le sussurrò il vecchio vampiro con una
calma agghiacciante. «Adesso prendi il cadavere e buttalo
fuori, ma ricorda, se ucciderai altro cibo, te ne farò
pentire».
*****
Un nuovo
giorno era iniziato e Giles accolse i ragazzi per istruirli e armarli
con paletti, croci, acqua santa e quant'altro gli era venuto in mente
poi, insieme, raggiunsero la vecchia casa di Angel.
Esplorato ogni
locale dell'enorme edificio, con grande sollievo non trovarono nessun
demone ad attenderli e si radunarono nella stanza dove svettava
minacciosa la statua di Achatla.
Inavvertitamente,
Xander colpì l'anello che Buffy aveva perso nel momento in
cui il demone l'aveva risucchiata. Rotolando, il gioiello scomparve in
una fessura del pavimento, proprio ai piedi di Achatla, senza che
Xander se ne accorgesse; l'unico
indizio del ritorno della cacciatrice in quel luogo dopo la lotta
andò perso.
*****
Trascorsa la
notte vegliando, i tre fuggitivi si concessero un breve riposo. Prima
del tramonto dovevano trovare il modo per fuggire perché
certi che Willow li avrebbe cercati anche lì.
Lasciando
riposare Roland e Angel, Buffy cercò di ricordare gli ultimi
avvenimenti successi quando si trovava nella sua Sunnydale.
Sentiva che
qualcosa le sfuggiva, qualcosa d’importante e, finalmente,
comparve l’indizio mancante, la soluzione a lungo cercata.
Posato lo
sguardo sulla sua mano, dove una volta c'era l'anello,
ricordò che lo aveva perso mentre colpiva la statua.
L'anello era
caduto ai piedi di Achatla e aveva iniziato a emettere strani bagliori.
Contemporaneamente il demone aveva spalancato le fauci inghiottendola.
Certa che il
gioiello fosse la via per tornare a casa, raggiunse Angel e Roland per
informarli della scoperta.
«Se
dici che l'anello è indispensabile per tornare nel tuo
mondo, allora temo ci sia un problema insormontabile, dato che l'hai
perso», affermò Roland incapace di condividere la
sua euforia, e Buffy gli rivolse un sorriso compiaciuto prima di
voltarsi verso Angel.
«Posso?»
chiese, e il vampiro tese la mano in modo che potesse indicare a Roland
l'anello che portava al dito. «Io ho perso l’anello
ma, come puoi vedere, Angel ne possiede uno identico al mio»,
affermò Buffy sempre più euforica. «E
lo useremo per far riaprire le fauci a quello stupido demone. Il vero
problema è che non so ancora come fare, ma
troverò una soluzione entro sera».
*****
Cordelia,
stanca di cercare indizi che potessero far luce sulla sparizione di
Buffy, per vincere la noia si avvicinò ad Achatla.
«Hai proprio un brutto muso!» esclamò
torcendo le labbra. «Le tue braccia sono ridicole e i tuoi
piedi...»
Mentre
elencava i difetti della statua, un luccichio attirò la sua
attenzione e, chinandosi, osservò meglio ciò che
era celato in una fessura del pavimento. Facendo leva con il paletto,
che avrebbe dovuto usare per uccidere i vampiri, riuscì a
sollevare il mattone ed estrasse l'oggetto nascosto. Ignara
dell’importanza della scoperta, raggiunse il resto del
gruppo. «Guardate cos’ho trovato... carino,
vero?» esclamò, mentre Willow
l’avvicinava per vedere meglio l’oggetto che stava
stringendo.
«È
l'anello di Buffy!» affermò incredula.
«Quando è venuta in ospedale, lo portava al
dito... significa che è tornata qui dopo la
lotta», dichiarò preoccupata. «Non lo
avrebbe mai tolto spontaneamente. Deve esserle accaduto
qualcosa».
Giles sapeva
che Willow aveva ragione e iniziò a temere per la sorte
della cacciatrice. «Dimmi dove l'hai trovato»,
ordinò a Cordelia, ansioso di avere una risposta.
«Era
ai piedi di Achatla, in una fessura nel pavimento».
Senza perdere
tempo, Giles corse nella stanza dove c’era la statua, in modo
che Cordelia potesse indicargli l’esatto punto in cui aveva
trovato il prezioso oggetto.
*****
Nonostante
continuasse a contemplare l'anello, Buffy non aveva idee su come
utilizzarlo per tornare a casa e, sconsolata, imprecò.
«Maledizione! Ci vorrebbe quel cervellone di Giles... peccato
che lui si trovi a Sunnydale… nella nostra
Sunnydale...»
«Hai
detto che l'anello ti è caduto mentre colpivi Achatla e solo
allora ha iniziato a brillare e il demone ha spalancato le fauci,
potresti riprovarci», le suggerì Angel per
aiutarla a trovare una soluzione e Buffy, mettendo a terra
l’anello, iniziò a picchiare la statua.
Nonostante la
soddisfazione provata nel farlo, purtroppo non accadde nulla. Il demone
non accennava a ridestarsi.
Dopo dieci
minuti, Buffy smise di colpire. «Non funziona»,
ammise delusa e lasciò la stanza dimenticandosi di
recuperare l'anello.
*****
«Ho
trovato l’anello proprio qui». Cordelia
posò il gioiello accanto ai piedi di Achatla, e Giles,
togliendosi gli occhiali per pulirli, iniziò a riflettere.
Trascorsi solo
pochi minuti, indossò le lenti e guardò i ragazzi
che in silenzio aspettavano che parlasse. «Quanto sto per
dire potrà sembrare pazzesco, ma credo che l'anello sia la
soluzione al problema. Come Willow ha fatto notare, Buffy non se ne
sarebbe mai separata. Trovarlo ai piedi di Achatla mi fa azzardare
l'ipotesi che la nostra cacciatrice sia scomparsa proprio qui. Non
riesco a capire come, o perché, ma temo che il demone
l'abbia risucchiata all'inferno. E penso che l'anello abbia avuto un
ruolo fondamentale».
Xander,
ascoltate le sue parole, iniziò a ridere di gusto.
«Lei sta peggiorando, Giles! È sicuro che Angel
non le abbia succhiato un pezzo di cervello mentre la
torturava?»
«Mi
dispiace deluderti, ma il mio cervello funziona benissimo»,
ribatté Giles cercando di non perdere la pazienza.
«La mia era un'ipotesi ed è anche l'unica che
abbiamo su cui lavorare. Ora torna in biblioteca e prendi questo
libro», gli ordinò, porgendogli un foglietto su
cui aveva trascritto il titolo di un volume di antichi incantesimi.
«E cerca di fare in fretta, noi ti aspetteremo qui».
Xander,
evitando di ribattere, si allontanò di corsa per dirigersi
verso la biblioteca mentre Giles e gli altri aspettarono con ansia il
suo ritorno.
