Trucioli di magia

di Landrins
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Ophelie fece un movimento con il dito e un turbine di stoffe color avorio svolazzarono nella stanza per poi sistemarsi sull manichino e formare un vestito a balze lungo. Grey, come per abitudine, era sistemato sulla poltroncina rossa dove Ophelie era solita appoggiare i suoi figurini, ogni tanto il pigro gatto altazava un occhio per controllare la situazione per poi richiuderlo e ritornare al suo sonnellino. In quella stanza padroneggiava il caos, il pavimento era sovrastato da campioncini di tessuti, fogli e metri da sarta; spesso nel disordine era difficile ritrovare i progetti e molte volte la disordinata stilista era costratta a cambiare il progetto iniziale. Le stoffe si libravano nell' aria sotto i comandi di Ophlie, alcuni andavano a ricoprire Grey mentre era rannicchiato sulla poltroncina, altri si andavano a depositare sul pavimento. Ophelie riguardò il progetto che teneva accuratamente esposto sulla scrivania, fece ruotare il manichino con un deciso movimento della mano e ci angiunse un enorme e appariscente fiocco poi cancellò le maniche a sbuffo che aveva provvisoriamente disegnato sulla modella e con movimenti lesti disegnò delle maniche lunghe e strette con la sua bacchetta magica ormai consumata, le diede dei colpetti e polvere scintillante si andò a depositare sul pavimento facendo scintillare delle stoffe casualmente finite là e riprese a disegnare. -Sono le cinque del mattino Ophelie!
Grey non si attendeva una risposta, sapeva che non si sarebbe mai distratta in un punto così importante del suo lavoro. Mancavano pochi dettagli per opter poggiare la bacchetta sul disordine della scrivania e sospirare per la fine del duro lavoro svolto. Quando finalemnte si lasciò cadere sullo schienale della sedia esausta, Grey le saltò sulle gambe facendole le fuse.
Era stanca di lavorare giorno e notte, Grey lo sapeva ma Ophelie era troppo testarda per gargli ascolto eppure le voleva bene. Guardò i suoi stanchi occhi castani chiudersi lentamente per poi sprofondare nel sonno. Il gattino diede un' ultima occhiata al capolavoro appena terminato e si sentì orgogliso della sua padrona.
 




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