Trascorsa
quasi un’ora tornò con il libro e Giles,
prendendolo dalle sue mani, iniziò a sfogliarne le pagine
velocemente, sperando di ottenere una risposta al problema. Dopo
qualche attimo richiuse il volume. «Forse ci
siamo», esclamò entusiasta.
«C'è un incantesimo che potrebbe esserci
d'aiuto... almeno spero», disse e iniziò a
impartire nuovi ordini. «Willow, per favore, disegna una
stella a sei punte sul pavimento. Una punta deve coincidere con i piedi
del demone. Noi cinque ci sistemeremo sulle altre punte e l'anello di
Buffy va messo al centro».
Willow fece
apparire il disegno in pochi istanti e, dopo aver collocato
l’anello al centro della stella, ciascuno dei presenti prese
posizione.
Quando tutti
furono al posto assegnato, Giles riaprì il libro per leggere
la formula magica, sperando di far tornare la cacciatrice ma Cordelia,
preoccupata per ciò che poteva accadere, si ritrasse.
«Se
lei ha ragione, e Achatla ha risucchiato Buffy in un luogo demoniaco,
il rituale, invece di riportarla a casa, potrebbe aprire una porta su
qualche mondo oscuro e decine di migliaia di esseri diabolici
arriverebbero qua e ci farebbero a pezzettini piccoli,
piccoli», affermò, allontanandosi di un altro
passo dalla stella.
«Se
non proviamo, non potremo mai saperlo», replicò
spazientita la giovane strega. «Buffy ti ha salvata tante
volte e adesso tocca a te salvare lei», le disse, cercando di
fare leva sui suoi sentimenti ma, vedendo che Cordelia non accennava a
muoversi, passò alle maniere rudi. «Riprendi
immediatamente posto nella stella e stai zitta, se non vuoi che ti
trasformi in un rospo!»
«Davvero
potresti trasformarmi in un rospo?» chiese Cordelia
preoccupata e lo sguardo serio di Willow la convinse a tornare al suo
posto, così Giles poté finalmente recitare la
formula magica e il rituale iniziò.
*****
Tornata
accanto alla statua di Achatla, Buffy notò la preoccupazione
sui volti di Roland e Angel e cercò di sorridere.
«Non guardatemi male, non sono impazzita. So che la soluzione
si trova in questo brutto muso di pietra e continuerò a
cercare un modo per costringerlo ad aprire le fauci. Voi andate a
riposare, vi chiamerò se dovessi scoprire
qualcosa».
Ma Angel,
appoggiandosi alla parete, scosse la testa. «Non ho
intenzione di lasciarti sola con il demone. Starò
qui».
Anche Roland
non si mosse e Buffy capì che, qualunque cosa avesse detto,
non li avrebbe convinti a lasciare la stanza.
All’improvviso,
mentre guardava i due uomini, l’anello ai piedi di Achatla
iniziò a emettere strani bagliori e, trepidante, si
girò verso il demone. Se la sua intuizione era giusta, la
statua li avrebbe riportati a casa.
*****
Giles stava
recitando la formula magica quando l'anello iniziò a
brillare e la statua del demone si rianimò. Improvvisamente,
una luce accecante invase la stanza e l’osservatore
cercò di mantenere calmi i ragazzi.
«Che
nessuno si muova. Non spezzate l’incantesimo»,
ordinò, ma non fece in tempo a finire la frase
perché Cordelia, presa dal panico, abbandonò la
postazione. «No... Cordelia… che cosa hai
fatto!»
*****
Buffy, Roland
e Angel, sopresi dall’evolversi dei fatti, si concentrarono
su Achatla. Il demone era avvolto da una strana luce e stava
spalancando le fauci.
Lentamente la
luce s’intensificò, tanto che dovettero coprirsi
il volto per ripararsi dal bagliore accecante. Un enorme boato,
però, li costrinse a guardare e dovettero strofinarsi gli
occhi più volte per focalizzare l’ambiente.
Quando la luce
svanì, Achatla chiuse le fauci e i tre fuggitivi,
interdetti, osservarono il pavimento vicino al demone, dove erano
apparsi i membri della Scooby Gang.
«Sa...
salve Buffy... stiamo... stiamo cercando di salvarti».
Buffy
osservò frastornata Giles e il resto del gruppo, non sapendo
se ridere per la situazione pazzesca, o piangere per la gioia di essere
ancora con gli amici.
Fu Xander a
riportarla alla realtà. Appena vide Angel, estrasse dalla
tasca il paletto di legno per scagliarsi contro di lui e Buffy, intuite
le sue intenzioni omicide, fu lesta e s’intromise facendo
scudo al vampiro col proprio corpo.
«No,
Xander, non lo fare... Angel è guarito!»
urlò e subito Xander arrestò la sua marcia
fissando sgomento i due ex amanti mentre Angel, sostenuto il suo
sguardo per pochi secondi, stremato e dolorante perse
l’equilibrio.
Aiutato da
Roland si sedette mentre Buffy, di nuovo, osservò gli amici
fissando lo sguardo sull’ex osservatore. «Come
avete fatto a trovarmi e perché siete venuti?»
Giles,
imbarazzato per ciò che era accaduto, cercò di
spiegare la situazione spiacevole in cui si erano cacciati.
«Avevamo capito che il demone ti aveva trascinata via e
stavamo cercando di riportarti a casa, ma mentre recitavo l'incantesimo
qualcuno si
è fatto prendere dal panico e ha spezzato la catena...
risultato: invece di essere tu a venire da noi, siamo stati noi a
essere trascinati da te... a proposito, dove ci troviamo? Questo non mi
sembra l'inferno», affermò, riconoscendo la casa
di Angel.
«In
effetti, non siete all'inferno, ma in una realtà parallela.
Qui è tutto come nella nostra città, con la
differenza che gli esseri umani sono schiavi dei vampiri e il Maestro
è vivo».
«Il
Maestro?» ripeté Cordelia scioccata
«È vivo?» chiese preoccupata.
«Sì»,
fu la risposta secca di Buffy che l’ammutolì.
Contrariamente
a Cordelia, Xander non era intenzionato a restare in silenzio. La
presenza di Angel aveva reso il suo umore pessimo e, non curandosi
della possibilità che il Maestro potesse fare a pezzi tutti
loro, indicò il vampiro. «E lui?»,
chiese con astio. «Non dovrebbe essere più morto di
così? Non lo avevi ucciso? Che ci fa
qui?»
Buffy,
consapevole del rancore che i presenti nutrivano verso Angel,
raccontò ciò che era accaduto dal giorno della
sua presunta morte fino alla liberazione, sperando che potessero
comprendere. «...e questa è tutta la
storia», disse, terminato il racconto, ma Xander non sembrava
soddisfatto.
«Io
non mi fido di lui. E anche se fosse guarito, gli hai perdonato il male
che ci ha fatto?» sbraitò.
«Ti
assicuro che ha pagato per il dolore causato. È stato
torturato per un secolo e se tu non te la senti di dargli un'altra
occasione, non te ne farò una colpa, ma io credo che abbia
sofferto abbastanza e non ho intenzione di abbandonarlo. Ora lo
riaccompagno in camera e quando torno, parleremo».
Senza dire
altro, Buffy aiutò Angel a raggiungere la sua stanza mentre
gli amici iniziarono a discutere della rinnovata presenza del vampiro
nel gruppo.
Xander non
riusciva ad accettare che la cacciatrice avesse deciso di perdonarlo ed
esternò le proprie rimostranze in merito. «Io non
mi fido di quell’essere. Ha ucciso Jenny, non merita il
nostro perdono e poi chi ci assicura che ora non sia più
malvagio? Potrebbe essere un trucco per tornare a Sunnydale e
ricominciare a uccidere».
«Se
Buffy dice che è guarito, io le credo. Significa che il rito
per rendergli l'anima ha funzionato e Angelus è
scomparso», sentenziò Willow ma Cordelia
s’intromise.
«E
tu sei disposta a perdonargli tutti gli omicidi commessi?»
chiese incredula mentre Roland, rimasto in disparte, accendeva una
sigaretta e ascoltava in silenzio i discorsi dei nuovi arrivati.
«E se dovesse impazzire di nuovo? Credi che Buffy avrebbe la
forza di ucciderlo un’altra volta? Non pensi che se accadesse
potrebbe essere lui a ucciderla? E quando lei sarà morta,
sai cosa succederà? Angelus ci farà a pezzi... io
dico di piantargli un paletto nel cuore finché siamo in
tempo», propose Cordelia, trovando il consenso di Xander.
«Sono
d’accordo, uccidiamolo prima che lui uccida noi».
Inspirata
l’ultima boccata di fumo, Roland gettò il
mozzicone a terra e si avvicinò a Xander. Posandogli una
mano sulla spalla lo fece girare per guardarlo negli occhi mentre gli
parlava. «Io non vi conosco, però Buffy mi ha
raccontato la vostra storia. E mi ha raccontato di Angel. Come potete
pensare che se il vampiro fosse un pericolo per la vostra vita lo
lascerebbe libero? Vorreste che rinunciasse alla persona che ama
perché credete
che vi sacrificherebbe a lui... ma che razza di amici siete!»
esclamò disgustato. «Lei ama Angel, ma vuole un
bene enorme anche a voi, siete la sua famiglia, e non vi
sacrificherebbe mai
in nome dell'amore... non credevo di dover essere io a
dirvelo».
Deluso, Roland
lasciò il gruppo e uscì in strada per fumare
l’ennesima sigaretta e Giles, osservandolo abbandonare la
stanza, sospirò rammaricato. «Continuare a odiare
Angel per quello che ha fatto quando era Angelus non riporterebbe in
vita Jenny», mormorò commosso al ricordo della
donna che aveva amato. «Ho già perso una persona
cara e non voglio che Buffy soffra perché costretta a
scegliere tra me e lui. Per quanto Angel possa non piacermi,
rispetterò il suo volere e voi siete liberi di fare
altrettanto oppure continuare a odiarlo... è una vostra
decisione e non mi intrometterò».
*****
Lasciato Angel
in camera, dopo essersi assicurata che stesse bene, Buffy raggiunse gli
amici pronta a dare le dovute spiegazioni per cercare di convincerli
che il vampiro non sarebbe stato un pericolo, ma non fu necessario.
«Perdonami»,
si scusò Xander appena la vide; le parole di Roland e Giles
lo avevano indotto a riflettere e a cambiare atteggiamento.
«Purtroppo, quando si tratta di Angel non ragiono. Lui non mi
piace, ma ho deciso di dargli una seconda possibilità in
nome dell’amicizia che mi lega a te e ora, se me lo consenti,
vorrei abbracciarti, mi sei mancata».
Messi da parte
i rancori, finalmente i due amici si strinsero mentre Giles osservava
compiaciuto la scena. Se volevano tornare a casa, dovevano collaborare
e il comportamento di Xander lo spinse a credere che ce
l’avrebbero fatta.
Sciogliendosi
dall’abbraccio, Buffy si voltò verso Giles.
«Deve portarci via al più presto»,
ordinò, rammentando il pericolo che incombeva su tutti loro.
«Non voglio affrontare il Maestro un'altra volta. Voglio
andarmene prima che lui e i suoi scagnozzi ci trovino».
La sua voce
preoccupata mise tutti in allerta e Giles si diede subito da fare.
«Dobbiamo procurarci il libro degli incantesimi»,
dichiarò l’uomo, consegnando a Buffy il foglio su
cui aveva annotato il titolo del volume usato nell’altra
dimensione. «Se siamo a Sunnydale ci sarà una
biblioteca anche qui!» esclamò speranzoso e Buffy,
ritirando il foglietto in tasca, annuì.
«Sì,
Giles, la biblioteca c’è», lo
rassicurò. «Andrò a prendere il libro e
Roland mi accompagnerà».
Apprestandosi
a lasciare il rifugio, Buffy sorrise agli amici, felice di averli
ritrovati. «Non muovetevi, torneremo presto».
E con
rinnovata speranza si allontanò, certa che
l’incubo fosse finito. Non immaginava quanto si stesse
sbagliando.
*****
Trascorsa
mezz’ora, Buffy e Roland tornarono al rifugio ma lo trovarono
deserto. Inorriditi videro su una parete una frase scritta col sangue.
“Questa
sera venite al Bronze, abbiamo preparato una festicciola per
voi”
Passeggiando
nervosamente, Buffy lesse più volte la scritta, incapace di
restare calma. «Com'è possibile che li abbiano
presi?» urlò sconvolta. «Maledizione! E
adesso cosa facciamo? Se andremo al Bronze, ci uccideranno e se non
andremo, uccideranno i miei amici. Cosa posso fare?»
domandò, sentendosi impotente e Roland cercò di
tranquillizzarla.
«Niente
panico», le ordinò.
«Ok,
niente panico», ripeté Buffy osservando la sua
espressione seria.
«Ora
andiamo al Bronze», dichiarò Roland senza
tentennamenti. «Studiamo la situazione ed escogitiamo un
piano per liberare gli ostaggi prima del tramonto...
d’accordo?»
Spronata dal
suo coraggio, e dallo spirito combattivo che aveva letto nei suoi
occhi, Buffy gli rivolse un cenno di gratitudine e, annuendo, lo
seguì.
Raggiunto il
locale, si arrampicarono sul tetto e si calarono all'interno. Nascosti
nell’ombra, osservarono ciò che accadeva,
annotando mentalmente ogni particolare, dal numero di demoni
all’ubicazione delle gabbie.
Nonostante il
desiderio di intervenire per aiutare gli amici fosse forte, Buffy
dovette restare in disparte. Senza un piano si sarebbe fatta ammazzare
e, impotente, assistette mentre Willow torturava Angel.
«Seguimi»,
le ordinò Roland, giudicando di aver visto abbastanza.
«Mi è venuta un’idea
grandiosa», esclamò sicuro di sé.
«Quelle stupide bestie si pentiranno di aver sfidato Roland
di Gilead. Ho in mente uno scherzetto che non gradiranno,
però dobbiamo muoverci, il tempo stringe».
Osservando il
volto tirato del nuovo amico, Buffy vide i suoi occhi celesti brillare.
«Che cosa hai in mente?» gli chiese speranzosa.
«Seguimi
e lo vedrai».
Lasciato il
Bronze, Buffy seguì Roland in un negozio di giocattoli
abbandonato da anni. «Mi prendi in giro?» chiese
sbalordita. «Vuoi acquistare un paio di bambole da portare in
dono a quella squilibrata di vampira? O un trenino da regalare al
Maestro? O una pista di macchinine così potranno giocare
mentre divorano i miei amici? È questa la tua brillante
idea? Barattare i
prigionieri con qualche stupido giocattolo?»
Esasperata,
Buffy osservò il pistolero senza capire e lui le sorrise.
«Non ti ha mai detto nessuno che sei tremendamente
impaziente?» domandò l’uomo facendole un
cenno col capo. «Fai silenzio e seguimi, devo mostrarti una
cosa che troverai interessante».
Mantenendo
l’alone di mistero, Roland condusse Buffy nel retro bottega
e, scostato un vecchio tappeto che nascondeva l'accesso a una botola,
la aprì e s’infilò.
Senza perdere
tempo Buffy lo seguì, curiosa di scoprire cosa nascondesse.
Accesa una
vecchissima lanterna per illuminare la stanza, Roland le
mostrò ciò che era occultato nel seminterrato.
«Adesso hai capito cosa voglio fare? Non credi che la mia
idea sia brillante?» le domandò, ridendo divertito
alla sua espressione attonita.
«Sei
fantastico, Roland di Gilead... se non amassi un vampiro, saresti il
mio uomo ideale!»
Roland, di
nuovo, rise divertito. «Allora, sei pronta?»
«Ai
tuoi ordini, pistolero. E che lo spettacolo cominci!»
*****
Il sole era
ancora alto nel cielo e il Maestro, stanco di attendere,
radunò una ventina di vampiri. «Non ho intenzione
di aspettare il tramonto», dichiarò furente.
«Passeremo dalla fogna e torneremo dove abbiamo catturato gli
umani, sono certo che i fuggitivi si nascondano
là».
Il suo volto,
solitamente terribile, divenne ancora più pauroso.
«Li voglio... li voglio ora!» tuonò e
Willow, stanca di torturare Angel, corse al suo fianco.
«Ti
prego, portami con te», chiese supplichevole.
«Prometto che non disubbidirò ai tuoi ordini, ma
lascia che partecipi alla caccia... qui mi annoio».
Il vecchio
vampiro le accarezzò il volto mostrando un ghigno che doveva
essere un sorriso. «Puoi venire»,
acconsentì. «Però, prima di andare,
occorre avvisare i membri del nostro clan. Voglio che siano tutti
presenti alla festa che daremo più tardi».
«Ogni
vampiro che risiede in città è già
stato avvertito», dichiarò Willow. «Sono
tutti ansiosi di scoprire come raggiungere la Terra. Un mondo pieno di
cibo fresco è una prospettiva allettante, nessuno
mancherà».
«Bene»,
annuì il Maestro soddisfatto. «Allora possiamo
andare. La ragazza terrestre e il pistolero saranno la pietanza
principale al banchetto», aggiunse ridendo, mentre con un
cenno ordinava ai vampiri di seguirlo.
*****
«Come
sapevi dello scantinato?» chiese Buffy seguendo Roland.
«La
bottega apparteneva a un mio lontano parente che è morto
qualche anno fa», dichiarò il pistolero.
«Era un tipo viscido che fingeva di vendere giocattoli per
mascherare la sua attività illegale».
«E
tu lo sapevi perché...» sorrise Buffy senza
concludere la frase.
«Perché
mi rifornivo da lui», dichiarò Roland alzando le
spalle. «E grazie a lui inceneriremo i vampiri».
«Bene!»
esclamò entusiasta Buffy. «Comunque, prima di
incenerire i vampiri, voglio ricordarti che nel locale ci sono
parecchie persone innocenti, ci sono i miei amici e anche Angel... e lui è un vampiro e
non deve essere incenerito!»
«Non
preoccuparti cacciatrice, tu segui le mie istruzioni e a loro non
capiterà nulla di male. Hai preso la coperta?»
«Sì...
l’ho presa».
«Allora
tieniti pronta a usarla e andrà tutto bene».
Giunti di
fronte al Bronze, i due amici si prepararono ad agire mentre i vampiri
nel locale, ignari di quanto stava per succedere, continuavano a
festeggiare aspettando il ritorno del Maestro.
*****
Passando
attraverso le fogne, i demoni raggiunsero la casa di Angel.
Willow era
eccitata all'idea di battersi con la ragazza terrestre e rimase delusa
quando si accorse che l’edificio era vuoto.
«Maledizione! Qui non c'è nessuno»,
sbraitò mostrando le zanne dopo aver cercato in ogni angolo.
«Questa
storia non mi piace». Preoccupato, il Maestro
osservò l’ambiente deserto. «Quei due
sono astuti, non vorrei averli sottovalutati. Torniamo subito al
Bronze. Ho uno strano presentimento».
Lasciata la
casa, i vampiri imboccarono le fogne per tornare al locale, ignari di
ciò che avrebbero trovato.
*****
Accolto anche
l’ultimo ospite, Xander, ansioso di veder tornare il Maestro
con le portate
principali della serata, si avvicinò alla
gabbia dov’era rinchiuso Angel. «Stupido essere con
l'anima», lo chiamò ridendo. «Mi
è giunta voce che la biondina terrestre è la tua
ragazza», esclamò e siccome Angel non sembrava
interessato alla conversazione, continuò a provocarlo.
«Sarai
ansioso di rivederla», gli disse divertito. «Non ti
preoccupare, tra poco Willow la porterà qui e ti
procurerò un posto in prima fila per assistere alla sua
morte. La faremo a pezzi lentamente, molto lentamente».
Nonostante il
dolore per le vessazioni subite, Angel si sollevò e si
avvicinò alle sbarre della cella. «Augurati che
Willow mi uccida altrimenti, quando uscirò da questa gabbia,
ti ammazzerò con le mie mani... è una
promessa».
Osservando il
vampiro che a fatica si reggeva in piedi, Xander si
allontanò ghignando divertito. «Sogna, idiota,
sogna», gli urlò e continuò a ridere
ignaro di ciò che sarebbe accaduto entro pochi secondi.
*****
Mancava poco
al tramonto e Roland osservò la cacciatrice per assicurarsi
che fosse pronta. «Hai capito tutto?» le chiese e
Buffy annuì.
«Sì...
ho capito», rispose sicura di sé. «Devi
sapere che ho già usato uno di questi aggeggi e me la sono
cavata piuttosto bene».
«Allora
non perdiamo tempo e diamo il via allo spettacolo. Mira dove ti ho
indicato e non succederà nulla ai prigionieri».
Buffy
sollevò il bazooka, preso dal negozio, e anche Roland fece
lo stesso con il suo.
«Pronta?»
domandò il pistolero e diede l’ordine che Buffy
attendeva. «FUOCO!»
Al suo comando
si udirono due boati terribili e nel muro del Bronze si aprirono due
grosse voragini. I raggi del sole iniziarono a filtrare attraverso gli
squarci. Alcuni vampiri morirono carbonizzati, altri perirono sotto le
macerie.
Mentre Roland
si preparava a sparare un altro colpo, Buffy approfittò del
caos creatosi nel locale per raggiungere la cella di Angel. Forzato il
lucchetto aprì la porta lanciando la coperta al vampiro che
poté proteggersi dal sole.
«Corri,
Buffy, non pensare a me», le urlò Angel.
«Vai a liberare gli altri».
«Sicuro
di farcela?» chiese Buffy preoccupata, osservandolo lasciare
la gabbia.
«Sicuro
e ora vai».
Senza perdere
tempo Buffy si allontanò per soccorrere i prigionieri e
avvicinandosi alla prima cella udì l’ennesimo
boato. Roland aveva aperto un'altra breccia nel muro e il sole
continuava a mietere vittime tra i demoni.
Finalmente
liberi, Giles e gli altri aiutarono gli ostaggi che per sottrarsi alla
furia omicida dei demoni trovarono rifugio nella strada assolata,
mentre Buffy e Angel rimasero nel locale decisi a uccidere ogni vampiro
presente. Nessuno doveva scampare al massacro che avrebbe finalmente
liberato Sunnydale.
«Rimpiangerai
ciò che hai fatto».
Riconosciuta
la voce di Cordelia, Buffy sorrise e si voltò per guardare
la vampira che la stava minacciando. «Credi di riuscire a
battermi?» le domandò pronta a sostenere la lotta,
senza accorgersi che Xander stava per assalirla alle spalle.
«È
da vigliacchi colpire l’avversario a tradimento».
Xander,
fermandosi, sbuffò seccato e vide Buffy scagliarsi contro
Cordelia prima che potesse intervenire per aiutarla. Certo che la sua
ragazza avrebbe sconfitto la terrestre anche senza il suo aiuto,
esaminò la persona che gli aveva sbarrato il cammino.
«Ma per favore... cosa vorresti fare?» chiese
guardando Angel con disprezzo. «Non ti reggi in piedi e
vorresti batterti con me?» rise sprezzante. «Non
sarebbe divertente!»
Incurante
delle sue parole di scherno, Angel tramutò il volto
mostrando le zanne. «Hai ragione Xander, non sarebbe
divertente», replicò dolorante. Le torture inferte
da Willow lo avevano indebolito, ma il desiderio di vendicarsi gli dava
la forza per continuare a combattere. «Ma non deve essere
divertente», disse mostrando un ghigno terribile.
«Deve essere doloroso».
Prima che
Xander potesse intuire le sue mosse, Angel si avventò su di
lui. La mano nascosta sotto la coperta, con cui si proteggeva dal sole,
stringeva una spranga di ferro.
Con ferocia
Angel colpì ripetutamente Xander che, non aspettandosi una
reazione tanto violenta, si accasciò al suolo.
Complice anche
il sole, che faceva breccia dai numerosi squarci provocati da Roland,
fu una preda facile.
«Ricordi
cosa ti avevo promesso?», gli disse Angel mentre lo
trascinava allo scoperto. «Ti avevo detto che ti avrei ucciso
con le mie mani ed io mantengo le promesse».
Sorretto dalla
forza dell'odio, Angel gli conficcò la spranga nel torace
poi lo trascinò al sole per guardarlo bruciare.
«Ottimo
lavoro».
Angel,
protetto dalla coperta, si voltò e vide il volto sorridente
di Buffy.
«Grazie...
ora mi sento meglio», replicò il vampiro
osservando il demone diventare cenere. «Cordelia?»
chiese e Buffy scrollò le spalle.
«Stessa
fine», lo informò e insieme lasciarono il locale.
Certi che non
vi fosse più nessuno all’interno, Roland esplose
l’ultimo colpo e il Bronze fu distrutto.
Il boato
dell’edificio che si accartocciava su se stesso fu accolto
dalle urla di giubilo dei cittadini di Sunnydale che si strinsero
attorno agli eroi pronti a festeggiare la vittoria, ma Giles li
costrinse a rimandare. «Il Maestro non è
morto», ricordò loro. «Ha lasciato il
locale prima che fosse distrutto e, quando tornerà,
sarà furioso e assetato di sangue».
«Maledizione!»
esclamò Buffy convinta che il demone fosse perito sotto le
macerie. «Che stupida... era così presa a lottare
che non ho pensato a lui! Se fosse stato nel locale, mi avrebbe
attaccata... non lo ha fatto perché non
c’era».
«Esatto»,
disse Giles dispiaciuto. «Il nemico non è stato
sconfitto e sarà più agguerrito che
mai».
Buffy
osservò Roland, che aveva sentito tutto, poi
guardò gli amici, infine si rivolse ai cittadini.
«Tornate a casa. Il sole sta per tramontare e le strade non
sono sicure», disse ad alta voce in modo che tutti potessero
sentire le sue parole. «Ma vi prometto che le cose presto
cambieranno. Troverò il Maestro e lo ucciderò...
ora andate».
Protetti dagli
ultimi raggi di sole, gli umani tornarono alle loro case certi che la
ragazza giunta dalla Terra li avrebbe liberati.
*****
Il Maestro
raggiunse il Bronze quando la battaglia era finita e del locale
rimaneva solo un mucchio di macerie.
Senza parlare
osservò le rovine di quella che per anni era stata la sua
casa poi, con un cenno del capo, ordinò ai pochi vampiri che
erano con lui di seguirlo.
Passando dalla
fogna i demoni si diressero al cimitero e si rifugiarono
all’interno di una cripta abbandonata. Mancava poco al
tramonto e alla resa dei conti.
«È
tutta colpa della ragazza e del suo amico pistolero»,
urlò Willow passeggiando nervosamente. «Andiamo a
cercarli e uccidiamoli. Devono pagare con la vita... andiamo, andiamo,
andiamo».
Scalciando un
teschio abbandonato sul pavimento, Willow osservò il Maestro
in attesa di un suo cenno di assenso, ma il vecchio vampiro la
ignorò e sedendosi in disparte ordinò ai presenti
di non disturbarlo. Gli umani avevano profanato e distrutto la sua
casa, ucciso i suoi seguaci. Dovevano pagare e li avrebbe sterminati
uno a uno.
*****
«Questo
è tutto. Allora... che ne dite?»
Invitati gli
amici in casa, Buffy li guardò ansiosa di ricevere il loro
assenso in merito al piano esposto per uccidere i vampiri e Cordelia fu
la prima a parlare.
«Perché
il lavoro più pericoloso spetta a me? Perché non
usiamo Willow? Perché devo sempre essere io quella che
rischia la pelle?» chiese preoccupata mentre Xander sorrideva
divertito.
«Perché,
amore mio, hai qualcosa che spinge la gente a desiderare di ucciderti e
questo fa di te l'esca perfetta».
«Se
dovessimo sopravvivere, mi ricorderò delle tue parole,
Xander Harris!» replicò seccata Cordelia e Buffy,
spazientita, si alzò per dare inizio al piano.
«Se
avete finito, è ora di prepararci. Andiamo, il lavoro ci
attende».
«Io
non voglio fare l’esca», mormorò a
labbra strette Cordelia. «Non la voglio fare e non la farò»,
sussurrò e, mugugnando, seguì il gruppo.
*****
Il sole era
tramontato da un paio di ore e Cordelia, lasciati gli amici,
iniziò a girovagare per le strade di Sunnydale.
«Guarda
chi c’è... Cordelia
venuta dallo spazio!»
La voce di
Willow fece trasalire Cordelia che, lentamente, si voltò per
osservare il volto sprezzante della vampira.
«Avrei
preferito uccidere la tua amica, quella stupida ragazza che ti comanda,
ma non sempre si può avere ciò che si vuole
quindi mi accontenterò di ammazzare te».
Seppure
spaventata, Cordelia non distolse lo sguardo dagli occhi della rivale.
«Buffy non mi comanda!» esclamò con tono
autoritario. «Io non mi faccio comandare da nessuno, tanto
meno da lei», proseguì, cercando di celare la
paura. «E sia chiaro che lei non è una mia amica!
È arrogante, prepotente e mi ha rovinato la vita».
Il tono usato
divenne più forte e sul volto di Cordelia apparve una
smorfia risentita. «Se mi trovo in questo posto terribile, la colpa è solo sua!
La detesto e ho deciso di fargliela pagare».
Willow
piegò le labbra mostrando un ghigno terribile. «E
come vorresti fargliela pagare?»
«Buffy
sta preparando una trappola per uccidervi ed io dovrei essere
l’esca. La cretina sacrificabile di cui non frega niente a
nessuno, buona solo per rischiare la pelle così che tutti
loro si possano salvare».
«Una
trappola?» ripeté Willow interessata.
«Sì,
una trappola, e se mi porti dal tuo Maestro vi dirò
cos’ha in mente la cacciatrice».
Osservando con
attenzione Cordelia, Willow iniziò a ridere divertita.
«Credi che io sia così idiota?» le
chiese, subodorando l’inganno. «La tua richiesta
pare tanto una trappola», continuò, fissandola
minacciosa. Non era dell’umore giusto per simili scherzetti.
«Io ti porto dal Maestro, i tuoi amici ci seguono, ci
attaccano di sorpresa e ci uccidono... tu vaneggi, inoltre, non
sopporto la tua voce, mi irrita».
Con un balzo
Willow si scagliò contro Cordelia afferrandole la gola.
«Hai…
ragione… a… non…
fidarti…» biascicò Cordelia a corto di
fiato e Willow lasciò la presa per darle modo di finire
ciò che stava dicendo. «Ma se guardi meglio,
noterai che sono sola. In questo momento i miei amici stanno preparando
la trappola e non sanno che sono qui. In veste di esca la mia
entrata in scena è prevista solo tra un paio d'ore, quando
tutto sarà pronto. E se non t’interessa sapere
cos’hanno intenzione di fare, uccidimi, useranno un altro
idiota sacrificabile per farvi cadere nella rete e
sterminarvi».
Di nuovo
Willow si fermò a esaminare il volto di Cordelia.
«Perché lo fai? Perché vuoi tradire i
tuoi amici?» le chiese, pronta a soppesare ogni sua parola.
«Perché odio Buffy e
voglio vederla soffrire». Fu la risposta senza
tentennamenti di Cordelia. «Xander le sta sempre appiccicato
e lei lo tratta come se fosse il suo cagnolino. Non le basta Angel, no,
lei vuole che ogni ragazzo sia suo», ammise con odio.
«Io te la consegnerò e tu dovrai farla soffrire...
allora, sei d'accordo?»
Sorridendo
Willow osservò il volto di Cordelia. Nei suoi occhi poteva
vedere l’odio profondo che nutriva per Buffy e finalmente
annuì. «Seguimi», le disse.
«Se riuscirai a convincere il Maestro che non stai mentendo,
in cambio riceverai il dono della vita eterna, altrimenti morirai tra
atroci torture».
Giunte al covo
dei vampiri, Willow afferrò Cordelia e la spinse ai piedi
del Maestro. «Questa ragazza vuole parlare con te. Afferma di
avere informazioni che potranno servirci per uccidere la biondina e i
suoi amici».
Il vecchio
vampiro osservò Cordelia accasciata al suolo con la testa
china. «Parla!» ordinò. «Ma
cerca di essere breve e convincente altrimenti te ne
pentirai».
Cordelia
sentì la paura crescere, dovette lottare per non cedere al
terrore e, alzata la testa, fissò lo sguardo in quello del
demone. «Buffy sta preparando una trappola», lo
informò con voce tremante. «Ed io dovevo essere
l’esca che vi avrebbe attirati nel luogo
dell'imboscata».
«Quale
luogo?» chiese il Maestro incuriosito.
«La
casa di Buffy», rispose Cordelia intimorita
dall’occhiata che il demone le aveva rivolto.
«Hanno sbarrato porte e finestre. Una volta dentro, non
è possibile uscire. Io dovevo farmi catturare, chiedere che
la mia vita fosse risparmiata e in cambio della salvezza vi avrei
consegnato i miei amici. Dovevo convincervi che fossero disarmati e
condurvi da loro per sorprenderli nel sonno, invece sareste caduti in
trappola. La casa è un bunker e vi avrebbero
massacrati».
«Perché
ci aiuti?»
Cordelia,
lentamente, si alzò, aveva paura, ma sarebbe andata fino in
fondo. «Perché
voglio che Buffy sia uccisa!»
Poche parole
pronunciate con odio che fecero spuntare un sorriso terribile sulle
labbra del Maestro. «Dove si trovano i tuoi amici?»
domandò il vampiro afferrandole il volto e, stringendo le
dita sulle sue guance pallide, scrutò i suoi occhi
terrorizzati. «Sono già pronti per tenderci
l’agguato?»
«No»,
sussurrò Cordelia mentre il cuore le batteva tanto forte che
temeva esplodesse. «Ora sono nella palestra della scuola.
Stanno appuntendo paletti, riempiendo bottigliette con acqua santa,
preparando frecce per le balestre, insomma, si stanno armando per
prepararsi alla battaglia programmata per questa notte… se
ci muoviamo, li sorprenderemo impreparati e sarà la loro
fine».
Senza
abbandonare il contatto con i suoi occhi, il Maestro fece scorrere
pollice e indice sulle sue gote lasciando, con le lunghe unghie, due
segni rossi. «Mi hai convinto», le disse.
«Nei tuoi occhi posso vedere l’odio che provi per
quella ragazza. Portaci da lei, la ucciderò per
te».
Finalmente
Cordelia riuscì a sorridere e sentì la paura
svanire. «Prima di andare, ho una richiesta da
farti».
Il vecchio
vampiro le rivolse un’occhiata interessata invitandola con un
cenno della mano a parlare.
«Vorrei
che Buffy fosse l’ultima a morire, in modo che possa
assistere alla morte di tutti i suoi amici. Vorrei vederla soffrire
mentre Angel morirà tra mille tormenti… farai
questo per me?»
Speranzosa,
Cordelia attese una risposta che non tardò.
«Con
piacere», ghignò il Maestro carezzandole il volto.
«Somigli tanto alla
mia Cordelia», le disse quasi con tristezza.
«Quando tutto sarà finito, ti
trasformerò in una creatura della notte e vivrai per sempre
al mio fianco».
«Restare
per sempre giovane e bella è il mio sogno. Sarò
felice di diventare una tua creatura».
«Allora
non perdiamo tempo, portaci dalla cacciatrice. Le strapperò
il cuore dal petto e te ne farò dono».
«Non
vedo l’ora», replicò Cordelia tendendo
le labbra in un ghigno disumano.
*****
Buffy, con gli
altri membri del gruppo, era in palestra intenta a preparare le armi
per la battaglia finale quando la porta si spalancò.
«Come
vedi, i miei cosiddetti amici sono qui». Cordelia sorrise
soddisfatta indicando al Maestro le persone che aveva tradito.
«Ora chiudo la porta, così non potranno
scappare», lo informò eccitata per quanto stava
per accadere. «E poi vado a cercare un posto in prima fila
per assistere alla loro esecuzione», dichiarò
indicando le gradinate.
«Vai
pure, mia cara», la congedò il Maestro.
«Goditi lo spettacolo e quando tutto sarà finito,
farò di te una di noi».
Cordelia si
abbandonò a una risata agghiacciante. «Uccidili
tutti. Voglio che soffrano tantissimo!» esclamò,
allontanandosi per chiudere la porta e lasciare campo libero ai nuovi
alleati.
«Buffy...
è così che ti chiami?» Il Maestro
avanzò nella palestra deserta senza distogliere lo sguardo
dalla nemica. «Cordelia ci ha riferito della tua stupida
trappola. Pensavi davvero di attirarci in casa tua e sterminarci
tutti?» rise divertito fermandosi al centro del grande
locale. «Sei una stupida ragazzina e morirai tra mille
tormenti».
Buffy smise di
appuntire il paletto che stringeva nella mano sinistra e vide Willow
vampira fare un passo avanti.
«Sai
che hai un nome idiota!» la schernì il demone.
«Chi credi di spaventare con un nome così
stupido?» rise divertita. «La tua amica Cordelia
vuole vederti soffrire perché sei una ragazza molto, molto
cattiva... meriti tutto quello che sta per succederti».
«Quindi,
Cordelia ha deciso di tradirmi?» domandò Buffy
senza timore.
«Sì...
lei ti odia e ora tu e i tuoi compari morirete».
«Aspetterei
a cantare vittoria», dichiarò Buffy osservando il
paletto che presto avrebbe conficcato nel petto della vampira.
«Guardati
attorno», replicò il demone indicando la palestra
deserta. «Noi siamo più di venti e voi in quanti
siete?» chiese ridendo. «Un pistolero, un vecchio,
un vampiro che non si regge in piedi, la mia patetica controfigura
umana e due ragazzi che non farebbero paura neppure a una mosca. E poi
ci sei tu… insomma, un branco di sfigati»,
aggiunse mutando il volto pronta ad attaccare, ma un rumore improvviso
coprì le sue ultime parole.
Voltandosi, la
vampira vide la porta che Cordelia avrebbe dovuto chiudere a chiave
spalancarsi per permettere l’accesso ai cittadini di
Sunnydale. Circa cento persone, armate di paletti e croci, si
accalcarono in fondo alla palestra.
«Che
sbadata», disse Cordelia allargando le braccia e lasciando la
tribuna per raggiungere Buffy. «Devo essermi scordata di
girare la chiave», affermò affiancando la
cacciatrice. «La prossima volta che escogiti un piano per
salvarci la pelle, manda
qualcun altro a recitare la parte del traditore…
me la sono quasi fatta addosso dalla paura», disse
all’amica afferrando un paletto.
«Sei
stata bravissima», le sorrise Buffy facendole
l’occhiolino. «Il tuo sogno non è forse
diventare un’attrice famosa? Hai dimostrato di saper recitare
benissimo… Hollywood cadrà ai tuoi
piedi».
Dopo essersi
complimentata con lei, Buffy indirizzò lo sguardo verso i
vampiri al centro della palestra fissandolo sul Maestro.
«Credevi davvero che Cordelia avrebbe tradito i suoi amici
accettando di farsi trasformare in un essere disgustoso come
te?»
Il vecchio
vampiro non rispose e osservò la ragazza che si era beffata
di lui. «Sei stata brava», le disse con tono
pacato. «Ho guardato nei tuoi occhi e mi sembravi sincera.
Sei riuscita a ingannarmi, non capita spesso, ma non avrai tempo per
gioire perché sarai la prima che
ucciderò».
Buffy fece un
passo avanti, puntando il paletto verso di lui. «Tu non
ucciderai nessuno dei miei amici», affermò animata
da un rinnovato spirito battagliero. Il momento delle parole era
finito, era tempo di lottare. «Avanti, gente di Sunnydale,
riprendiamo la Vostra città!»
E
all’urlo di battaglia lanciato dalla cacciatrice la lotta
iniziò.
La ferocia dei
demoni era tale che in un primo momento sembrò potessero
vincere sull’improbabile gruppo di lottatori.
Molti uomini
perirono sotto i colpi mortali dei vampiri, mentre Buffy lottava contro
il Maestro senza poter intervenire per salvare chi le stava accanto.
Purtroppo la
lotta era dura, ciascuno poteva contare solo su se stesso e sperare di
avere abbastanza forza per non soccombere.
E
così i membri della Scooby gang si trovarono invischiati
nell’ennesimo conflitto all’ultimo sangue dove la
posta in gioco era la vita.
«Sparisci!
Vai a cercare un'altra preda, lui è mio!»
Adocchiato Angel in fondo alla palestra, intento a battersi
faticosamente, Willow l’aveva raggiunto e aveva cacciato il
vampiro contro cui stava lottando.
«Ciao
cucciolo», lo salutò, mostrando un sorriso tanto
amabile quanto falso. «Sei un cagnolino veramente cattivo...
perché continui a scappare?» chiese imbronciata.
«Pensandoci bene, non voglio un cucciolo disobbediente come
te, quindi ti ucciderò, anche se non è divertente
uccidere qualcuno che a fatica si regge in piedi. Sarà una
lotta impari».
Pronta a
scagliarsi contro Angel, Willow non si accorse della sosia umana che
l’aveva raggiunta e si trovava alle sue spalle.
«Hai ragione, brutta stronza, non è giusto...
dovreste combattere ad armi pari». Senza darle il tempo di
reagire, Willow umana le schizzò il volto con
l’acqua santa. «Ora potete lottare».
Sorridendo ad
Angel, Willow si allontanò. Sapeva che il vampiro aveva un
conto in sospesa con la sosia pazza e finalmente poteva renderle tutto
il male che gli aveva fatto nel corso degli anni.
*****
La lotta
continuò ancora per parecchi minuti con vittime da entrambe
le parti.
Xander, nel
tentativo di proteggere Oz, venne ferito a un fianco e solo grazie al
provvidenziale intervento di Roland poté salvarsi.
Willow,
impegnata nella lotta contro una vampira, rischiò di essere
azzannata, ma fu Cordelia a trarla in salvo, finendo con
l’essere ferita a un braccio.
Nella
concitazione della lotta si sentivano urla, pianti, gemiti e,
finalmente, quando anche l’ultimo vampiro fu ucciso, Buffy,
raccolte le poche forze rimaste, mise la parola fine
all’orrore che per secoli aveva soggiogato la
città. Con un colpo preciso uccise il Maestro e dai
sopravvissuti si levò un coro festoso.
La battaglia
era finita. Una nuova vita attendeva i coraggiosi che si erano uniti
alla lotta.
*****
Lasciata la
palestra, felice per aver reso Sunnydale ai legittimi proprietari,
Buffy, con gli amici, si recò a casa di Angel. Nessuno era
stato ferito gravemente ed era tempo di tornare nella dimensione da cui
erano stati strappati.
Mentre Giles
si preparava per recitare il rito che li avrebbe portati a casa, Buffy
avvicinò il pistolero. «Vieni con noi?»
domandò speranzosa. «Credo ti piacerebbe vivere
nella mia Sunnydale. Nonostante i demoni, la vita non è
male... è sicuramente meglio che stare qui».
Roland accese
una sigaretta e scosse la testa. «Ti ringrazio, ma non posso
lasciare la mia terra. Ho una missione da compiere. Devo trovare la
Torre Nera... e, comunque, nel tuo mondo non saprei cosa fare. Io sono
un pistolero. Questa è la mia vita».
Senza
insistere, Buffy lo abbracciò. «Addio Roland...
non ti dimenticherò», lo salutò con
tristezza. «E se un giorno dovessi avere bisogno di me, sai
dove cercarmi».
Il pistolero
ricambiò l’abbraccio sorridendo. «Addio
cacciatrice, è stato un piacere combattere al tuo
fianco», le disse, sciogliendosi dalla stretta che li univa.
«Ora vai, torna nel tuo mondo e vivi felice accanto a
Angel».
«Lo
farò», annuì Buffy apprestandosi a
raggiungere gli amici.
Mentre Giles
pronunciava il rito che li avrebbe condotti a casa, Buffy
cercò lo sguardo del pistolero per l’ultima volta.
Era certa che non lo avrebbe mai scordato.
Avvolta nella
luce intensa scaturita dalle fauci di Achatla, sorrise
all’uomo che le aveva dato tanta amicizia in un momento
terribile sperando di rivederlo, poi chiuse gli occhi e il Medio Mondo
svanì.
Quando li
riaprì era di nuovo a casa con i suoi amici e con Angel,
pronta a cominciare una nuova vita insieme.
*****
Salutata la
cacciatrice, Roland abbandonò Sunnydale per continuare la
ricerca della Torre Nera.
La breve
incursione di Buffy nella sua vita gli aveva dato nuova energia. Se una
ragazzina come lei era riuscita a vincere il Maestro e a ritrovare
l’amore che credeva perso, allora anche per lui
c’era speranza e, fiducioso, si mise in marcia. Aveva una
missione da compiere e non avrebbe desistito finché non
l’avesse portata a termine.
Un’ora
dopo la sua partenza, quando il silenzio della notte cullava i sogni
dei cittadini liberati dall’incubo del Maestro,
un’auto si fermò davanti al cartello:
“BENVENUTI
A SUNNYDALE”
Dall'auto
scese un giovane che osservò interessato la cittadina.
«Bel
posticino, credo ci fermeremo qui!»
Tendendo la
mano invitò la sua compagna a raggiungerlo.
«Sì,
amore, mi piace questa città! C'è un buonissimo
odore di morte», disse la giovane annusando l’aria.
«Mia
cara, diventeremo i padroni di questo mondo»,
ghignò Spike abbracciando Drusilla e insieme si diressero
verso Sunnydale in cerca di un luogo in cui stabilirsi.
La
felicità appena assaporata dai cittadini del Medio Mondo era
già finita e il desiderio di Buffy, di rivedere il nuovo
amico, sembrava destinato ad avverarsi presto.
FINE
Questa storia
(come la maggior parte delle mie storie su Buffy) è stata
scritta parecchi anni fa.
Ho deciso di
iscriverla a un contest quindi, per renderla "presentabile", ho cercato
di aggiustare almeno la pessima grammatica lasciando, tuttavia,
inalterati i dialoghi e l'ho pubblicata anche qui. Spero vi sia
piaciuta.
Questa
storia ha partecipato al contest: "Crossoveriamo. Il concorso dei
crossover" indetto da +Ashley+ classificandosi PRIMA
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